sabato 27 settembre 2008

in ore flebili, autunnali −
in crepuscolo feriti −
la mia anima è acqua fredda
dentro anfore d’Oro…fra cristalli…
MÁRIO DE SÁ-CARNEIRO, TR. MARIA JOSE' DE LANCASTRE

venerdì 26 settembre 2008

Autunno piove verde come un tempo
Sopra gli antichi marmi,
con tenue arena, dischiudendo sogni,
e il corpo s’abbandona.

Le forme trasparenti per la valle,
estasi nelle fontane,
mentre giù nello spazio impallidito
brillano azzurre ali.

S’alza dietro le voci fresche il disco
Vergine della morte.
Nulla pesa, perduto o guadagnato.
Va languido il ricordo.

Verità tutto, meno l’odio, gelido
come le grigie nubi
invano trascorrenti sopra l’oro,
fatte ombra iraconda.
LUIS CERNUDA, TR. FRANCESCO TENTORI MONTALTO

giovedì 25 settembre 2008

La mia luna è in un maestoso zènit.
Mi inebrierò di libertà notturna
E là mi avvolgerò in argentei fili,
in eccesso di felicità.

Muovendo incontro a un’ardente abulía
A a nient’altro che all’Alba futura,
annuisce all’azzurra largura
e mi tuffo nello scuro argento!...

Sulla piazza afosa dell’afosa capitale
uomini ciechi cinguettano:
− Che c’è sopra la terra? Un pallone.
− Che c’è sotto la luna? Un aerostato.

Ed io per il deserto inargentato
corro bruciando dal delirio, nelle
pieghe d’una pianeta azzurra
ho nascosto la mia Diletta Stella.
ALEXANDER BLOK, TR. ANGELO MARIA RIPELLINO

mercoledì 24 settembre 2008

Trasvolano le rondini
i mari e i deserti,
a una dimora certa
lontana tendono,
all’orizzonte forse,
dove sempre il sole
cade di sera.
ROCCO SCOTELLARO

martedì 23 settembre 2008

“Autunno” è il suo nome
Ha il colore del sangue:
arteria sopra il colle,
vena lungo la via

globuli nei viali,
variegato diluvio
quando i venti sconvolgono la vasca
versando pioggia scarlatta

spruzza cuffie lontane,
forma pozze rossastre,
poi fugge via come una rosa e sola
mi lascia con i monti.
EMILY DICKINSON, MARGHERITA GUIDACCI

lunedì 22 settembre 2008

Una campana sprofonda nel suo suono quando è serale
forse una supplica e insieme un allarme tornato a mente
se resta qualche momento incompresa nella memoria
i sordi li vedi a schiera venuti a scutare la luna
un rintocco si solleva dal deposito dell’oblio
la campana chiama un altrove non celebra il suo profitto
dentro la scatola vuota del tuo suono non c’è accortezza
se il destino è un abbandono, la campana chiede abbandono.
?

domenica 21 settembre 2008

GIORNO CHE CHIUDE L'ESTATE

Giorno che chiude l’estate,
cuore, cui toccò il segno:
mandate sono le fiamme,
finiti i flutti e il gioco.

Le immagini si spengono,
si sottraggono al tempo,
un’acqua ancora le specchia,
ma anche quest’acqua è lontana.

Hai provato una battaglia,
ne senti gli assalti,le fughe,
nel mentre le torme, le schiere,
gli eserciti se ne vanno.

Prose e uomini d’urne,
frecce e fiamme lontane − :
calano i segni, i vessilli −:
irreparabilmente.
GOTTFRIED BENN, TR. GIULIANO BAIONI