sabato 21 giugno 2008

Volevo il fuoco a fianco del fuoco, l’acqua volevo,
il vento davanti e dietro il vento,

nelle Orme volevo,
dentro la terra, e la neve, la neve,.
Ho avuto il fuoco dal ricordo del fuoco, l’acqua dalla memoria
dell’acqua, il vento dal discorso del vento e dal silenzio,

le Orme le ho avute
dall’oblio della terra, e la neve, la neve.
HELENA SINERVO, TR.ANTONIO PARENTE

venerdì 20 giugno 2008

Sei nell’assopimento di corolle
tenere, appena schiuse, come cieli
brevi sul prato, e nello sguardo folle
dell’arse donne, i cui pallori aneli
traspaiono d’argento
nel dolce portamento

Nutri ogni desiderio che discorda
col sospiro pacifico dell’erba
e vibri in seno a questa pietra sorda
l’antro della tua musica superba
con la quale assecondi
l’ansia di tutti i mondi.

Sei presente e non sei, come una forma
celeste che vegliando, pur s’oppone
al vegliare delle forme, e vuol che dorma
ciascuna, come dentro una prigione
nel suo proprio passato,
che in corpo ha modellato.
ARTURO ONOFRI

giovedì 19 giugno 2008

NOTTE DI GIUGNO

Come piovve oggi, scuri fastelli d’acqua
nelle nuvole, la fiamma guizzante della candela per il tè
una pioggia di fiamme già umido
meglio in volo, in volo
distrutto dal soffio del vento che macellati al sonno
neppure un corvo bianco, nessun coleottero nel lenzuolo
nessun congedo dalla notte
tintinnano le tazze, inserite nel vitreo.
URSULA KRECHEL, TR. RICCARDA NOVELLO

A DAPHNE E VIRGINIA

L’odore del caldo sa di legno di bosso
quando destandoci
un movimento dell’aria
risveglia i nostri pensieri
che non avevano vita
a una vita, una vita
in cui due donne si angosciano:
vivere e respirare non è meno
Due donne giovani.
L’odore di bosso
è l’odore di ciò
a cui partecipando
separatamente, ciascuna per sé,
anche io partecipo
separatamente.
Pazientate che mi rivolga a voi in poesia,
non c’è altro mezzo
più adatto.

La mente
vi dimora. E’ malsicura,
può ingannarci e lasciarci
angosciati. Ma per risorse
che cosa può uguagliarla?
Non c’è niente.
Saremmo perduti
senza le sue ali
con cui volare

La mente è causa delle nostre afflizioni
ma da essa possiamo
ricominciare a costruire.
Oh, qualcosa vola via:
il mondo d’una donna, di sbarre
incrociate, di pensieri
bloccanti. Un mondo nuovo
non è che una mente nuova.
E mente e poesia
sono tutt’uno
Due giovani donne
da prendere al laccio,
odore di bosso,
da legare e tenere
per i travaglio della mente.
Tutte le donne hanno lo stesso destino
di fronte agli uomini
e c’è sempre un altro,
come me per esempio,
che le ama,
ama ogni donna,
ma si ritrova, toccandole,
come altri uomini,
spesso disorientato
Ho due figli,
i mariti di queste donne,
che pure vivono
in un mondo d’amore,
in disparte.
Quest’odore di bosso nella calura
non toccherà anche loro
affrontando un mondo di donne
dal quale sono
esclusi
proprio dagli effluvi che li attirano
contro il facile accesso?
Nella nostra famiglia balbettiamo, a meno che
mattoidi come siamo,
non si riesca alla fine a parlare.

E io non sono
un giovanotto,
Il mio amore mi opprime.
E’ un amore
inferiore
all’amore d’una giovane, ma
come quest’odore di bosso
più penetrante, infinitamente più
penetrante
in questo senso irresistibile.
C’è nel difficile
prendere e dare
della vita d’un uomo con una donna
una cosa che non è proprio tensione
ma è oltre
e al disopra
di essa,
qualcosa che vuole
insorgere e
liberarsi. Non siamo cince
su un ramo nudo
con un verme nel becco
Il verme è nel nostro cervello
e lo riguarda
non è cibo per la nostra
prole, vuole scombussolare
il nostro pensiero
e darlo in pasto
ai giornali
o dove che sia.
C’è, in breve,
una contro-tensione
prodotta dallo shock sessuale,
che sopravvive ad essa
in consonanza con la luna,
per salvaguardare la propria mente.
C’è, ovviamente,
di più.
Le donne
non sono sole,
in questo. In ogni caso
mentre c’è in giro quest’idea salutare
uno può scrivere una poesia

Stando in campagna
in questa vecchia fattoria

facciamo colazione
su un terrazzo sotto un olmo
.
I cespugli
sotto di noi sono incolti.
E lì, dentro un recinto,
se no si mangia il giardino,
vive un papero
che piega la testa
da un lato
e guarda in su verso di noi,
un tipo quieto,
che non scrive poesie.
Nelle belle mattine
sediamo lì, mentre gli uccelli
vanno e vengono. Una coppia
di pettirossi
sta costruendo il nido
per la seconda volta
nella stagione. Gli uomini,
contro ogni buon senso,
parlano d’amore, certe volte
quando son vecchi. Non possono
far altro.
oppure osservare un grasso papero
che avanza dondolando,
sguazzando rumorosamente
nella fanghiglia del suo stagno.
WILLIAM CARLOS WILLIAMS, TR. ARIODANTE MARIANNI

mercoledì 18 giugno 2008

Paesello
fra smeraldi di monti
una penna nera dietro un muro sereno
un ruscello
con la voce di due passeri in rissa
un diroccato castel d’edera
che nel cielo s’inabissa
una chiesina
dalla faccia di centenaria
tutta rughe chissà se piange o ride
dal gruppo delle case nere
con la sua campanina
che invita sta qui
sta qui
l’amore la felicità
la pace
svanisce tutto come un fiocco d’aria
quando tace.
CORRADO GOVONI

martedì 17 giugno 2008

Anche in questo giaciglio di note
dove l’asma del cosmo si quieta,
è un riflesso
l’adesso di seta.
ANTONIO ANASTASIO

lunedì 16 giugno 2008

Morire come le allodole assetate
sul miraggio.

O come la quaglia
Passato il mare
nei primi cespugli
perché di volare
non ha più voglia.

Ma non vivere di lamento
Come un cardellino accecato.
GIUSEPPE UNGARETTI

domenica 15 giugno 2008

La notte chiara è un cerchio
un triangolo è l’alba
un quadrato l’aurora
− teorema di dolore.

Di giorno il loro marchio
Timbra la mente calma
Necessaria a chi esplora
Rottami di dolore.
TOTI SCIALOJA