"Amor non cerca solo il suo piacere,
né di se stesso ha ancor premura alcuna,
ma dà il suo bene all'altro, e crea un Cielo
nella disperazione dell'Inferno."
Una Zolla di Argilla calpestata
dai piedi del bestiame cantò quello,
ma un Ciottolo che stava dentro il rivo
in questo modo le rifece il verso:
"Amore cerca solo il suo piacere,
e al suo piacere vuol legare un altro,
contento pur se l'altro perde il bene,
e a dispetto del Cielo fa un Inferno".
WILLIAM BLAKE, TR. ROBERTO ROSSI TESTA
sabato 29 gennaio 2011
venerdì 28 gennaio 2011
APPUNTI SU UN COLLOQUIO
La notte udii di nuovo
le strida degli uccelli
e anche l'erba udiva.
Armistizio, carico
raso di una parola,
che rimane. Per cinquant'anni
Hitler ci ha nutrito,
adesso mangino gli altri,
noi stiamo a guardarli
crepae,
la forchetta nella strozza.
La notte udii di nuovo
le grida ddegli uccelli,
l'alato epos
della paura.
MICHAEL KRUGER, TR. ANNA MARIA CARPI
le strida degli uccelli
e anche l'erba udiva.
Armistizio, carico
raso di una parola,
che rimane. Per cinquant'anni
Hitler ci ha nutrito,
adesso mangino gli altri,
noi stiamo a guardarli
crepae,
la forchetta nella strozza.
La notte udii di nuovo
le grida ddegli uccelli,
l'alato epos
della paura.
MICHAEL KRUGER, TR. ANNA MARIA CARPI
CANTO CHE AMAVI
Io canto ciò che tu amavi, vita mia,
nel caso ti avvicini e ascolti, vita mia,
nel caso ti ricordi del mondo che hai vissuto,
nel pieno del tramonto lo canto, ombra mia.
Io non voglio restare più muta, vita mia.
Come senza il mio grido fedele puoi trovarmi?
Quale segnale, quale mi svela, vita mia?
Sono la stessa che fu già tua, vita mia.
Né intorpidita né smemorata né spersa.
Raggiungimi sul fare del buio, vita mia;
vieni qui a ricordare un canto, vita mia;
se tu questa canzone riconosci a memoria
e se infine il mio nome ancora ti ricordi.
Ti attendo senza limite né tempo.
Tu non temere notte, nebbia o pioggia.
Vieni per strade conosciute o ignote.
Chiamami dove sei, anima ia,
e avanza dritto fino a me, compagno.
GABRIELA MISTRAL, TR. MATTEO LEFEVRE
nel caso ti avvicini e ascolti, vita mia,
nel caso ti ricordi del mondo che hai vissuto,
nel pieno del tramonto lo canto, ombra mia.
Io non voglio restare più muta, vita mia.
Come senza il mio grido fedele puoi trovarmi?
Quale segnale, quale mi svela, vita mia?
Sono la stessa che fu già tua, vita mia.
Né intorpidita né smemorata né spersa.
Raggiungimi sul fare del buio, vita mia;
vieni qui a ricordare un canto, vita mia;
se tu questa canzone riconosci a memoria
e se infine il mio nome ancora ti ricordi.
Ti attendo senza limite né tempo.
Tu non temere notte, nebbia o pioggia.
Vieni per strade conosciute o ignote.
Chiamami dove sei, anima ia,
e avanza dritto fino a me, compagno.
GABRIELA MISTRAL, TR. MATTEO LEFEVRE
mercoledì 26 gennaio 2011
Si migliora a tutt'andare. Conviene
abituarsi. Sembra che la vita
si sia trasformata in un'infinita
coniugazione del verbo star bene,
che si muoia, ecco, a furia di guarire
da tutto, mal di testa, mal di gola,
malinconia - le fidate, le sole
certezze d'un tempo, o d'un avvenire
d'altri tempi... Ma no, niente paura,
anche senza far male i denti cadono,
la memoria perde colpi, la prostata
s'ipertrofizza, la vista s'oscura:
si celebra il netto d'ogni lamento
la cerimonia del disfacimento.
GIOVANNI RABONI
abituarsi. Sembra che la vita
si sia trasformata in un'infinita
coniugazione del verbo star bene,
che si muoia, ecco, a furia di guarire
da tutto, mal di testa, mal di gola,
malinconia - le fidate, le sole
certezze d'un tempo, o d'un avvenire
d'altri tempi... Ma no, niente paura,
anche senza far male i denti cadono,
la memoria perde colpi, la prostata
s'ipertrofizza, la vista s'oscura:
si celebra il netto d'ogni lamento
la cerimonia del disfacimento.
GIOVANNI RABONI
martedì 25 gennaio 2011
VENTO NOTTURNO
Vento notturno che trascina e salva la primavera,
Vento di nuvole perdute,
D'erme lontananze. Allegro funerale!
E Keatse tanti altri, che durano,
Magicamente durano,
Oltre l'oscuro inverno.
JOSE' PAULO MOREIRA DE FONSECA, TR. RUGGERO JACOBBI
Vento di nuvole perdute,
D'erme lontananze. Allegro funerale!
E Keatse tanti altri, che durano,
Magicamente durano,
Oltre l'oscuro inverno.
JOSE' PAULO MOREIRA DE FONSECA, TR. RUGGERO JACOBBI
lunedì 24 gennaio 2011
domenica 23 gennaio 2011
INCURSIONE
Questi alberi
che videro la rovina
e rimasero
feriti e spogli
non si possono
più amare
e il lutto nel cuore
si fa più forte
LUCIANO ERBA
che videro la rovina
e rimasero
feriti e spogli
non si possono
più amare
e il lutto nel cuore
si fa più forte
LUCIANO ERBA
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