Al bel tempo di Maggio le serate
si fanno lunghe e all’odore del fieno
che la strada, dal fondo, calda in pieno
lume di luna, le allegre cantate
dall’osterie lontane e le risate
dei giovani in amore, ad un sereno
spazio aprono porte petti. Ameno
mese di maggio! E come alle folate
calde dell’erba risollevi i prati
ilari di chiarore, alle briose
tue arie, sopra i volti illuminati
a nuovo, una speranza di grandiose
tue arie sopra i volti illuminati
a nuovo, una speranza di grandiose
notti più umane scalda i delicati
occhi ed il sangue alle giovani spose.
GIORGIO CAPRONI
sabato 17 maggio 2008
venerdì 16 maggio 2008
da GUERRA IN MAGGIO
Ah, fare il vuoto, perché esca il mondo
Ed entri l’universo con il sole
E il cielo azzurro come sogno fondo
sotto le ciglia lamelle d’oro e ore
liquefatto sotto il sipario verde
del monte, le sue groppe tonde e folte
dove natura scintilla in una pastura
d’acacie verdi, limoni e ginestre
a chiazze, al parpaglio bianco dei pioppi
sotto la macchia e il tesfo in brune creste,
se da un antico fondale riemerse
paiono contro la scogliera e il mare
a sciabordare ipnotico in radura,
ed è con te una nostalgia d’amore
che non riesci a trovare in creatura,
se non nel tuo corpo ebbro di calore…
……………………………………….
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GIANNI D’ELIA
Ed entri l’universo con il sole
E il cielo azzurro come sogno fondo
sotto le ciglia lamelle d’oro e ore
liquefatto sotto il sipario verde
del monte, le sue groppe tonde e folte
dove natura scintilla in una pastura
d’acacie verdi, limoni e ginestre
a chiazze, al parpaglio bianco dei pioppi
sotto la macchia e il tesfo in brune creste,
se da un antico fondale riemerse
paiono contro la scogliera e il mare
a sciabordare ipnotico in radura,
ed è con te una nostalgia d’amore
che non riesci a trovare in creatura,
se non nel tuo corpo ebbro di calore…
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GIANNI D’ELIA
giovedì 15 maggio 2008
da MAGGIO
Era la tarda sera − un primo Maggio −
dove odorava il bosco dei pini.
D’amore mormorava il bosco silenzioso,
l’albero in fiore mentiva una pena d’amore,
il suo amore cantava l’usignolo alla rosa,
la rosa il suo esprimeva col profumato respiro.
Il lago a specchio tra ombrosi cespugli
cupo echeggiava un segreto dolore,
la riva lo abbracciava tutt’intorno;
e chiari soli di mondi diversi
vagavano per un azzurro di nastri
ardendo come lacrime d’amore.
KAREL MACHA, TR. J. KRESALKOVA
dove odorava il bosco dei pini.
D’amore mormorava il bosco silenzioso,
l’albero in fiore mentiva una pena d’amore,
il suo amore cantava l’usignolo alla rosa,
la rosa il suo esprimeva col profumato respiro.
Il lago a specchio tra ombrosi cespugli
cupo echeggiava un segreto dolore,
la riva lo abbracciava tutt’intorno;
e chiari soli di mondi diversi
vagavano per un azzurro di nastri
ardendo come lacrime d’amore.
KAREL MACHA, TR. J. KRESALKOVA
mercoledì 14 maggio 2008
C’è un universo che batte
nelle ali d’un uccello
ogni volta ad ogni volo
porta via un pezzo di cielo.
Tra frontiere si dilatano
in confini
allo spuntare del giorno
ogni mattina:
cenere e scrittura di cenere
nel silenzio della pietra di gelo
e lunghe tracce prolungano
un sogno di alte fiamme e braci
lo sguardo teso lontano
così giocando tragici
col pianeta.
LEONARDO MANCINO
nelle ali d’un uccello
ogni volta ad ogni volo
porta via un pezzo di cielo.
Tra frontiere si dilatano
in confini
allo spuntare del giorno
ogni mattina:
cenere e scrittura di cenere
nel silenzio della pietra di gelo
e lunghe tracce prolungano
un sogno di alte fiamme e braci
lo sguardo teso lontano
così giocando tragici
col pianeta.
LEONARDO MANCINO
C’è un universo che batte
nelle ali d’un uccello
ogni volta ad ogni volo
porta via un pezzo di cielo.
Tra frontiere si dilatano
in confini
allo spuntare del giorno
ogni mattina:
cenere e scrittura di cenere
nel silenzio della pietra di gelo
e lunghe tracce prolungano
un sogno di alte fiamme e braci
lo sguardo teso lontano
così giocando tragici
col pianeta.
LEONARDO MANCINO
nelle ali d’un uccello
ogni volta ad ogni volo
porta via un pezzo di cielo.
Tra frontiere si dilatano
in confini
allo spuntare del giorno
ogni mattina:
cenere e scrittura di cenere
nel silenzio della pietra di gelo
e lunghe tracce prolungano
un sogno di alte fiamme e braci
lo sguardo teso lontano
così giocando tragici
col pianeta.
LEONARDO MANCINO
martedì 13 maggio 2008
lunedì 12 maggio 2008
domenica 11 maggio 2008
CREATURE D'ERBA
Le hai sentite vagare
sul campo?
“Le creature i cui corpi
sono fatti d’erba
svernano sotto la neve”
Da molto tempo esistono
Pochissimo gli è nascosto.
Come noi, le creature d’erba
hanno origini oscure, vivono
cercando nella pioggia e nei prati
Può accadere che siano esposti ai fuochi,
bruciano con gesti disperati
Foschia raccolse la prima luce del giorno
su campi bruciati
Le videro vagare
Verso qualcosa di lontano
Silenziose, in gruppi sparsi.
ULF ERIKSSON, TR. EDOARDO ZUCCATO
sul campo?
“Le creature i cui corpi
sono fatti d’erba
svernano sotto la neve”
Da molto tempo esistono
Pochissimo gli è nascosto.
Come noi, le creature d’erba
hanno origini oscure, vivono
cercando nella pioggia e nei prati
Può accadere che siano esposti ai fuochi,
bruciano con gesti disperati
Foschia raccolse la prima luce del giorno
su campi bruciati
Le videro vagare
Verso qualcosa di lontano
Silenziose, in gruppi sparsi.
ULF ERIKSSON, TR. EDOARDO ZUCCATO
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