Negli affanni d’ogni giorno
vivo, ma l’anima di nascosto
quale igneo prodigio
vive accanto a me.
E spesso affrettandomi al tram
o chinato su un libro,
d’un tratto odo il crepitio d’un fuoco
e chiudo gli occhi.
VLADISLAV FELICIANOVIČ CHODASEVIČ, TR. CATERINA GRAZIADEI
sabato 23 agosto 2008
venerdì 22 agosto 2008
Le montagne si disfano,
il giorno si è smarrito;
ritorna il sole alla sua fucina:
L’orto si va cancellando,
la fattoria è sommersa
e la mia cordigliera
affonda la sua cima e il vivo grido.
Scivolano le creature
Oblique verso l’oblio
E anche noi ci volgiamo
Verso la notte mio bimbo.
GABRIELA MISTRAL, TR. PIERO RAIMONDI
il giorno si è smarrito;
ritorna il sole alla sua fucina:
L’orto si va cancellando,
la fattoria è sommersa
e la mia cordigliera
affonda la sua cima e il vivo grido.
Scivolano le creature
Oblique verso l’oblio
E anche noi ci volgiamo
Verso la notte mio bimbo.
GABRIELA MISTRAL, TR. PIERO RAIMONDI
giovedì 21 agosto 2008
C’è un universo che batte
nelle ali d’un uccello
ogni volta ad ogni volo
porta via un pezzo di cielo.
Tre frontiere si dilatano
in confini
allo spuntar del giorno
ogni mattina:
cenere e scrittura di cenere
nel silenzio della pietra di gelo
e lunghe tracce prolungano
un sogno di alte fiamme e braci
lo sguardo teso lontano
così giocando tragici
col pineta.
LEONARDO MANCINO
nelle ali d’un uccello
ogni volta ad ogni volo
porta via un pezzo di cielo.
Tre frontiere si dilatano
in confini
allo spuntar del giorno
ogni mattina:
cenere e scrittura di cenere
nel silenzio della pietra di gelo
e lunghe tracce prolungano
un sogno di alte fiamme e braci
lo sguardo teso lontano
così giocando tragici
col pineta.
LEONARDO MANCINO
mercoledì 20 agosto 2008
martedì 19 agosto 2008
lunedì 18 agosto 2008
Torna stasera l’ombra mia
remota nel fuoco dei falò
si accosta lieve con l’ali ai calcagni.
Il fanciullo ha battuto il tamburo
E una vampata m’investe dalla breccia
delle mura (nessuno più
ti scaccia dal tuo regno
di selci dissestate che tu smuovi)
A una a una le sere
Che il vento si lagna
lungamente ala luna.
LEONARDO SINISGALLI
remota nel fuoco dei falò
si accosta lieve con l’ali ai calcagni.
Il fanciullo ha battuto il tamburo
E una vampata m’investe dalla breccia
delle mura (nessuno più
ti scaccia dal tuo regno
di selci dissestate che tu smuovi)
A una a una le sere
Che il vento si lagna
lungamente ala luna.
LEONARDO SINISGALLI
domenica 17 agosto 2008
Irrompono negli orecchi, fissi,
dai nuovi campi dell’Aniene, i vecchi
grilli, e mi gridano in silenzio
la mia inascoltata solitudine.
Scomparso dentro questa vecchia
calma campestre che non è la mia
rimango, e sotto i lontani posti
dei lumi dei sobborghi, i grilli
con la malinconia il rimorso
e con la malinconia il terrore.
PIER PAOLO PASOLINI
dai nuovi campi dell’Aniene, i vecchi
grilli, e mi gridano in silenzio
la mia inascoltata solitudine.
Scomparso dentro questa vecchia
calma campestre che non è la mia
rimango, e sotto i lontani posti
dei lumi dei sobborghi, i grilli
con la malinconia il rimorso
e con la malinconia il terrore.
PIER PAOLO PASOLINI
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