sabato 17 gennaio 2009

Ben disposti silenzi
Indissipabili
Ma pur sparsi in scintillamento
nudo in nebbiuscole cieche
ordinati
Silenzi sempre innovati
ad oggni speculazione in sé intenta
non soccorrevole − e pur tanto
aggregata all’amore − folla
Nelle contingenze onnipresente
e nei continui disparuti provenire
dove fu giusto e senza sottesi il soffrire
dove l’offerta sia senz’altro μηδέν απελπίζουσα
ANDREA ZANZOTTO

venerdì 16 gennaio 2009

COMPOSTO PER LA FINE DELL'ANNO

Si dice “ieri”,
si legge “oggi”, e via,
come l’acqua del fiume Domani,
sì veloci scorrono
i giorni e i mesi !
HARUMICHI NO TSURAKI, TR. IKUKO SAGIYAMA

giovedì 15 gennaio 2009

Non conosco bene
se vivo o muoio,
non so se sono già morto
molte volte,
so molto poco di me,
anche se le nuvole
a volte sanno
dirmi il loro segreto,
e credo di indovinare
altre vite
nel fugace mistero
di certi occhi,
vite che mi sollevano
col magnetismo
puro degli astri
come il mare
solleva l’onda
perché senta la vertigine
di morire là, di nascere,
forse nella nota
delle labbra musicali.
JAVIER AGUIRRE GANDARIAS, TR. GIUSEPPE BELLINI

mercoledì 14 gennaio 2009

.la parola che tace ciò che dice
è fuoco alterato
ai piedi della vita/canta
nella sua disluce o campo aperto alla

desolazione dell’impossibile che
linee chiuse feriscono/c’è dolore
nella campagna/maggior dolore dà
il pensiero fedele

a ciò che la mia passione rinuncia/
notti e giorni di costruito delirio
del corpo ardente/creatura

che nasce sola
dopo essersene andata/
jorge boccanegra
JUAN GELMAN, TR. LAURA BRANCHINI

martedì 13 gennaio 2009

Er giorno se’ n’annato
portannose appreso la nebbia
che piovigginosa copriva la valle.

Er vento trascina le nuvole
ondeggianti come foje leggere e
a tratti scopre un raggio de luna.

E’ n’ celo d’inverno ormai che
S’abbacchia gelato su’la tera fino
a quanno nun riscoccherà la primavera.

Domani, chissà, er giorno
se potrebbe arisvejà co’ n’incantato
mantello imperlato de morbida neve.
NINA LOY

lunedì 12 gennaio 2009

C’è in questo cielo di gennaio
della dodicesima notte
un’infinita pazienza,
non nascono domande
non occorre alzare occhi allo zenith
e non fa differenza seguire
la linea dei camini sui tetti
o lungo il granito dei muri
vedere, non vedere
tanto passare di umane ombre nere.
LUCIANO ERBA

domenica 11 gennaio 2009

Questo sole che geme
Nel mio passato non varcò la soglia
Di questa mano e della tua campagna
Dove sempre rinascono
Le erbe, i fiori delle passeggiate
Gli occhi tutte le ore
Paradisi e tempeste ci eravamo promessi
I nostri volti hanno subito i sogni

Questo sole che regge l’antica gioventù
Non invecchia è intollerabile
Mi maschera il turchino profondo come una tomba
Che mi tocca inventare
Appassionatamente
Con queste mie parole.
PAUL ÉLUARD , TR. FRANCO FORTINI