Solo un sogno ,
l’avrei dovuto chiamare;
eppure credevo
che ci fosse una realtà
in questo mondo umano.
KI NO TSURAYUKI, TR. IKUKO SAGIYAMA
sabato 13 marzo 2010
venerdì 12 marzo 2010
GENESI, VI
Di me non parlo più: non voglio nulla.
Di Dio non parlo: non ha altro rifugio.
Neppure parlerò del mondo anticp
tanto ad ogni albeggiare nasce e muore.
Né dell'esistere, vita tradita,
per sentire che il tempo con me scorre;
né del vivere, libertà sbagliata,
e tutto l'Amore fugge se l'inseguo.
Per più giustizia... - Ahi, quanti l'aspettarono,
giovani, invano perché mai la videro!
L'eternità... Dei popoli travaso!
Verità non ce n'è: il mondo no la cela.
Si vede tutto: ma non si sa dove.
Hanno tutti mentito, mortali e immortali.
JORGE DE SENA, TR. CARLO VITTORIO CATTANEO
Di Dio non parlo: non ha altro rifugio.
Neppure parlerò del mondo anticp
tanto ad ogni albeggiare nasce e muore.
Né dell'esistere, vita tradita,
per sentire che il tempo con me scorre;
né del vivere, libertà sbagliata,
e tutto l'Amore fugge se l'inseguo.
Per più giustizia... - Ahi, quanti l'aspettarono,
giovani, invano perché mai la videro!
L'eternità... Dei popoli travaso!
Verità non ce n'è: il mondo no la cela.
Si vede tutto: ma non si sa dove.
Hanno tutti mentito, mortali e immortali.
JORGE DE SENA, TR. CARLO VITTORIO CATTANEO
giovedì 11 marzo 2010
BAMBINO VIANDANTE
Bambino viandante
Èsolo un vento autunnale
Anche la mèta cui tendi tu.
YOTARO ISSA, TR. G. D’ABROSIO ANGELILLO
Èsolo un vento autunnale
Anche la mèta cui tendi tu.
YOTARO ISSA, TR. G. D’ABROSIO ANGELILLO
mercoledì 10 marzo 2010
NOLI ME TANGERE
Esita il fiocco per il cielo azzurro
Ancora, l’ultimo fiocco delal grande neve.
E così entrerebbe nel giardino colei che
Aveva ben dovuto sognare ciò che potrebbe essere,
Quello sguardo, quel dio semplice, senza ricordo
Del sepolcro, senz’altro pensiero che la gioia,
senza futuro
Se non il suo vanificarsi nell’azzurro del mondo.
“No, non toccarmi”, le direbbe,
Ma anche il dire no sarebbe luce.
YVES BONNEFOY, TR. DAVIDE BRACAGLIA
Ancora, l’ultimo fiocco delal grande neve.
E così entrerebbe nel giardino colei che
Aveva ben dovuto sognare ciò che potrebbe essere,
Quello sguardo, quel dio semplice, senza ricordo
Del sepolcro, senz’altro pensiero che la gioia,
senza futuro
Se non il suo vanificarsi nell’azzurro del mondo.
“No, non toccarmi”, le direbbe,
Ma anche il dire no sarebbe luce.
YVES BONNEFOY, TR. DAVIDE BRACAGLIA
martedì 9 marzo 2010
lunedì 8 marzo 2010
L'UGUALE E IL CONTRARIO
Rafael Alberti (1902-1999)
Il contrario di un uomo limpido è l'acqua sporca.
Il contrario del mare è una donna cieca.
Chi distrugge un ponte, costruisce un precipizio.
Le cicatrici sono colpi che non si dimenticano.
Ci sono verità senza limite e ci sono cose che finiscono:
i fiumi sono Machado.
Io ti ho amato oltre me.
Gli scorpioni luccicano alla luce dell luna
e poi sono nuovamente velenosi e oscuri.
E' cosi, semplice.
Lottare per la cenere è rinunciare al fuoco.
Una parola detta è un uvvello che vola.
La tua morte è sotto la mia pelle,
uguale a un insetto in un bicchiere rovesciato.
Che altro posso dirti?
Che ti ho amato da Nord a Sud, senza fine,
con unghie e con denti,
senza segreti,
senza trappole.
Che non ho voluto sentire un'altra volta la tua voce,
né guardare le nostre foto,
né vederti accarezzare con le tue dita azzurre
i cani che mangiano i resti della tua vita.
Voglio solo oscurità e fumo.
Sono venuto a dire che ti ho dimenticato;
che ti dimenticherò ancora ogni giorno,
ognuno dei giorni della mia vita.
BENJAMIN PRADO, TR. ALESSANDRO GHIGNOLI
Il contrario di un uomo limpido è l'acqua sporca.
Il contrario del mare è una donna cieca.
Chi distrugge un ponte, costruisce un precipizio.
Le cicatrici sono colpi che non si dimenticano.
Ci sono verità senza limite e ci sono cose che finiscono:
i fiumi sono Machado.
Io ti ho amato oltre me.
Gli scorpioni luccicano alla luce dell luna
e poi sono nuovamente velenosi e oscuri.
E' cosi, semplice.
Lottare per la cenere è rinunciare al fuoco.
Una parola detta è un uvvello che vola.
La tua morte è sotto la mia pelle,
uguale a un insetto in un bicchiere rovesciato.
Che altro posso dirti?
Che ti ho amato da Nord a Sud, senza fine,
con unghie e con denti,
senza segreti,
senza trappole.
Che non ho voluto sentire un'altra volta la tua voce,
né guardare le nostre foto,
né vederti accarezzare con le tue dita azzurre
i cani che mangiano i resti della tua vita.
Voglio solo oscurità e fumo.
Sono venuto a dire che ti ho dimenticato;
che ti dimenticherò ancora ogni giorno,
ognuno dei giorni della mia vita.
BENJAMIN PRADO, TR. ALESSANDRO GHIGNOLI
domenica 7 marzo 2010
L'ALTRO
Noi, che siamo sopravvissuti,
a chi dobbiamo la sopravvivenza?
Chi morì per me all'ergastolo,
chi ha ricevuto la mia pallottola,
al posto mio, nel suo cuore?
Per quale morto io sono vivo,
le sue ossa essendo nelle mie,
gli occhi che gli strapparono, che vedono
con lo sguardo del mio volto,
e la mano che non è la sua mano,
che non è tantomeno la mia,
che scrive parole convulse
dove egli non è, nella sopravvivenza?
ROBERTO FERNANDEZ RETAMAR, TR.ROBERTO SANESI
a chi dobbiamo la sopravvivenza?
Chi morì per me all'ergastolo,
chi ha ricevuto la mia pallottola,
al posto mio, nel suo cuore?
Per quale morto io sono vivo,
le sue ossa essendo nelle mie,
gli occhi che gli strapparono, che vedono
con lo sguardo del mio volto,
e la mano che non è la sua mano,
che non è tantomeno la mia,
che scrive parole convulse
dove egli non è, nella sopravvivenza?
ROBERTO FERNANDEZ RETAMAR, TR.ROBERTO SANESI
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