giovedì 30 giugno 2011

L'OSPITE DALL'ALTRO MONDO

Aspetto
che l'Ospite batta alla porta
e non riesco
a fare
niente

Qualunque cosa tocchi
mi scivola
dalle mani

e a niente
neppure per un attimo
posso appartenere

se non unicamente
a questa attesa
che l'Ospite batta alla porta.

ABDULAH SIDRAN, TR. SILVIO FERRARI

mercoledì 29 giugno 2011

SEDENTARIA

Vorrei
sull'altra sponda
fare il nido
chiudere gli occhi.
Il maRE e io
ciascuno nella sua veste
di silenzio.

Sogliere a picco
nella processione del mare
che venerano la luna
come l'anfora che riversa oro
negli oceani
e invoca prodigi indescrivibili.

Qual è la temperatura esatta
della lontananza?

CARMEN YANEZ, TR. ROBERTA BOVAIA

martedì 28 giugno 2011

MOZART A PRAGA, IV

Ogni memoria il tempo ormai ha spento
e i vivi soffrono questa rapina,
è murata la voce da calcina,
e la terra ha scordato quell'accento.

Nessuno porge notizia o lamento
dove si giace morta Josefina,
ogni memoria il tempo ormai ha spento
e i vivi soffrono quezsta rapina.

Tuttavia ho ricordo del frammento:
qui crescevi in grappoli, o uva spina,
e colui che a coglierti stava intento
pensava ai baci della sua regina;

ogni memoria il tempo ormai ha spento.

JAROSLAV SEIFERT, TR. SERGIO CORDUAS

domenica 26 giugno 2011

L'AVVICINARSI DEL TERRORE, 1

Dalle braccia del poeta
pende il melodramma del mondo
(tempo, chirurgo del mondo):
l'abisso batte le mani,
la notte punta la sua rivoltella.
Odio la folla, il coro dell'universo,
il trotto delle stelle
già nei sobborghi della penna:
le rose hanno perso la voce,
si consegna la morte a domicilio.

Dalle braccia...
pende il melodramma del mondo

MURILO MENDES, TR. RUGGERO JACOBBI

sabato 25 giugno 2011

QUEL CHE RESTA

Il mare dove il tuo corpo
dormiva
come se ogni opnda costruisse

la grotta protettrice
è un campo riletto Ecco quel che restq
simile al silenzio

Corridoi
mi portano ad altro tempo percorrendo
l'oceano dei luoghi

GASTAO CRUZ, TR. GIULIA LANCIANI

venerdì 24 giugno 2011

SUL LAGO L'IMMOBILE LUNA

Sul lago l'immobilew luna
Somiglia a una finestra spalancata
In una casa candida e vuota
Dove si è annidata la malasorte.

Forse il proprietario è defunto
O la padrona è scappata con l'amante.
Oppure è finita nel nulla: una bambina -
Una scarpetta a pelo d'acqua navigava.

Sulla terra dda ciechi sopravviviamo. Presagendo
Un fato mortale le labbrea abbiamo suggewllato. Solo si ode
L a voce dei gufi che recita i salmi per i morti
E nel giardino refoli di un vento furioso.

ANNA ACHMATOVA, TR. CURZIA FERRARI

giovedì 23 giugno 2011

E giardino e montagna
la loro vitalitò inonda
il salone di estate.

MATSUO BASHO, TR. PETER OTIV NORTON ED ELENA POZZI

mercoledì 22 giugno 2011

Fiume d'estate
che piacere attraversarlo
sandali in mano

YOSA BUSON, TR. PETER OTIV NORTON ED ELENA POZZI

martedì 21 giugno 2011

Fra montagne e fiumi avvolti nelle nebbie
più rude si fa il temperamento;
non riesco a studiare l'arte della spada,
non faccio ricerche nei libri.
Riesco però, quando viene la notte,
a fermare il movimento del Cielo e della Terra
e scandendo attentamente i tempi del Fuoco
conservo la potenza della Fornace di Giada.

BAI YUCHAN, TR. ALFREDO CADONNA

venerdì 17 giugno 2011

ALBA APRILE DEPRESSIONE

Di nuovo mi sveglia, e chi sarà mai se non
il mio drago affamato,
lo sconforto,
pronto a uccidermi per il pasto quotidiano.

Ma questo odore di pioggia? E' il chiacchierio degli uccelli.

Non occorre neppure che apra gli occhi;

fuori di nuovo tutto in azzurro,
in verde, serico bianco
si raccoglie, diciassettenne, sussurra,
impazientebatte i piedi la sala da ballo:
la primavera che accorda gli strumenti.

GYULA ILLYES, TR. UMBERTO ALBINI

giovedì 16 giugno 2011

Quando l'angoscia mi passa la corda al collo
e dalle notti in bianco
sorgono tutti i sogni impiccati,
allora appari,
fantasma senza contorni.
Non so darti un nome.
Soltanto il battere precipitoso del cuore ti annuncia
e unanostalgia dura che tutto il corpo difformula.

CARLOS DE OLIVEIRA, TR. GIUSEPPE TAVIANI

mercoledì 15 giugno 2011

NON FARLO

Mi vuoi lasciare, m'han detto. Non farlo.
M'hanno detto che ad altri vuoi offrire l tuo cuore. Non farlo.
Certo tu sei straniero quaggiù, e però non sei solo:
con quale altro cuore ferito vagheggiamarissimo incontro?
Non mi fuggire, seguendo con sguardo furtivo un ignoto.
Tu mi perdi, mi fiacchi, tu sei la mia stella che getta scompiglio
nei cieli.
Tu che con me solennissimo impegno assumesti,
e promettesti e giurasti, e per me paradiso ed inferno governi,
io ti prego, con l'anima ch'arde, ti prego, non farlo.
Tu che rendi pallido un volto se a lui ti rivolgi, ti prego, non
farlo.
Tu sei tetro, e la luna si stinge sgomenta: ne vuoi tu l'eclisse?
Se rifiuti dolcezza ad un casto che soffre, più geme: non farlo.
Sì, lo so: tu voi solo punire il mio sguardo levato al saccheggio
di te che sei bello:
lo so, fermati dunque, non puoi profferire parola: non farlo.

MEVLANA RUMI, TR. A. R. PIEMONTESE E G. SCARCIA

martedì 14 giugno 2011

PRECIPITA VELOCE IL CUOR MIO

Precipita veloce il cuor mio,
quando mi ricordo che t'amo,
né mi concede di camminare umanamente,
ma è invaso da tremito, nella sua sede.
Non mi permette più di indossare una tunica.
di soffiarmi con il ventaglio.
Tralascio la tinta per gli occhi,
trascuro del tutto l'unzione.
Non startene ad attendere, ma torna a casa,
mi dice ogni volta che mi ricordo di lui.
Non impazzire, mio cuore!
Perché giochi a far follie?
Sta buono, fino a quando il fratello verrà....
Che la gente non abbia a dire:
è una donna ammattita d'amore.
Sta saldo quando ti ricordi di lu,
o mio cuore, e non volare via.

ANONIMA/O EGIZIA/O, PAPIRO CHESTER BEATTY I. , TR. ALFONSO DI NOLA

lunedì 13 giugno 2011

RIVOLUZIONE VII

Ci sarà sempre una nedve altezzosa
che vestirà il monte d'ermellino
e un'ascqua umile che lavori
nella chiusa del mulino.
E sempre ci sarà anche un soleù
- un sole sferzante e amico -
che muti in pianto la neve
e in nube l'acqua del rivo.

FELIPE LEON, TR. ARRIGO REPETTO

domenica 12 giugno 2011

METAMORFOSI

Come ogni giorno finisce nel silenzio
una parte dell'amore si trasforma in ghiaccio
una parte ddel corpo si trasforma in morta.

TITOS PATRIKIOS, TR. NICOLA CROCETTI

sabato 11 giugno 2011

GLI INNAMORATI

Li videro anche il soe e la luna
ed un vecchio, che ancor con gli occhi aperti
invidiava quei folli innamorati.

Credevano di volare in coppia senza le ali.
Così belli e buoni non l'erano mai stati.
Poi si distesero sul tappeto dell'estate
e dormirono lì immersi nella pace: come i morti.

LAJOS KASSAK, TR. ROBERTO RUSPANTI

venerdì 10 giugno 2011

DIO

Dio cercò nel profondo del suo cuore
una parola
per benedire la vita che sotto di lui si affollava.

Ma cercò e cercò quanto poteva
e persino agli spettri chiese di vivere ancora
senza che un solo canto si facesse udire
arso di amaro dolore scoprì allora
di non aver più nulla da benedire.

HAROLD PINTER, TR. EDY QUAGGIO

giovedì 9 giugno 2011

Coloro che amano
non curano nulla
guardao

aascoltano batere il sangue
che viene dal fondo
aspettano

il dolore sconosciuto
che vola
sulla montagna



Hanno
un corpo orientato che avanza

calmamente e prende tutto il posto
sul pendio

JACQUELINE RISSET, TR. JACQUELINE RISSET

mercoledì 8 giugno 2011

Un po' di pace è già nella campagna.
L'ozio che è il padre dei miei sogni guarda
i miei vizi coi suoi occhi leggeri.

Qualcuno che era in me ma me non guarda
guarda e si mostra negligente: apare
d'un tratto un treno coi suoi passeggeri
attoniti e ridenti: ed è già ieri.

SANDRO PENNA

martedì 7 giugno 2011

PERCHE' GIUNGANO

Una candela basta. Un lume fioco
meglio s'addice all'amoroso gioco,
quando le Ombre giungon del Piacere
a popolare le mie tristi sere.

Una candela basta. Troppa luce
non abbia la mia stanza questa sera,
mentre la fantasia mi riconduce
a un sogno che si scioglie come cera.

KOSTANTIN KAVAFIS, TR. LORENZA FRANCO

lunedì 6 giugno 2011

Tu hai vissuto, Anche per te c'è il sole
a illuminarti da lontano il capo,
ed i raggi di un'epoca più bella
giungono messaggeri nel tuo cuore.

Tu hai inteso un linguaggio di stranieri
e ne hai chiarita l'anima. Bastò
un segno, poiché tu desideravi.
Per segni da ogni tempo ci parlano gli Dèi.

E fu il prodigio. Come se lo spirito umano
avesse già vissuto dall'origine
il divenire e tutti
gli effetti e il modo antico della vita,

dal primo segno sa ciò che è compiuto
e prende il volto, temerario spirito,
aquila profetessa di bufera,
innanzi la venuta degli Dèi -

FRIEDRICH HOLDERLIN, TR. ENZO MANDRUZZATO

domenica 5 giugno 2011

IN MEMORIAM

Chi piangi se non te stesso
Lo stesso corpo ti corse incontro

quando nascesti dal buio. Tu
solo lo prendesti in grembo,

alla lunga notte delle tue braccia, e
senza dargli un nome lo battezzasti

col tuo aspetto e il tuo udito. Con i migliori
doni del tuo animo, ché a lungo

avevi cercato e atteso. Viste
tante, ma scuotendo il capo,

fatto un cenno e rinunciato.
Perciò tutti lontano, solo

chi guarda troppo dentro di sé
sa che mai non piangerebbe, se non da solo,
da solo se stesso.

JOUNI INKALA, TR. GIORGIO PIERETTO

sabato 4 giugno 2011

STORIA DEL DOLORE DEL MONDO

I giganti secondo me sono davvero troppo piccoli,
un giovane imperatore ha detto: la rivoluzione secondo me è davvero troppo
reazionaria.

Non vede che le folle violente avanzano ovunque prosternandosi
quella rivoluzione arriva a passi leggeri, basta che due o tre dame di
corte aprano furtivamente la porta posteriore.

Affaticato dall'errare e dalle vicissitudini, il giovane imperatore che
fugge in segreto distingue male lo scenario circostante.

Grandi folle deboprdano come un'alluvione,
il sole negli occhi dell'imperatore sembra provocare una ferita mortale
a questo mondo.

Dell'amore di un giovane imperatore quando era ancora più giovane a
nessuno interessa
in fondo egli desidera morire tranquillo in una barbarie senza limiti.

A una rivoluzione, secondo me, non puoi resistere
il giovane imperatore parla da solo, un gigante, secondo me, non puoi
vincerlo.

Non vede che le folle continuano a sopportare l'ebbrezza della povertà
dopo che l'alluvione si è ritirata, resta solo la dama traditrice che
piange nella distesa vuota.

MENG LANG, TR. ALESSANDRO RUSSO

venerdì 3 giugno 2011

Io amo Chuang-tzu della mia terra,
perché amo il suo panteismo,
perché amo in lui l'uomo che visse intrecciando sandali di paglia.

Io amo Spinoza dell'Olanda,
perché amo il suo panteismo,
perché amo in lui l'uomo che visse pulendo lenti.

Io amo Kabir dell'India,
perché amo il suo panteismo,
perché amo in luomo che visse annodando reti da pesca.

KUO MO-JO, TR. RENATA PISU

giovedì 2 giugno 2011

IN UNA VIA SCONOSCIUTA

In una via sconosciuta
una folla danza
con passi ritmici e misteriosi
tagliandomi la strada.

La lunga attesa
mi ha fatto diventare un segnale stradale
che indica la direzione della speranza
senza parole.

GU CHENG, TR. YUAN HUAQING

mercoledì 1 giugno 2011

SPARO DI PARTENZA

Lo sparo di partenza a quale ordine prepara?
Il cadavere caduto in corsa, continua in avanti.
Ah, costanza in amore, tempo contato
elettronicamente!

Il mio petto non riesce a contenere le squadre d'assalto
del partito
si sono gettati tutti in un precipizio abissale
non risuona lo sparo di partenza, nell'abisso squilla la
"tromba"!

Sul campo di gara, un vuoto, e un altro vuoto
maschi e femmine sono in gara, difficile distinguere il
vero dal falso
il maestro di ginnastica segna col gesso il traguardo!

MENG LANG, TR. CLAUDIA POZZANA

martedì 31 maggio 2011

MENTRE L'EUROPA, RIDENDO, STRINGE LA MANO AI CRIMINALI

A Sarajevo
nel cuore della Bosnia e nel cuore del mondo
dai rami della vita
come stelle dal sereno cielo notturno
cadono frutti umani precoci
e scompaiono nell'infinito buio cosmico.

JOSIP OSTI, TR. STEFANO DE BARTOLO

lunedì 30 maggio 2011

L'ignoto più bello è presso di te.
A te sottratto, da te stesso
non accetto.

Lo premo giù
nella pelle,
sì che ci senta.

ALFRED KOLLERITSCH, TR. BEATRICE DONIN

domenica 29 maggio 2011

QUADERNO DI POSILLIPO, LXXXIII

Una lucciola verde respira sull'orlo
della strada la sua luce di luna fra le foglie.

ARTURO ONOFRI

sabato 28 maggio 2011

L'ACQUA

Sulla mano m'è caduta una goccia di pioggia,
attinta dal Gange e dal Nilo,

dalla brina ascesa in cielo sui baffi d'una foca,
dalle brocche rotte nelle città di Ys e Tiro.

Sul mio dito indice
il mar Caspio è un mare aperto,

e il Pacifico affluisce docile nella Rudawa,
la stessa che svolazzava come nuvoletta su Parigi

nell'anno settecentosessantaquattro
il sette maggio alle tre del mattino.

non bastano le bocche per pronunciare
tutti i tuoi fuggevoli nomi, acqua.

Dovrei darti un nome in tutte le lingue
pronunciando tutte le vocali insielme

e al tempo stesso tacere - per il lago
che non è riuscito ad avere un nome

e non esiste in terra - come in cielo
non esiste la terra che si rifletta in esso.

Qualcuno annegava, qualcuno ti invocava morendo.
E' accaduto tanto tempo fa, ed è accaduto ieri.

Spegnevi case in fimme, trascinavi via case
come alberi, foreste come città.

Eri in battisteri e in vsche di cortigiane.
Nei baci, nei sudari.

A scavar pietre, a nutrire arcobaleni.
Nel sudore e nella rugiada di piramidi e lillà.

Quanto è leggero tutto ciò in una goccia di pioggia.
Con che delicatezza il mondo mi tocca.

Qualunque cosa ogniqualvolta ovunque sia accaduta,
è critta sull'acqua di babele.

WISLAWA SZYMBORSKA, TR.PIETRO MARCHESANI

venerdì 27 maggio 2011

"O goccia d'acqua appesa allo sportello,
nel guardarti, poco fa, da vicino,
ho visto rovesciato questo e quello,

l'azzurro sotto, e il palazzo giallino,
il cielo che slungava nell'occhiello
con la città specchiata in un mattino..."

"Goccia notturna, umore cittadino
di quella umidità che cidà ostello,
qualcosa sposa in noi il tuo declino!..."

"Sul becco del tuo vetro, vedi quello
che parla nel silenzio del destino,
la parte nel tutto, e il doppio fratello..."

"Scivola via, ogni furia ignora il dio..."
"S'assorbe nella gronda, fissa il bello..."
"In pieno stupore, ogni cuore è il tuo io!..."

"Il mondo è in una goccia, allo sportello!..."

GIANNI D'ELIA

giovedì 26 maggio 2011

ERA VENUTO IL MONDO

Era venuto il mondo
Al suo giorno funesto,
Era venuto al confronto
Coll'universo.
E quando si tirarono somme,
Quando si fece il conto,
Si vide che tanto soffrire
Non serviva neppure a non morire.

TOMMASO LANDOLFI

mercoledì 25 maggio 2011

IL POETA E LA MORTE

1

- Che stai facendo, poeta, sulla riva deserta,
quando ancora non è spuntato il sole?

Guardo il mare, e penso alla morte.

- Che stai facendo, poeta,in mezzo alla calca urbana,
quando il sole abbrustolisce il cranio alle persone?

Guardo i visi delle persone, e penso alla morte.

- Che stai facendo, poeta, ora che è passata mezzanotte,
ela gentew perbene dorme da tempo?

Conto gli stormi delle stelle, e penso alla morte.



2

Sulla riva deserta, in mezzo alla calca urbana,
e nel buio della notte, quando tutti dormono -
dillo, o poeta, cos'hai concluso sul tema della morte!

Ho scoperto che gli uomini - di questa Sfera sono il macinato.
L'Onnipotente li nutre di tutta sulla terra -
creato e non creato.

Chi fra loro si solleva, e diventa Uomo,
si trasforma in farina dell'universo.
La mano di Dio ne fa nutrimento, nel Cosmo - nel tutto!
La morte sopraggiunge come quell'istante
in cui si forma il latte nella mammella della mucca.



3

E che succede, poeta,
se gli uomini non sono di questa terra il macinato?
Ma piuttosto un coaugulo velenoso di carne, sangue, ossa e vene?
Come un moscerino del vino, che per un attimo c'è,
e poi scompare, e tutto continua - come se non fosse mai esistito?

Se l'Uomo non è farina dell'universo -
sarebbe troppo terribile, sarebe troppo terribile.

ABDULAH SIDRAN, TR. SILVIO FERRARI

martedì 24 maggio 2011

GIRA IL TUO VOLTO VERSO DI ME

Gira il tuo volto verso di me!
Ho bisogno, desiderio ho
e nostalgia, il tuo volto girare verso di me.

Gira, dai, quel volto verso di me,
uomo, legno, pietra, lo stato
o chi diavolo sei!

Gira il volto verso me,ù
non per elemosina
non per lodare,
ma non voglio essere perduto, dimenticato,
in quegli ultimi giorni nel secolo ventesimo.

Non c'è importanza, io che sono:
un albero, una pietra, lo stato o un uomo.
Soltanto che verso di me senz'altro, tu devi
girare il tuo volto.

Perché ho bisogno,
nemmeno il piccolo interesse.
Perché anche tu hai bisogno
di girare iul tuo volto verso di me.

Gira quegli occhi!
Gira quelle labbra!
Gira il tuo volto verso di me;
indifferenza porta freddezza
ed ogni cattiveria che c'è.
Gira il tuo volto verso di me!

KUJTIM M. HOXHA

lunedì 23 maggio 2011

LA PAROLA

Sentiamo scendere attraverso la nostra ombra
una parola. Che rumore di speranza o di sconforto
viene a portarci? Lo ignoriamo... Lentamente, essa passa
come una lacrima, rotonda, senza ancora voce.

Uno accanto all'altro, chiediamo che amaro sale
l'abbia raccolta e resti a brillare sulle nostre labbra:
solo le mani che dentro una stella s'erano incontrate
potranno sostenere, alzate, il suo peso.

Saremo così puri e semplici come quel gesto
di fedeltà? In ogni movimento, persiste la stessa luce
- il contorno di una voce che ci chiama e che ci riunisce.

Apriremo poi in direzione di quella parola
i nostri corpi, le labbra, le viscere d'oro
perché nasca il silenzio, lento, come un fiore.

FERNANDO GUIMARAES, TR. MANUEL G. SIMOES

domenica 22 maggio 2011

L'assenza di dio è un dio anch'essa.

FERNANDO PESSOA, TR. FRANCESCO ZAMBON

venerdì 20 maggio 2011

RUSCELLO

Era tanto buona l'acqua
che ho preso nelle mani,
bevuta insieme al suono del ruscello.
I salmerini nuotavano vivaci.

Correndo dietro le nubi specchiate
nel fiume, saltellavano i salmerini
schizzando acqua, a volte. Una cutrettola
era pronta a prenderla di mira.

Sarà stato un canto d'averla
o i un giallo pigliamosche,
o di un merlo?m Tutte le voci
armonizzavano come sopra uno spartito.

KIKUO TAKANO, TR. PAOLO LAGAZZI E YASUKO MATSUMOTO

giovedì 19 maggio 2011

PRIMAVERILE

Accorrono in gran folla sul fiume
lunghe betulle lunari. Nel bosco
gonfio di gemme avido di terra
si avvinghia al suo compagno una selvaggia.
Così stretti così intrigati sono
una cosa araldica uno stemma

DARIA MENICANTI

mercoledì 18 maggio 2011

Spira pianto il vento dall'occidente... lacrima
il cielo, geme la foresta: coi pini dondola.




Gemiti giungono dalla landa dei morti... Ode
il cuore e trema; scorrono, scorrono lacrime.




Caduto è il vento dell'occidente; e il cielo
ha sorriso. Ma dalla landa dei morti il cuore non
ha fatto ritorno.

VLADIMIR S. SOLOV'EV, TR. LEONE PACINI SAVOJ

martedì 17 maggio 2011

DIARIO

Il giorno vaga incerto con la brezza
sull'orlo della sera e dell'estate.
Deserto, con le membra distaccate
dalla carne, il tempo m'accarezza.

E' ora che mi torni un'illusione
qualsiasi, un brivido di male...
In questa vita tutta bianca vale
solo il bianco mutar d'una stagione.

E tu, crucciata in fondo al tempo - sonno
d'un dio nella mia vita - cara immagine
del mio corpo felice di presagi,
sorridi mesta al buio dove affondo...

PIER PAOLO PASOLINI

lunedì 16 maggio 2011

ALLA SPERANZA

O speranza, benefica, soave,
che non sdegni la casa di chi ha pena,
tu nobile che ti offri arbitra forte
tra i mortali e i Celesti, dove sei ?

Poco ho vissuto, ma già freddo è il respiro
della mia sera e qquesto mio silenzio
è quello delle ombre. Senza canto
il cuore in petto abbrividendo dorme.

Nel verde della valle dovbe mormora
la sorgente del monte quotidiana
e per me nella luce dell'autunno
il colchico fiorisce, là, o gentile,

in quel silenzio voglio io cercarti;
o nella mezzanotte quando al bosco
fluttua un mondo invisibile e le stelle
brillano come fiori sempre lieti,

apparimi tu, figlia dell'Etere,
dai giardini del Padre: e se non puoi
giungermi come spirito terrestre
atterrisci, atterrisci altrimente il mio cuore!

FRIWEDRICH HOLDERLIN, TR. ENZO MANDRUZZATO

domenica 15 maggio 2011

SUONO DELLA TERRA

Gli alberi dirigono
tempesta con bacchette scintillanti
Suona la pioggia dalla foglia
tra applausi tonanti

CRISTOPH WILHELM AIGNER, TR. RICCARDO NOVELLO

sabato 14 maggio 2011

IV IL PURO SUONO, CAVALLI

Li odo cavalcare nelle nuvole nereù
del crepuscolo della notte della solitudine
i miei cavalli perduti nelle battaglie.
Galoppano all'orizzonte senza frontiere
le criniere di stelle e disastri
le groppe con resti di bandiere.
Portano nel vento di sud le cetre e la pioggia
e portano i tamburi del vento di nord.
Li odo cavalcare nelle nuvole nere.
i miei cavalli sulla notte e la morte.

MANUEL ALEGRE, TR. GIULIA LANCIANI

venerdì 13 maggio 2011

PENSIERO RECONDITO

Tutto quello che volevo l'ho avuto
tutto quello che ho avuto l'ho sprecato
o me l'hanno ripreso i prestatori.
Ora penso di indossare la neve
col pensiero recondito
di un mammut raziocinante
che dopo migliaia di anni
vorrebbe essere ritrovato intatto.

TITOS PATRIKIOS, TR. NICOLA CROCETTI

giovedì 12 maggio 2011

Mai che l'attimo si fermi,
da guardare, capire.
Sempre una corsa.
Cogliere lembi.
Udire parole mozze,
promesse a metà-
Così risa, musiche, amori, sogni.
Tutto accennato e lasciato.

ELIO PECORA

mercoledì 11 maggio 2011

CANDELE NERE, 9

Non guardare con i tuoi occhi
uccideresti ogni cosa

Leggimi con la tua cecità

Conducimi cieco
alle delizie delle cose.

ABDALLA ZRIKA, TR.WASIM DAHMASH

lunedì 9 maggio 2011

LA PREFERISCE TERRENA

Davvero uno spettacolo il tramonto,
coi suoi monti di nubi dirupate!
- E tu abiti lì, in quella gloria?
Può essere, ché strane, strane cose
esistono, pèiù strane ch'io non sappia.


Ma se davvero c'è la tua presenza
in quei lucenti abissi di splendore
che rompono le nubi grigie e brune,
quanto è mutato il tuo aspetto mortale!
Non più ciò che sei stata, ma un'essenza
celeste che percorre il firmamento:

e nulla ha più in comune con la cara
e fragile creatura che conobbi.
... E vuoi che te lo dica? Non mi piace
che tu sia lì e così. No, preferisco
piangerti e sentire che mi manchi,
ma darti ancora un volto: il tuo, di allora.

THOMAS HARDY, TR. GILBERTO SACERDOTI

domenica 8 maggio 2011

EBBREZZA DI CIELO

Ubriacati alla mammella della notte.
Cerca il sortilegio degli astri.
Accarezza la carne nerastra del cielo.
Ti darebbe cuore innocente, mente gentile
e un senso d'indipendenza
che il giorno esilia.

Non è la notte che nasconde Dio
ma il tuo timore dell'infinito.

LEFTERIS PULIOS, TR. NICOLA CROCETTI

sabato 7 maggio 2011

SULLA SPIAGGIA

Sulla spiaggia deserta,.
di fronte al mare,
la mia anima si desta
per non pensare.

Le onde arrivano,
si infrangono lucenti;
e io sogno, sorridendo,
solo per vederle venire...

Inutile paesaggio
di spuma e nessuno...
Tornano alla voragine...
Torno anch'io.

FERNANDO ANTOBNIO NPGUEYRA PESSOA, TR. PIERO CECCUCCI

venerdì 6 maggio 2011

COUVRE-FEU

Dans le lit de la loi couche le malfisaint;
Contre le feu mort de la loi tremble le juste.
Effrayée la bonté se cache au fond des cours,
Dans les yeux des enfants
Retournés du côté de l’enfance dejà perdue.
Une long hésitation saisit les avenues.
Ȏ sommeil de l’espace, qui
Nous égare ò présents sur les ponts démarrés des rêve?
(Et sans cesse profondeurs soupirent les sirens.
Tel qui dormait près de son cœur entend
Battre par les forrés les pas du matin qui s’approche
Et les dieux impuissants pleurer dans leur retrache-
ment.)

JACQUES RÉDA

giovedì 5 maggio 2011

Le mani nelle tasche giunte, in alto
trovo il felice passo marinaio,
divaricando appena ki piedi infrango
il flusso duro dei sampietrini scabri.
Mi faccio vela aprendomi la giacca
contro una brezza che solo a un passo svelto
si rivela, ma che potrebbe presto
volgersi in naufragio
Mare di terra,
dove andrò di questo passo?
Viro di prua e entro nella piazza,
mi ancoro salda in placida terrazza.

PATRIZIA CAVALLI

mercoledì 4 maggio 2011

VETRO DELLA FINESTRA

Da bambino sognavo cose
che appartenevano alla veglia

volevo portarle dentro il signo.
Allora venivano, silenziose, e si fermavano:

uccelli di legno, biglie, piccoli morbidi animali
dagli occhi di vetro dipinto

silenziosi si infilavano nella mano.

Poi giungevano nel sogno strani oggetti.
Volevo respingerli

e sempre ugualmente deluso
mi svegliavo con la mano vuota.

Membrana di vetro, parete illusoria!

Ora una farfalla sbatte le ali contro la finestra.

LARS GUSTAFSSON, TR. MARIA CRISTINA LOMBARDI

martedì 3 maggio 2011

NOTTE MORTA

Notte morta,
Accanto al palo della luce
I rospi inghiottono zanzare.

Non passa nessuno per lo stradale,
Nemmeno un ubriaco.

Eppure vi è sicuramente una processione di ombre.
Ombre di tutti quelli che passarono.
Gli ancora vivi, i già morti.

Piange il rigagnolo.
La voce della notte...

(Non di questa: di una notte più grande).

MANUEL BANDEIRA, TR. RUGGERO JACOBBI

lunedì 2 maggio 2011

La canna che dispiuma
mollemente il suo rosso
flabello a primavera;
la rèdola nel fosso, su la nera
corrente sorvolaata di livbellule;
e il cane trafelato che rincasa
col suo fardello in bocca,

oggi qui non mi tocca riconoscere;
ma là dove il riverbero più cuoce
e il nuvolo s'abbassa, oltre le sue
pupille ormai remote, solo due
fasci di luce in croice.
E il tempo passa.

EUGENIO MONTALE

KOKIN WAKA SHU, XVIII, 1843

Sr dovessii vivere a lungo,
questo tempo, sempre,
evocherò con nostalgia;
l'età che triste m'era parsa
ora m'è cara.

FUJIWARA NO-KIYOSUKE ASON, TR. MARCELLO MUCCIOLI

domenica 1 maggio 2011

Poca erba, erba poreta,
de un prà sstornìoi dedrìo 'l cavalcavìa.
erba freda, sporca erba de un prà
da ani dismentegà
cossa insisitu a crèsser
el to dialetìn de versi stusài
de tetrapak e monossido?
Cossa ti si - vera - ti?
I kiwi, 'lora, il mais,
te pàreli virtuali?
No ti se ti che te salva.
No ti se ti che te sa.
Te si sol che ribandionàda
te l'infinìo de la to nudità.

GIAN MAURO VILLALTA

sabato 30 aprile 2011

Mio iMpossibile eccesso
frammento d'assoluto sotto teca
io ti nutro di vita apparente
mia mattutina pillola d'argento.
Oltre il cristallo già s'ode il tuo respiro
e da una remota piaga del cervello
rimesto una zuppetta
una pappa di latte, di ortica
da quale fame antica, quale sete
se il sangue non è acqua, dici
nemmeno in una fiaba
di morte apparente.

BIANCAMARIA FRABOTTA

venerdì 29 aprile 2011

RITRATTO

Io non avevo questo viso
così calmo, così triste, così magro,
né questi occhi così vuoti,
né il labbro amaro.

Io non avevo queste mani fiacche,
così scure e fredde e morte:
non avevo questo cuore
che neppure si manifesta.

Io non m'accorsi di cambiare:
fu semplice, sicuro, facile.
In che specchio è rimasto
Il mio perduto viso?

CECILIA MEIRELES, TR. RUGGERO JACOBBI

giovedì 28 aprile 2011

chi era così oscuro di cuore da non poter parlare,
un po' di innocenza lo avrebbe fatto cantare;
insegna a vedere a colui che non ha imparato a guardare
- dalla realtà d'ogni nulla

si leverà davvero un luminoso tutto;ù
volgerà la pura disperazione nella gioia più perfetta,
il non luogo in qui il mai in bellezza:
un po' d'iinnocenza crea un giorno.

E qualcosa di pensato o fatto o voluto senza
un po' d'innocenza, benché
rosso come il terrore e verde come il destino,
fallirà grigiamente e pigramente svanirà -

ma lo spavaldo potere della stessa morte
non è immenso quanto un po' d'innocenza

EDWARD ESTLIN CUMMINGS, TR. SALVATORE DI GIACOMO

mercoledì 27 aprile 2011

GOTTERDAMMERUNG

Si legge che il crepuscolo degli Dèi
stia per incominciare. E' un errore.
Gli inizi sono sempre inconoscibili,
se si accerta un qualcosa, quello è già
trafitto dallo spillo.
Il crepuscolo è nato quando l'uomo
si è creduto più degno di una talpa o di un grillo.
L'inferno che si ripete è appena l'anteprova
di una 'prima assoluta' da tempo rimandata
perché il regista è occupato, è malato, imbucato
chissà dove e nessuno può sostituirlo.

EUGENIO MONTALE

martedì 26 aprile 2011

Vi è ora più dolce di questa?
Io sono con te,
e tu fai trasalire il mio cuore.
Non ci concede piacere
l'abbracciarci, il toccarci
ogni volta che vieni a casa mia?
(tendere le mani) al mio seno,
non ne sei scacciato.
Te ne vai forse via, quando ti prende la fame?
Sei forse uno schiavo del ventre?
Sei uno schiavo della tua sete?
Ti allontani perché devi vestirti?
Io sono proprietaria di un tesoro di vesti di lino,
e fossi tu preso da fame o da sete,
troveresti sempre te verserei quanto essi contengono.
Magnifico è il giorno del nostro abbracciarci!
Ne conserverei come tesoro
centomila milioni di minuti!

ANONIMO/A EGIZIO/A

lunedì 25 aprile 2011

GIOVANI VITE IN CAMMINO

Servire come gleba, perché noi
avessimo del pane da mangiare;
con tetro umore, ma con testardaggine
lavorarono i padri: era lontano,

assente Dio. Siamo cresciuti adesso
noi che ignoriamo l'esistenza lieta;
con fede ferrea, con giusto coraggio
vogliamo che la sorte cambi. E'vero

che fummo vili insieme ainostri padri;
non ne avevamo diritto: soltanto
avevamo ragione. Ora nessuno
- o lo travolgeremo - può arrestarci
sulla via della Vita. Siamo i figli
della vita, gli atleti della lotta.
Eci mettiamo in moto. E il vecchio mondo
verrà schiacciato sotto i nostri piedi.

ATTILA JOZSEF, TR. UMBERTO ALBINI

domenica 24 aprile 2011

Pasqua? sì, Pasqua -
ti è data ancora.
Dal nero

adesso, dal concavo
le arriva
quel vociante murmure,
la tiene sveglia
quell'ansito -
è l'aria, questa, o l'oceano?
Fatica,
sente, dell'eteredel mare
in quelle inquiete masse,
in quegli
oscuri
profondissimi commovimenti
e conosce

quell'afono
e ciclonico ricominciamento
del tempo da se medesimo...
e, sì, son pronta,
evento io stessa, o che altro?
Sono viva e mi raggiunge la vita,
sono dona
nuova, la muliebrità
nell'azzurro grembo
O resurrezione, resurrezione di quel che è - pensa
nel suo pensiero ove la morte manca.

MARIO LUZI

sabato 23 aprile 2011

A PASQUA RISUSCITANO LE CICALE

A Pasqua risuscitano le cicale
- sepolte per diciassette anni allo stato di larve -
milioni e milioni di cicale
che cantano e cantano tutto il giorno
e a notte stanno ancora cantando.
Solo i maschi cantano:
le femmine sono mute.
Ma non cantano per le fmmine:
perché sono anche sorde.
Tutto il bosco risuona del canto
e solo loro in tutto il bosco non li sentono.
Per chi cantano i maschi?
E perché cantano tanto? E cosa cantano?
Cantano come trappisti nel coro
davanti ai loro Salteri e ai loro Antifonari
che cantano l'invitatorio della Resurrezione.
Alla fine del mese il canto diventa triste,
e a uno a uno tacciono i cantori,
e poi se ne sentono solo alcunipoi nessuno.
ERNESTO CARDENAL, TR. ANTONIO MELIS

venerdì 22 aprile 2011

Ramoscello primaverile,
a roselline, in boccio, aperte,
fra slanci leggiadri di foglioline,
accanto a un tenue fuscello
stellante di candide trine,
nel semplice canto
dell'essere, buona bellezza:
o Spiito del Signore,
che tutto abbracci,
e ricrei la faccia della terra,lavori il filo d'era.

CLEMENTE REBORA

giovedì 21 aprile 2011

Più nessuna illusione: in porto
son giunto. Speranza e Fortuna
non m'ingannano ormai.
Nulla possiedo, ma in libertà io vivo.
No, non amo i ricchi, dei poveri
parassiti.

PALLADA, TR. VINCENZO CONSOLO

mercoledì 20 aprile 2011

AMORE

Voglio leccarti le mani, leccarti i piedi -
l'amore si vince con la sottomissione-

Non so come intendi l'amore tu;
non è soltanto labbra infradiciate,
ascelle affondate negli abbracci,
rimostranze velate,
consolazione di spasmi.

Soprattutto è conferma della nostra solitudine,
quando tentiamo di rannicchiarci su un corpo difficil-
mente conquistato.

DINOS CHRISTIANOPULOS, TR. NICOLA CROCETTI

martedì 19 aprile 2011

INGRESSO VIETATO

L'ingresso era consentito solo a quei poveri matti
che credono di essere uccelli, scale o alberi - quindi indo
vinano vagamente che per entrare nel mistero
devono lasciare fuori se stessi.

TASOS LIVADITIS, TR. NICOLA CROCETTI

lunedì 18 aprile 2011

LASCITO

Disse: Credo nella poesia, nell'amore, nella morte,
perciò credo nell'immortalità. Scrivo un verso,
scrivo un mondo; esisto, esiste il mondo.
Dalla punta del mio mignolo scorre un fiume.
Il cielo è sette volte azzurro. Questa purezza
è di nuovo la prima verità, il mio ultimo desiderio.

GHIANNIS RITSOS, NICOLA CROCETTI

domenica 17 aprile 2011

LETTERA

Il tralcio di vite sopra
le strie di nubi bussa
da ore alla finestra

La pioggia fili d'argento
appesi
Una falena si alza
e cade si alza e cade

Pensa a me
adesso aprirò
pensa a me con sentimento

CHRISTOPH WILHELM AIGNER, TR. RICCARDO NOVELLO

sabato 16 aprile 2011

SHU-I WAKA SHU, XII, 710

Penso a quel ch'è divenuto
il mio cuore da quando
t'ho incontrata:
questo affanno prima
non lo conoscevo.

CHUNAGON ATSUTADA, TR. MARCELLO MUCCIOLI

venerdì 15 aprile 2011

COME UN VENTO

Come un vento nella foresta,
la mia emozione non ha fine,
niente sono, niente mi resta.
Non so chi sono per me.

E come negli albereti
v'è grande fruscio di foglie,
anch'io agito segreti
nel fondo dell'immagine mia.

E il grande rumore del vento
che le foglie coprono col suono
mi spoglia dei pensieri:
Sono nessuno, temo d'esser buono.

FERNANDO PESSOA, TR. PIERO CECCUCCI E ORIETTA ABBATI

giovedì 14 aprile 2011

TROPPO PICCOLA,16

Tra me e te
Una linea di demarcazione scura
e il sentiero dell'amara dolcezza.

ISLAM SAMHAN, TR. VALENTINA COLOMBO

mercoledì 13 aprile 2011

TRE ALBERI

Tre alberi caduti
rimasero sull'orlo del sentiero.
Il taglialegna li scordò, e conversano,
stretti d'amore, proprio come ciechi.

Il tramonto li accende
di sangue vivo nei tronchi spaccati
e portano via i venti la fragranza
del loro fianco aperto!

Uno, ritorto, tende
il braccio immenso e dal fogliame tremulo
all'altro, e le ferite
come due occhi sono, supplicanti.

Il taglialegna li scordò. La notte
verrà. Starò con loro.
Nel cuore accoglierò le loro dolci

resine. A me saranno come fuoco.
E muti e avvinti,
ci scovi il giorno immersi nel dolore!

GABRIELA MISTRAL, TR. MATTEO LEFEVRE

martedì 12 aprile 2011

Amici, non credete agli anni-luce
al tempo e allo spazio curvo o piatto.
La verità è nelle nostre mani
ma è inafferrabile e sguiscia come un'anguilla.
Neppure i morti l'hanno mai compresa
per non ricadere tra i viventi, là
dove tutto è difficile, tutto è inutile.

EUGENIO MONTALE

lunedì 11 aprile 2011

LA PASSEGGIATA

Non mi seguivi più quando salivo
fino all'albero in cima alla collina
scorciando per i campi
come avveniva un tempo.
Zoppicavi, eri debole e così
tu non venivi, ed io ci andavo solo;
e non me ne importava, e non pensavo
che ti lasciavo indietro.

Oggi ci son tornato,
come facevo allora.
Ho rritrovato la ben nota vista
e a liungo l'ho fissata solitario,
come avveniva allora:
che cosa c'era dunque di diverso?
Solo quel soggiqcere
del senso dell'aspetto della stanza
che avrei trovato appena sceso giù.

THOMAS HARDY, TR. GILBERTO SACERDOTI

domenica 10 aprile 2011

CANZONE 9

Qui si sta fermi,
ma il mondo continua a girare.

Qui si muovono gli uccelli,
ma stanno fermi.
E il mondo conttinua a girare.

Io sto fermo, ma il mondo
dentro di me continua a girare.

Che sanno questi cavalli,
queste dolci campanelle,
questi cani, questo lungo
singhiozzo della colomba?
E quell'uomo che nel vento
va galoppando?

Si muovono, ma stanno fermi.
...E il mondo continua a girare.

RAFAEL ALBERTI, TR. VITTORIO BODINI

sabato 9 aprile 2011

LENTEZZA

M'accorgo che non è eterna la vita, che finirà.
Ma come non sentire cher non si deve
aver fretta, che ancora non è giunto il momento,
che è tempo per indugiare?

E ce n'era prima? Ho paura e premura:
oggi cisono, ma ci sarò domani?
E uccidevo una candela
per il vano senso della notte.

Come sono intelligente, più di tutti
pensavo. Ma la neve cadeva.
E di quei tempi mi rimase una gobba
sul dito medi affaticato.

Leggo il frutto delle sue fatiche,
solo noia, ma senza compassione,
e mi domando: chi è giovane e amato?
io ero giovane allora.

Ho finito di vivere, di avere fretta.
All'anima affluiscono semplici veritò.
La coscienza ha già scelto la sua via
e non dipende più da me.

Verrà quest'istante, quest'anno:
imprevisto senso, voluttà, vertice...
Manca solo la vecchiaia.
Il resto è già compiuto.

ANNA ACHMADULINA, TR. DANIELA GATTI

venerdì 8 aprile 2011

So l'orain cui la faccia più impassibile
è traversata da una cruda smorfia:
s'è svelata per poco una pena invisibile.
Ciò non vede la gente nell'affollato corso.

Voi, mie parole, tradite invano il morso
secreto, il vento che nel cuore soffia.
L a più vera ragione è di chi tace.
Il canto che singhiozza è un canto di pace.

EUGENIO MONTALE

giovedì 7 aprile 2011

DA "CARNEVALE DELLA CROCE"

Perché l'uomo?
Perché questo commento universale
agli attacchi dell'amore divino?
Ogni volta che nasce un uomo
Dio è attaccato dal suo amore.
Ogni volta che nasce un uomo
Dio conosce i tormenti del parto
e se ne vergogna,
perché da questo amore
sono nati fiori e montagne,
olocausti e vergini,
parole confuse e parole vere:
Dio ha espresso il suo amore per l'uomo col pianto.

ALDA MERINI

mercoledì 6 aprile 2011

CHI, NELL'ANIMA NOSTRA...

Dalle fronti di sterili colline
pensieri scrutatori abbiam levato;
su, su, alle grandi altezze,
apparecchi lanciamo;
le loro ricadenti traiettorie,
e immense, sono corde,
limiti posti al regno degli uccelli.
Pattiniamo lontano sulla terra -
locomotive: - ma domani briglie
getteremo da navi elettriche sui mari
irti e nitrenti.
Ma uomini, uomini,
chi tornerà a sapere nuovamente
che bisogna pulire il nostro desco,
chi mai dire potrà alle nostre donne
che debbono spazzar via la tristezza,
chi farà rifiorire dei giardini
nei nostri occhi, chi mai stanerà
l'anima nostra . chi? . dentro di noi?

ATTILA JOZSEF, TR. UMBERTO ALBINI

martedì 5 aprile 2011

TRADURRE IN AMORE LA FINE DELLA VITA

Poiché non posso toccarti
con la lingua
traduco in altra lingua la passione.
Non posso comunicare di te
così ti transustanzio,
non posso spogliarti
così ti vesto con la fantasia di un altro idioma.
Non posso rannicchiarmi
sotto le tue ali
perciò ti volo intorno
e sfoglio le pagine del tuo dizionario.
Voglio sapere come ti denudi
come ti confidi
perciò cerco abitudini
tra le tue righe
i frutti che ti piacciono
i profumi che preferisci
le ragazze che sfogli.
Non vedrò mai i tuoi segni d'interpunzione nudi
così mi affatico sui tuoi asggettivi
per recitarli nella lingua di un'altra religione.
Ma la mia storia è invecchiata
nessuno scaffale è ornato dal mio libro
e ora immagino te rilegato in pelle rara
in una biblioteca altrui.
Poiché non avrei mai dovuto
abbandonarmi alla nostalgia sfrenata
e scrivere questi versi
leggo il cielo grigio
in un'assolata traduzione.

KATERINA AGHELAKI-ROOKE, NICOLA CROCETTI

lunedì 4 aprile 2011

IL MIO CORPO

Il mio corpo a che cosa
assomiglia?
Assomiglia ad un rovo
solitario
Il gelo d'autunno falcia le sue
radici
Il vento impetuoso lontano
lo trascina
Un tempo vagavo tra Ch'in e
Yung
Oggi sono caduto tra i barbari
Pa
Un tempo ero un giovane di
spirito
Oggi sono diventato vecchio e
solo
Ma se all'esterno appare la
solitudine
Dentro coltivo armoniosi
pensieri
Siano i doni del caso generosi
o scarsi
Gli affido il cuore, sia miseria
o successo
Il successo è una grande
fenice
Ad ali librate spazza
l'azzurro
La miseria al contrario è uno
scricciolo
Un ramo gli basta per
nascondersi
Per colui che questa vita
conosce
Misero è il corpo, non il
cuore.

PO CHU-I, TR. VILMA COSTANTINI

domenica 3 aprile 2011

Perché rimanete pieni di fiducia?
I giorni passano come viandanti frettolosi.
Non li contate voi,
per voi però sono contati.

ANONIMO INDIANO, TR. GIULIANO BOCCALI

sabato 2 aprile 2011

lei, a cavalcioni del mio grembo,
ruota (e così slinguo entrambi gli avidi capezzoli)
e, chinandosi, con i soli polpastrelli
guida alle labbra amanti il Visitatore affamato
il Quale (ora che giustamente lei si siede,
quasi offrendo quasi il dolce peso)
Oh, come stringono le succose cosce calde(istante per più profondo istante)mentre il suoviso
guarda,a malapena vivo,il magico Festino,
svanendo avido minimo per minimo -ù
in che asnfitrione stordita e palpitante
(affilato centimetro a centimetro)
sviene severo il mio Ospite immenso!
finché(ora che i nostri ventri si toccano e sognano)
non visti verseggiano i lontanissimi segreti dell'amore.

EDWARD ESTLIN CUMMINGS, TR. FRANCESCO VALENTE E VINCENZO OSTUNI

venerdì 1 aprile 2011

Molti anni, e uno più duro sopra il lago
straniero su cui ardono i tramonti.
Poi scendesti dai monti a riportarmi
San Giorgio e il Drago.

Iprimerli potessi sul palvese
che s'agita alla frusta del grecale
in cuore... E per te scendere in un gorgo
di fedeltà, immortale.

EUGENIO MONTALE

giovedì 31 marzo 2011

DESERTO

Fuori di noi muoiono le cose.

Dovunque passi, di notte, senti uscire come un sussurro
dalle strade che non hai preso,
dalle case che non hai visitato,
dalle finestre che non hai aperto,
dai fiumi su cui non ti sei chinato a bere,
dalle navi su cui non hai viaggiato.

Fuori di noi muoiono gli alberi che non abbiamo
conosciuto.

Il vento passa attraverso boschi distrutti.
Gli animali muoiono di anonimato, gli uccelli di silenzio.

I corpi muoiono poco a poco di abbandono,
insieme ai nostri abiti vecchi nei bauli.
Muoiono di solitudine le mani che non abbiamo sfiorato.
Di luce assente i sogni che non abbiamo fatto.

Fuori di noi inizia il deserto della morte.

GHIORGOS THEMELIS, TR. FILIPPOMARIA PONTANI

mercoledì 30 marzo 2011

GUARDIANA

Il sole che cala, i tappeti erbosi in fiamme.
Il giorno perso, la luce persa.
Perché amo quel che svanisce?


Tu che te ne sei andata, che te ne stavi andando,
che stanze di tenebre abiti?
Guardiana della mia morte,

preserva la mia assenza. Sono vivo.

MARK STRAND, TR. DAMIANO ABENI

martedì 29 marzo 2011

TYLDA

Sono seduta sulla tua bocca
sui tuoi sguardi sulle tue mani
sono il contrario del tuo destino
così tutt'intera tu mi tocchi

PAUL NOUGE', TR. ANTONIO BERTOLI

lunedì 28 marzo 2011

PREGHIERA

Lasciami un po' d'anima
perché tu sappia quante volte
mi hai ucciso,
e quante volte,
mi hai acceso nel cuore il canto.

DUNYA AL-AMAL ISMA'IL, TR. FRANCESCA MARIA CORRAO

domenica 27 marzo 2011

IL CANTO DELLE NUVOLE AMARE

Pace a te esiliato in una morte senza rive.
Lascia che rovisti nella tomba non ancora asciutta
per mostrare l'abito nero
e la camicia bianca
e del pugnale lo squarcio insanguinato.
Lasciami riesumare i tratti della storia
perché non muoiano nell'oblio i dettagli
La tua casa conficcata tra le fatiche degli amici
angolo che appare e tavola bruna
la tua strada di occhi armata
e di alberi puntati
i testimoni sedotti da voci e sogni
e tu... e quelli in agguatoùtu e la morte anch'essa sottratta
tu e la terra, frutti maturi nella cesta dei tiranni.
Eppure resta incompiuta l'immagine
lacerata, non smuove
non è nella sete dei villaggi
non si propaga, non viaggia
resta ferma sul tuo sangue.
Vana l'immagine
inutile la metafora
senza ali questo assassinio
questo sangue non diventa
oasi e palmo di deserto
erba o calamaio.

E vana più ancora
si affievolisce
nella retorica delle elegie
nei messaggi di condanna
nelle voci che si ricorrono
nelle mani che afferrano
parole in rima inutile
che i bambini portano nei cespugli
trappola per canzoni.

Morte senza riva
nulla annuncia l'ora della sepoltura
nessuno si degna
di esaminare le impronte degli assassini.
Tu puoi vagare solo
nei tratti dei nostri volti.

Passerà questo canto come nuvola amara
sulla nostra mortificazione
a disegnare intorno a un centro
un cerchio per lacrime che mai verranno
per accendere nella nostra poesia
promesse per sottrarti alla morte della terra.
Passerà questo canto come nuvola amara
a sollevare lo sguardo basso dei poveri
a riordinare le fila dei cortei
a ricostruire vincoli spezzati
dai piccoli calcoli
e dall'attesa dei miracoli.

Potessi passare un momento
a vedere sulle nostre strade le ombre crescere
come cresce il dubbio in questo labirinto
e come escono dalle voragini del nostro silenzio
gli abiti da lutto
e i rami delle elegie
ombrosi come palme
e noi, intanto, spettatori da altre morti senza rive.
Potessi passare un momento
a vedere l'estensione del mare
che gli specchisottraggono
e la luce celata in giardini di fantasmi
là dove la terra gira senza sole
e senza luna
là dove il mattino muore stanco
e giacciono fra brandelli di scialli e bicchieri
sbrigativi manifestini
e discorsi sbiaditi
sulla nostra situazione araba.
Non arrabbiarti
non hanno altro che questo spazio assetato
non hanno altro cbhe la notte, non più nostra.
Vieni, passa un momento
ti convinceranno gli strilli
e le parole levigate
che la rivoluzione più bella
è questa che si dimentica in fretta
e apre alle poltrone e alle banche la strada di rosa.
Non arrabbiarti
questa è una lingua per ammazzare il tem,po!
Il tempo è passato in fretta
e intanto tu sei qui
composto su letto con le nostre lettere
in profondità nella perfezione dei vocaboli
a scuotere sulle nostre teste l'albero del dubbio
a cavalcare la pietra delle lunghe distanze.
Tu, sparso, non sentivi il nostro battere violento?
Non esci dal tuo sudario?
E' aperta la porta d'argento per farti sentire gli spari a Beirut
e i discorsi sulle tribune della disperazione
e i nomi nascere da turbanti o da stragi
e i fucili sfoggiati per vanto
e gli omicidi orditi fra i banchetti.
Tu, sparso, non senti
la nostra voce scolpita dalla noia negli epigrammi
e dal nitrire in mezzo alla strada dei cavalli
trascinati dai morti
che non portano più gloria oltre il canto innevato dell'Atlante.

Pace a te esiliato in unamorte senza rive
Lascia che per tuo mezzo
colmiamo questo vuoto
per farne patria per sogni di uccelli erranti e campo di
fuggiaschi
patria che combatte la disperazione con costole come luce
distribuisce fiumi e alberi sul tavolo dell'oblio
per accorciare tra il petto e il sangue versato la distanza
promessa a quel giorno
che rimanga infiammato nello spazio
e alla tua voce lesa
che rimanga canto alle nuvole.

MUHAMMAD AL-ASH'ARI, TR. WASIM DAHMASH

sabato 26 marzo 2011

RILETTURA DELLE MUQADDIMA DI IBN KHALDUN

Questa è una terra
per metà carcere
per metà carceriere.
Una terra dove i morti si uniscono all donna d'altri,
ma dove è andata la gente?

NIZAR QABBANI, TR. VALENTINA COLOMBO

venerdì 25 marzo 2011

OTTIMISMO

Gli ho sempre detto:
"Amico mio
la guerra è una serie di perdite".
E lui mi ha risposto:
"Guarda il mio elmetto.
E' mozzato
ma io ho ancora la mia memoria".

GOLALA NURI, TR. VALENTINA COLOMBO

giovedì 24 marzo 2011

CONFESSIONE

Talvolta, la sera, scoppio a piangere
poi mi adiro per le mie lacrime,
che hanno illuminato il mondo e consumato me.

HODA ABLAN, TR. VALENTINA COLOMBO

mercoledì 23 marzo 2011

Siate con loro carini ed affettuosi,
non spaventateli: son tanto delicati!
Fategli vento con i rami di palma,
come si addice alla loro natura!
Fischiate al vostro cane, se lui abbaia:
date ai fascisti un bacio, ovunque li incontriate!

Quando infuriano dentro alle loro sale,
dite: “Sì, sì. Ma con piacere!
Eccomi qua. Fatemi pure a pezzi!”
E se vi picchiano, lodate il Signore.
Perché picchiare è il loro mestiere!
Date ai fascisti un bacio, ovunque li incontriate!

E se sparano: ma benedetto Iddio,
tanta importanza date all’esistenza?
È proprio una mania da pacifisti!
Sacrificarsi a chi non piacerebbe?
Voi chiamateli tesorucci belli,
date loro dolcetti e caramelle…
E se pure avvertite
nella vostra pancia
il pugnale di Hitler, già dentro fino al manico:
date un bacio ai fascisti, date un bacio ai fascisti,
date un bacio ai fascisti, ovunque li incontriate!

KURT TUCHOLSKY, TR. E. RANUCCI

martedì 22 marzo 2011

ITINERARIO

Non c'è strada a me dinanzi.
Dietro di me è tracciata una strada.
Ah, natura,
o padre
che m'hai fatto adulto,
o grande padre, non stornare
gli occhi da me, proteggimi,
colmami del tuo vigore
per questo lungo viaggio
per questo lungo viaggio.

TAKAMURA KOTARO, TR. M. RICCI

lunedì 21 marzo 2011

Dio disse a Giobbe:
"Per troppo tempo ti ho preservato
Ti ho preservato dalle disgrazie
e dalle strade insidiose
Dove senza volto e gambe
bighellona solo il Nulla
Ecco dal deserto si è levato
il vento di un grande dolore
E' giunto il tempo di sapere
chi sei tu davanti a Dio"

SERGEJ STRATANOVSKIJ, TR. PAOLO GALVAGNI

domenica 20 marzo 2011

PER UNA ROSA

chi ha resistito, gli è fiorito il cuore,
rosa dei rossi fuochi partigiani:
questo è colore per le nostre aurore,
è il caldo sole nel giusto domani:
sbocciato è il giorno, e la notte era nera,
ma se rigido fu l'inverno, prima,
fiorì di rose rossa primavera,
e la rosa risplende sulla cima:

EDOARDO SANGUINETI

sabato 19 marzo 2011

GIORNO D'INVERNO

Stagione di malora
Che andavo vagando
per sconfinate regioni dell'anima
E mi sono ritrovato
In questo villaggio recinto di biancospino
Dalfalò dove arrostisce un canedi vagabondo
Si levano colonne di porpora
E l'uomo che sul finire dell'estate ha cantato il canto della rosa
Latra sullo sfacelo dell'anima
Becca bacche e non parla il rosignolo
In questo villaggio dove studio nel cerchio della lampada
- al modo di Milton studi - sussurra
Un angelo in sembianze di rettore
Ma fino che fiori come pere fioriscono i cespugli
Con cacciatori ho giocato gli scacchi e pescatori
E questa notte che ho perduto tutto
Voglio offrire
A chi rincorre farfalle sui confini
A martin pescatori e umani alla deriva
Alla donna eterna
E a questo giorno d'inverno
Un calice d'alto stelo colmo
Di bacche di rovo e lacrime

NISHIWAKI JUNZABURO, TR. ORNELLA CIVARDI

venerdì 18 marzo 2011

Cimitero arso
Come pezzi di carne
su ogni albero le cicale.

KANEKO TOTA, TR. PAOLA D'ANGELO

giovedì 17 marzo 2011

TRISTEZZA CON FASCINO

Negli alberi si compie quello che
la terra non è giunta a completare.
Gli uccelli continuano ciò che
è incompiuto dagli alberi. Ma cosa

potrà compiere l'uomo? Non è il senso
più quantità né forma del cuore
con cui l'uomo tenta d'esprimersi, il senso
è ormai tutto sepolto lontano.

Va dunque invocato più volte
il nome di Dio - il supremo vuoto
su cui l'uomo ha fissato i suoi occhi.
Deve ogni senso cominciare da lui.

Oh, Merleau-Ponty! Siamo ancora
"debolezza d'Essere nel centro dell'Essere",
ma abbiamo il libero arbitrio
di chi si trova al confine dell'Essere,
per questo siamo tristi e affascinanti.

KIKUO TAKANO, TR. PAOLO LAGAZZI E YASUKO MATSUMOTO

mercoledì 16 marzo 2011

MUSEO

Accette di pietre, ed altri oggetti
giacciono oltre il vetro in gran silenzio.

Nel volgere delle costellazioni tante volte
molto di noi è scomparso
molto di noi si è generato.

E
ci sono state
anche tante altre cose oltre
alla cometa che stava per urtare la terra,
furono roti tanti piatti,
cani eschimesi camminarono sull'Antartide
a est e ad ovest venero eretti grandi mausolei
raccolte di poesie vennero dedicate tante volte
di recente
l'atomo viene frantumato
e la figlia del presidente ha cantato.

Accette di pietre, ed altri oggetti
oltre il vetro giacciono in incredibile silenzio.

SHUNTARO TANIKAWA, TR. YASUKO MATSUMOTO E MASSIMO GIANNOTTA

martedì 15 marzo 2011

Fior di ciliegio
nei campi di Folt'erba,
se hai un cuore,
almeno quest'anno
sboccia in cinerea veste di lutto!

KAMATSUKE NO MINEO, TR. IKUKO SAGIYAMA

lunedì 14 marzo 2011

Il santuario che accolse,
penso, preghiere
così numerose,
sembra alla fine diventato
un bosco fitto di alberi di lamento.

SANUKI, TR. IKUKO SAGIYAMA

domenica 13 marzo 2011

Quando il cuore
viene attirato
da tante cose,
il mondo diventa
ancor più odioso.

Come ho vissuto
per mesi e anni
in un mondo in cui
la gente di ieri
oggi non esiste più?

SAIGYO, TR. LUIGI SOLETTA

sabato 12 marzo 2011

Pur vivendo in questo mondo doloroso
provo sentimenti
che volano alti
come il grido del fagiano
nel bosco di cipressi

KAMO NO CHOMEI, TR. ALDO TOLLINI

venerdì 11 marzo 2011

All'uscita
del museo dove
sono esposte soltanto madonne
un deposito di esplosivi

TSUKAMOTO KUNIO, TR. PAOLA D'ANGELO

giovedì 10 marzo 2011

BOSCO IN MARCIA

Ogni notte al rintocco delle 11
arriva fin qui la foresta morta.

Accuratamente tagliata e deposta
in mucchi sui tanti vagoni del treno.

Il treno è lungo - molto lungo.

E un vento levandosi una volta ha attraversato
cantando tutte le chiome degli alberi.

LARS GUSTAFSSON, TR. MARIA CRISTINA LOMBARDI

mercoledì 9 marzo 2011

UNIVERSO E POEMA

E' come un poema il mondo meraviglioso del Creatore:
entro la sfera della manifestazione, composto di sarga,
dispiega i mofdi diversi della vita, con estesi citrabandha
e allitterazioni;
da voi che lo difendete è interamente compiuta la fama
luminosa dell'antico veggente, del poeta.

RATNAKARA, TR. GIULIANO BOCCALI

martedì 8 marzo 2011

HAN SRADICATO UN ALBERO

Han sradicato un albero. Ancora stamani
il vento, il sole, gli uccelli
l'accarezzavano bernignamente. Era
felice e giovane, candido e eretto,
con una chiara vocazione di cielo
e un alto futuro di stelle.
Stasera giace come un bimbo
esiliato dalla sua culla, spezzate
le tenere gambe, affondato
il capo, sparso per terra e triste,
disfatto in foglie
e in pianto ancora verde, in pianto.
Questa notte uscirò, quando nessuno
potrà vedere, quando sarò solo -
a chiudergli gli occhi ed a cantargli
quella canzone che stamane il vento
passando sussurrava.

RAFAEL ALBERTI, TR. VITTORIO BODINI

lunedì 7 marzo 2011

BENIN ROAD

Velocità è violenza,
forza è violenza,
peso è violenza

la farfalla
cerca scampo
nella leggerezza
nell'incorporeo
fluttuante volo

ma in qualche luogo
i nostri divergenti
territori s'incontrano
in tunnel di foreste lastricati

Vengo con la mia armatura di forza
sufficiente per due, e la gentile
farfalla spalancandosi esplode
in una macchia gialla lucente
nella durezza silicea
della mia visione

CHINUA ACHEBE, TR. ROBERTO MUSSAPI E TERESA SORACE MARESCA

domenica 6 marzo 2011

NEL QUARANTA

Quando un'epoca viene seppellita,
Non rieccheggia il salmo funebre.
Al cardo e all'ortica
Spetta abbellirla.
E solo i becchini lavorano
Di lena. E' urgente la cosa!
E fa un silenzio, Signore, un silenzio
Che si sente il tempo camminare.
Ma dopo quella riemerge come
un cadavere nel fiume a primavera;
Ma non riconoscerà lsa madre il figlio,
E angosciato il nipote le volgerà le spalle.
E le teste s'inchinano più basse,
come un pendolo muove la luna.

Ecco, così su Parigi finita
Scende ora il silenzio.

ANNA ACHMATOVA, TR. BRUNO CARNEVALI

sabato 5 marzo 2011

INCANTO NOTTURNO

Tenue chiarore di ostellazioni,
incanto di serena notte
nel cui silenzio germinan parole
inespresse nello stupito cuore.
Improvvisi freschi aliti sul mare
annunciano la grande luna
che bianca e lenta sale
e cielo e terraillumina
come una limpida alba.

GIUSEPPE SUSINI

venerdì 4 marzo 2011

Tenere insieme
il tessuto dell'esperienza,
la maglia dei fenomeni fra tanta
irruzione

di fantasmi e d'incubi,
è questo l'arduo
governo della mente,
è il foglio tenuto con le mani
salvo sula fiamma dei sensi,
illeso,
sui marosi dela tempesta
asciutto.

GIORGIO VIGOLO

giovedì 3 marzo 2011

LA STANZA SOPRA LA PIAZZA

La luce alla finestra pareva eterna
quando restavi nell'alta stanza per me;
brillava tra le foglie sopra gli alberi
come la mia certezza.

La luce è caduta e tu sei nascosto
in solari penisole di spada:
strapata come foglie per l'Europa è la pace
che scorreva attraverso noi.

Ora salgoda solo alla stanza alta
sopra la piazza rabbuiata
dove tra pietre e radici, gli altri
rimangono amanti non spezzati.

STEPHEN SPENDER, TR. ALFREDO RIZZARDI

mercoledì 2 marzo 2011

PIANGENDO LI I-TAO

E' partito lasciando la sua ombra
e l'eco
Nel cortile vuoto è l'alba
poi il tramonto
Il lamento dei familiari sta per
spegnersi
A notte serrano l'uscio
allo spirito
Non hai moglie né figli, chi ti
sepellirà?
Inutili bandiere iscritte
ondeggiano alla luna.

PO CHU-I, TR. VILMA COSTANTINI

martedì 1 marzo 2011

Chiaro che
il creatore dell'universo
si può vederlo come un giocoliere.
Tutto un maledetto gioco,
espressione d'incipiente stanchezza.
Ma talvolta, se a sera,
secondo un'abitudine,
ci raduniamo sul prato
a salutare in silenzio la notte,
per lo stupore restiamo senza parola:
lui per fregarci ci dà prove
del suo grande talento.

MICHAEL KRUGER, TR. ANNA MARIA CARPI

lunedì 28 febbraio 2011

TULIPS AND CHIMNEYS, V

come è meraviglioso il mare
inviato dalle mani di dio
a dominare sul mondpo

e la terra inaridisce
la luna crolla
una a una
le stelle si polverizzano frullando

ma il mare
non muta
e procede dalle mani e
torna alle maniù

ed è ciol sonno...

amore,
l'infrangersi

della< tua
anima
sulle
mie labbra

E. E. CUMMINGS, TR. SALVATORE DI GIACOMO

domenica 27 febbraio 2011

FIORI SENZA FRUTTO

Pota le tue parole, i pensieri controlla
che su di te si gonfiano e s'affollano;
entro il tuo animo si condenseranno
e diventeranno fermi propositi.

Chi lascia i propri sentimenti scorrere
in un flusso morbido sontuoso,
indietreggia quando un arduo còmpito si deve affronytare,
e in ogni dolor sviene.

Il più misero atto di fede genera maggior grazia,
là dove cuori e volontà si bilanciano,
dei trasporti più ardenti, delle preghiere più sublimi,
che fioriscono un'ora e appassiscono.

JOHN HENRY NEWMAN, TR. LUCA OBERTELLO

sabato 26 febbraio 2011

BURNT NORTON, I

Il tempo presente e il tempo passato
sono forse presenti nel tempo futuro,
e il futuro è racchiuso nel passato.
Se tutto il tempo è presente in eterno
il tempo non può essere redento.
Ciò che poteva essere stato è un'astrazione
che rimane perpetua possibilità
solo in un mondo di speculazione.
Ciò che poteva essere stato e ciò che è stato
tendono a un fine che è sempre presente.
Eco di passi risuona alla memoria
per il passaggio che non percorremmo
verso la porta che non aprimmo mai,
nel giardino di rose. Eco di mie parole
così, nella mente.
Ma per quale ragione
disturbare la polvere su una coppa di petali di rose
questo io non lo capisco.
Altri echi
abitano il giardino. Li seguiremo noi?Svelto - disse l'uccello - xscòprili, scòprili,
girato appena l'angolo. Per il primo cancello,
nel nostro primo mondo, seguiremo
noi l'esca del tordo? Nel nostro primo mondo.
Là essi erano, nobili e invisibili,
si muovevano leggeri sopra le foglie morte,
nel tepore d'autunno, nell'aria vibrante,
e l'uccello chiamava, in risposta
allainaudita musica nascosta nel piccolo bosco,
e lo sguardo radioso incrociava lo spaszio, non visto,
poiché le rose avevano l'aspetto
di fiori che sono guardati,
Là erano ospiti nostri, accettanti e accettati.
Così procedemmo con loro in ordine cerimonioso,
lungo il viale vuoto, nella siepe rotonda di bosco,
a guardare nel fondo altro stagno seccato.
Seccato lo stagno, cemento prosciugato, bordato di bruno,
e lo stagno colmato dall'acqua per per luce di sole,
e i fiori di loto, quietamente, quietamente, si drizzarono,
mentre al cuore della luce la superficie splendeva,
ed eccoli, dietro di noi, riflessi nello stagno.
Passò allora una nuvola, e lo stagno fu vuota.
Via, disse l'uccello, poiché le foglie erano coilme di fanciullo
nascposti ed eccitati, trattenendo le risa.
Via, via, disse l'uccello: la specie umana
non può sopportare troppa realtà.
Il passato e il futuro,
ciò che poteva essere e ciò che è stato
tendono a un solo fine, che è presente.

THOMAS STEARN ELIUOT, TR. ROBERTO SANESI

venerdì 25 febbraio 2011

QUALCOSA

Indicami tu
nel mio difficile vivere
qualcosa che non finisca
col nostro giorno
che duri almeno fino
l'impossibile nostro ritorno.

ALBERTO VIGEVANI

giovedì 24 febbraio 2011

ULISSE

Quanti siamo l'Ulisse
mutilati di partenze
fermati sulle sponde
e abbiamo in mano
il pezzetto di canapo
penzoloni
dove sogghignano
sogni grandi quanto i mondi perduti.

GHJACUMU THIERS, TR. FRANCESCU-MICHELI DURAZZO

mercoledì 23 febbraio 2011

IL CONTRATTO

Abbia lasciato l'albicocco
ormai senxa vita
lì, nel giardino.
Ai piedi abbiamo piantato
l'edera
per vestirlo di verde
dal tronco fino ai rami.

Ed ora
l'albicocco è verde
anche d'inverno.

E questa è la sostanza del contratto:
alla morte i frutti e le radici,
a noi basta l'inganno delle foglie.

ZAKARIYA MUHAMMAD, TR. FRANCESCA MARIA CORRAO

martedì 22 febbraio 2011

Sosilo, fioriscono le rose e il cece,
si tagliano i primi fusti di cavolo,
guizza la sardella, si caglia il formaggio
na sale, la lattuga s'arriccia come spuma.
Eppure, Sosilo, noi non siamo gli stessi
non ridiamo come prima tra i flutti.
Appena ieri giocavano Amigene e Bacchio,
e ora siaqmo dietro la loro bara.

FILODEMO, TR. RENATO MINORE

lunedì 21 febbraio 2011

AI MIEI FIGLI

Cieli, e cieli, e cieli.
Bilioni muovono
per ogni spazio:
cieli, abissi, orizzonti
nell'eterno.

Dispare col Gaorisankar la terra.
Scompaiono i secoli, scompaiono i monti:
tutto è nell'ordine eterno dell'Onnipossente.

Trattengo il respiro: fulmineo
io vivo il mondo promesso:
bellezza, felicità, beatitudine
calore e delizia dell'Onnipossente
nell'eterno.

Nella divina grazia meffondo
e nulla vedo: né il male né l'odio
né il terrore, né splendenti corone:
tutto nell'eterno è meschino
Su, grida ed esulta
anima avvampata!

Cieli, abissi, orizzonti
nell'eterno dell'Onnipossente,
o miei orfani figli.

MILE BUDAK, TR. LUIGI SALVINI

domenica 20 febbraio 2011

- Prossima è la morte, moriamo alle porte
Eppure la terra appare e il porto scintilla
Maledetti siamo tutti o forse uno solo?
La verità compagni, dobbiamo svelarci
Con l'arco scoprire chi gettare alle onde
La freccia lo scopra e denudi e spogi

- Non abbiate paura compagni, sono io il maledetto
Non vi meravigli. Ho vissuto approfittando di voi
Di nascosto bevevo, ho lasciato voi nella sete
Riposavo e voi nella fatica
Io o cavato occhi
A me solo tutto il luccichìo
Ho amato le sirene
Il male ho inseguito
Sulla soglia di Dio ho peccato, la maledizione m'ha colpito,
colpitemi

- Ma chi sei u?
- Io sono voi tutti.

MUHAMMAD AL-KHAMMAR, TR. WASIM DAHMASH

sabato 19 febbraio 2011

PROFEZIA

Era nel mondo un figlio
e un giorno andò in Calabria:
era estate, ed erano
vuote le casupole,
nuove, a pandizucchero,
da fiabe di fata,color
delle feci. Vuote
Come porcili senza porci, nel centro di orti senza insalata, di campi
senza terra, di greti senza acqua, Coltivate dalla luna, le campagne.
Le spighe cresciute per bocche di scheletri. Il vento dallo Jonio
scuoteva paglia nera
come nei sogni profetici:
e la luna color delle feci
coltivava terreni
che mai l'estate amò.
Ed era nei tempi del figlio
che questo amore poteva
cominciare, e non cominciò.
Il figlio aveva
degli occhi di paglia bruciata, occhi
senza paura, e vide tutto
ciò che era male: nulla
sapeva dell'agricoltura,
delle riforme, della lotta
sindacale, degli Enti Benefattori,
lui. Ma aveva quegli occhi.
La tragica luna del pieno
sole, era là, a coltivare
quei cinquemila, quei ventimila
ettari sparsi di case di fate
del tempo della televisione,
porcili a pandizucchero, per
dignità imitata dal mondo padrone.
Ma non si può vivere là! Ah, per quanto ancora l'operaio di Milano lotterà
con tanta grandezza per il suo salario? Gli occhi bruciati dei figli, nella
luna, tra gli ettari tragici, vedono ciò che non sa il lontano fratello
settentrionale. Era il tempo
quando una nuova cristianità
riduceva a penobra il mond
del capitale: una storia finiva
in un crepuscolo in cui accadevano
i fatti, nel finire e nel nascere
noti ed ignoti. Ma il figlio
tremava d'ira nel giorno
della sua storia: nel tempo
quando il contadino calabrese
sapeva tutto, de concimi chimici,
della lotta sindacale, degli scherzi
degli Enti Benefattori, della
Demagogia dello Stato
e del Partito Comunista...
...e così aveva abbandonato
le sue casupole nuove
come porcili senza porci,
su rdure color delle feci,
sotto montagnole rotonde
in vista delo Jonio profetico.
Tre millenni svanirono
non tre secoli, non tre anni, e si sentiva di nuovo nell'aria malarica
l'attesa dei coloni greci. Ah, per quanto ancora, operaio di Milano,
lotterai solo per il salario? Non lo vedi come questi qui tivenerano?
Quasi come un padrone
Ti porterebbero su
dalla loro antica regione,
frutti e animali, i loro
feticci oscuri, a deporli
con l'orgoglio del rito
nelle tue stanzette novecento,
tra figorifero e televisione
attratti dalla tua divinità,
Tu, delle Commissioni Interne
tu della CGIL, Divinità alleata,
nel meraviglioso sole del Nord
Nella loro terra di razze
diverse, la luna coltiva
una campagna che tu
gli hai procurato inutilmente.
Nella loro Terra di Bestie.
Famigliari, la luna
èmaestra d'anima che tu
hai modernizzato inutilmente. Ah, ma il figlio sa: la grazia del sapere
è un vento che cambia corso, nel cielo. Soffia ora forse dall'Africa
e tu ascolta ciò che per grazia il figlio sa. (Se egli non sorride
è perché la speranza per lui
non fu luce ma razionalità.
E la luce del sentimento
dell'Africa, che d'improvviso
spazza le Calabrie, sia un segno
senza significato, valevole
per i tempi futuri!) Ecco:
tu smetterai di lottare
per il salaro e armerai
la mano de Calabresi.
Alì dagli Occhi Azzurri
uno dei tanti figli di figli,
scenderà da Algeri, su navi
a vela e a remi. Saranno
con lui migliaia di uomini
coi corpicini e gli occhi
di poveri cani dei padri
sulle barche varate nei Regni della Fame. Porteranno con sé i bambini,
e il pane e il formaggio, nelle carte gialle del Lunedì di Pasqua.s
Porteranno i nonni e gli asini, sulle triremi rubate ai porti coloniali.
Sbarcheranno a milioni a Crotone o a Palmi,
a milioni, vestiti
di stracci asiatici ,e di camice americane.
Subito i Calabresi diranno,
come malandrini a malandrini:
"Ecco i vecchi fratelli,
coi figli e il pane e formaggio!"
Da Crotone o Palmi saliranno
a Napoli, e da lì a Barcellona,
a Salonicco e a Marsiglia,
nelle Città della Malavita.
Anime e angeli, topi e pidocchi,
col germe dela StoriaAntica,
voleranno dvanti alle willaye..
...deponendo l'onestà
delle religioni contadine,
dimenticando l'onore
della malavita,
tradendo il candore
dei popoli barbari,
dietro ai loro Alì
dagli Occhi Azzurri - usciranno da sotto la terra per rapinare -
saliranno dal fondo del mare per uccidere, - scenderanno dall'alto del cielo
per espropriare - e per insegnare ai compagni operai la gioia della vita -
per insegnare ai borghesi
la gioia della morte
- distruggendo Roma
e sulle sue rovine
deporranno il germe
della Storia Antica.
Poi col Papa e ogni sacramento
andranno come zingari
su verso l'Ovest e il Nord
con le bandiere rosse
di Trockij al vento...

pier paolo pasolini

venerdì 18 febbraio 2011

ALLA MIA NAZIONE

Non popolo arabo, non popolo balcanico, non popolo antico,
ma nazione vivente, ma nazione europea:
e come sei? Terra di infanti, affamati, corrotti,
governanti impegati di agrari, prefetti codini,,
avvocatucci unti di brillantina e piedi sporchi,
funzionari liberali carogne come gli zii bigotti,
una caserma, un seminario, una spaggia libera, un casino!
Milioni di piccoli borghesi come milioni di porci
pascolano sospingendosi sotto gli illesi palazzotti,
tra case coloniali scrostate ormai come chiese.
Proprio perché tu sei esistita, ora non esisti,
proprio perché fosti cosciente, sei incosciente.
E solo perché sei cattolica, non puoi pensare
che il tuo male è tutto il male: colpa di ogni male.
Sprofonda in questo tuo bel mare, libera il mondo.

PIER PAOLO PASOLINI

giovedì 17 febbraio 2011

QUASI ALLA MANIERA DELL'ACHMTOVA, PER LEI

Un poeta dice che un poeta è un passero
che ripete tutta la vita le stesse note.
Le tue sono le note di un passero che crede
che la sua vita sia tutta la vita.

Nessuno va a disilludere un passero, perché
un passero non può farsi disilludere:
la sua sicurezza è come la presenza -
sulla terra - del paese di Carskoe Selò.

E' passata su Carskoe Selò la rivoluzione?
Certo, è passata, ma come
"un evento che non ha l'eguale":
e il paassero ha continuato a cantare.

Nulla esiste se non si misura col mistero:
che testimonianza avremmo degli "eventi"
se non cantasse prima e dopo di loro
un passero col suo canto lieve e severo?

PIER PAOLO PASOLINI

mercoledì 16 febbraio 2011

TRADUCCIONES, XVII

all'alba
sono di nuovo cominciati i rumori in casa
ed è possibile che siano i fantasmi o
qualche armadio qualche oblio in disarmo

o saranno i nostri baci d'un tempo
che approfittano della solitudine
ormai per disamarsi e cadere
ridotti in polvere sul pavimento

sarà così?
il loro impercettibile rumore non mi fa dormire
eppure anche oggi mi sono sentito solo
nel corridoio dove una volta ci siamo lacerati

non dalla rabbia dei vicini né
dalle colonie in Africa o
dal fondo dello specchio ma
proprio da dentro me torni e ritorni

JUAN GELMAN, TR. ANTONELLA FABRIANI

martedì 15 febbraio 2011

GUARDAMI: SONO NUDA

Guardami: sono nuda. Dall'inquieto
languore della mia capigliatura
alla tensione snella del mio piede,
io sono tutta una magrezza acerba
inguainata in un color d'avorio.
Guarda: pallida è la carne mia.
Si direbbe che il sangue non vi scorra.
Rosso non ne traspare. Solo un languido
palpito azzurro sfuma in mezzo al petto.
Vedi come incavato ho il ventre. Incerta
è la curva dei fianchi, ma i ginocchi
e le caviglie, e tutte le giuntute,
ho scarne e salde come un puro sangue.
Oggi, m'incarno nuda, nel nitore
del bagno bianco e m'inarcherò nuda nuda
domani swopra un letto, se qualcuno
mi prenderà. E un giorno nuda, sola,
stesa supina sotto troppa terra,
starò, quando la morte avrà chiamato.

ANTONIA POZZI

lunedì 14 febbraio 2011

IL GIARDINIERE, XXXII

Dimmi se questo è vero, amore mio,
dimmi se questo è tutto vero.
Quando questi occhi scagliano i lor lampi
le oscure nubi nel tuo petto
danno risposte tempestose.
E' vero che le mie labbra son dolci
come il boccio del primo amore?
Che lememorie di mesi svaniti
di maggio indugiano nelle mie membra?
Che la terra, come un'arpa, vibra
di canzoni al tocco dei miei piedi?
E' poi vero che gocce di rugiada
cadono dagli occhi della notte
al mio apparire e la luce del giorno
è felice quando avvolgè il mio corpo?
E' vero, è vero che il tuo amore viaggiò
per ere e mondi in cerca di me?
Che quando finalmente mi trovasti
il tuo secolare desiderio
trovò una pace perfetta
nel mio gentile parlare
nei miei occhi e nelle mie labbra
e nei miei capelli fluenti?
E dimmi infine se è proprio vero
che il mistero dell'infinito
è scritto sulla mia piccola fronte.
Dimmi, amore mio, se tutto questo è vero.

RbindrNth tGORE, TR. GIROLAMO MANCUSO

domenica 13 febbraio 2011

Bacio assetato la neve che mi assedia
stella senza bocca a illuminare la tua cecità orfana
sono giuntodala linea arida dell'orizzonte e vedo
che là in fondo si abbracciano uomini e uccelli
perché manca il Tempo e le piogge non ci richiamano
procedi mio sangue verso boschi oscuri
procedi mia Voce verso l'inno delle pietre e glorifica
il cielo sparso sulla mia pelle selvatica
è il fuoco che m'insegue d'oceano in oceano
lo vedi come avanza e brucia le mie orme costanti
per partorire altree ceneri?

GEZIM HAJDARI

sabato 12 febbraio 2011

LA PAROLA E' OCCULTA

La parola è occulta nella sua tomba,
Lentamente, sul mistero degli alberisi ergono i frutti più sereni, ei bimbi
canano dove termina la memoria delle rose.

Ma noi siamo soli sulla tomba delle parole.

Un uccello vola verso il fuoco
e i nostri capelli ne ricevono appena l'ombra.
Come la castità. la morte è venuta a unirci all'amore
quando i mesi ricordano la sua soglia impura.

Sugli altari, contempliamo il pane
che ferisce i corpi con le sue spie;
il sangue ha percorso le vene di ogni autunno
e il cuore riceve i suoi raccolti.

Ma noi siamo soli sulla tomba delle parole.

FERNANDO GUIMARAES, TR. MANUEL G. SIMOES

venerdì 11 febbraio 2011

UOMO PLANETARIO, VI

Tempo cosmico, eterno, onnipresente
polipo grigio, infinito
senza ieri, senza domani, sempre ora,
addormentato nello spazio.
Non è vero, non ti misuri a minuti,
a ore o a giorni.
Non sei la chiocciola
arrotolata, prigioniera
nell'orologio dell'uomo.
Io ti misuro piuttosto, o immisurabile,
ad amarezza o a gioie
e a silenzi o solitudini
di sessanta sospiri ognuna.
Io ho vissuto sessant'anni in un giorno
e in un'ora d'amore
sessanta eternità.

JORGE CARRERA ANDRADE, TR. GIUSEPPE BELLINI

giovedì 10 febbraio 2011

LAMENTO

Lottai
tutta la notte
(guarda le mie mani
fatte sangue!).
Lottai
tutta la notte
per uscire dalla terra.
Ahi!
Quando fui fuori
vidi sul muro
l'effigie del tiranno
e ricordai
che non ero libero.

PABLO ANTONIO CUADRA, TR. FRANCO ERUTTI

mercoledì 9 febbraio 2011

SULLE ROTAIE UN UBRIACO...

Sulle rotaie un ubriaco giace.
Nella mano sinistra ha un fiasco. Russa:
dorme un sonno beato. Ormai la notte
si allontana trottando sulla strada.

Dolce il vento notturno gli ha adornato
di festuche, di polvere i capeli.
Versa divine gocce di rugiada
il cielo ed egli è immoto. Ansima il petto.

Come le traversine ha duro il pugno.
Dorme quasi sul seno della madre.
Ha rotte vesti: è giovane. Si è fatto

il cielo grigio: non è sorto il sole.
Sulle rotaie un ubriaco giace.
Trema la terra, adagio, da lontano.

ATTILA JOZSEF, TR. UMBERTO ALBINI
A quest'età la vita che rallenta
si riveste d'una grossa corteccia
entro la quale l'anima è non meno
tenera, ma soltanto più solitaria.
Ivi la vita sente e ripensa se stessa
con i medesimi palpiti; ma la dolce
fruizione dei sensi per lei va perdendosi
come in un torbido specchio le immagini.

CARLO BETOCCHI

lunedì 7 febbraio 2011

Così io dunque vado -
A un passo dalla morte.
L mia vita porto
In una busta azzurra.

Questa lettera da tempo,
Daqll'autunno, è pronta.
In essa c'è in tutto una sola
Breve parola.

Forse proprio per questo
Non muoio,
Perché per questa lettera
L'indirizzo non so.

VARLAN SALAMOV, TR. ANGELA DIOLETTA SICLARI

domenica 6 febbraio 2011

PRIMAVERA

Il sole trasfonde il suo sangue
alla terra moribonda
e il corpo della terra
comincia a irrigare coi suoi raggi
e anche da quelle ossa di morti
fa crescere verdi rami
senti, hai sentito?
quei rami e foglie che spuntano dalle ossa
urtano tintinnando i calici dei fiori

questa è primavera

MANG KE, TR. CLAUDIA POZZANA

sabato 5 febbraio 2011

CANTO DI MAGGIO

Come rifulge splendida
la natura ai miei occhi!
Come brilla il sole,
e ridono i campi!

Spuntano gemme
da ogni ramo;
miriadi di voci
da ogni cespuglio.

E da ogni petto
gioia e delizia.
O terra, o sole!
O gaudio, o ebbrezza!

O amore, amore!
stupenda luce d'oro
come su quelle alture
le nubi dell'aurora!

Tu radioso fecondi
i campi seminati,
nell'alito dei fiori
tutto il creato.

O diletta, diletta
quanto ti amo!
Che sguardo nei tuoi occhi!
Quanto mi ami!

Come ama l'allodola
l'aria e il canto,
e i fiori del mattino
gli effluvi del cielo.

Così io ti amo,
con sangue ardente,
tu che mi dai gioia,
gioventù, slancio

per i miei canti nuovi
e per le nuove danze.
Sii felice in eterno
per come tu mi ami!

J. W. GOETHE, TR. ROBERTO FERTONANI

venerdì 4 febbraio 2011

CANZONIERE, CCCXI

Quel rosigniuol, che sì soave piagne,
forse suoi figli, o sua cara consorte,
di dolcezza empie il cielo e le campagne,
con tante note sì pietose e scorte,
e tutta notte par che m'accompagne,
e mi rammenta la mia dura sorte;
ch'altri che me non ho di ch'i' mi lagne,
ché'n dee non credev'io regnasse Morte.
O che lieve è inganar chi s'assecura!
Que' duo bei lumi assai più che il sol chiari
chi pensò mai veder far terra oscura?
Or cognosco io che mia fera ventura
vuol che vivendo e lagrimando impari
come nulla qua giù diletta e dura.

FRANCESCO PETRARCA

giovedì 3 febbraio 2011

USIGNOLO NELLA QUIETE

Attraverso la foschia
si diffonde il canto
dell'usignolo;
pochi losentono
nel villaggio montano.

A primavera,
per farmi compagnia
nel mio eremo,
non lasciare il nido,
o usignolo della valle

SAIGYO, TR. LUIGI SOLETTA

mercoledì 2 febbraio 2011

ZENIT

No, non ricordo.
Uscita da me stessa ero in te
in un altro tempo
in un altro luogo
dove nulla
getta ombra
e i fiumi si fermano
nella luce.

ERIKA BURKART, TR. ANNAROSA ZWEIFEL AZZONE

martedì 1 febbraio 2011

SULL'UOMO E LA NATURA

Mi piacciono soprattutto
quelle cose che
erano qui
prima che l'uomo cominciasse
a costruire.
Mi piace il cielo scoperto
che non mente,
non questi edifici di città
che grattano il cielo con
menzogne, menzogne, menzogne.

HORACE MUNGINN, TR. PAOLO PALOMBO E PETER D'EPIRO

lunedì 31 gennaio 2011

ERAVAMO SICURI...

Eravamo sicuri di essere nel giusto,
in orde ci lanciavamo per
i continenti, sterminando col fuoco
e con la spada, riducendo in cenere
i covi della congiura, poiché
portavamo la luce della verità,
e in ogni palazzo,
in ogni stamberga,
lasciavamo come segno
di un fine inconcepibile
il nostro calendario
occidentale.

STANISLAV SULJAK, TR. PAOLO GALVAGNI

domenica 30 gennaio 2011

PER LA NASCITA DEL SUO BAMBINO

Ogni famiglia, quando nasce un bimbo
Lo vuole intelligente;
Io coll'intelligenza
Ho rovinato tutta la mia vita;
Spero solo cheil bimbo si dimostri
Stupido e ignorante;
Coronerà così una vita placida
Diventando Ministro.

SOU CHE, TR. GIORGIA VALENSIN

sabato 29 gennaio 2011

LA ZOLLA E IL CIOTTOLO

"Amor non cerca solo il suo piacere,
né di se stesso ha ancor premura alcuna,
ma dà il suo bene all'altro, e crea un Cielo
nella disperazione dell'Inferno."

Una Zolla di Argilla calpestata
dai piedi del bestiame cantò quello,
ma un Ciottolo che stava dentro il rivo
in questo modo le rifece il verso:

"Amore cerca solo il suo piacere,
e al suo piacere vuol legare un altro,
contento pur se l'altro perde il bene,
e a dispetto del Cielo fa un Inferno".

WILLIAM BLAKE, TR. ROBERTO ROSSI TESTA

venerdì 28 gennaio 2011

APPUNTI SU UN COLLOQUIO

La notte udii di nuovo
le strida degli uccelli
e anche l'erba udiva.
Armistizio, carico
raso di una parola,
che rimane. Per cinquant'anni
Hitler ci ha nutrito,
adesso mangino gli altri,
noi stiamo a guardarli
crepae,
la forchetta nella strozza.
La notte udii di nuovo
le grida ddegli uccelli,
l'alato epos
della paura.

MICHAEL KRUGER, TR. ANNA MARIA CARPI

CANTO CHE AMAVI

Io canto ciò che tu amavi, vita mia,
nel caso ti avvicini e ascolti, vita mia,
nel caso ti ricordi del mondo che hai vissuto,
nel pieno del tramonto lo canto, ombra mia.

Io non voglio restare più muta, vita mia.
Come senza il mio grido fedele puoi trovarmi?
Quale segnale, quale mi svela, vita mia?

Sono la stessa che fu già tua, vita mia.
Né intorpidita né smemorata né spersa.
Raggiungimi sul fare del buio, vita mia;
vieni qui a ricordare un canto, vita mia;
se tu questa canzone riconosci a memoria
e se infine il mio nome ancora ti ricordi.

Ti attendo senza limite né tempo.
Tu non temere notte, nebbia o pioggia.
Vieni per strade conosciute o ignote.
Chiamami dove sei, anima ia,
e avanza dritto fino a me, compagno.

GABRIELA MISTRAL, TR. MATTEO LEFEVRE

mercoledì 26 gennaio 2011

Si migliora a tutt'andare. Conviene
abituarsi. Sembra che la vita
si sia trasformata in un'infinita
coniugazione del verbo star bene,

che si muoia, ecco, a furia di guarire
da tutto, mal di testa, mal di gola,
malinconia - le fidate, le sole
certezze d'un tempo, o d'un avvenire

d'altri tempi... Ma no, niente paura,
anche senza far male i denti cadono,
la memoria perde colpi, la prostata
s'ipertrofizza, la vista s'oscura:

si celebra il netto d'ogni lamento
la cerimonia del disfacimento.

GIOVANNI RABONI

martedì 25 gennaio 2011

VENTO NOTTURNO

Vento notturno che trascina e salva la primavera,
Vento di nuvole perdute,
D'erme lontananze. Allegro funerale!
E Keatse tanti altri, che durano,
Magicamente durano,
Oltre l'oscuro inverno.

JOSE' PAULO MOREIRA DE FONSECA, TR. RUGGERO JACOBBI

lunedì 24 gennaio 2011

Cantina è pronta, voglio sistemarvi
conserva di lune e mirtilli.
Oltre il cielo, la carta, soltanto
è là che io sto andando,
per leggere e per scrivere
la mia roba, amanuense
che s'assopisce, guancia monacale
sopra umori d'inchiostro.
Ecco ciò che chiamo amore.

RIINA KATAJAVUORI, TR. GIORGIO PIERETTO

domenica 23 gennaio 2011

INCURSIONE

Questi alberi
che videro la rovina
e rimasero
feriti e spogli
non si possono
più amare
e il lutto nel cuore
si fa più forte

LUCIANO ERBA

sabato 22 gennaio 2011

BHAMINIVLASA,115

Contemplando il viso della bella
dagli occhi incantevoli, subit tutti
sono rimasti perplessi:
"E' un loto o un tondo di Luna?"

JAGANNATHA, TR. DANIELA ROSSELLA

venerdì 21 gennaio 2011

ESULE

Non è qualcosa, non è qualcuno
ciò che ieri forse ti ha lasciato.
Non è qualcosa o qualcuno ciò che oggi
ti ha abbandonato qui al tuo destino.

E' la vita stessa, questa luce
col tuo volto così poco sostanziale.
E' l'esatta carenza di luogo
del tuo corpo posato qui su una sedia.

E' l'aria, una fuga di nuvole
sulla rètina di un cieco, è questa
perpetua durata, in mancanza di respiro
divisa in misure e tempi.

E' la vita stessa, questo tremore
che ti possiede, questa trama che sei tu.
E' questa vita stessa che oggi
ti lascia solo col tuo peso specifico.

E' l'oggi col tempo da cani e carne umana,
l'eterna febbre nella testa, la tua bestia.
E' soltanto la vita stessa che oggi
ti ha consegnato qui al tuo destino.

LEONARD NOLENS, TR. GIORGIO FAGGIN

giovedì 20 gennaio 2011

NON FARE NULLA

Aspetta un poco: Non fare nulla il silenzio
Scompone i colori di quel paese solare onde
Di silenzio negato moltiplicato ascolta
Un poco: Il dio che non ho no è ubn oggetto
Insensibile e poco intelligibile
Come il dio disegnato dai teologi: Aenti
I tuoi alberi, le tue mani che tessono e stessono
Le rughe del mare la tremola violenza
Di ogni ato: Ciò che ti chiedo è di non far nulla
Se non silenzio:Aspetta un poco.

CASIMIRO DE BRITO, TR. MANUEL G. SIMOES

mercoledì 19 gennaio 2011

NATALE

Nasce un dio. Altri muoiono. La Verità
né venne, né se ne andò: mutò l'Errore.
Abbiamo adesso un'altra Eterniutà
e ciò che passò era sempre migliore.

Cieca, la Scienza lavora l'inutile gleba.
Folle, la Fede vive il sogno del suo culto.
Un nuovo dio è solo una parola.
Non cercare, né credere: tutto è occulto.

FERNANDO PESSOA, TR. M. GASPARINI

martedì 18 gennaio 2011

COME QUELLA NUBE BIANCA

Ieri era il mio amore
come quella nube bianca
che va così sola nel cielo
e così alta,
come quella
che adesso passa
vicino alla luna
d'argento.

Nube
bianca,
che vai così sola nel cielo
e così alta,
vicino alla luna
d'argento,
ti verrai a fermare
domani,
tale e quale il mio amore,
nell'acqua,
nell'acqua amara
del mare.

Il mio amore ha il ritornello
dell'acqua, che senza cessare,
in nubi sale fino al cielo
e in pioggia scende fino al mare.

E l'acqua, quel ritornello
dell'acqua, che senza cessare,
in nubi sale fino al cielo
e in pianto scende fino al mare.

LEON FELIPE, TR. ARRIGO REPETTO

lunedì 17 gennaio 2011

Non lasciarlo quaggiù il tuo Dolore,
con sollecitudine di nmadre peregrina con lui,ù
dove c'è lavita, dove c'è il sogno, in luoghi lontani, in ato;
e riconducilo poi per piantarlo profondamente là al limite
[estremo,
nella terra del silenzio: raccogliti nei suoi occhi e seppelliusci
[la sua voce,
e se i suoi occhi stanchi si chiudono, chiudi anche i tuoi e
[muori con lui

KOSTIS PALAMAS, TR. FRANCESCO MASPERO

domenica 16 gennaio 2011

Trasfòremati in parole
senza più compagnia di fiati e di viole
facendo spazio alla tua vita
la mia più nioente ha a che fare
con gli anni
se correndo intorno a un solo nome
è sempre di te e di me che si tratta
e sempre le stesse le armi
potenti di lutto e afflizione
che pure nei sogni a rovina
inseguono la mia levigatezza.
Ti vedo sui tuoi passi tornare ancora
più sottili le braccia già esitanti le gambe
nel tempo lentissimo della paura.

COSIMO ORTESTA

sabato 15 gennaio 2011

Mi piace il mio corpo quand'è col tuo
corpo. E' una cosa tanto nuova.
Muscoli meglio e nervi di niente.
mi piace il tuo corpo. mi piace quel che fa,
e il come. mi piace sentir la sua spina
dorsale, le sue ossa e il tremolante
-liscio-sodo che bacerò
ancora ancora e ancora
dite mi piace baciare questo e quello,
mi piace, lentamente accarezzare, il folto
elettrico pelo, e quel che viene a carne
che si separa....E occhi grandi briciole d'amore,

e forse mi piace il brivido

di sotto me te così nuova

EDWARD ESTLIN CUMMINGS, TR. MARY DE RACHEWILTZ

venerdì 14 gennaio 2011

DI SILVESTRE NATURA SEI

Di silvestre natura sei
orafo che dispieghi i tyuoi amuleti
convinto che fugare le ore
sia cosa perfettibile e piena;
ma l'amore non ha sbaraglie,
non ha mura, né fondamenti, né fango,
l'amore che libera il suo respiro
oltre la concezione del giorno
vaga nella fissa eternità dell'io
dove domandocon la parola spenta
in quanto tempo si possa morire.

ALDA MERINI

giovedì 13 gennaio 2011

CON LA PERTICA IN MANO

La quisqualis, o rampicante di Rangoon,
Una gamba fiorente
Sul parapetto, sta
Per intrufolarsi in casa,
E appollaiata su barile dell'acqua piovana,
Coi monti in faccia,
Il merlo gazza
Schiamazza.
Soli, a coppie, i passeri
Saltabeccano sulle scandole,
Facendo colazione d'insetti.
Io fuori, li osservo.
Dai manghi
Al finire del prato,
Una pertica in mano,
Le erbacce alle caviglie,
Qualche frutto, beccolato,
Che marcisce in terra.
I semi, bianchi,
Visibili attraverso la polpa,
Come le ossa di un cranio rivolto.
E' un'altra mattina di tarda estate
Nel mio sessantesimo anno.

ARVIND KRISHNA MEHROTRA, TR. GRAZIANO KRATLI

mercoledì 12 gennaio 2011

STEPPA

Sei mai stato alla spiaggia
quando il giorno e la notte si confrontano,
hai visto dalla creta e dalla sabbia
i rivoli di pioggia venir giù,
fonti segrete e innumeri,
poi, per quanto lo sguardo
esce a spaziare, le onde
al giallo colore di ranno?

Qui sta la duna, e in fondo
il mare; come tanti cannoni,
i carri dei pastori, con le micce
spente che sfiorano il suolo.
Pronti per il corsaro
dal caffettano al vento,
che in quell'oceano giallo
mi sembra di vedere?

Getta forse la gomena,
è nascosta la nave dalla duna,
ma l'albero spovrasta, un gigantesco
fusto secco di pino:
in vetta, dalla gabbia,
le corde rigide come dei rami,
la coffa scura e tozza
assomiglia a un nido di rapaci.

ANNETTE VON DROSTE-HULSHOFF, TR. GIORGIO CUSATELLI

martedì 11 gennaio 2011

I SENTIERI, III°

Cerere avrebbe ben dovuto
Sudata, impolverata,
Attenderlo, che cercava
Per tutta la terra.

Avrebbe ricevuto da lui
Riposo, rifugio,
E quello che perse
L'avrebbe riconosciuto

Nella sua chiara penombra
E, con un grido, abbracciato
E trascinato via ridendo
Nelle sue mani veementi.

Quando invece ancora, di notte
Sotto il brusìo degli alberi
Lei si ferma, bussa
A poprte chiuse.

YVES BONNEFOY, TR. FABIO SCOTTO

lunedì 10 gennaio 2011

ARDI SOPRA UN ALTO MONTE

Tu ardi sopra un alto monte,
inaccessibile nella tua torre.
Accorrerò nell'ora vespertina,
nell'ebbrezza abbraccerò il sogno.

Uditomi tu di lontano,
a sera accenderai il tuo falò,
e io mi metterò, docile al Fato,
a decifrare il giuoco delle fiamme.

E quando nel buio cominceranno a sciami
a turbinare tra il fumo le scintille,
accorrendo con cerchi di fuoco,
io Ti raggiungerò nella Tua torre.

ALEKSANDR BLOK, TR. BRUNO CARNEVALI

domenica 9 gennaio 2011

ANCORA UNA COPPIA

Sì! Amare è un gran guadagno!
Chi trova più bella ricompensa?
Non diventi ricco, né potente;
ma diventi simile al più grande eroe-
Di Wamik e di Asra
si dirà bene come del Profeta-
No, non se ne parlerà, si dirà il loro nome:
il loro nome devono conoscerlo tutti.
Quello che hanno fatto nella vita,
nessuno lo sa! Sappiamo tuttavia
che hanno amato. E questo basti,
quando si chiede di Wamik ed Asra!

WOLFGANG GOETHE, TR. ROBERTO FERTONANI ED ENRICO GANNI