venerdì 31 dicembre 2010

IL SABATO DEL VILLAGGIO

La donzelletta vien dalla camppagna,
in sul calar del sole,
col suo fascio dell'erba; e reca in mano
un mazzolin di rose e di viole,
onde, siccome suole,
ornare ella si appresta
dimani al dì di festa, il petto e il crine.
Siede con le vicine
sulla scala a filar la vecchierella,
incontro là dove si perde il giorno;
e novellando vien del suo bel tempo,
quando ai dì della festa ella si ornava,
ed ancor sana e snella
solea danzar le sere intra di quei
ch'ebbe compagni dell'età più bella.
Già tutta l'aria imbruuna,
torna azzurro il sereno, e tornan l'ombre
giù da' colli e da' tetti,
al biancheggiar della recente luna.
Or la squilla dà segno
della festa che viene;
ed a quel suon direstiche il cor si riconforta.
I fanciulli gridando
sulla piazzuola in frotta,
e qua e là saltando,
fanno un lieto romore:
e intanto riede alla sua parca mensa,
fischiando, il zappatore,
e seco pensa al dì del suo riposo.
Poi quando intorno è spenta ogni altra face,
e tutto l'altro tace,
odi il martel picchiare, odi la sega
del legnaiuol, che veglia
nella chiusa bottega alla lucerna,
e s'aaffretta e s'adopra
di fornir l'opra anzi il chiarir dell'alba.

Garzoncello scherzoso,
cotesta età fiorita
è come un giorno d'allegrezza pieno
giorno chiaro, sereno
che precorre alla festa di tua vita.
Godi, fanciullo mio: stato soave,
stagion lieta è cotesta.
Altro dirti non vo'; ma la tua festa
ch'anco tardi a venir non tiu sia grave

GIACOMO LEOPARDI

giovedì 30 dicembre 2010

VIVI LE VITE, vivile tutte,
tieni i sogni separati,
vedi, io salgo, vedi, io cado,
sono un alltro, non un altro.

PAUL CELAN, TR. PAOLO RANCHETTI E JUTTA LASKIEN

mercoledì 29 dicembre 2010

QUETZALCOATL, XIV

Nella notte pregava accanto alla fonte,
nel palazzo del muschio acquatico.
Invocava qualcuno che stava
nell'interiore cielo:
Signora di nostra carne,
Signore di nostra carne.
Colei che di notte porta una veste di stelle,
Colui che di giorno ammanta la terra
di pinte di coptone.

ERNESTO CARDENAL, TR. ?

martedì 28 dicembre 2010

ULTIME SULLE ROSE

Quando da qui si guarda l'età del passato
veramente diventa possibile l'amore
.Mai così belli i visi e veri i pensieri
come quando stiamo per separtarci, amici.
Esercizio della ragione e sentimentoù
sono due cose evivacemente si legano
come la rosa è forma di mente e stupore.

FRANCO FORTINI

lunedì 27 dicembre 2010

MARE MATTUTINO

Ecco, mi fermo qui. Che veda anch'io
un poco di natura e questo mare,
che il suo azzurro col ciel vuol confrontare
privo di nubi, nello scintillio

della sabbia citrina sulla riva.

Ecco, mi fermo qui, e che m'illuda
dii mirar ciò che vedo veramente,
l'ìattimo in cui m'arresto finalmente,
con una mente sgomberata e nuda

di fantasie e ricordi. Ora è viva.

COSTANTINO KAVAFIS, TR. LORENZA FRANCO

domenica 26 dicembre 2010

Oh il freddo, il freddo odore
della cenere spenta!
L'inverno col suo odore
d'alba e di bue, con lenta
narice appanna il vetro
del mio giorno - lo tenta
fino a farlo più tetro
d'una cenere spenta.

Ma è cenere op è colore
ancora, è oggetto, è vento
che penetra nell'ossa
da borea, e dolora
sotto l'illividita
tegola delle dita...?

GIORGIO CAPRONI

PREGHIERA POMERIDIANA

Porta via questo velo scuro tra lo spazio e me.
Porta via da questa terra tutti i confini, le barriere, i muri.
Porta via l'odio, l'avidità, i pregiudizi umani.
Porta via la mia e loro arrendevolezza e disperazione.

Fa rinascere in me nmeraviglia, lacrime, preghiere,
fa rinascere i sogni e gli amori di coloro che non sono più,
fa rinascere tutte le ferite che gli umani infliggono alla
natura.

E poi concedimelo. A quella roccia la parola, a questo
vento la forma,
oh, concedimi di vivere per sempre come pura essenza
luminosa.

KU SANG, TR. VINCENZA D'URSO

sabato 25 dicembre 2010

FORMA DI PENSIERI, 4

Da un unico sassolino
è nato un cielo
e da quel cielo gli è nato un corpo di sabbia e sangue.
E nel frattempo è nat anche un continente
ed è nato tutto il superfluo.
E fra le cose passano vermi
ed il dolore è senza fine
compagno dell'uomo da un panorama all'altro
e sradica, isterilisce, ed è fra quelli che ti accompagnano
alla tua fine.

NATAN ZACH, TR. ARIEL RATHAUS

INCURSIONE AEREA ATTRAVERSO LA BAIA DI PLYMOUTH IV, III

Contro il muro tu sei già in parte un'ombra
esistenza graffiante e mormorante e graffiantte quasi perduta
alla nostera vita volgare e chiassosa che corrode le stanze
alla nostera vita volgare e chiassosa simile a un mucchio
[di fiori effimeri.

STEPHEN SPENDER, TR. ALòFREDO RIZZARDI

MORTE PER GELO

Morte per gelo o fame, pè la mia sorte.
L'inverno mi è salito sopra un piede.
Stecche sporgenti porto le mie costole,
e il mio intestino pende come stoppa.

ATTILA JOZSEF, TR. UMBERTO ALBINI

PAROLA IMPOSSIBILE

Mi hanno dato il silenzio per sembrare dentro di me
la vita che non si scambia con parole.
Me l'hanno dato per serbare dentro di me
le voci che solo in me sono vere.
Me l'hanno dato per serbare dentro di me
l'impossibile parola della verità.

Mi hanno dato il silenzio come una parola impossibile,
nuda e chiara come il fulgore di una lama invincibile,
per serbare dentro di me,
per ignorare dentro di me
l'unica parola senza travestimento -
la Parola che mai si profferisce.

ADOLFO CASAIS MONTEIRO, TR. GIUSEPPE TAVANI

LE MADRI

Dopo passati di là
ci si deve sentire
come convalescenti della vita.
Con incerto passo ci si leva
da un letto di lunghe pene,
vacillando tentiamo la nuova strada.

Ma dolci madri forse ci sorreggono
nell'altra nascita, ci aiutano a uscire
la prima volta dal funebre chiuso
per le vie della città celeste.

Sulle scale d'immense
cattedrali d'azzurro ci conducono
a prendere il nuovo sole
accanto al loro sorriso-

GIORGIO VIGOLO

CHIUDO GLI OCCHI

chiudi gli occhi
e più non ci sei
in un altrove m'affogano immagini
limpidi giardini
un tenero firmamento che su di loro cala
il bianco spirito di mio padre
le api nutrono l'eterno
nel fogliame dell'acero affonda il rigògolo
e dell'acero il denso verde
t'inghiotte per l'eternità
chiudi gli occhi
e con Dio comincerai a parlare del nulla
comprensibile diverrà anche l'idioma degli uccelli
quiete le dita
apriranno come un libro
il miracolo del non-essere
apri gli occhi
e più non ci sei

LIIUDVIKAS JAKIMAVICIUS, TR. PIETRO U. DINI

mercoledì 15 dicembre 2010

A MIA MADRE

Forse, infranto il mistero nel chiarore
del mio ricordo un'ombra apparirai,
un nonnulla vestito di dolore.
Tu, non diversa, tu come non mai:

solo il paesaggio muterà colore.
In un nembo di cenere e di sole
identica, ma prossima al candore
del cielo passerai senza parole.

Io ti vedrò sussistere nel vago
degli sguardi serali, nel ritardo
dei fuochi che si spengono in un ago
di luce rossa a cui trema losguardo.

MARIO LUZI

martedì 14 dicembre 2010

PROTESTA NEL SESTO ANNO DI CHIEN FU

I colli e i fiumi della bassa landa -
Ne avete fatto campo di battaglia;
Come pensate che gli abitatori
Potranno procacciarsi
"Fieno e legna da ardere"
Basta con queste vostre cicalate
Di titoli e di gradi:
Ché la fama di un solo generale
Si fa con diecimila corpi morti.

TSAO SUNG, TR. GIORGIA VALENSIN
Notturna la sua anima s'allarma.
Dove, in che vita? E' tempo
quello. Tempo ancora
e non eternità
quel fuoco
d'acqua e luce
dentro lo scorticato fiume.
Perché ferma alla riva?
perché? quasi le neghi
una gomena l'abbrivio,
la leghi al palo la proda.
Non si scioglie da lei
il suo passato, non prende
ala la sua liberazione -
è questo il suo spavento.
L'avvolge invece
un misterioso grembo.
Il tempo ricordato
e quello dimenticato
e l'altro mai vissuto
da lei, eppure stato
le si stringono ai fianchi,
le scendono parimenti ai seni,
le si fondono in unità.
Eterno è iul tempo.
E' tempo l'eternità - le annunciano
i suoi angel.

MARIO LUZI

lunedì 13 dicembre 2010

IL POLITICO

Ero stato in città per vendere le erbe raccolte
Al ritorno sostai nell'ombra al Casncello Azzurro.
Per la strada vidi venire uno a cavallo,
Pallido in volto e negli occhi uno strano terrore.
Amici e parenti attendevano per dirgli addio,
Gli venivano attorno, ma lui non osava sostare.
Stupito chiesi alla gente che m'era vicino
Chi fosse e che cosa mai gli fosse accaduto.
Mi dissero ch'era un Consigliere Privato;
il suo Ufficio era il pernio su cui si reggeva lo Stato.
Ancora ieri chiamato a un raduno d'eroi;
Oggi esiliato al paese di Yai-Chou,
Sempre così, i consiglieri dei Re!
Favori e disgrazie mutano dall'alba al tramonto.
Verde, verde, l'erba del Borgo d'Oriente!
E in mezzo all'erba una strada che porta nei monti.
Riposando in pace fra le nuvole bianche -
Certo l'eremita ha scelto la parte migliore!

PO CHU-I, TR. GIORGIA VALENSIN
La caduta in se stesso dell'esistente
continua, inarrestabile
e insieme
l'illusorio
alterno capovolgimento
di quel moto
dall'accaduto all'imminente...
questo
o il meraviglioso tramutare
di quella fitta
ed uniforme
lapidazione di eventi
in una mente piena di conoscenza
e di grazia -
a che cosa mi riserviù
a quale tedio, a quale chiusura
o all'incanto
di quella
inesauribile decifrazione della scrittura -
domandavo in altri tempi
e il tempo
passava tutto,
passava su se medesimo,
era quella la risposta:
come leggerla,
come riceverla?

domenica 12 dicembre 2010

ELEGIA

Ho trovato il segreto, la chiave di vetro
delle parole che scrivo; e ho paura.
Forse nei campi immensi dove il giglio fiorisce,
sulla riva di fiume che protegge, di primo mattino,
i tuoi piedi di ninfa, in un inganno d'età,
mi hai visto all'ombra di una roccia;
e se le tue labbra, socchiuse in un torpore
di melagrana, mi sfiorarono in un signo ebbro,
solo esso ricordo, imprecise, flussi
d'incendio in un'ipotesi d'amore.

NUNO JUDICE, TR. GIULIA LANCIANI

sabato 11 dicembre 2010

DAL DIARIO 24.3.1987

Vengo a galla, al mattino,
uscendo dai sogni: proprio come un angelo felice!

Brilla l'anima, artde di brace il corpo.

La sera mi corico: un autentico maiale

E nel frattempo cosa HO FATTO?

Sono stato in compagnia degli uomini,
a rimestare4 la loro merda.

ABDULAH SIDRAN, TR. SILVIO FERRARI

venerdì 10 dicembre 2010

LA RISPOSTA

Calpestata dalla vita
ho riposato con poesie
finché, placata,
proseguì
lasciandomi
in un silenzio di morte
con poche parole
secondo cose da troppo tempo
taciute-

ERIKA BURKART, TR. ANNALISA ZWEIFEL AZZONE

giovedì 9 dicembre 2010

AGLI AMICI

Esperti degli spazi
dalla terra alle stelle
ci perdiamo nello spazio
dalla terra alla testa.

Distese interplanetarie
dal dolore alla lacrima.
Sulla via dal falso alla verità
smetti di essere giovane.

Ci fanno ridere i jet
quella crepa nel silenzio
tra il volo e il suolo
- come record mondiale.

Ci furono decolli più veloci.
La loro eco ritardata
ci strappa dal sonno
solo dopo anni.

Risuona il grido:
Siamo innocenti!
Chi è grida? Corriamo
spalanchiamo lle finestre

La voce si spezza d'un tratto.
Fuori dalal finestra cadono
le stelle come dopo una salva
l'intonaco cade dal muro.

WISLAWA SZYMBORSKA, TR. PIETRO MARCHESANI

mercoledì 8 dicembre 2010

SCIATTONA

Mi lascio in gioro, da sciattona,
pezzi di me, momenti che ho amato:
li lascio lì dove
cadono, si stropiccino, se vogliono.
So come farli camminare
e respirare di nuovo. A volte di notte,
o in treno, ogno di ballare,
o di essere tra le braccia di qualcuno che dice,
in francese, di amare i miei occhi, e
ancora una volta cammino per la tua strada,
quella prima volta, chiamata e desiderata,
gli alberi in fiore, leggeri,
leggeri e festosi. Rimettiti
in sesto, dicono, giustamente,
ma è testarda, la ragazza,
quell'ottimista, che continua a camminare.

KATE CLANCHY, TR. GIORGIA SENSI

martedì 7 dicembre 2010

Sul punto di lasciarti con un "ciao", la voce
mi si blocca sul labbro, torno indietro,
resto ancora con te.. Mi fa male il distacco,
mi mette paura come l'odiosa notte di Acheronte.
Invece, tu risplendi di luce, non muta come quella
del giorno, ma parlante ed armoniosa più
di un canto di Sirene. A questa tua
voce, ha appeso ogni speranza la mia anima.

PAOLO SILENZIARIO, TR. C. A. SITTA

lunedì 6 dicembre 2010

Ho soltanto un sorriso.
Ciosì. Un moto appena visibile di labbra.
E per te lo conservo:
Ché è un dono dell'amore.

Non m'importa se sei sfrontato e cattivo,ù
Non m'importa se ami le altre.
Ho davanti un leggio d'oro
E un fidanzato con gli occhi grigi per me.

ANNA ACHMATOVA, TR. BRUNO CARNEVALI

domenica 5 dicembre 2010

COLLOQUIO

Ti ricordi, mio piccolo amore,
(un giorno avevo pensato
di chiamarti Tristano:
così triste la tua anima remota.
Ma poi quella maiuscola iniziale
mi parve troppo pesante
per la mia tenerezza
ed ora tento quest'altro nome,
più dimesso, più lieve:
piccolo amore)(
di', ti rammenti,
mio piccolo amore,
l'ultimo tramonto dell'inverno,
l'ultimo nostro colloquio
sul sedile di pietra rosa
di fronte ai muri rossi del Castello?
Quanti colombi! E tu mi sussurravi
che le ali loro grigioazzurre
assomigliavano ai miei occhi
un poco.
Sul fondo erboso del fossato
le margheritine
trattenevano l'ultima
chiarità stanca ddel sole.
E tu volevi
coglierle tutte per me,
con le gtue dita d'uomo
incerte tra gli steli
come dita di bimbo:
e m'empivi d'erba e di corolle le mani,
dicendomi che l'anima mia di fiore
era fiorita
per tutti i prati
di tutti i paesi,
dicendomi che trutta l'anima
della primavera non giunta
tremava nel mio respiro.
Piccolo amore, piccolo amore ti rammenti?
Guardavano le grandi nuvole accese
scivolare mute
dietro i rami nudi degli ippocastani.
Dicevamo: domani sarà vento.
Tu mi narravi, sommessamente,
in tono di lunga fiaba,
dell'ultima tua notte
passata nella casa della sorella,
in riva al lago.
"Mi destai. C'era tanto dsilenzio.
I bambini dormivano
nella stanza vicina.
Ed io prensavo, pensavo: mi dicevo
che accanto a te soono un bambino anch'io,
un bocciolo profumato di te".
Piccolo amore, piccolo amore, tiu rammenti
Moriva il bruciore del sole
di là dagli alberi
in un grande arco d'oro,
in un grande arco bianco
sul nostro capo.
E impallidiva la mia tristezza,
si spegneva il tuo affanno
nella semplicità
delle parole candide.
Tutto che fu menzogna,
tutto che fu dubbio e dolore
si sfaceva
e rimaneva solo
alla più pura anima
un tremore di piccole cose:
ali d'uccello, sentore di vento,
nomi di fiori, sonno di bambini...
Così come dilegua,
al calar dell'ombra,
l'ingannevole luce del giorno
e lo splendore del cielo
si acuisce
in un tremore di piccole cose
che si chiamano stelle.

Pasturo, 2 aprile 1931

ANTONIA POZZI

sabato 4 dicembre 2010

PAROLA XXIII, A

Signore Dio di tutto, possente in tutto,
Luogo incircoscritto e non localizzabile di tutte le cose,
a tutti vicino con l'intero tuo essere;
Tu senza il dove dei luoghi, eppure non vi è limite senza
di Te;
mai apparso a qualcuno, eppure non vi è visione di luce
senza che spunti il tuo lume.
Gloria terrificante, nome irraggiungibile,
appellaxzione di maestà, voce incontenibile,
essere imperscrutabile,
lontano inaccessibile e vicino immediabile.
Tu vedi il gemito, a Te non sfugge la miseria, stai vicino
alla mestizia,
sei rimedio, che tutto risana, per ogni cosa irrimediabile,
o Padre delle tenerezze,
che fai sorgere la misericordia, Dio della consolazione.

GREGORIO DI NAREK, TR. BOGHOS LEVON ZEKIYAN
E' facile inventare un'esistenza -
Dio lo fa tutti i giorni
La creazione non è che lo sgambetto
della sua autorità -

E' facile annientarla -
un Dio parsimonioso
non potrebbe l'eterno garantire+
alla spontaneità -

Le forme eliminate si lamentano -
ma nel suo imperturbabile disegno
egli procede - inserendo qua un sole -
annullando là un uomo -

EMILY DICKINSON, TR. SILVIO RAFFO

giovedì 2 dicembre 2010

UOMO CHE SI FA STRANIERO

Un uomo a un tratto si fa straniero a sé
ai suoi oggetti, alla sua casa, alla donna in cui riposa
e l'aria di ogni giorno su lui posa
come terra strato sopra strato.
Un uomo a un tratto si fa straniero
al suo corpo dissociato, alle molte membra delle quali
si abusa in monvimenti infiniti.
E solo la sua testa è un serraglio di animali ammansiti.
E con le dita, nel linguaggio di chji non parla e chi non sente,
cerca di raccontare a se stesso brevemente
le cose che non disse mai a parola,
ma il suo sangue lentamente
lo soffoca come una cravatta e la rètina distende
una mappa di macchie alle pareti
con terre popolate dalla sola solitudine.

ORI BERNSTEIN, TR. ARIEL RATHAUS

mercoledì 1 dicembre 2010

NEVICATA

La neve cominciò a cadere
e ancor prima che facesse buio
trasformò Peredèlkino
nell'anonimo incanto dell'inverno.

Rinnegò e cancellò da una una targa
l'assurdo nome "Casa dedll'arte"
e innalzò il trenino nei campi
a eco dell'angoscia universale.

Ingannando i giardini, gli orti,
trionfando sul loro insulso spazio,
uno sparuto groppo di alberi
usurpò il nome dell'intera natura.

Sulla montagna, nel silenzio assoluto,
si levò la voce d'un antico canto.
Dell'universo ormai, non del villaggio,
eri partecipe e meschino debitore.

In lontananza, fra le stelle e a strada,
stupito anch'egli d'esser lì, così,
passò volando, raggiante di salute,
un esultante sciatore delle nevi.

L'onnipresente forza del moto,
lo sciatore, la luna e la terra
non sono che pretesti pèer scrivere versi -
effimero successo dell'ingegno.

Finché però nell'austera nevicata
chiara è la mente e la volontà è forte,
nell'intervallo tra il suono e la parola
l'anima indugia prudente.

BELLA ACHMADULINA, TR. DANIELA GATTI

martedì 30 novembre 2010

POEMA IN DIECI VERSI

Il mio cuore era un'ala viva e torbida+
e paurosa ala di anelito.

Era Primavera opra i campi verdi.
Azzurra era l'altezza e smeraldo il suolo.

Lei - quella che m'amava - morì in Primavera.
Ricordo anche i suoi occhi di colomba in veglia.

Lei - quella che m'amava - chiuse gli occhi. Sera.
Sera di campagna, azzurra. Sera d'ali e di voli.

Lei - quella che m'amava - morì in Primavera.
E si portò la Primavera al cielo.

PABLO NERUDA, TR. GIUSEPPE BELLINI

lunedì 29 novembre 2010

LA LUCE CHE VIENE

Persino così tardi avviene:
l'amore che arriva, la luce che viene.
Ti svegli e le candele si sono accese forse vda sé,
le stelle accorrono, i sogni entrano a fiotti nel cuscino,
sprigionano caldi bouquet d'aria.
Persino così tardi le ossa del corpo splendono
e la polvere del domani s'incendiaq in respiro.

MARK STRAND, TR. DAMIANO ABENI

domenica 28 novembre 2010

Si staccò da se stessa
(non vagando)
in nubi lontano dispersa
e non protetta,
con lo stesso sentire
delle rigide fronde.

ALFRED KOLLERITSCH, TR. BEATRICE DONIN

sabato 27 novembre 2010

CUSTODE DI GREGGI, XXVII

Solo la Natura è divina, ed essa non è divina...

Se parlo di lei come di un ente
E' che per parlar di lei devo usare il linguaggio degli
[uomini
Che dà personalità alle cose,
E impone nomi alle cose.

Ma le cose non hanno nomi né personalità:
Esistono, e il cielo è grande e laterra ampia,
E il nostro cuore delle dimendioni di un pugno chiuso...

Benedetto sia io per tutto quanto non so.
Godo tutto questo come chi sa che c'è il Sole.

ANTONIO FERNANDO NOGUEIRA PESSA/ALBERTO CAEIRO, TR. PIERLUIGI RAULE
NAVIGANO I RELITTI DEL CIELO
con alberi cantati verso terra.

Tu nel legno di questo canto
coi denti ti attanagli.

E sei il pavese
a prova di canto.

PAUL CELAN, TR. GIUSEPPE BEVILACQUA

giovedì 25 novembre 2010

PIOGGERELLINA

Nella pioggerellina fine fine
un mendicante sordomuto
batte forte la sua scodella.

YOTARO ISSA, TR.KANTARO NISHIDA E GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

IN COMUNE

Il coltello divide il nostro pane
in pezzi uguali.
Sul bordo del bicchiere ove posarono
le tue labbra, poso le mie a bere
la seconda sorsata.
Cammina con le mie scazrpe!
Quando viene l'inverno
mi scalda il tuo cappotto.
Piangiamo con gli stessi occhi,
chiudiamo la porta alla sera
per essere soli. Nel sonno
entrano i tuoi sogni nei miei sogni.

HANS BENDER, TR. GILDA MUSA

martedì 23 novembre 2010

E' sera di nuovo, vediè più corta di un giorno la pèrigionia
e anche la vita è più corta di un giorno. La luna
illumina il paesaggio, da cappo al suo chiarore si tendono i fili,
attraverso le finestre si scorge l'ombra di sentinelle armate,
scivola sui muri, tra i suoni della noptte.

Ecco, dorme il campo, cara, frusciano i sogni,
farfuglia chi si ridesta di soprassalto, si girta nel poco spazio
e già si è riaddormentato e il volto gli splende. Io solo
siedo sveglio, sento in boicca una sigaretta mezzo spenta e non
il sapore del tuo bacio, e non arriva il sonno, il grande protettore,
perché ormai, senza te, non so né vivere né morire.

(Lager Heidenau, tra i monti sopra Zagubica, luglio 1944)

lunedì 22 novembre 2010

CREDERE E'

Credere è come essere distrutto?
E' lpo stesso congedarsi dai fioti
- dal vaso caduto per terra -
e percorrere la via che non si può rifare
come i frammenti calpestati?
Invocando solo il nome di Dio,
restando sempre infranto.

KIKUO TAKANO, TR. PAOLO LAGAZZI E YASUKO MATSUMOTO\

domenica 21 novembre 2010

ELEGIA

Amico, piangiamo:
una lacrima sarà per la foglia gialla,
una lacrima per la rosa sfiorita,
una lacrima per la rtagazza morta,
una lacrima per il dolore di ogni uomo.

Una lacrima per ogni pietra,
per ogni albero,
per ogni stella
e per l'Ideale.

Infinite sono le anime, le pietre.
O paura a camminare, per non pestarle.

EUGEN IONESCU, TR. DASVIDE ASTORI

sabato 20 novembre 2010

BALLATA ARBITRARIA

Il canto morto ritorna
a questa notte purissima
dove io sono rosa e grano
presso la diga fantastica.
Una sordida impresa
mi tiene ichiodato al suolo
cercando un cielo remoto
consegnato alle piante, alle bestie.
Oh ballata numerosa
impresentito e arbitrario
sono la tua ombra alata
in questa ombra, in questo abisso
singolarmente buio.
Ho perso ogni cosa mia
nell'inutile purificazione
del mio cerchio di fuoco.
Ho perso tutto, e anche più.

Eccomi, ora, povero e isolato.

LÊDO IVO, TR. RUGGERO JACOBBI

venerdì 19 novembre 2010

FUGA IN LILLA

Bisogna scrivere senza perché, senzqa per chi.
Il corpo si ricorda di un amore come un accendersi di lam-
pada.

Il silenzio è tentazione e promessa.

ALEJANDRA PIZARNIK, TR. CLAUDIO CINTI

giovedì 18 novembre 2010

"Temps mauvais et petit" - senza tregua
ripeto, sì, ripeto quest'incompleta frase aurea,
una rapsodia in realtà,
candidata a liberarsi dalle viti
per la lava grumodsa che aspetta, tutta stretta dentro me,
un ritmo sciiancato che cerca trova
perde l'humus dentro questa rapsodia.
Chi marchia i suoni opachi che si trastullano
nella mia voce, cosa appare
mentre dal mio ovcchio che pulsa
passa veloce con ira il mio occhio arrpossato?
Sosto per un attimo e ascolto: da me tutt'intorno
incandescenti parole si scagliano.

ENIS BATUR, TR. ISIL SATCIOGLU

DOMANI, NO

Questo non è un addio
+perché non ci siamo visti affatto
malgrado ombra e ombra
per strada si sovrapponessero insieme
come un evaso solitario

Domani, no
il domani non è oltre laq notte
chi aspetta è il colpevole
ma le storie che accadono di notte
si lasci cbhe nella notte finiscano

BEI DAO, TR. CLAUDIA POZZANA

martedì 16 novembre 2010

AUTUNNO

O triste vento!
Volteggiano come volani
i frutti alati delle sammare.
Tra gli alberi il frumento
si stende lontano lontano
come una verde nevicata d'astri.
Le oche in triangolo vanno
in numero pari
verso le paludi.
Addio belle nubi kleksografiche!
Addio bei tramonti di cinabro!
Scricchiolano sotto i piedi
i piccoli obici delle ghiande
(pesante al figliuol prodigo!).
Un triste ritornello fischia sul labbro.
Addio belle notti crittografiche!
E il sonno che non viene più...
Oh ma quando ci sarai tu
e metterai nelle lenzuola
dei mazzetti odorosi di lavanda!

CORRADO GOVONI

lunedì 15 novembre 2010

SILENZIO D'AUTUNNO

Silenzio
d'autunno, raggiante.
Grave impenetrabile luminosità.
Profilo
d'un poco di mondo bruno
contro un poco di cielo terso.
Vene
cariche di un'ultima dolcezza.
Forse di sole eterno.
Silenzio
d'autunno, tremendo.

SIBILLA ALERAMO

domenica 14 novembre 2010

GIARDINO AUTUNNALE

Al giardino spettrale al lauro muto
De le verdi ghirlande
A la terra autunnale
Un ultimo saluto!
A l'aride pendici
Aspre arrossate nell'estremo sole
Confusa di rumore
Rauchi grida la lontana vita:
Grida al morente sole
Che insanguina le aiole.
S'intende una fanfara
Che straziante sale: il fiume spare
Ne le arene dorate: nel silenzio
Stanno le bianche statue a capo i ponti
Volte: e le cose già non sono più.
E dal fondo silenzio come un coro
Tenero e grandioso
Sorge ed anela in alto al mio balcone:
E in aroma d'alloro acre languente,
Tra le statue immortali nel tramonto
Ella m'appar, presente.

DINO CAMPANA

sabato 13 novembre 2010

SONETTOD'AUTUNNO

Foglie e speranze senza tregua, foglie
e speranze; non hanno rami e cuori
cadute eguali allor che i primi ori
Autunno triste su la terra accoglie?

L'anima poi che nell'audaci voglie
si disfece gli ultimi rossori
della sua giovinezza, in foglie e fiori
malinconicamente si discioglie.

E resta il cuor e resta il ramo: soli
sospiranti in un intimo richiamo
la rossa estate e il suo vivere corto.

Ma se tornino i buoni e dolci soli
primaverili, rinverranno il ramo
pien di speranza e il cuore, invece, morto.

SERGIO CORAZZINI

venerdì 12 novembre 2010

D'AUTUNNO E' CON NOI

D'autunno è con noi
ogni foglia e ghianda
ed è raggiunto il cielo.
Fra le avellane svolazza
la palomba ferita,
freme il sottobosco
agli scoppi
dei ricci di cstagna.
Dolcissima è l'ultima uva
celata fra i pampini rossi,
sul fianco dei monti saleù
il fiume delle carbonaie.
A sera
io provo il caldo smemorato
delle castagn,
del torbido vino,
il più nudo corpo
della mia donna.

PAOLO VOLPONI

mercoledì 10 novembre 2010

CARRI D'AUTUNNO

Nello spazio lunare
pesa il silenzio dei morti.
Ai carri eternamente remoti
il cigolìo dei lumi
improvvisa perduti e beati
villaggi di sono.

Come un tepore troveranno l'alba
gli zingari di neve,
come un tepore sotto l'ala i nidi.

Così lontano a trasparire il mondo
ricorda che fu d'erba, una pianura.

ALFONSO GATTO

martedì 9 novembre 2010

AUTUNNO A MILANO

nche in città fanno fuochi di stoppie
oltre barriera dove arrivano i merci.
In un cortile
hai sentore di terra e di radici
ti attristi col naso a mezz'aria
sul tuo inutile fiuto da indiano.

LUCIANO ERBA

lunedì 8 novembre 2010

NOVEMBRE AL PALAZZO REALE

Quella strada, mi sembra, porta
a Treviglio, quell'altra al lago di Como.
Guarda, vicino a quellsa panchina storta
c'è uno che lava la moto e un altro uomo, e un altro uomo

più lontano, legge il giornale.
Verso l'autodromo qualcosa brucia; o sarà bruma.
Qui a Monza non ci venivo da tanti anni, ma è uguale
a tanti anni fa. Mica stoppie, è che fuma

la nebbia e sono appena passate le tre.
A destra, vedrai le vecchie scuderie.
Non c'è da sbagliare. Trovi due vie:
una è per Sesto, la tua è davanti a te.

FRANCO FORTINI

NOVEMBRE AL PARCO REALE

Quella strada, mi sembra, porta
a Treviglio, quell'altra al lago di Como.
Guarda, vicino a quellsa panchina storta
c'è uno che lava la moto e un altro uomo, e un altro uomo

più lontano, legge il giornale.
Verso l'autodromo qualcosa brucia; o sarà bruma.
Qui a Monza non ci venivo da tanti anni, ma è uguale
a tanti anni fa. Mica stoppie, è che fuma

la nebbia e sono appena passate le tre.
A destra, vedrai le vecchie scuderie.
Non c'è da sbagliare. Trovi due vie:
una è per Sesto, la tua è davanti a te.

FRANCO FORTINI

domenica 7 novembre 2010

DOMENICA DI NOVEMBRE

Sui verdi appassiti dei campi
come un velo di cenere,
la brina scintilla al cielo.
Che quieta domenica!

Vanno freschi fanciulli,
pel deserto mattino,
verso una campana che suona
come in sogno.

PIER PAOLO PASOLINI

DOMENICA DI NOVEMBRE

Sui verdi appassiti dei campi
come un velo di cenere,
la brina scintilla al cielo.
Che quieta domenica!

Vanno freschi fanciulli,
pel deserto mattino,
verso una campana che suona
come in sogno.

PIER PAOLO PASOLINI

sabato 6 novembre 2010

Una brezza di primo inverno sale
ai mnti freddi e spazia in queste fredde luci
che tu non vedi. Io le ritrovo invece
dal mio passato anche più vive. Il giorno
che a te le ruba lascia ora le valli
e in rami ombrosi cangia altri infiniti
rami e fa un lampo solo di tanti anni.
Poi tutto sfuma, l'erba ancora accesa
muore nell'altra lieve, inavvertita
che inazzura i crinali: un primo accordo
dei prati con la sera, delle case
coi nostri cuori che lottano con l'ombra.

ALESSANDRO PARRONCHI

venerdì 5 novembre 2010

Quando il lutto autunnale
è un tunnel condiviso
chiedo al tuo viso l'ele
mosina di un sorriso.

Piove un pallido sole
- illude chi s'infila
nel folto - è questa l'ele
ganza del nostro viale.

TOTI SCIALOJA

giovedì 4 novembre 2010

Da un autunno a un altro autunno
un mare di compiacenza.
Volentieri vi si adegua
la vita che si prolunga
quando il cuore è l'abitudine
ad una facile noia.
Semplifica i sentimenti
intrecciati dalla guerra,
la maniera del crepuscolo
la calata della luna.

SILVIO RAMAT

mercoledì 3 novembre 2010

,MI SENTO L'AUTUNNO

Aria spezzata
del focolare in disparte
con poca cenere,
i vetri anche tacciono
le cose che si muovono fuori,
dove screziato un muro s'erge
e gli embrici rabbuiati
hanno l'estrema cura
d'una parola,
farebbero canti ancor gli uccelli
o nell'ebrezza d'un sole d'estate
riportato un albero,
intonerebbe lievi le mosse
dei rami frondosi e... oh... ma
io mi sento l'autunno
infiltrato nelle case basse
e già scende su dai poggi
come la tela di fine atto
con un brivido
sull'attonito spettatore

ROCCO SCOTELLARO

martedì 2 novembre 2010

FOGLIE PER I MORTI

Forse no solo qui, forse su tutto
il tiepido pianeta ormai cadono
le foglie ed è ciascuna terra involta
dentro il loro estenuarsi morire.
O dolcezza paterna di quel vento
che le adagia e raccoglie!
Qui sulle case pallide dei morti
oggi azzimate di triste corone
il pianto cade ormai da giorni e giorni,
un fresco pianto di tranquille foglie
che va tingendo tutto il camposanto
di un festoso ed estatico vermiglio.

DARIA MENICANTI

lunedì 1 novembre 2010

NOVEMBRE

Le mosche mature
cadono a gambe in aria
quando viene il pettirosso
e i morti si accendono
davanti ai piedi
piccole fiamme per un giorno

BARTOLO CATTAFI

domenica 31 ottobre 2010

EGCLOGA III, II

In autunno era il tempo
del grande guadagno,
molto anelata vendemmia, quando
esistevi, poesia: pura.
Un moto, un modo, ultimo, dell’azzurro.
che di sé si contenta e fa contenti
anche i vinti, i divisi.
Eri, non eri: mutila
In ciò, più che colpevole;
tu come luna sempre oltre la selva,
sempre col vano raggio
pur tra la selva a spanderti. Ma ora
in altre sere vai, fonte imbarbarita,
in altri alvei, difetto e perdizione.
Interferenze s’aprono, s’appuntano
ove decadde l’inarticolato
cuore tuo, il tuo ritmo
che la tempia fedele – lei sola – auscultava.
Qui. Ma io sono immune
e incolpevole: tanto oso dire.
E io posso all’azzurro serbarti
- solo talvolta
(come all’autunno, padre, giaciglio, cibo) –
all’azzurro di ierofania
che ogni passione avalla, ogni informità soffoca.
Madore, fumo, lume
D’immagini, d’incontri, di conati
…………..
…………..
Parole d’ordine
d’altri milioni d’anni, d’altri defunti eoni
triviale slogan. Noi
…………..

ANDREA ZANZOTTO

sabato 30 ottobre 2010

MITOLOCICO AUTUNNO

Il tempo Apollo annuncua che già muta
e Persefone serpe si rimbuca.

In un angolo nonna fiuta cupa
suo Càstore e Pollice di Macuba.

L’uccello di Minerva oscura braccia
A Diana che ritorna da la caccia.

Poi cielo Giove cade su la faccia
e Ade autunno piove tuono e grazia.

FERNANDO TARTAGLIA

venerdì 29 ottobre 2010

AUTUNNO

Tornano i mulinelli del vento.
L’usignolo più non gorgheggia.
Gli alberi come neve riveste la luna.
Tremano nel sonno caste fanciulle.

BIAGIA MARNITI

giovedì 28 ottobre 2010

L'OCEANO DI MILANO, IX

“Guarda, con la nebbia scende sull’Alzaia
un velo di pietà, entra, camm9ina,
respira a bocca aperta,
non fermarti adesso, non morire prima di conoscerla.”

MILO DE ANGELIS

mercoledì 27 ottobre 2010

AUTUNNO

Autunno. già lo sentimmo venire
nel vento d’agosto,
nelle pioggie di settembre
torrenziali e piangenti,
e un brivido percorse la terra
che ora, nuda e triste,
accoglie un sole smarrito.
Ora passa e declina,
in questo autunno che incede
con lentezza indicibile,
il miglior tempo della nostra vita
e lungamente ci dice addio.

VINCENZO CARDARELLI

lunedì 25 ottobre 2010

D'AUTUNNO

Beato autunno! il cui fanciullo sguardo
vaga tra le nuvole erranti:
che pigro dorme nell’aroma tardo
dei mosti, e ascolta gli ebbri canti:
e siede su nubi di fuoco
suonando nei venti per gioco.

E Re, più in alto dei giochi dell’Alpe
regge gli ardori meridiani;
senton le vigne le sue mani calde
calarsi sui grappoli sani:
la roccia, disfatta e più bionda,
in altissima luce affonda.

E come (sull’alte poggia deserte),
principe d’edera selvaggia,
siede tra verdi colombe, e sull’erte
mura con splendid’armi raggia:
con squilli sonori di luce
gli uccelli più caldi conduce.

O dalle nubi campagne guardando
Spinge, sull’ali colorate,
spirti leggeri che vanno vagando
sui campi, tra fronde agitate:
e adombra il bel viso d’ambascia
per foglia che al vento si lascia.

CARLO BETOCCHI

domenica 24 ottobre 2010

Pioggia, ora, che sente
tra sonno e insonnia. Pioggia
con dentro alberi fiumi
case. Pioggia dentro la pioggia. Ascolta
quel profondo compiovere di tutto
in una sola
mutevole sostanza
genitrice moribonda.
Ed ecco le si affina
in una luminosa plaga
la memoria del viaggio.
E' sera,
s'inciela,
si tramuta in bianco etra
l'interna
montuosità di quella
frastagliatissima costiera.
Rivede un chiaro nuvoloso caos
e in esso una radura
nuda solo fiorita
dal virgulto dei cavalli
e sé perduta
senza scudiero né scorta.
Non è più la regina del supo regno,
vi entra, vi si insedia
essa, ne fugge, non diversa
dai nomadi, dai barbari...
Ed è bene,
pensa, perché viva, perché libera
lei, anima del mondo.
Angelica.

MARIO LUZI

sabato 23 ottobre 2010

AUTUNNO

Mite è l'anno che se ne va e dolce
l'odore della pioggia che cade,
quanto più duro della vita è il corso
e il desolato il suo ultimo giorno.

Attendo la sua fine ed il suo buio
eppure mi tormenta che mai, mai,
né sul mio petto né sulla mia tomba
cada il mio pianto che tutto consola.

ATTILIO BERTOLUCCI

venerdì 22 ottobre 2010

Vedo lontano le colline perdersi
in una nebbia grigia e tutto il verde
della campagna arrossa e infradicisce.
Non più l'azzurro in cielo, non più il sole
non più i vivi rumori dell'estate
ma un tedio freddo e grave che ravvolge
ogni cosa. Sol rapide, tra gli alberi,
passano a tratti gelide ventate
scrollandone le fronde ischeletrite.

CESARE PAVESE

giovedì 21 ottobre 2010

SOLE D'OTTOBRE

Felci grandi
e garofani selvaggi
sotto i castani -

mentre il vento scioglie
l'un dopo l'altro
i nodi rossi e i biondi
alla veste di foglie
del sole -

e il sole in quella
brucia
della sua bianca
bellezza
come un fragile corpo
nudo -

ANTONIA POZZI

mercoledì 20 ottobre 2010

AUTUNNO

Il vento ti ha lasciata un’eco chiara,
nei sensi, nelle cose ch’ài vedute
- confuse – il giorno. All’apparir del sonno
difenderti non sai: un crisantemo,
un lago tremulo e una esigua fila
d’alberi gialloverdi sotto il sole.

SANDRO PENNA

VERSI A DINA, 5

Càpita all’uomo che d’autunno spoglia
La vite, sulla scala che ne fruscia

- vecchio è l’uomo ed autunno gli colora
l’anima dentro di malinconia;
ché con l’hanno gli pare la sua vita
anche finisca;
il poco che da essa ebbe gli mette
in strizza come un secchezza e inghiotte –

tra i pampini arrossati di scoprire
un superstite grappolo.
Ne colma
la mano, preso d’infantile gioia;
soppesa quasi non credesse agli occhi.

Alla sua sete riserbò l’annata
quel frutto; glielo maturò l’estate,
glielo dirò il sole dell’autunno,
la pianta vi spremè l’ultimo succo.

Cola zucchero l’acino che sguscia
in bocca per non perdere una goccia;
ogni acino lo riga di delizia
silenziosa…

Guardan gli occhi felici e rassegnati
col grappolo scemare
la sua prima, fors’ultima, dolcezza.

CAMILLO SBARBARO

lunedì 18 ottobre 2010

ALBERI

La colomba che preda la festuca
e la porta nel nido invidio, e voi
alberi silenziosi, a cui le foglie,
ben disegnate, indora il sole; belli
come bei giovanetti o vecchi ai quali
la vecchiezza è un aumento. Chi vi guarda
- verdi sotto una nera ascella frondi
spuntano; alcuni rami sono morti –
le vostre dure sotterranee lotte
non ignora; la vostra pace ammira,
anche più vasta.
E a voi ritorna, amico,
laghi d’ombra nel cuore dell’estate.

UMBERTO SABA

ALBERO

Da te un’ombra si scioglie
che pare morta la mia
se pure al moto oscilla
o rompe fresca acqua azzurrina
in riva all’Ànapo, a cui torna stasera
che mi spinse marzo lunare
già d’erbe ricco e d’ali.

Non solo d’ombra vivo,
ché terra e sole e dolce dono d’acqua
t’ha fatto nuova ogni fronda
mentr’io mi piego e secco
e sul mio viso tocco la mia scorza.

SALVATORE QUASIMODO

O NOTTE

Dall’ampia ansia dell’alba
Svelata alberatura.

Dolorosi risvegli.

Foglie, sorelle foglie,
Vi ascolto nel lamento.

Autunni,
Moribonde dolcezze.

O gioventù,
Passata è appena l’ira del distacco.

Cieli alti della gioventù,
Libero slancio.

E già sono deserto.

Perso in questa curva malinconia.

Ma la notte sperde le lontananze.

Oceanici silenzi,
Astrali nidi d’illusione,

O notte.

GIUSEPPE UNGARETTI

giovedì 14 ottobre 2010

DURANTE L'AMORE...

Durante l’amore,
ahi,
ti si è strappata la collana di perle
e
come stille di pianto le perle
splendenti
sono rotolate piangendo fra le pieghe
dei cuscini ardenti.

Vedi,
le pelle sono rotolate
come talvolta sopra la pelle
dei nostri corpi ansimanti tra le lacrime
scorre la rugiada
intonando il suo canto esausto
in
ricordo
d’un amplesso.
Hai visto
non hai fatto attenzione e,
dopo i bsaci
la perla dell’amore
è scivolata via da te.

MIKLOS RADNOTI, TR. ROBERTO RUSPANTI

mercoledì 13 ottobre 2010

LA ROSA

La rosa,
l’immarcescibile rosa che non canto,
quella che è peso e fragranza,
quella del nero giardino nella notte profonda,
quella di qualunque giardino in qualunque sera,
rosa che risorge dalla tenue
cenere per arte d’alchimia,
rosa dei persiani e di Ariosto,quella che è sempre sola,
quella che è sempre la rosa delle rose,
il giovane fiore platonico,l’ardente e cieco fiore che non canto,
la rosa irraggiungibile.

JORGE LUIS BORGES, TR. LIVIO BACCHI WILCOCK

martedì 12 ottobre 2010

Ci sono giorni in cui le cose
sono i nomi delle cose,
segni
scritti sotto la volta del cielo:
strumento dei narratori.

Domina una bandiera di ghiaccio,
l’altra faccia della morte,
la legge.

Poi tu sei lontano.
Commisurata a quest’addio,
non si mostra alcuna misura.

ALFRED KOLLERITSCH, TR. RICCARDO NOVELLO

lunedì 11 ottobre 2010

TI PIANGERO' SEMPRE, MI SENTI - DA SOLO - IN PARADISO?, III

Così parlo di te e di me

Perché ti amo e nell’amore so
Entrare come Plenilunio
Da ogni parte, per il tuo piccolo piede nelle lenzuola sconfinate
So sfogliare gelsomini – ed ho la forza,
Sopita, di soffiare, di portarti
Attraverso passaggi luminosi e segreti passaggi
Alberi ipnotizzati con ragnatele inargentate

Di te hanno sentito parlare le onde,
Come accarezzi, come baci,
Come sussurri il “cosa” e il “sì”
Tutt’intorno alla gola, alla baia
Sempre noi la luce e l’ombra

Sempre tu la piccola stella e sempre io l’oscuro natante
Sempre tu il porto ed io il faro di destra
Il molo bagnato e il bagliore sui remi

In alto nella casa con i rampicanti
Le rose intrecciate, l’acquache si fa fredda
Sempre tu la statua di pietra e sempre io l’ombra che
cresce

Tu l’imposta accostata, io il vento che la apre
Perché ti amo e ti amo
Sempre tu la moneta ed io l’adorazione che le dà valore

Tanto la notte, tanto l’urlo nel vento
Tanto la goccia nel cielo, tanto il silenzio
Tutt’intorno il mare despota
L’arcata del cielo con le stelle
Tanto il tuo piccolo respiro

Tra le quattro pareti, il soffito, il pavimento
Io non ho altro se non
L’urlo che è tuo e colpisce la mia voce
L’odore ch’è tuo e s’infuriano gli uomini
Perché non sopportano quel che non hanno
Provato ed è loro straniero
È presto ancora in questo mondo amore mio

Per parlare di te e di me.

ODISSEAS ELITIS, TR. PAOLA MARIA MINUCCI

domenica 10 ottobre 2010

CAREZZA

Le mie calde mani, bagnale
Nelle tue… Nulla calma
Come d’amore ondulati
I passaggi d’una palma.

Per quanto mi siano familiari,
I tuoi anelli con lunghe pietre
Si fondono nel brivido
Che le palpebre fa serrare

E il male si allarga, si allarga,
Come una lastra è polita
Una carezza lo estende
Fino alla melanconia.

PAUL VALERY, TR. GIANCARLO PONTIGGIA

sabato 9 ottobre 2010

CENTURIA D'AMORE, 90

Quando il diletto suo, che sa bene fare l'amore
sfiora con mano trepidante emozionata
ilnodo della veste, lei,corpo incantevole,
distoglie come per rabbia il viso,
chiude gli occhi in un sonno certo bugiardo
e quasi stringendo a sé le membra
rende ancor più snello il suo vitino
stringendolo forte.

AMARUKA, TR. DANIELA SAGRAMOSO ROSSELLA

venerdì 8 ottobre 2010

L'acqua e il silenzio selvaggio
chiamanio e chiamano perché è tardi
i volti sepolti dalle voci
rivolgono la loro preghiera al cosmo
tutto passa attraverso un filo d'orizzonte
che prende fuoco.

GEZIM HAJDARI, TR. DELLO STESSO

giovedì 7 ottobre 2010

A MIA MOGLIE

Come all’aria mi son abituato a te,
dovunque io volga lo sguardo, tu sei là,
in fondo al mio armadio, nei cassetti,
nel mio cervello, ma di te non m’avvedo.
Eppure l’altrasera, quando entrata nella stanza
m’hai detto qualcosa dopo molti anni
mi sono all’improvviso reso conto della tua presenza,
e senza badare alle tue parole t’ho guardato stupito.
Allora ho socchiuso gli occhi ripetendo silenzioso
Dentro me: “Come all’aria mi son abituato a leu
è lei che dona a me il respiro”.

DESZŐ KOSZTOLÁNYI, TR. ROBERTO RUSPANTII

mercoledì 6 ottobre 2010

TRADUZIONE DELFIUME

Siedo a tradurre il fiume.
Difficile traduzione
quella delle acque.
Parole rare,
espressioni pietrificate,
un ritmo fuori del tempo.
Un centinaio di sorgenti in una sola voce
narrano l'antico mito.
L'intera notte ho tradotto il fiume.
Al mattino
latraduzione era scomparsa.

XHEVAR SPAHIU, TR. ROSANGELA SPORTELLI

martedì 5 ottobre 2010

LIBER, LXXXVII

Nulla potest mulier tantum se dicere amatam
vere, quantum a me Lesbia amata meast.
nulla fide sullo fuit umquam foedere tanta,
quanta in amore tuo ex parte reperta meast.

CATULLO

lunedì 4 ottobre 2010

Amami adesso, effimera
Manola dei vent’anni.
Amami, balla, brezza
Della morte, amore, convulsa
Primavera, danza, oh,
Calpesta le aiuole dell’anima,
canta – domani muoio.

Un grofano, e saremo diversi,
Un garofano o un clavicembalo.
Si fa giorno. Un garofano, e morremo.
Di felicità morremo.

DARCY DAMASCENO, TR. RUGGERO JACOBBI

domenica 3 ottobre 2010

Mando il mio cuore, quest’antica arca dell’alleanza
e vi auguro un giorno buono e battagliero.
Voi, del mio sangue, folle scroscianti,
invano mi ripudiate; malgrado ogni cosa,
son vostro.

Il nostro legame fu voluto dalla Sorte;
merito non è, né virtù né colpa;
non è necessità né furbizia:
Gente ilota, poeta ilota,
ci siamo già visti, voi ed io.

Dormono in noi forze immense
per destarsi allsa vita.
In noi si nasconde un popolo bello,
come il cervo nel folto del bosco;
e i mastini sono all’erta.

Se voi non mi volete come fratello,
si faranno più aspre le rughe
sulla mia cupa fronte e nell’anima mia.
Ma sempre ancora, io sto giovane
dinanzi ai miei Giuda irosi.

Non volli mai l’alone del martire,
ma solo quanto disponeva la Sorte:
Dare tranquillamente me stesso,
questo nulla non chiesto, deriso,
l’anima mia ribelle.

Son vostro: Ormai non importa
Se voi mi volete o no:
Uno è il nostro sole sul cielo lucente.
Ahi, ch>è talvolta la nube della malvagità
mi nasconde il sole.

ENDRE ADY, TR. UMBERTO ALBINI

SENZA RISPOSTA

Chi sto ingannando
Per chi sto costruendo questi castelli d'illusioni
Nemmeno un'ombra hanno
come le altre costruzioni.

JOZEFINA DAUTBEGOVIC, TR. NEVAL BERBER

venerdì 1 ottobre 2010

PATRIE

Non importa se non sai
quando è che ti tocca l'incandescenza dell'aria.
L'importante è che tu la riceva
e più importante ancora
è che tu apra così il paese della bontà
I sogninon sanno nulla di se stessi.
Anche l'aria ignora se stessa ed entra
per farsi bella nella tua bellezza.
Nel suo chiarore canta il tuo volto
come una patria.

JUAN GELMAN, TR. LAURA BRANCHINI

giovedì 30 settembre 2010

LAVOISIER

Nella poesia,
natura variabile
delle parole,
niente si perde
o crea,
tutto si trasforma:
ogni poesia
nel suo profilo
incerto
e calligrafico,
già sogna
un'altra forma.

CARLOS DE OLIVEIRA, TR. GIUSEPPE TAVANI

mercoledì 29 settembre 2010

Grandi misteri abitano
la soglia del mio essere,
la soglia dove esitano
grandi uccelli che fissano
il mio tardivo andar al di là di vederli.

Sono uccelli pieni di abisso,
come ci sono nei sogni.
Esito se scandaglio e medito,
e per la mia anima è cataclisma
la soglia dove essa sta.

Allora mi sveglio dal sogno
e mi rallegro della luce,
seppure malinconico giorno;
perché la soglia è paurosa
e ogni passo una croce.

FERNANDO ANTONIO NOGUEIRA PESSOA, TR. ANTONIO TABUCCHI

martedì 28 settembre 2010

RITORNO

Ritorno di notti
Doni di Dio

Del visto
ma
invisibile

Dell'impossibile
ma
Vero

Un presagio di Deità
intralcia la strada, i movimenti

LJERKA TOT NAUMOVA, TR. BRUNO ROMBI

lunedì 27 settembre 2010

SIC TRANSIT...

Di tutte le cose la più stupefacente è la nostra fiducia.
Giorno e notte: due coni d'una grande clessidra.

Soltanto di notte puoi udire come si sbriciola il tempo
dalla notte nel giorno,
da un'immensità in un'altra immensità.

Soltanto a notte puoi udire
lo sfregolio del levigato pulviscolo degli anni luce:
da dove? verso dove?
Bisogna peoprio saperlo?...

Soltanto udito il proprio cure e il battito del sangue,
forse rifletterai
che qualcosa di molto importante t'è celato ancora.

La vita?
Ma eppure tu stesso sei la vita.
La morte?
Ma eppure tu stesso sei la morte.

O forse un crocevia
che
lo stesso senso a tutti elargisce
s'odi il proprio cuore
e del sangue il battito?

Come fruscia il pulviscolo levigato degli anni luce!...

ROBERTAS KRETURAKIS, TR. PIETRO U. DINI

domenica 26 settembre 2010

Quando nella bianca stanza d'ospedale di Charité
mi svegliai verso il mattino
e udii il merlo cantare+
mi resi conto: da tempo
non avevo più paura della morte. Poiché
nulla può più mancarmi, posto
che io manchi. Ora
riuscivo a rallegrarmi di tutti
i canti di nmerli anche dopo di me.

BERTOLT BRECHT, TR. ROBERTO FERTONANI

sabato 25 settembre 2010

UN CANTO D'AMORE SUMERO

Omio dio, della fanciulla del vino, dolce è il suo vino di datteri.
Come il vino di datteri dolce è la sua vulva, dolce è il suo vino
di datteri...
Come le sue [labbra] dolce è la sua vulva, dolce è il suo vino di datteri.
Dolce è la sua bevanda annacquata, dolce è l suo vino di datteri.

ANONIMA, TR. ALFONSO DI NOLA?

IL BAMBINO

Padre mai esistito, vorrei per vivere
che padre fosse l'uomo che con verità parlasse
e con verità creasse. >Padre, mia coscienza,
sono stato la tua coscienza, ma solo in sogno.
Madre, terra comune da cui soltanto provengo.
A te torno e solitario nel tuo seno mi nascondo.

VINCENTE ALEIXANDRE, TR. GABRIELE MORELLI

giovedì 23 settembre 2010

Lei è vicina al mio cuore
come un piccolo fiore alla terra.
Lei è dolce come il sonno che viene
per il corpo stanco.
L'amore che provo è la mia vita,
che scorre veloce come il fiume
durante le piene dell'autunno,
che scivola in pieno abbandono.
Le mie canzoni sono una sola cosa
col mio amore, come l'acqua che mormora
con le sue onde, le sue correnti.

RABINDRANATH TAGORE, TR. BRUNILDE NERONI

mercoledì 22 settembre 2010

CALENDE

un anno di gioia
fra le tue braccia sottomarine
un secolo di sofferenza
fra le tue mani cicogne sotto la neve
un millennio di terrore
sotto la tua nuca statua
alla memoria
delle cose violate
tivoglio eterna
come il dubbio volpe
fra gli animali troppo domestici
le mie certezze

ALAIN BOSQUET, TR. CESARE GREPPI

martedì 21 settembre 2010

PROVERBI

Mi sono tanto tormentato per il mondo
che ho incominciato ha inventare proverbi

Ci sono lunghe verità e verità brevi.

E se la pena non arriva subito,
sconterai vivendo la tua colpa.

E nessuno potrà disfare un fatto.

E nessuno saprà comporre una canzone
per una bimba cieca e un uccello senz'ali.

JAN SKACEL, TR. ANNALISA COSENTINO

lunedì 20 settembre 2010

DA "ERWIN ED ELMIRE

Uno spettacolo per gli dèi,
contemplare due che si amano!
Il più bel tempo di primavera
non è così bello, così caldo.

Come ristanno, come si guardano!
Con sguardi intenti
tutta la loro anima protesa!
In estasi alterna
le mani sono attratte;
e il brivido di gioia di una stretta
unisce per sempre due anime.

Come una burrasca di primvera intorno
a loro si effonde dal rigoglio dell'anima.
Questa è la vostra immagine, voi dèi,
dèi questa è la vostra immagine.

J. W. GOETHE, TR. ROBERTO FERTONANI

domenica 19 settembre 2010

CUANDO sea la tierra mi pan y vino
habré encontrado el sueño para siempre.
Todo el sueño de siglos, de primaveras y de invernos
que pasarán sobra mis huesos fríos.

Y así estará mi jugo
vertiendose en regatos interiores
para salir al sol en agua cristalinas.

EUGENIO FLORIT

sabato 18 settembre 2010

GIRASOLE

Dinnanzi all'acquazzone il girasole
non ha dove nascondersi:
affondano nel fango i suoi piedi,
l'acqua ha invaso le aiuole.

Lentigginoso e rossiccio,
se ne sta nel suo berretto.
Perché dovrebbe fuggir dall'aiuola,
se ama la tempesta!

STEPAN STIPACEV, TR. ANGELO MARIA RIPELLINO

venerdì 17 settembre 2010

IMPRESA

Ferro su ferro: e così affiliamo
il reciproco contegno;

Pelle su pelle: così infiammiamo
Il cuore d’ogni giorno.

ALEXANDER HUTCHISON, TR. ALESSANDRO VALENZISI

giovedì 16 settembre 2010

L'ESTATE PASSO' VELOCE

Passò l’estate veloce
ed io feci ritorno
benché mai fossi partita.
Passò l’estate veloce
e per nessun dove partirò.
Io rimango del tramonto
in attesa.

A parlare io tento:
mi fa eco il silenzio.
Passò l’estate veloce
e nulla rimase.
Indosso un annoso dolore
che ceder non posso a nessuno.

Se cosa divenisse la parola
l’accantonerei e l’oblierei.
Se uccello divenisse la parola

S’involerebbe senza ritorno.
Ma dolore divenne la parola
profonde radici in me pose.
Passò l’estate veloce
ed io soltanto feci ritorno.

VITALIJA BOGUTAITÉ, TR. PIETRO U. DINI

mercoledì 15 settembre 2010

SOLTANTO NON SAREBBE

La vita
sarebbe
forse più semplice
se io
nonti avessi mai incontrata

Meno sconforto
ogni volta+
che dobbiamo separarci
meno paura
della prossima separazione
e di quella che ancora verrà

E anche meno
di quella nostalgia impotente
che quando non ci sei
pretende l’impossibile
e subito
fra un istante
e che poi
giacché non è possibile
si sgomenta
e respira a fatica

La vita
sarebbe forse
più semplice
se io
non ti avessi oincontrata
Soltanto non sarebbe
La mia vita

ERICH FRIED, TR. ANDREA CASALEGNO

martedì 14 settembre 2010

O poeti che acoltate commossi loe voci delle scimmie,
cos’è per voi il pianto di un bambino
abbandonato al vento autunnale?

MATSUO BASHO, TR. MURAMTSU MARIKO

lunedì 13 settembre 2010

Cercavamo parole per correre vaste distese
dove la luce si china e tremaa un istante
sulla soglia annullata.

Segreti sparsi dei nostri segreti erosi
il calore vi si distende
prato fulvo dei nostri brancolamenti.

Sentori da quali giardini venivate a sognare sulle nostre anche
dove leccavamo la polvere delle nostre piaghe?

LORAND GASPAR, TR. MATTEO MESCHIARI

domenica 12 settembre 2010

MARE

Notte di maestrale sopra il mare.
La spiaggia all’alba si riempirà di resti.
E tra quei resti anora rimarrà
vivo rimarà il tuo ricordo.

JUANRA MADARIAGA, TR. EMILIO COCO

sabato 11 settembre 2010

L'INDICIBILE, III

Scavo dentro di te fino al mio vuoto.
Fissati con pazienza i visi che hai amato
Conservano la traccia di chi eri.
Anche nel loro amore
come dentro il tuo
per me e la morte costruirò una casa.

ANTONELLA ANEDDA

venerdì 10 settembre 2010

VIA DEL RITORNO

Non avrei dovuto imparare le parole,
mondo senza parole,
se in un mondo vivessi in cui non ha senso il senso
quanto meglio starei!

Se pure lei si fosse vendicata delle belle parole
io con queste non c’entro.
Se invece tu lottassi a sangue con il piatto senso
Neanche con quella c’entro.

Le lacrime dei dolci occhi di lei,
il dolore colato dalla tua lingua muta,
se a questo mondo non ci fossero parole
li avrei solo guardati e sarei andato via.

Vi è forse nelle lacrime di lei tanto senso
quanto ion un nocciolo di frutta?
E’ forse l’eco del tramonto rimasto vibrante
in una goccia del tuo sangue
nel crepuscolo di questa terra?

Non avrei dovuto imparare le parole,
imparando il giapponese e poche lingue straniere:
mi fermo nelle lacrime di lei
e ritorno soletto nel tuo sangue.

RYUICHI TAMURA, TR. YASUKO MATSUMOTO E MASSIMO GIANNOTTA

giovedì 9 settembre 2010

VERO

Della croce, di essa rimase, aria,
solo quel braccio il tra-
versale: si stende,
invisibile si stende davanti al
cavo più profondo del cuore: tu
ricordi te a te stesso, tu
ti sollevi dalla menzogna - :
libero
per forte angoscia
tu ora respiri
e tu

parli.

PAUL CELAN, TR. GIUSEPPE BEVILACQUA

mercoledì 8 settembre 2010

STANZE DELL'AMORE PROIBITO, XLVI

Oggi ancora, lei, levata al sonno – il ventre, fatto
altare il suo corpo –
i seni calici traboccanti colmi di nettare,
le membra adorne di ornamenti multicolori,
notte e giorno certo non dimentico.

BILHANA, TR. DANIELA ROSSELLA

martedì 7 settembre 2010

A CHI RIMANE

“Cambiata la tua vita anche
la tua solitudine t’abbraccia
in modo nuovo,
insolito”

ricordati quanto freddo patirebbero i morti
sotto la pietra di granito senza

noi, anime ardenti, che ancora
lungo la vita, attraverso

questa intatta ferita, alle porte massicce
del cimitero rimboschito di candele

troviamo ancora la forza e continuiamo
carichi del loro e del nostro fardello.

Su questa strada leggera
Che pesante s’allarga, verso nuova casa
Molte vittorie dotali. Attraverso regni coperti
di cicatrici d’illusioni.

JOUNI INKALA, TR. GIORGIO PIERETTO

lunedì 6 settembre 2010

COSCIENZA

Presso la ferrovia abito. Vanno,
vengono qui tanti treni, li guardo:
volano le finestre luminose
nel buio frastagliato, volteggiante.
Si precipitano nella notte eterna
Così i giorni, splendenti: nella luce
Sono di tutti gli scompartimenti,
mi sporgo e sto in silenzio.

ATTILA JOZSEF, TR. UMBERTO ALBINI

GELOSO

Geloso delle gocce di pioggia
che troppo somigliano a baci
degli occhi di tutto ciò che risplende
geloso

geloso geloso degli specchi
dei morsi dell’ape
dell’oblio della memoria
dell’abbandono del sonno

Del marciapiede che ha scelto
delle mani del vento che leggere la sfiorino
mia viente gelosia
che mi risveglia nel sogno

Geloso d’un canto d’un lamento
del vuoto sguardo che turba
geloso se tace
geloso della sua carta bianca

Di un riso o d’una lode
di un brivido se è inverno
dell’abito che cambia
dell’abito che cambia
a primavera con gli alberi verdi

Di vederla mare il fuoco
di un ramo che la segue
di un pettine nei suoi capelli
all’alba di mezzanotte

Di chi dunque è innamorata
che porta i suoi gioielli
ah la notte mi tormenta
con le ombre maliziose

Geloso di ogni stagione
da mille chiodi trafitto
da perderne la ragione
geloso come un cane geloso

Geloso della terra intera
se arriva un po’ in ritardo sono
mistero i suoi gesti

Geloso geloso delle chitarre

LOUIS ARAGON, TR. GILBERTO FINZI

sabato 4 settembre 2010

da SULLA TOMBA DI MIA MADRE

Quanto aspro sembra il dolore dopo un’alba di speranza?
Stai alla porta della morte – la vedi chiusa;
ci viene restituita, ci salutiamo con entusiasmo,
ci precipitiamo tra le braccia, - non ci sei più!
Così la luce brilla solo per rompere,
e poi la notte sembra doppiamente notte.

GUSTAV GEIJER, TR. MONICA CORBETTA E MICHELA ZURRA

VIAGGIO CHEVALE IL RITORNO

In attraenti distanze molto viaggiai
per lacrime, vino, pioggia e argilla...
E ciò che dalla profondità mi restituisce
insegna con voce quieta quasi fosse tempo:
"Importante non è che tu sia senza tetto,
un viaggio dolorosovale il ritorno..."

TOMAS ARUNAS RUDOKAS, TR. PIETRO U. DINI

giovedì 2 settembre 2010

CON UN DISEGNO

Guarda in questo specchio incantato
un sogno, come cara e buona
sotto le ali del suo Dio
la nostra amica sofferente riposa.

Senti come essa sollevandosi
ha lottato fuori dall’onda della vita;
guarda la tua immagine di fronte a lei,
e il Dio che per voi sofferse.

Senti tutto ciò che io ho sentito
Nell’aria fluttuante di questo crepuscolo,
quando con ansiosa tensione
mi sono provato in questo disegno.

JOHANN WILHEM GOETHE, TR. DARIO DEL CORNO

mercoledì 1 settembre 2010

LACONICO

Tanto mi accese la febbre di morte che il mio bagliore si
rifranse nel sole.

E ora m’invia alla perfetta sintassi della pietra e
Dell’aria,

Dunque, quello che cercavo, sono.

Estate di lino, cauto autunno,

Impercettibile inverno,

La vita paga l’obolo della foglia d’olivo

E nella notte del desiderio con un piccolo grillo di nuovo decreta
La legalità dell’imprevisto.

ODISSEAS ELITIS, TR. PAOLA MARIA MINUCCI

martedì 31 agosto 2010

OCHE SELVATICHE

Strilli di oche selvatiche,
tutte chiacchiere
intorno a me.

YOTARO ISSA, TR. KITARO NISHIDA E GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

lunedì 30 agosto 2010

NON TI RIDO' INDIETRO

Io restituisco tutto,
ammesso che sia possibile farlo,
ma non ti ridò indietro
gli occhi.

Da dentro di me guarderanno
te ed un lago azzurro
e tutto quel che ancora ci è dato
di guardare in questa terra.

Io restituisco tutto,
ammesso che sia possibile farlo,
ma non ti ridò indietro
gli occhi.

ENDRE ADY. TR. ROBERTO REPACI

domenica 29 agosto 2010

LE MIE ORE, I

Fui uomo fui pietra
Fui pietra nell’uomo uomo nella pietra
Fui uccello nell’aria spazio nell’iccello
Fiore nel freddo fiume nel sole
Rubino nella brina

Fraternamente solo fraternamente libero.

PAUL ELUARD, TR. FRANCO FORTINI

sabato 28 agosto 2010

Il vento mi attraversò,
scosse ogni fiore,
che vestiva la mia morte:
anche gli stormi imparano a cantare
per la tristezza, la malinconia,
posi la testa tra le mani.
Se troverai la vita in giardino,
vieni, spezzala:
ripiantala così lontano
finché nessun ricordo più
arriverà a tracciarne l’ombra.

MERJA VIROLAINEN, TR. ANTONIO PARENTE

venerdì 27 agosto 2010

Non sei nel libro, non nell’Orologio
non sei nel tempo smarrito
del bosco nero, ché forse
qui c’è solo il detrito
della memoria, e l’elogio,
senza rimedio, dell’ore trascorse.

CARLO LEVI

giovedì 26 agosto 2010

NON E'

“per una selva oscura”

lL poesia non è
che un discorrere nella penombra
del forno vecchio, quando,
lontani tutti, crepita
fuori il profondo bosco; poesia

non è che le parole
già amate, che col tempo
cambiano luogo e sono
nient’altro che una macchia, una
speranza che non dici;

la poesia no n è
che la felicità, un discorrere
nella penombra, tutto
quanto è svanito ed è
ormai silenzio.

ELISEO DIEGO, TR. FRANCESCO TENTORI MONTALTO

mercoledì 25 agosto 2010

SEGNI E SEDI

Morale breve di un perfetto amore
drato il giusto (e nemmeno un momento
di più): se terminò senza scalpore,
fu che in lui i segni più forti e veementi
non apparvero poi di gran momento.

Perché l’amore, quando c’è, non chiede
Cos’è l’amore, e detesta bluffare.
Né notti interminabili richiede.
Gli basta solo di poter portare
le cose giuste nella giusta sede.

NASOS VAGHENAS, TR. FILIPPOMARIA PONTANI

martedì 24 agosto 2010

COMUNIONE SEPARATA

In camere divise
la notte li congiunge.
Sentono il suonatore d’organetto,
l’invisibile Terzo.

La propria porta
è la loro stessa morte,
il colloquio della vita
giunge dalle pareti,
di volta in volta li ricopre
con canti mai eseguiti
per niente.

Fuori strappano l’erba
per ciò che è rimasto,
nelle chiome se la gettano
come colore che si estingue.

Laddove la rinuncia è il cuore:
l’occultante
timore della pelle.

La sua remota peluria
custodisce il movimento.

Tu la sfiori.

ALFRED KOLLERITSCH, TR. BEATRICE DONIN

lunedì 23 agosto 2010

SOLO E IN COMPAGNIA

Sono solo.
Tra te e me un muro invalicabile,
tra te e me un fiume inattraversabile,
tra te e me distanze incomprensibili.

Sono in compagnia.
Sui miei abiti l’abilità delle mie mani,
nel mio cibo il tuo sudore,
nella mia dimora la tua amorevole cura.

Vivo solo,
ma anche in compagnia.

Ecco perché ciascuno di noi
deve anelare a uguaglianza e armonia

KU SANG, TR. VINCENZA D’URSO

domenica 22 agosto 2010

LINGUE

Molte lingue
volano per questo mondo
collidono, generano scintille
talvolta è odio
talvolta è amore

L’edificio della ragione
collassa silenzioso,
cesti intrecciati di pensieri
sottili come strisce di bambù
si riempiono di funghi velenosi ciechi

Quegli animali ulle rocce
han corso calpestando i fiori,
un dente di leone cresce segretamente
in qualche angolo
il vento ne porta via i semi

Molte lingue
volano per questo mondo
ma la produzione di lingua
non può accrescere o diminuire
il dolore silenzioso dell’umanità.

BEI DAO, TR. ALESSANDRO RUSSO

sabato 21 agosto 2010

ANCORA UNA FARFALLA

Succhia il fiore fino in fondo,
nascendo come un frutto nuovo.
Nel respiro di un sogno corrugato
ora s’ingrossa, ora cala.

Tremola sulla sue ali,
nastri frementi di velluto,
non solo armonia di riflessi,
ma ombra di sgorbio dimenticato,

due volte mitata di aspetto
nell’oblio si è fatta più bella,
irrompendo nell’evidenza solare
da un soffocante corpo altrui.

ALEXANDRA PETROVA, TR. PIETRO ALESSANDRINI

venerdì 20 agosto 2010

Non voglio al mondo dir l’affanno
che in fondo al cor sempre ho celato:
sol la coscienza e Dio sapranno
quanto ho sofferto e quanto amato.

A lor dirò l’animo mio,
da lor vorrò compatimento;
e mi punisca pure Iddio
che immaginava un tal tormento.

Del volgo zotico il garrito
non può un cor nobile attristare,
e contro il masso di granito
infuria invan l’onda del mare.

Ei fra le nubi erge la testa,
di cielo e terra ospite altero,
e fuor che ai tuoni e alla tempesta,
a niuno affida il suo pensiero.
MICHAIL LERMONTOV, TR. GIOVANNI GANDOLFI

giovedì 19 agosto 2010

PAN

Sopra la rupe, coperto di foglie secche,
giace Pan: è vecchio e cieco,
le sue palpebre sono di selce.
Invano egli tenta di sollevarle,
i suoi occhi sono chiusi
come chiocciole nel tempo dell’inverno.

Gli cadono sulle labbra calde gocce di rugiada:
una
due
tre.
La natura disseta il suo Dio.

Ah, Pan!
Io lo vedo: egli tende la mano, afferra un ramo
E sfiora con carezza leggera
le gemme.

Tra i cespugli ecco che viene un agnello.
Il Dio cieco l’ode e sorride,
perché Pan non conosce gioia più grande
del prender tra le palme
dolcemente
la piccola testa degli agnelli
cercando sotto i riccioli di lana
morbidi e corti
le loro minuscole corna.

Silenzio. Intorno,
dal fondo della sofferenza,
le caverne sbadigliano. Anche Pan
sbadiglia, poi sistende e dice:
Grandi e calde sono le gocce della rugiada,
le piccole corna spuntano,
gonfie e pesanti sno le gemme.
Che sia la primavera?

LUCIAN BLAGA, TR. DRAGOS VRANCEANU E MARIO DE MICHELI

mercoledì 18 agosto 2010

TUTTO E' VANO

Tu vedi, dovunque guardi, soltanto vanità sulla terra.
Quello che uno costruisce, è distrutto domani da un
[altro,
dove vivono città, domani vedrai un prato
e un pastorello vi giocherà con la greggia.

Quello che ora fiorisce fastoso, verrà calpestato tra poco.
Quello che ora presume tanto e si vanta sarà cenere e ossa
[domani.
Nulla v’è che sia eterno, non metallo, non marmi.
Sosterrà il gioco del tempo, il fragile uomo?
Ah, ciò che stimiamo prezioso, cos’è tutto questo,

se non meschina nullità, polvere, vento e ombra,
se non fiore di prato che più non si ritrova?
Ma non trovi nessuno che voglia pensare all’eterno.

ANDREAS GRYPHIUS, TR. S. LUPI

martedì 17 agosto 2010

SIMONE CIRENEO

Egli non mi disse parola
Eppure mi chiamò per nome;
Egli non mi fece un cenno
Eppure io capii e venni.

Dapprima dissi: “Non porterò
La sua croce sul dorso;
Egli vuole caricarla lì
Solo perché ho la pelle nera.”

Ma Egli moriva per un sogno,
Ed era molto mite,
E nei suoi occhi splendeva una luce
Che gli uomini fanno molta strada per trovare.

Fu Lui a conquistare la mia pietà;
Io feci per Cristo soltanto
Ciò che tutta Roma non avrebbe potuto ottenere
Coprendomi di lividure a frustate e sassate.

COUNTER CULLEN, TR. CARLO IZZO

lunedì 16 agosto 2010

STAGIONI, III

Come ad una ad una le foglie mutano
e dove sarà cominciato questo riposo dei campi.
Credo dalla primavera lontanissima
qualche erba non vista si spense per questo tramonto
e maturava questo odore di vigna,
questo pianto quieto dei grandi monti.

FRANCO FORTINI

domenica 15 agosto 2010

LIED-AUBADE

Ma tu dimmi, ti prego,
perché tarda
tanto l’alba.
Dove
sono,
non li sento
ancora,
quei rari
che dichiarano:
è giorno, e ne ripetono
l0annuncio e ne ribattono
forte
il conio da selce a selce
allegramente scarpinando…
Non li sento, non ci sono.
E gli uccelli persi
nell’universo loro, muti,
fino a quado?

MARIO LUZI

sabato 14 agosto 2010

ULISSE

Il mito è il nulla che è tutto.
Lo stesso sole che apre i cieli
è un mito brillante e muto –
il corpo morto di Dio,
vivente e nudo.

Questi, che qui approdò,
fu nel suo non esistere.
Senza esistere ci bastò.
Per non essere venuto venne
e ci creò.

Così la leggenda scorre
penetrando nella realtà,
e a fecondarla trascorre.
Più giù, lsa vita, metà
di nulla, muore.

FERNANDO ANTONIO NOGUEYRA PESSOA, TR. FRANCESCO ZAMBON

venerdì 13 agosto 2010

ULISSE

Troppi combattimenti ho visto,
troppi mugolii di innamorati ho sentito,
ho sempre viaggiato troppo lontano.

Una scatola ottica ha sostituito il mio occhio,
una scatola sonora ha sostituito il mio orecchio.

Troppo fango,
troppe carogne là dentro.
Troppa gioia.

Mi nascondo ora tra gli amanti,
questi mendicanti.

HUGO CLAUS, TR. FRANCO PARIS

giovedì 12 agosto 2010

NEL SERENO

Si squarcia il velo greve dell'autunno,
nel sereno
si alza il fumo di chisà cosa.

SHIKI, TR. GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

mercoledì 11 agosto 2010

ADORAZIONE DELL'AMORE

Continuate il dono e l’offerta d’amore,
non vogliamo sguardi assenti;
dovunque si levi lo sguardo
vogliamo le ampie vie dell’amore!
È la festa sacra della vita.
Se la vita s’è riempita d’un tal attimo,
e quell’uomo va fiero di questo,
quest’orgoglio non è certo un difetto!
Si trova ad avere smarrito se stesso.
Vivere ed aver smarrito la coscienza di sé
È gran cosa,
è un dono supremo.
Anche una piccola goccia ha pervaso l’immensa distesa
del mare;
tale amnesia di se stesso
è la vera coscienza di sé;
chi ha potuto conoscer se stesso,
anche legato, ha la Libertà assoluta;
è l’uccello ed è anche il suo nido,
è l’azzurro del cielo,
è il cielo, è il volo.

BHAWANI PRASAD MISHRA, TR. GABRIELLA BRUNI

martedì 10 agosto 2010

METAMORFOSI DI UNA NOTTE D'ESTATE

I tuoi fianchi son fuoco.
La tua bocca è una stella bruciante.
Io sono un lembo sottile di nebbia in lontananza.

Io sono una tempesta,
una muta buia tempesta sulla riva del buio e del silenzio.
Incorporea vampata che brucia sul tuo petto.

...... Zitta zitta -
e tu sei la notte chiara e il vino selvaggio,
lo spazio e la tenda leggera alla finestra,

un chiaro fondo di sabbia
sotto l'acqua che verde scintilla come il giorno che sorge.
Una mano leggermente posata sulla mia - e un respiro.

MORTEN NIELSEN, TR. MARIA GIACOBBE

AMPIE SILLABE

Che il mio piede ti svegli, di ombra in ombra
sono sceso fino al fondo della patria.
Di foglia in foglia, fino a urtare nella radice
amara della mia patria.

Che la mia fede t’innalzi, d’abisso in abisso
sono uscito alla luce della speranza.
Di spalla in spalla, fino a vedere un popolo sul piede
di pace, issando un’alba.

Che la mia voce brilli libera, di lettera in lettera
Ho strofinato contro l’aria le parole.
Ah, le parole. Qualcuno – sotto il sole –
ha fatto di ghiaccio le labbra di Spagna.

BLAS DE OTERO, TR. ELENA CLEMENTELLI
vi assicuro che è nato un fiore.
Il suo colore non si vede.
I suoi petali non si aprono.
Il suo nome non si trova nei trattati.
E' brutto. Ma è un fiore vero.

Mi siedo sul selciato della capitale alle cinque del pomeriggio
e lentamente sfioro con a mano la mia forma malsicura.
Dalla parte delle montagne nubi massicce si addensano.
Piccoli punti bianchi si muovono in mare, galline in pànico.
E' brutto. Ma è un fiore. E' riuscito a sfondare
l'asfalto, il tedio, lo schifo e l'odio.

CARLOS DRUMMOND DE ANDRADE, TR. RUGGERO JACOBBI

sabato 7 agosto 2010

I FIGLI DELLA TERRA

Gli astronauti figli della terra
ti girano intorno
luna di piena estate.
Chiedono all'invisibile un segno
la segreta ricerca che mi tormenta;
ma dal planetario silenzio
giunge solo l'armonia
di un impercettibile vento.

BIAGIA MARNITI

venerdì 6 agosto 2010

Simile a quest’albero che adagio lascia cadere le foglie,
Io pure lascio cadere le mie parole tristi.

E se un giorno il vento
Le dovesse riunire come zavorra inutile,
Allora dite che il boschetto d’oro
Ha smesso per sempre il suo amato linguaggio.

SERGEI ALEKSANDROVIC ESENIN, TR. CURZIA FERRARI

XXIX IL SOGNO DI ABITARE

Il sogno di abitare in una donna,
delirio delle sere sensuali
s'ingiglia entro viventi cattedrali
dove il terrore dolcemente assonna
nelle affettuose tenebre ogivali

e la spirante musica che incurva
le dolci spalle e il liscio delle guance
sembra librata sopra le bilance
che pesano il silenzio delle viole

discese sotto l'occhio che già naufraga...

GIORGIO VIGOLO

mercoledì 4 agosto 2010

E il cuore mi batte sempre più forte,
E parlo, parlo senza sapere ciò che dico.
Come tutti voi anch'io sono al termine della mia strada,
Anch'io sono un uomo finito.

Si sgretola il casolare lontano,
Il cane è morto da tempo, di vecchiaia.
Crepare nei vicoli di Mosca,
Ecco il mio destino.

SERGEJ ALEKSANDROVIC ESENIN, TR.CURZIA FERRARI

martedì 3 agosto 2010

Anche nel sonno vedo,
e pure sveglio, ah sì, vedo;
in fondo,
questo mondo effimero
è invero un sogno.

KI NO TSURAYUKI, TR IKIKUO SAGIYAMA

lunedì 2 agosto 2010

SERA

In cielo si raccoglie il vento,
il vento purpureo di domani,
e di nuovo l'amore,
di nuovo da tempo immemorabile
da lontano impedisce la morte.

JAN SKACEL, TR. ANNALISA COSENTINO

domenica 1 agosto 2010

SOLO

Non è bene che l'uomo sia solo
ma in ogni modo è solo.
Attende solo
e si attarda solo
e lui solo sa
che anche se tardi

essa verrà.

NATAN ZACH, TR. ARIEL RATHAUS

sabato 31 luglio 2010

Né di zucchero
né di miele...
è fatto di fatica
e preoccpazioni
di ricordi
e sogni
di durezza
e aridità
d'erba e d'acqua
forgiato nell'illusione
e nella paura...

MARAM AL-MASRI, TR. MARIANNA SALVIOLI

venerdì 30 luglio 2010

anche quando
non ho abbastanza da mangiare,
in fondo alla mia scodella
di zuppa di riso appare
la mia ombra

DAIGU RYOKAN, TR. KANTARO NISHIDA E GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

giovedì 29 luglio 2010

Sono un poeta, ma sarei rifiutato
anche se declamassi versi senza voce.
___ Che importa?
Allegri diavoletti canteranno per me.

Credete a me, avevo preso ogni precauzione
annusando il sospetto come un segugio.
Sono un poeta, mio solo diritto è il rogo,
perché sono testimone della verità.

Sono un tale che afferma
bianca la neve, rosso il sangue, verde
il lanoso gambo del papavero.

Un tale che sarà infine assassinato,
proprio per non aver mai ucciso.

MIKLÓS RADNÓTI, TR. BRUNO DELL’AGNESE E ANNA WEISZ RADO

mercoledì 28 luglio 2010

Il mio Signore si nasconde ,
e, in modo meraviglioso,
il mio Signore si rivela
Il mio Signore mi ha circondato
di fatiche, e il mio Signore
ha annullato ogni mia limitazione.
Il mio Signore reca parole
di dolore e parole di gioia.
Egli stesso ne sana il contrasto.
Desidero offrire corpo e mente
al mio Signore. Desidero rinunciare
alla mia vita. Ma non potrò mai
dimenticare il mio Signore!

KABIR, TR. BARBARA BREVI

martedì 27 luglio 2010

MI CERCHI CON LA BOCCA

Mi cerchi con la bocca
Come il cielo la porta.
La tua ragione è crollata sotto folli parole.
Anch'io sono crollato
Sotto le mura della tua città.
Perché si è oscurato il sole?
Perché sono esplosi i vulcani
Tra ribollimenti e fiamme?
Ricade come neve la cenere
O è il silenziio che segue allo schiamazzo
Della notte d'amore?
Sono ceneri e silenzi futuri!
Così dicono le civette e anche tu,
Il tuo terremoto
Ha le ali di un uccello gigantesco.
Ma ecco, hai paura!
Non c'è nessuno.
Un bambino ha picchiato alla porta
Dall'al di là
Dal domani.

MIHAI BEBIUC, TR. DRAGOS VRANCEANU ED ELIO FILIPPO ACCROCCA

lunedì 26 luglio 2010

SAN SAVA

Attorno alla sua testa volano le api
E formano il suo vivo cerchio dorato

Nela sua barba fulva
Cosparsa di fiori di tglio
I tuoni e i lampi giocano a nascondino

Dal suo collo pendono catene
che si scuotono nel loro sonno di ferro

Sulla sua spalla fiammeggia il gallo
Nella sua mano il sapiente bastone canta
Il canto dei cammini incrociati

Alla sua sinistra scorre il tempo
Alla sua destra scorre il tempo

Egli cammina sull'asciutto
Accompagnato dai suoi lupi

VASKO POPA, TR. LORENZO CASSON

domenica 25 luglio 2010

Igiorni di cui faremmo a meno
sono quelli in cui muore una funzione
un amico o la natura - quando sperduti
nella nostra economia -

le nostre previsioni tranelli -
i traguardi illusioni -
lasciamo andare il tempo
perdendo l'aritmetica -

EMILY DICKINSON, TR. MASSIMO BACIGALUPO

sabato 24 luglio 2010

Una freccia per andare a segno non può
deviare molto. Ma un buon tiratore
calcola la distanza e il vento.
Così, quando miro a te, miro un po' più alto.

OLAV H. HAUGE, TR. FULVIO FERRARI

venerdì 23 luglio 2010

IMMAGINI DELLA STRADA, 3

Buia è la salita, buia è la casa -
ma ancor più buia la sua cantina -
sotterranea, nessuna feritoia -
il collo della cantina fa da collo e finestra -
e laggiù nell'angolo piùbuio
sui scorge una dinamo ronzante,
che sprizza scintille attorno alla ruota;
nera e sinistra, occultamente
macina luce a tutta la contrada.

AUGUST STRINDBERG, TR. GIACOMO OREGLIA

giovedì 22 luglio 2010

ESPLORAZIONI

Se siamo ciò che siamo, che saremo
se non quello che siamo? Siamo, abbiamo
sei piedi e settant'anni, per vedere
la luce, e abbandonarla per la tomba.
Mondi non siamo, no, né infiniti,
non abbiamo diritti sulla pietra
tranne quello di testimoniare
nell'invenzionedella città uman
la morte, noi stessi, il nostro amore.
S'alza lq torre simile a una freccia
dall'orlo della terra verso il cielo,
nllo stagno stellato in alto e in basso,
tuffanndosi e scalando il nostro mondo
per rendere più angusta la distanza
tra il mondo che tu hai chiuso negli occhi
e il mondo luminoso che indietreggia.

STEPHEN SPENDER, TR. ALFONSO RIZZARDI

mercoledì 21 luglio 2010

FORESTA

Balenano occhi di belve, fuochi di briganti.
Mi sono ingrandito accanto a te, come una foresta.
Se tu dessi una radura alle mie fiere,
mansuetudine ai tapaci che ho in me!
Tàgliati una strada attraverso me, se hai un dio.
O cercalo qui.
GYULA ILLYES, TR. UMBERTO ALBINI

martedì 20 luglio 2010

DIFFERENZE

Fra Hölderlin e la follia di Hölderlin
ci sono differenze.
La poesia non è un destino.
Nessuno sa chi sia la poesia per se stessa.
Nel recinto del cielo ci sono gabbie
senza stelle né dolore. La
bambina che voltò l’angolo
in lacrime è assurda? Come
il suonno dells mis fsme oggi? L’insania
vaga per le strade? Si ferma
in una casa qualsiasi?
La tua?

JUAN GELMAN, TR. LAURA BRANCHINI

lunedì 19 luglio 2010

Quando i bimbi giocano
e li odo giocare,
qualcosa nella mia anima
comincia arallegrarsi

e tutta quell'infanzia
che non ebbi mi viene
in un'onda di allegria
che non fu di nessuno.

Se chi fui è un enigmi,
e chi sarò visione,
chi sono almeno questo
sento nel cuore.

FERNANDO ANTONIO NOGUEIRA PESSOA, TR. ANTONIO TABUCCHI

domenica 18 luglio 2010

J’étais venu pour être seul
devant les campagnes désertes
Les soleil sourcillait à peine
Sous de petits buissons d’epines

Le vent paraissait dissiper
le sillage d’ombres des arbres
Ne glissaient-ils pas sur les prés
Entre les étincelles d’eau

comme des mâtures lointaines
J’avais oublié que les champs
les pierres les ombres mouillées
ôteraient à mon amertume

La douceur du monde est lointaine

JEAN-PIERRE COLOMBI

sabato 17 luglio 2010

GIOCO DI SPECCHI

Non so perché
fra tutte le mani
di tutti quei bambini
io ero sempre che afferravo
la luce iflessa
sul muro dal suo specchio.
Lei, qui attorno la più bella.

SUNAY AKIN, TR. LAURA ROTTA E GIAMPIERO BERLINGERI

venerdì 16 luglio 2010

VOCAZIONE ALL'ESSERE

Il mattino!
L’odore d’intemperie con rugiada s’allarga,

Cerca vergine
Spazio, profondità nel vento irrespirato,

E l’erba
Novellamente apparsa, affacciandosi appena

Col suo verde
Puerile alle zolle, da una grazia rimosse,

D’improvviso
Potenzianell’attonito la vocazione ad essere.

JORGE GUILLÉN, TR. ORESTE MACRI’

giovedì 15 luglio 2010

Con la foia dello sguardo, dalla cima del colle,
domino le fronde rilucenti del vigneto,io, Pan.
Non mi oppongo ai tuoi indugi,passante, se desideri
cogliere un bel grappolo d'uva per la tua gola.
Ma se mediti, furtivo, una rapina, mi troverai
pronto a farti assaggiarti il mio bastone.

MECIO, TR. LUCIO KLOBAS

mercoledì 14 luglio 2010

LXVIII

Gli amici mi avevano detto:
Aspettaci qui, torneremo a prenderti.
E solo ad aspettare
un'ora, due ore.
Si fa notte: gli amici
si sono scordati: non vengono più.

Stai lì solo,
terribilmente solo.
Ecco cosa vuol dire essere morti;
si scordano di passare a riprenderti.

GIORGIO VIGOLO

martedì 13 luglio 2010

Nel notturno silenzio il vago bisbiglio
della nebbia che sale sul lento ondeggiare
delle calme pozzanghere dall'anima 'azzurro.
Io sento il tenue sorriso cui brividiscono, in sogni

di fioriture segrete, i rami segreti delle acacie
ingioiellati in un vivo aggocilio di rugiadi;
sento le mille voci della Vita che tace
fluirefluire a me dai campi, dai moniti della strade,

fluttuar nel mio cuore come l'aria calma
il fumo del camino. Ma infine tutti i suoni
io sento ad uno ad uno, quasi un voto s'adempia,
confondersi col ritmico pulsar della mia tempia.

ARTURO ONOFRI\

lunedì 12 luglio 2010

TU ASCOLTI IL MIO CUORE MALATO

Cercando te sulla strada, nella lotta,
avevo un cuore ardito e forte
e cantante, sonoro.

Ora è tanto malato, consunto:
il tuo grande volere amoroso
soltanto ne tiene il battito.

Se risuonasse ancora, selvaggio,
direbbe un inno di voluttà e di pena,
e quell’inno sarebbe un inno per te.

È già un inno che io ti abbia trovato,
con molte colpe e con molto errare,
ma sono vivo e non nella morte.

E, se solo un’ora ha cantato
presso di te la sua canzone,
non debbono maledire le mie labbra.

Con cuore malato, uomo di fede,
io ti confido, mia piccola compagna,
con amore raccolto e triste:

Non ascoltarne la musica malata:
il mio cuore è buono, perché tu vi dimori.
Vivono le ore i nostri cuori.

ENDRE ADY, TR. PAOLO SANTANGELI

domenica 11 luglio 2010

Dire che il mio amore era
anello o bracciale,
il mio amore era assedio
erano gli ostinati
che navigavano verso la loro morte, sempre in cerca.
Non dire che il mio amore era
luna,
perché era scintilla.

ADONIS, TR. FAWZI AL-DELMI

sabato 10 luglio 2010

come se ti perdessi, così ti amo.
come se ti vedessi (fave dorate
sotto il giallo) così ti afferro brusco
Inamovibile, e ti respiro intero

Un arcobaleno d'aria in acque profonde.

Come se tu mi permettessi tutto il resto.
Io mi fotografo in portoni di ferro
Ocra, alti, e io invece diluita e minima
Nella dissoluzione di ogni commiato.

Come se ti perdessi sui treni, nelle stazioni
O contornando con specchi di acque
Rimovente uccello, così ti unisco a me
Di reti e di bramA inondata.

HILDA HILST, TR. SILVIA CASTRO

venerdì 9 luglio 2010

Dimenticare non puoi
se levigato mi hai il cuore.
Fui bimba amorosa
che modellavi nel fuoco
con soffi sottili come il vento d'autunno.

BIAGIA MARNITI

giovedì 8 luglio 2010

La conoscenza è nella nostalgia.
Chi non si è perso non possiede.

PIER PALO PASOLINI

mercoledì 7 luglio 2010

Come ben sai, con tubinìo di gemiti
è primavera ancora:

brindiamo con quel vino che ben sai,
brindiamo a quel suo volto,
ed io m’immolerò,
tra fiamme alte d’incendio,
a evitar che sia danno
agli angeli, ben sai.
Sì, lontano da te
non ha pace l’anima, lo sai,
ma un cenno tuo l’accheta.
Mi trafiggi e nel cuore,
per questa morte mia,
non t’aspetti condanna, eppure sai
che giustizia vorrebbe sua misura.
Sul volto tuo remoto
ecco Rohi s’affigge:
ben lo sai, ma ai rivali
graziosa dai convegno.

KHUSHHAL KHAN, TR. LUCIA SERENA LOI

Commissioner for Human Rights

Commissioner for Human Rights

martedì 6 luglio 2010

GOLA

Oltre ogni speranza di accesso
Il tuo regno inizia; questa è la mia frontiera.
Tra noi ululano i fantasmi di morti di tanto tempo fa,
Ma il ponte che attraverso, nascosto alla vista
Anche in pieno giorno, sulla golasenza fondo
Vibra e fa eco sotto i miei forti passi
Perché io ho bisogno di te.

ROBERT GRAVES, TR. MARISA SARACINO

lunedì 5 luglio 2010

Pena d'amore cercava un luogo
che fosse del tutto brullo e solitario:
trvò allora il mio cuore desolato
e in quel vuoto fece il suo nido.

j. W, GOETHE, TR. ROBERTO FERTONANI

domenica 4 luglio 2010

Se io, ancir che nessuno
potessi avere sul volto
quel lampo fugace
che quegli alberi hanno,

avrei quella gioia
che le cose al di fuori,
perché la gioia è dell'attimo;
dispara col sole che gela.

Qualunque cosa m'avrebbe meglio
giovato della vita che vivo:
vivere questa vita di estraneo
che da lui, dal sole, mi era venuta!

FERNANDO PESSOA, TR. ANTONIO TABUCCHI

sabato 3 luglio 2010

NELLA VALLE NON RESTA L'ANSIA

Nella valòle non resta l'ansia
Sale al cielo e diventa polvere
Camuffa le ombre, anche il cielo oscura
Le braccia potese non la raggiungono

Ma gli occhi della mente non saranno serrati
Come una vergine che custodisce la sua gelosia

Ansia da ogni punto cardinale
Tocca la superficie di ogni tristezza
Fa tremare il petto, l'anima ferita
Le braccia protese non la raggiungono

YUDHISTIRA AMN MASSARDI, TR. GIULIO SORAVIA

venerdì 2 luglio 2010

Registrare
in questa memoria
al contrario
da dietro
in avanti
le parole
che rstano
così
misteriose
e poi
sillabarle
dalla fine
al principio,

CARLOS DE OLIVEIRA, TR. GIULIA LANCIANI

giovedì 1 luglio 2010

Oh, che gusto ci dà fare gli ipocriti
e quanto facilmente i noi si oscura
l’idea che siamo vicini alla morte
più nell’infanzia che inetà matura.

Il bimbo, occhi di sonno ancora gonfi,
succhia un resto di offesa dal piattino;
io non ho più a chi tenere il broncio
e su ogni via solo m’incammino.

Ma non prenderò sonno come un pesce
nel deliquio avvolgente dei fondali,
ché ho troppo cara la libera scelta
di tutte le mie pene e i miei travagli.

OSUP MANDEL’STAM, TR. REMO FACCANI

mercoledì 30 giugno 2010

IL MAESTRO DI TARCA (IV)

Disse il Maestro
di Tarca:

Prendi la cicala
per l'ala.
Almeno
porterai il canto
fraa le mani.

PABLO ANTONIO CUADRA, TR. FRANCO CERUTTI

TAUTOLOGIA

A ogni frase, incastrata nella riga,
impigrita dentro la scrittura,
si dice anche che noi
siamo soli ul declivio

ALFRED KOLLERITSCH, TR. RICCARDO NOVELLO

lunedì 28 giugno 2010

SEPARAZIONE

Sì, la volontà ha deciso. Ma come può il cuore
che giace molto al di sotto della superficie
delle livellate ragioni che l’occhio vede –
come può l’occhio decidere
di bandire per sempre questo cuore amato?

Agli occhi stellati, tra le canne del buio,
rinunziare? Alla luce dentro la cecità del corpo?
Per dimostrare che erano perdute in ogni modo
e accettare i moncherini incespicanti della consolazione?

Sotto il sonno, sotto il giorno,
sotto la terra, nella galleria del midoll,
amore immutabile giura che tutto è immutato, e sa
che ciò che non ha rimane ancora quanto possiede.

STEPHEN SPENDER, TR. ALFREDO RIZZARDI

domenica 27 giugno 2010

IO SONO QUELLO CHE NON PIU' TARDI D'IERI DICEVA...

Sento dire che siamo alla vigilia,
per me, non so nemmeno dove siamo.
Ai piedi rami d'iombra e ancora rami
d'ombra al balcone dell'agonia.

Dolcezza della luce: triste raggio
del giorno che scompare. Scompariamo.
Più che schiarire l'alba, noi ombreggiamo
il ventaglio della notte fredda.

Preferisco forgiare un'alba bella
per me solo. Per te: ma in tutti i modi
farete bene a non contarci troppo.

Atri vedranno ciò che non vedemmo.
E io non so, con l'ombra fino ai gomiti,
per che cosa nasciamo, a che viviamo.

BLAS DE OTERO, TR. ELENA CLEMENTELLI

sabato 26 giugno 2010

Les eaux et les forêts

La clarté de ces bois en mars est irréelle,
tout est encore si frais qu’à peine insiste-t-elle.
Les oiseaux ne sont pas nombreux ; tout juste si,
très loin, où laubépine éclaire les taillis,
le coucou chente. On voix scintiller des fumées
qui emportent ce qu’on brûla d’une journée,
la feuille mort sert les vivantes couronnes,
et suivant la leçon des plus mauvais chemins,
sous les ronces, on rejoint les nid de l’anémone,
claire et commune comme l’étoil du matin.

PHILIPPE JACCOTTET

venerdì 25 giugno 2010

Quando sarò solo una goccia di pioggia,
un impulso appena verso la luce che sgorga
nel suo rumore di filo d'erba o nel filo dell'aria
che colpisce e colpisce la materia tellurica,
forse qualsiasi nuvola mi porterà in alto,
verso le brezze più soavi che soffiano dall'est
con la sua alata cadenza di infiniti prodigi.

Sarà come guardare il principio del mondo,
come scendere piano dalla pioggia verso l'alba,
dall'alba al ricordo di una giovane famiglia,
con lo splendente mistero dii una essenza
di polline cristallino. Di nuovo la tenerezza
radiante di mia madre aprendo la finestra
al fertile firmamento dove inizoa la vita.

JUSTO JORGE PADRON, TR. GAETANO LONGO\

giovedì 24 giugno 2010

SIRVENTESE IN FORMA DI BOLERO SUGLI ANGELI SUPERSTITI DI AZNECIV, V°

Avevo ali? Il chicco di fosforo ceduto
dallo specchio alle mie pupille è quanto
rimane di un gran sole del passato?

Dò la chiena allo specchio, torcendo il collo scruto
le magre scapole dove rispunta
il dolore di ciò che sono stato.

FERNANDO BANDINI

mercoledì 23 giugno 2010

Sono un bell'uccello
la mattina mi scrollo, dico
Me ne infischio! l'anima mi diventa
d'un bianco margheritina
Sono
il bell'uccello fenice
ma attraverso questo
non volerò mai più

SARAH KIRSCH, TR.I. A. CHIUSANO

martedì 22 giugno 2010

Tutto quello ch'io so
è un messaggio ogni giorno
dall'immortalità.

Tutto quello ch'io vedo
è il presente e il domani,
forse l'eternità.

Ed il solo che incontro
è Dio, la sola strada
l'esistenza;
di là

da questa, se altre cose
vi saranno o visioni più mirabili,
ve lo dirò.

EMILY DICKINSON, TR. MARGHERITA GUIDACCI

lunedì 21 giugno 2010

Nella pioggia gelata
Budda soffre
per tutti gli uomini.

YOTARO ISSA, TR. G. D'AMBROSIO ANGELILLO

domenica 20 giugno 2010

Si sono presi l'un dell'altro, e subito
fu troppo poco unire dita con dita,ù
braccia con braccia, e poi labbra con labbra,
occorre di più come riscontro.

Simile a insetti viventi sotto terra,
all'improvviso divampare della luce
come profonderebbe ogni nostra molecola
nella tua notte, amore!

Ma noi restiamo sempre fuori e sopra,
e sempre qualcosa ci chiama.
Dentro i nostri corpi in una lontananza
astrale arde e arde il cuore.

GYULA ILLYES, TR. ROBERTO RUSPANTI

sabato 19 giugno 2010

NON MENTE

In me il tuo corpo fa nascere fiori
un intero tappeto nel mio corpo

sarò la tua musica
tu sarai la mia

e se in sogno griderò aiuto
dormendo col cuore desto

sarai tu il luogo
in cui mi sveglierò

abbracciata, vicina, serena
rammentando giorni lontani:

una madre che sfiora appena
un padre dalle orfane parole

solo allora so
che tutto f solo un sogno

i sogni raccontano fole
ma non mente la luce del giorno.

NATAN ZACH, TR. ARIEL RATHAUS

venerdì 18 giugno 2010

POESIA DI COMPLEANNOPERANGHARAD

Nulla trapela dalla finestra.
Fuori, il sole potrebbew essere
di un'altra stagione, solo che
per il sole non riesci a vedere; le crepe
che si diramano nel cielo sono tese

a sostenerlo. Le estremità delle cose si fissano
in luce. Questo giorno arbitrario
lo riempirai di te, mentre
dal vetro mobile vedrai gli alberi
radicati nell'aria tersa.

PATRICK MC GUINNESS, TR. GIORGIO SENSI

giovedì 17 giugno 2010

Fiori di sera:
anche quest'oggi
appartiene al passato.

YOTARO ISSA, TR. LUIGI SOLETTA

mercoledì 16 giugno 2010

Il mondo nostro non è che un abbozzo rude e indigesto,
prigioniero ancora del girar delle sere e dell'albe!
Ed il Destino è pialla che serve a spianarlo:
ancora incompleta è questa forma di fango!

MUHAMMAD IQBAL, TR. ALESSANDRO BAUSANI

martedì 15 giugno 2010

LETTERA

Ero sull'ultimo autobus dalla piazza.
La sera era torbida e greve
come acqua vuota.

Avevo la continua sensazione
che sarei salpato dal finestrino
e mi sarei unito alle nubi in cielo.

Per confortarmi almeno un poco
decisi che prima di volar via
avrei tratto un sospiro profondo.

Ché di me rimanesse qualcosa ad alta voce.

JAN SKACEL, TR. ANNALISA COSENTINO

lunedì 14 giugno 2010

Cerco nomi di luoghi nella memoria
illumino la tua nuca con una fiamma
gocce di pioggia tintinnano in fondo a un recipiente
il mio fiato scava nella nerezza del giorno
la presenza è nella pura perdita di questo fiore che vvediamo

FRANCOIS CHARRON, TR. TITTI FOLLIERI

domenica 13 giugno 2010

SEXTO EPITALAMIO

VEO
los espacios vacíos
de este mundo,
lo que hay
entre árbol y árbol,
cristalino,
entre el cielo y el mar,
lo que rodea y separa
a cada cosa
y las une:
los blancos
vivos
de la página
- con qué reverencia

CINTIO VITIER

sabato 12 giugno 2010

ATTESA

La tua voce lontana
al telefono così vicina –
e presto dalla vicinanza
la sentirò più lontana
perché dalla tua bocca alle mie orecchie
deve percorrere la lunga strada
che passa per i tuoi seni
oltre l’ombelico
e la piccola collina
e per tutto il tuo corpo
lungo il quale tu guardi
giù giù fino alla mia testa
che ha il viso
sepolto tra le tue cosce sollevate
nel vello
e nel tuo grembo

ERICH FRIED, TR. ANDREA CASALEGNO

venerdì 11 giugno 2010

I nostri corpi – sono un solo pianeta
ci scambiano i nomi
ci scambiano le viscere
i nostri corpi sono un solo sangue:
siamo gemelli nella ferita, la chiave dei giorni
delle nostre gioie e tristezze
sono i nostri corpi.

ADONIS, TR. FAWZI AL-DELMI

giovedì 10 giugno 2010




Sì, per Eros, io amo ascoltare
il suono della voce di Eliodora
più che la cetra del figlio di Latona

MELEAGRO,TR. CESARE VIVIANI

mercoledì 9 giugno 2010

ARS POETICA

Finisce il mondo e allora
bisogna scrivere versi.

Ogni giorno fortemente risoluto,
quasi tu lavorassi a un significativo
e solo a te comprensibile lavoro:
che tu edificassi palazzi o una nave
per la tua famiglia che scompare
o che tu restaurassi un tempio
d’una religione morta in altri tempi.

Bisogna scrivere versi
persino la domenica perché
è una festa e unh lavoro
che eguaglia il lavoro del sacerdote.
Ché giorno dopo giorno finisce il mondo,
finisce il mondo finanche di domenica.

Perciò bisogna scrivere versi,
giova edificare palazzi,
anche se non vi abiterà nessuno,
giova gettare le basi, pazienti,
giorno dopo giorno, poiché è la fine,
se Dio morirà prima della lingua
e la lingua prima del mondo.

AIDAS MARČENAS, TR. PIETRO U. DINI