mercoledì 23 settembre 2009

Quando mi posavi la mano
sul ginocchio o sulla spalla
o sul fianco
cambiava posa il mondo.

GHIANNIS RITSOS, TR. NICOLA CROCETTI
Il corpo abbandona fugace i corpi stranieri

Ritorna cieco a un nido di tiepida oscurità
A ruminare l'erba dell'erba
Tra foglie d'ebrietudine avvolgerà i baci -
Il corpo è un animale e pasce la memoria
Spegne la fiamma negli umori della sua solitudine
Il corpo si nutre con cavallette di nostalgia
Il corpo si disseta con le lacrime.

ANTONIS FOSTIERIS, TR. NICOLA CROCETTI

ANTEPRIMA DELLA MORTE (SOGNO)

Senza sosta più vicino senza sosta più in alto
Senza sosta la riva si allontana
Montagne grandi e piccole strette nel loro abbraccio
E un palmo di prato un palmo di mare

Ultime pattuglie di uccelli controllano i passaggi
Ribes luminosi e oscure alghe
Che quasi sfiorando passo
gettando a poco a poco la zavorra

Ed è tanto invisibile ka musica
Felòicità sedimentata dentro di me così
Che non provo né dolore né gioia ma
Benedetto dai baci che mi sono rimasti ancora addosso
Ancora più leggero salgo
Irrorato dell'oro celeste di Fra Angelico

E come dentro al buioi dell'acqua silenziosa
Passa una figura che colgono soltanto
Le vergini che ameranno
Così da un'immagine all'altra di terra trasfigurata
Appare
Appare
In profondità dentro il verde dell'aria
Come da tanta amarezza sia riuscita a estrarre un sorriso
E dal giaguaro del sole un uccellino
Che come diacono di sconosciuti luoghi marini
Di culto notte e giorno canta

Senza sosta più vicino senza sosta più in alto
Oltre le passioni oltre gli errori degli uomini
Ancora un po' ancora un po'
Con tutti i suoni dell'amore pèronti a esplodere
L'arcipelago celeste:

Ecco Kimmoni! Ecco Lighinò!
Il Trienaki! L'Antìpnos! L'Alogàris!
La Evlopùssa! La Màissa!
Stupore odo viola e tutto diviene
Rosa sulla pelle soltanto piango il fruscio
Dell'aria: di nuovo mi è concesso
Di toccare una terra stupenda castana circondata dal mare
Come quella degli olivi di mia madre quando
Scende la sera e un odore
Di erba brucioata sale ma
Se ne vanno gridando con un po'
Di guscio d'ostrica nel becco i gabbiani

Sukka cima delle colline San Simeone
Un po' più in alto le barche delle nubi
E ancor più in alto l'Arcangelo con il suo sguardo profondo tutto
perdono.

ODISSEAS ELITIS, TR.PAOLA MARIA MINUCCI

SERA DI CARNEVALE

Nella cella oscura
volevo con rabbia un albero, una cosa viva.
Lo sguardo sprofondava nelle pareti ammuffite
in addii disperati, nei nomi dei giustiziati
che cadevano con l'intonaco
come se li uccidessero di nuovo tra le risa e le armoniche
delle maschere ignare per la strada.
Non avevo ancora capito che la natura cominciava da me
e i guardiani non potevano togliermi niente
TITOS PATRIKIOS, TR. NICOLA CROCETTI

martedì 22 settembre 2009

FAME POSTUMA

Vuole la nostra morte la natura infinita
la chiedono le bocche purpuree dei fiori.
Se torna primavera, torna per poi lasciarci,
e dopo non saremo più neppure ombre d'ombre.

La nostra morte aspettano il ole e la sua luce.
Vedremo un'altra volta un simile tramonto
trionfale, e uggiremo dalle sere d'aprile,
dirigendoci ai regni oscuri di laggiù.

Forse, dietro di noi i regniresteranno,
dieci versi soltanto resteranno, un po' come
i piccioni che i naufragi mandano alla ventura,
e recano nil messaggio quando non è più tempo.

KOSTAS G. KARIOTAKIS, TR. FILIPPOMARIA PONTANI

PLURALE

L'amore,
sostantivo,
molto sostantivo,
singolare,
di genere né femminile né maschile,
di genere indifeso.
Plurale
gli amori indifesi.

La paura,
sostantivo,
all'inizio singolare
e poi plurale:
le paure
di tutto d'ora im poi.

Il ricordo,
nome proprio della tristezza,
singolare,
e indeclinabile.
Il ricordo, il ricordo, il ricordo.

La notte,
sostantivo,
di genere femminile,
singolare.

KIKI DIMULA', TR. PAOLA MARIA MINUCCI

IL POETA

Quando mi troveranno sul regno della mia morte
il cielo si sarà fatto rosso tutto intorno
non ci sarà che un sospetto di mare
e un bianco uccello dall'alto reciterà
i miei canti, in un'oscurità ormai terrificante.

MILTHOS SACHTURIS, TR. PAOLA MARIA MINUCCI