sabato 6 novembre 2010

Una brezza di primo inverno sale
ai mnti freddi e spazia in queste fredde luci
che tu non vedi. Io le ritrovo invece
dal mio passato anche più vive. Il giorno
che a te le ruba lascia ora le valli
e in rami ombrosi cangia altri infiniti
rami e fa un lampo solo di tanti anni.
Poi tutto sfuma, l'erba ancora accesa
muore nell'altra lieve, inavvertita
che inazzura i crinali: un primo accordo
dei prati con la sera, delle case
coi nostri cuori che lottano con l'ombra.

ALESSANDRO PARRONCHI

venerdì 5 novembre 2010

Quando il lutto autunnale
è un tunnel condiviso
chiedo al tuo viso l'ele
mosina di un sorriso.

Piove un pallido sole
- illude chi s'infila
nel folto - è questa l'ele
ganza del nostro viale.

TOTI SCIALOJA

giovedì 4 novembre 2010

Da un autunno a un altro autunno
un mare di compiacenza.
Volentieri vi si adegua
la vita che si prolunga
quando il cuore è l'abitudine
ad una facile noia.
Semplifica i sentimenti
intrecciati dalla guerra,
la maniera del crepuscolo
la calata della luna.

SILVIO RAMAT

mercoledì 3 novembre 2010

,MI SENTO L'AUTUNNO

Aria spezzata
del focolare in disparte
con poca cenere,
i vetri anche tacciono
le cose che si muovono fuori,
dove screziato un muro s'erge
e gli embrici rabbuiati
hanno l'estrema cura
d'una parola,
farebbero canti ancor gli uccelli
o nell'ebrezza d'un sole d'estate
riportato un albero,
intonerebbe lievi le mosse
dei rami frondosi e... oh... ma
io mi sento l'autunno
infiltrato nelle case basse
e già scende su dai poggi
come la tela di fine atto
con un brivido
sull'attonito spettatore

ROCCO SCOTELLARO

martedì 2 novembre 2010

FOGLIE PER I MORTI

Forse no solo qui, forse su tutto
il tiepido pianeta ormai cadono
le foglie ed è ciascuna terra involta
dentro il loro estenuarsi morire.
O dolcezza paterna di quel vento
che le adagia e raccoglie!
Qui sulle case pallide dei morti
oggi azzimate di triste corone
il pianto cade ormai da giorni e giorni,
un fresco pianto di tranquille foglie
che va tingendo tutto il camposanto
di un festoso ed estatico vermiglio.

DARIA MENICANTI

lunedì 1 novembre 2010

NOVEMBRE

Le mosche mature
cadono a gambe in aria
quando viene il pettirosso
e i morti si accendono
davanti ai piedi
piccole fiamme per un giorno

BARTOLO CATTAFI

domenica 31 ottobre 2010

EGCLOGA III, II

In autunno era il tempo
del grande guadagno,
molto anelata vendemmia, quando
esistevi, poesia: pura.
Un moto, un modo, ultimo, dell’azzurro.
che di sé si contenta e fa contenti
anche i vinti, i divisi.
Eri, non eri: mutila
In ciò, più che colpevole;
tu come luna sempre oltre la selva,
sempre col vano raggio
pur tra la selva a spanderti. Ma ora
in altre sere vai, fonte imbarbarita,
in altri alvei, difetto e perdizione.
Interferenze s’aprono, s’appuntano
ove decadde l’inarticolato
cuore tuo, il tuo ritmo
che la tempia fedele – lei sola – auscultava.
Qui. Ma io sono immune
e incolpevole: tanto oso dire.
E io posso all’azzurro serbarti
- solo talvolta
(come all’autunno, padre, giaciglio, cibo) –
all’azzurro di ierofania
che ogni passione avalla, ogni informità soffoca.
Madore, fumo, lume
D’immagini, d’incontri, di conati
…………..
…………..
Parole d’ordine
d’altri milioni d’anni, d’altri defunti eoni
triviale slogan. Noi
…………..

ANDREA ZANZOTTO