sabato 9 aprile 2011

LENTEZZA

M'accorgo che non è eterna la vita, che finirà.
Ma come non sentire cher non si deve
aver fretta, che ancora non è giunto il momento,
che è tempo per indugiare?

E ce n'era prima? Ho paura e premura:
oggi cisono, ma ci sarò domani?
E uccidevo una candela
per il vano senso della notte.

Come sono intelligente, più di tutti
pensavo. Ma la neve cadeva.
E di quei tempi mi rimase una gobba
sul dito medi affaticato.

Leggo il frutto delle sue fatiche,
solo noia, ma senza compassione,
e mi domando: chi è giovane e amato?
io ero giovane allora.

Ho finito di vivere, di avere fretta.
All'anima affluiscono semplici veritò.
La coscienza ha già scelto la sua via
e non dipende più da me.

Verrà quest'istante, quest'anno:
imprevisto senso, voluttà, vertice...
Manca solo la vecchiaia.
Il resto è già compiuto.

ANNA ACHMADULINA, TR. DANIELA GATTI

venerdì 8 aprile 2011

So l'orain cui la faccia più impassibile
è traversata da una cruda smorfia:
s'è svelata per poco una pena invisibile.
Ciò non vede la gente nell'affollato corso.

Voi, mie parole, tradite invano il morso
secreto, il vento che nel cuore soffia.
L a più vera ragione è di chi tace.
Il canto che singhiozza è un canto di pace.

EUGENIO MONTALE

giovedì 7 aprile 2011

DA "CARNEVALE DELLA CROCE"

Perché l'uomo?
Perché questo commento universale
agli attacchi dell'amore divino?
Ogni volta che nasce un uomo
Dio è attaccato dal suo amore.
Ogni volta che nasce un uomo
Dio conosce i tormenti del parto
e se ne vergogna,
perché da questo amore
sono nati fiori e montagne,
olocausti e vergini,
parole confuse e parole vere:
Dio ha espresso il suo amore per l'uomo col pianto.

ALDA MERINI

mercoledì 6 aprile 2011

CHI, NELL'ANIMA NOSTRA...

Dalle fronti di sterili colline
pensieri scrutatori abbiam levato;
su, su, alle grandi altezze,
apparecchi lanciamo;
le loro ricadenti traiettorie,
e immense, sono corde,
limiti posti al regno degli uccelli.
Pattiniamo lontano sulla terra -
locomotive: - ma domani briglie
getteremo da navi elettriche sui mari
irti e nitrenti.
Ma uomini, uomini,
chi tornerà a sapere nuovamente
che bisogna pulire il nostro desco,
chi mai dire potrà alle nostre donne
che debbono spazzar via la tristezza,
chi farà rifiorire dei giardini
nei nostri occhi, chi mai stanerà
l'anima nostra . chi? . dentro di noi?

ATTILA JOZSEF, TR. UMBERTO ALBINI

martedì 5 aprile 2011

TRADURRE IN AMORE LA FINE DELLA VITA

Poiché non posso toccarti
con la lingua
traduco in altra lingua la passione.
Non posso comunicare di te
così ti transustanzio,
non posso spogliarti
così ti vesto con la fantasia di un altro idioma.
Non posso rannicchiarmi
sotto le tue ali
perciò ti volo intorno
e sfoglio le pagine del tuo dizionario.
Voglio sapere come ti denudi
come ti confidi
perciò cerco abitudini
tra le tue righe
i frutti che ti piacciono
i profumi che preferisci
le ragazze che sfogli.
Non vedrò mai i tuoi segni d'interpunzione nudi
così mi affatico sui tuoi asggettivi
per recitarli nella lingua di un'altra religione.
Ma la mia storia è invecchiata
nessuno scaffale è ornato dal mio libro
e ora immagino te rilegato in pelle rara
in una biblioteca altrui.
Poiché non avrei mai dovuto
abbandonarmi alla nostalgia sfrenata
e scrivere questi versi
leggo il cielo grigio
in un'assolata traduzione.

KATERINA AGHELAKI-ROOKE, NICOLA CROCETTI

lunedì 4 aprile 2011

IL MIO CORPO

Il mio corpo a che cosa
assomiglia?
Assomiglia ad un rovo
solitario
Il gelo d'autunno falcia le sue
radici
Il vento impetuoso lontano
lo trascina
Un tempo vagavo tra Ch'in e
Yung
Oggi sono caduto tra i barbari
Pa
Un tempo ero un giovane di
spirito
Oggi sono diventato vecchio e
solo
Ma se all'esterno appare la
solitudine
Dentro coltivo armoniosi
pensieri
Siano i doni del caso generosi
o scarsi
Gli affido il cuore, sia miseria
o successo
Il successo è una grande
fenice
Ad ali librate spazza
l'azzurro
La miseria al contrario è uno
scricciolo
Un ramo gli basta per
nascondersi
Per colui che questa vita
conosce
Misero è il corpo, non il
cuore.

PO CHU-I, TR. VILMA COSTANTINI

domenica 3 aprile 2011

Perché rimanete pieni di fiducia?
I giorni passano come viandanti frettolosi.
Non li contate voi,
per voi però sono contati.

ANONIMO INDIANO, TR. GIULIANO BOCCALI