sabato 27 dicembre 2008

Il mio desiderio si fa
bosco delicato,
enigma di nubi.
Ora altro non voglio
se non vedere, bere
l’oro delle foglie
coperte di tristezza.
Cos’è il mondo? La vita
amorosa mi acceca.
Chi è fuggito
dal tuo tremulo sguardo?
Che uccello? Il mio orecchio
risuona della sua oscura forma,
alberi verdi, raggi,
di dolcezza silenziosa
risuonano…quando conosceremo
il conto di quel fumo
silenzioso che fugge!
CINTIO VITIER, TR. GIUSEPPE E. BELLINI

venerdì 26 dicembre 2008

Ahimè! Ah vita! di queste domande che ricorrono,
degli infiniti cortei di senza fede, di città piene di
sciocchi,
di me stesso che sempre mi rimprovero (perché chi più
sciocco di me, e chi più senza fede?)
di occhi che invano bramano la luce, di meschini scopi,
della battaglia sempre rinnovata,
di poveri risultati di tutto, della folla che vedo sordida
camminare a fatica intorno a me,
dei vuoti ed inutili anni degli altri, io con gli altri legato
in tanti nodi,
la domanda, ahimè, la domanda così triste che ricorre −
che cosa c’è di buono in tutto questo, ahimè, ah vita?
Risposta:
Che tu sei qui − che esiste la vita e l’individuo,
che il potente spettacolo continua, e tu puoi contribuirvi
con un tuo verso.
WALT WHITMAN, TR. ENZO GIACHINO

giovedì 25 dicembre 2008

Non t’è sfuggita la vita per cabale
o ibridi emblemi di di zodiaco o sillabe
e numeri ordinati a ricoprire
il mondo. Ma sei stato in prigionia
a misurare con la sabbia e il sangue,
i silenzi le voci della morte,
al di là delle onde delle colline.
SALVATORE QUASIMODO

mercoledì 24 dicembre 2008

Della terra che si fende
d’uno stelo a spirale che s’eleva
di mani fradice di luce,
degli occhi lenti nella notte,
d’un aroma d’onde,
s’intrama di colori di pietra,
una croce,
una favilla che deflagra
come petali di ceramica.

Fra pieghe di ceramica
nata dal sogno nasce un’immagine.

Si trasforma la materia,
si dischiude un fiore.
CARLES DUARTE, TR. GIUSEPPE E. SANSONE

martedì 23 dicembre 2008

Terra!
.
Con brandelli delle mie labbra sporchi di belletti altrui.
Col fumo sui capelli dell’incendio degli occhi di stagno
lascia che avvolga i seni incavati delle paludi
nell’impennato nitrito dei cavalli sellati dalla morte.
Intorbiditi gli occhi dei fuochi marciscono negli acquazzoni,
il fumo da dietro le case ci raggiungerà con le lunghe zampe
Sorella mia!
Negli ospizi dei secoli venturi,
forse mi si troverà una madre;
io le ho gettato un corno insanguinato di canti
facendo saltelli nel campo
un fossato, verde spione,
per imprigionare
con le corde delle sudice strade.
VLADIMIR MAJAKOVSKIJ

lunedì 22 dicembre 2008

Luna d’inverno che dal melograno
per i vetri di casa filtra lenta
sui miei sogni veloci, di ladro,
sempre inseguito e sempre per partire.
Come un velo di lacrime t’appanna.
e presto l’ora suonerà…
Lontano,
oltre le nostre sponde, oltre le magre
stagioni che con moto di marea
mortalmente stancandoci ci esaltano
e ci esaltano poi splenderai lieta
tu, insegna d’oro all’ultima locanda,
lampada sopra il desco incorruttibile
al cui chiarore ad uno ad uno
i visi in cerchio rivedrò, che un turbine
vuoto e crudele mi cancella.
MARIA LUISA SPAZIANI

domenica 21 dicembre 2008

Silenzio
d’autunno, raggiante.
Grave impenetrabile luminosità.
Profilo
d’un poco di mondo bruno
contro un poco di cielo terso.
Vene
Cariche di un’ultima dolcezza.
Silenzio
d’autunno tremendo.
SIBILLA ALERAMO