Più che aria
più che acqua
più che labbra
leggera leggera
Il tuo corpo è l'orma del tuo corpo
OCTAVIO PAZ, TR. FRANCO MOGNI
sabato 2 gennaio 2010
venerdì 1 gennaio 2010
LA SEMINA
Era un giorno fatto
per seminare,
la terra secca,
dolce come tabacco.
Fra il remoto eccheggiare
della civetta
e la prima stella
l'ora era tutta bella, da assaporare.
Un'ora così lunga era,
già buttato
il seme,
nulla più di incompiuto rimaneva.
Ma ascolta, è ormainotte,
una pioggia discreta,
baci e lagrime
darci la buonanotte.
ATTILIO BERTOLUCCI
per seminare,
la terra secca,
dolce come tabacco.
Fra il remoto eccheggiare
della civetta
e la prima stella
l'ora era tutta bella, da assaporare.
Un'ora così lunga era,
già buttato
il seme,
nulla più di incompiuto rimaneva.
Ma ascolta, è ormainotte,
una pioggia discreta,
baci e lagrime
darci la buonanotte.
ATTILIO BERTOLUCCI
giovedì 31 dicembre 2009
PANTEISMO
Verso la vita andremo frenetica, focosa,
Al suo seno possente scolpito nel basalto:
Addio per sempre al sogno e al suo volo alto,
Addio alla creazione daìle ali nebbiose!
Scenderemo alla cslda Cibele, impudica,
Dove fiori d'avorio e umida putredine
Si confondono in una esistenza tellurica
E abbracceremo il grembo suo fecondo, di femmina.
Sottraendoci al cerchio delle forze latenti,
Torneremo alla vita universa, profonda:
I nostri nervi, idra dalle innumeri bocche,
Il suo mare berranno di fiamme violente.
E ogni dove, in corpi, in rocce bollenti - orgia
Di ritmi vivi e lava, di fremito infinito,
Le vertebre scuotendo di silice e granito,
scroscerà in riso, immensa, la Vitale Isteria.
ION BARBU, TR. MARCO CUGNO
Al suo seno possente scolpito nel basalto:
Addio per sempre al sogno e al suo volo alto,
Addio alla creazione daìle ali nebbiose!
Scenderemo alla cslda Cibele, impudica,
Dove fiori d'avorio e umida putredine
Si confondono in una esistenza tellurica
E abbracceremo il grembo suo fecondo, di femmina.
Sottraendoci al cerchio delle forze latenti,
Torneremo alla vita universa, profonda:
I nostri nervi, idra dalle innumeri bocche,
Il suo mare berranno di fiamme violente.
E ogni dove, in corpi, in rocce bollenti - orgia
Di ritmi vivi e lava, di fremito infinito,
Le vertebre scuotendo di silice e granito,
scroscerà in riso, immensa, la Vitale Isteria.
ION BARBU, TR. MARCO CUGNO
mercoledì 30 dicembre 2009
TU ERI IL VENTO
Io sono una barca
senza vento.
Tu eri il vento.
Era quella la mia rotta?
A chi importa la rotta
se ha un tale vento?
OLAV H. HAUGE, TR. FULVIO FERRARI
senza vento.
Tu eri il vento.
Era quella la mia rotta?
A chi importa la rotta
se ha un tale vento?
OLAV H. HAUGE, TR. FULVIO FERRARI
martedì 29 dicembre 2009
DI BOCCA IN BOCCA
l'idea
ha una lingua
bellissima e flessuosa
come il serpente
del paradiso
dalla bocca del filosoo
esce limpida
lontana
dalla "realtà"
come l'anima dal corpo
allora l'addentano
e menano la lingua
il politico il sacerdote
l'attivista
la mastico
e la sputano sulle teste
dei cittadini
dalla bocca del politico
il giornalista
estrae l'idea
la insaporisce con saliva
arroganza
provocazione+ù
e la espelle attraverso i mezzi
di "comunicazione di massa"
l'idea cresce nelle bocche,
l'idea raggiunge il lastrico
esce in istrada
barcolla
come una prostituta ubriaca
a destra e a sinistra
l'idea passa
di mano in mano
davanti agli occhi
del mondo ammutolito
si trasforma in arma del delitto
ma che cosa fa il filosofo
lui tace e si allontana
senza guardarsi
indietro
quasi non sentisse le parole:
"Non ciò che entra in bocca
contamina l'uomo,
ma ciò che esce dalla bocca
questo contamina l'uomo..."
TADEUSZ ROZEWICZ, TR. SILVANO DE FANTI
ha una lingua
bellissima e flessuosa
come il serpente
del paradiso
dalla bocca del filosoo
esce limpida
lontana
dalla "realtà"
come l'anima dal corpo
allora l'addentano
e menano la lingua
il politico il sacerdote
l'attivista
la mastico
e la sputano sulle teste
dei cittadini
dalla bocca del politico
il giornalista
estrae l'idea
la insaporisce con saliva
arroganza
provocazione+ù
e la espelle attraverso i mezzi
di "comunicazione di massa"
l'idea cresce nelle bocche,
l'idea raggiunge il lastrico
esce in istrada
barcolla
come una prostituta ubriaca
a destra e a sinistra
l'idea passa
di mano in mano
davanti agli occhi
del mondo ammutolito
si trasforma in arma del delitto
ma che cosa fa il filosofo
lui tace e si allontana
senza guardarsi
indietro
quasi non sentisse le parole:
"Non ciò che entra in bocca
contamina l'uomo,
ma ciò che esce dalla bocca
questo contamina l'uomo..."
TADEUSZ ROZEWICZ, TR. SILVANO DE FANTI
lunedì 28 dicembre 2009
IV PRIMO QUARTO
Nella mia vita ho parlato con vecchi
vissuti in altre lune. E cammino col bastone
appartenuto a un altro.
Quest'uomo che mi cammina al fianco con il suo bastone,
e mi trasmette esuberanze,
era selvaggio, e mi ha portato un tavolino tondo
per rendermi più agevole la scrittura.
Non sapeva che questa antichità di parole
si scrive sopra l'erba, e morendo ogni volta,
come amando.
Ora, benché vitale e amante di cibi
e d'irruenze amorose
e ricco d'ire (e acuto
come questa punta), è silenzioso
nella sua tomba.
PIER LUIGI BACCHINI
vissuti in altre lune. E cammino col bastone
appartenuto a un altro.
Quest'uomo che mi cammina al fianco con il suo bastone,
e mi trasmette esuberanze,
era selvaggio, e mi ha portato un tavolino tondo
per rendermi più agevole la scrittura.
Non sapeva che questa antichità di parole
si scrive sopra l'erba, e morendo ogni volta,
come amando.
Ora, benché vitale e amante di cibi
e d'irruenze amorose
e ricco d'ire (e acuto
come questa punta), è silenzioso
nella sua tomba.
PIER LUIGI BACCHINI
domenica 27 dicembre 2009
SONETTO XX
Per lunghi anni ho ricercato invanp
fra i nostri corpi un'unione totale,
ma sempre ci è sfuggita dalla mano,
e sfuggirà, nel ritrovo carnale.
Amico caro, c'è un divieto arcano
che ci divide - un godere parziale
solo ci unisce - e il mio delirio insano
non sarà mai al tuo gemito uguale.
E invano nella notte ci accendiamo,
al tocco della mano ci turbiamo
ed esigiamo un fremito appagato:
attraverso il guado non c'è dato
- rotta è la luce sopra i nostri visi,
e noi restiamo esausti, ma divisi.
ABRAM EFROS, TR. FRANCO D'AGOSTINO
fra i nostri corpi un'unione totale,
ma sempre ci è sfuggita dalla mano,
e sfuggirà, nel ritrovo carnale.
Amico caro, c'è un divieto arcano
che ci divide - un godere parziale
solo ci unisce - e il mio delirio insano
non sarà mai al tuo gemito uguale.
E invano nella notte ci accendiamo,
al tocco della mano ci turbiamo
ed esigiamo un fremito appagato:
attraverso il guado non c'è dato
- rotta è la luce sopra i nostri visi,
e noi restiamo esausti, ma divisi.
ABRAM EFROS, TR. FRANCO D'AGOSTINO
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