Il vento mi attraversò,
scosse ogni fiore,
che vestiva la mia morte:
anche gli stormi imparano a cantare
per la tristezza, la malinconia,
posi la testa tra le mani.
Se troverai la vita in giardino,
vieni, spezzala:
ripiantala così lontano
finché nessun ricordo più
arriverà a tracciarne l’ombra.
MERJA VIROLAINEN, TR. ANTONIO PARENTE
sabato 28 agosto 2010
venerdì 27 agosto 2010
giovedì 26 agosto 2010
NON E'
“per una selva oscura”
lL poesia non è
che un discorrere nella penombra
del forno vecchio, quando,
lontani tutti, crepita
fuori il profondo bosco; poesia
non è che le parole
già amate, che col tempo
cambiano luogo e sono
nient’altro che una macchia, una
speranza che non dici;
la poesia no n è
che la felicità, un discorrere
nella penombra, tutto
quanto è svanito ed è
ormai silenzio.
ELISEO DIEGO, TR. FRANCESCO TENTORI MONTALTO
lL poesia non è
che un discorrere nella penombra
del forno vecchio, quando,
lontani tutti, crepita
fuori il profondo bosco; poesia
non è che le parole
già amate, che col tempo
cambiano luogo e sono
nient’altro che una macchia, una
speranza che non dici;
la poesia no n è
che la felicità, un discorrere
nella penombra, tutto
quanto è svanito ed è
ormai silenzio.
ELISEO DIEGO, TR. FRANCESCO TENTORI MONTALTO
mercoledì 25 agosto 2010
SEGNI E SEDI
Morale breve di un perfetto amore
drato il giusto (e nemmeno un momento
di più): se terminò senza scalpore,
fu che in lui i segni più forti e veementi
non apparvero poi di gran momento.
Perché l’amore, quando c’è, non chiede
Cos’è l’amore, e detesta bluffare.
Né notti interminabili richiede.
Gli basta solo di poter portare
le cose giuste nella giusta sede.
NASOS VAGHENAS, TR. FILIPPOMARIA PONTANI
drato il giusto (e nemmeno un momento
di più): se terminò senza scalpore,
fu che in lui i segni più forti e veementi
non apparvero poi di gran momento.
Perché l’amore, quando c’è, non chiede
Cos’è l’amore, e detesta bluffare.
Né notti interminabili richiede.
Gli basta solo di poter portare
le cose giuste nella giusta sede.
NASOS VAGHENAS, TR. FILIPPOMARIA PONTANI
martedì 24 agosto 2010
COMUNIONE SEPARATA
In camere divise
la notte li congiunge.
Sentono il suonatore d’organetto,
l’invisibile Terzo.
La propria porta
è la loro stessa morte,
il colloquio della vita
giunge dalle pareti,
di volta in volta li ricopre
con canti mai eseguiti
per niente.
Fuori strappano l’erba
per ciò che è rimasto,
nelle chiome se la gettano
come colore che si estingue.
Laddove la rinuncia è il cuore:
l’occultante
timore della pelle.
La sua remota peluria
custodisce il movimento.
Tu la sfiori.
ALFRED KOLLERITSCH, TR. BEATRICE DONIN
la notte li congiunge.
Sentono il suonatore d’organetto,
l’invisibile Terzo.
La propria porta
è la loro stessa morte,
il colloquio della vita
giunge dalle pareti,
di volta in volta li ricopre
con canti mai eseguiti
per niente.
Fuori strappano l’erba
per ciò che è rimasto,
nelle chiome se la gettano
come colore che si estingue.
Laddove la rinuncia è il cuore:
l’occultante
timore della pelle.
La sua remota peluria
custodisce il movimento.
Tu la sfiori.
ALFRED KOLLERITSCH, TR. BEATRICE DONIN
lunedì 23 agosto 2010
SOLO E IN COMPAGNIA
Sono solo.
Tra te e me un muro invalicabile,
tra te e me un fiume inattraversabile,
tra te e me distanze incomprensibili.
Sono in compagnia.
Sui miei abiti l’abilità delle mie mani,
nel mio cibo il tuo sudore,
nella mia dimora la tua amorevole cura.
Vivo solo,
ma anche in compagnia.
Ecco perché ciascuno di noi
deve anelare a uguaglianza e armonia
KU SANG, TR. VINCENZA D’URSO
Tra te e me un muro invalicabile,
tra te e me un fiume inattraversabile,
tra te e me distanze incomprensibili.
Sono in compagnia.
Sui miei abiti l’abilità delle mie mani,
nel mio cibo il tuo sudore,
nella mia dimora la tua amorevole cura.
Vivo solo,
ma anche in compagnia.
Ecco perché ciascuno di noi
deve anelare a uguaglianza e armonia
KU SANG, TR. VINCENZA D’URSO
domenica 22 agosto 2010
LINGUE
Molte lingue
volano per questo mondo
collidono, generano scintille
talvolta è odio
talvolta è amore
L’edificio della ragione
collassa silenzioso,
cesti intrecciati di pensieri
sottili come strisce di bambù
si riempiono di funghi velenosi ciechi
Quegli animali ulle rocce
han corso calpestando i fiori,
un dente di leone cresce segretamente
in qualche angolo
il vento ne porta via i semi
Molte lingue
volano per questo mondo
ma la produzione di lingua
non può accrescere o diminuire
il dolore silenzioso dell’umanità.
BEI DAO, TR. ALESSANDRO RUSSO
volano per questo mondo
collidono, generano scintille
talvolta è odio
talvolta è amore
L’edificio della ragione
collassa silenzioso,
cesti intrecciati di pensieri
sottili come strisce di bambù
si riempiono di funghi velenosi ciechi
Quegli animali ulle rocce
han corso calpestando i fiori,
un dente di leone cresce segretamente
in qualche angolo
il vento ne porta via i semi
Molte lingue
volano per questo mondo
ma la produzione di lingua
non può accrescere o diminuire
il dolore silenzioso dell’umanità.
BEI DAO, TR. ALESSANDRO RUSSO
Iscriviti a:
Post (Atom)