Ancora e ancora
torno a struggermi
per lei che adoro
da lontano, come le onde
spumeggianti al largo.
ARIWARA NO MOTOKATA, TR. IKUKO SAGIYAMA
sabato 5 giugno 2010
venerdì 4 giugno 2010
LETTERA DA ATENE AD UN AMICO RIMASTO A CESAREA, 350 D.C.
Ora che sei perseguitato dal vescovo
calunniato dagli ariani
e affronti le perfidie dei gentili,
io, anziché affrettarmi in tuo aiuto,
t’incomodo con i miei problemi.
Ma mi si è avvelenato il sangue
questa donna mi ha completamente stregato
I fratelli di qui, che tanto si aspettavano da me
Nelle dispute coi filosofi, sono sbalorditi.
Che mi passerà è sicuro.
E forse è questo che più di tutto mi dispera.
TITOS PATRIKIOS, TR. NICOLA CROCETTI
calunniato dagli ariani
e affronti le perfidie dei gentili,
io, anziché affrettarmi in tuo aiuto,
t’incomodo con i miei problemi.
Ma mi si è avvelenato il sangue
questa donna mi ha completamente stregato
I fratelli di qui, che tanto si aspettavano da me
Nelle dispute coi filosofi, sono sbalorditi.
Che mi passerà è sicuro.
E forse è questo che più di tutto mi dispera.
TITOS PATRIKIOS, TR. NICOLA CROCETTI
giovedì 3 giugno 2010
[LIRICA]
Se Tempo e Spazio, come i Saggi dicono,
sono cose che mai potranno essere,
il sole che nocete al mutamento
non è per nulla superiore a noi.
Così perché, Amore, dovremmo sperare
di vivere un secolo intero?
La farfalla che vive un solo giorno
è già vissuta per l’eternità.
I fiori che ti diedi allorché la rugiada
Tremolava sul tralcio rampicante,
prima che l’ape volasse a suggere
la rosellina di macchia erano già appassiti.
Così affrettiamoci a coglierne ancora
Senza tristezza se poi languiranno;
i nostri giorni d’amore sono pochi:
facciamo almeno che siano divini.
THOMAS STEARN ELIOT, TR. ROBERTO SANESI
sono cose che mai potranno essere,
il sole che nocete al mutamento
non è per nulla superiore a noi.
Così perché, Amore, dovremmo sperare
di vivere un secolo intero?
La farfalla che vive un solo giorno
è già vissuta per l’eternità.
I fiori che ti diedi allorché la rugiada
Tremolava sul tralcio rampicante,
prima che l’ape volasse a suggere
la rosellina di macchia erano già appassiti.
Così affrettiamoci a coglierne ancora
Senza tristezza se poi languiranno;
i nostri giorni d’amore sono pochi:
facciamo almeno che siano divini.
THOMAS STEARN ELIOT, TR. ROBERTO SANESI
mercoledì 2 giugno 2010
ELSA TI AMO
Al taglio obliquo dei baci troppo presto
passano gli anni
i ricordi infranti
bisogna fuggirli
Oh un’intera stagione come fu dolce vivere
quell’estate troppo bella come nei libri
pazzo se potei credere di farti felice
quando era invece la foresta della Grande Chartreuse
o l’incanto d’una sera al porto di Tolone
breve come la gioia che non resiste all’ombra
Al taglio obliquo dei baci troppo presto
passano gli anni
i ricordi infranti
bisogna fuggirli
Quando le foglie ingialliscono cantavo l’anno scorso
chi dice addio crede ancora di tornare
sembra achi muore che un mondo ricominci
non resta niente delle parole della canzone
guarda in questi occhi che così bella ti vedono
non senti più il mio cuore, me, la mia follia
Al taglio obliquo dei baci troppo presto
passano gli anni
i ricordi infranti
bisogna fuggirli
Il sole è come il pallido pianista che
poche parole, le sole, sempre le stesse cantava
cara Ricordi quei giorni sicuri quando
entrambi abitavamo a Montparnasse
senza badarci la vita sarà andata
torna il freddo Già freddo Il cuore va più piano
Al taglio obliquo dei baci troppo presto
passano gli anni
i ricordi infranti
bisogna fuggirli
Questa quartina che per la triste musica ti piacque
[quando
come un trifoglio appassito te la diedi
sterile stava in fondo alla memoria
oggi la tolgo dall’armadio dell’oblio
perché essa almeno tu l’amavi come si canta
Elsa io ti amo o mia tenera o mia malvagia
Passano gli anni
al taglio obliquo dei baci troppo presto
i ricordi infranti
bisogna fuggirli
Eco di cristallo monotono sussurro
non invano l’aria canticchiata
macchinalmente dice parole come incanti
viene un giorno che le parole si modellano
[sui pianti
ah chiudiamo questa posta che sbatte inascoltata
[questo
ritornello cade fra noi come una goccia d’acqua
Bisogna fuggirli
i ricordi infranti
al taglio obliquo dei baci troppo presto
passano gli anni
LOUIS ARAGON, TR. GILBERTO FINZI
passano gli anni
i ricordi infranti
bisogna fuggirli
Oh un’intera stagione come fu dolce vivere
quell’estate troppo bella come nei libri
pazzo se potei credere di farti felice
quando era invece la foresta della Grande Chartreuse
o l’incanto d’una sera al porto di Tolone
breve come la gioia che non resiste all’ombra
Al taglio obliquo dei baci troppo presto
passano gli anni
i ricordi infranti
bisogna fuggirli
Quando le foglie ingialliscono cantavo l’anno scorso
chi dice addio crede ancora di tornare
sembra achi muore che un mondo ricominci
non resta niente delle parole della canzone
guarda in questi occhi che così bella ti vedono
non senti più il mio cuore, me, la mia follia
Al taglio obliquo dei baci troppo presto
passano gli anni
i ricordi infranti
bisogna fuggirli
Il sole è come il pallido pianista che
poche parole, le sole, sempre le stesse cantava
cara Ricordi quei giorni sicuri quando
entrambi abitavamo a Montparnasse
senza badarci la vita sarà andata
torna il freddo Già freddo Il cuore va più piano
Al taglio obliquo dei baci troppo presto
passano gli anni
i ricordi infranti
bisogna fuggirli
Questa quartina che per la triste musica ti piacque
[quando
come un trifoglio appassito te la diedi
sterile stava in fondo alla memoria
oggi la tolgo dall’armadio dell’oblio
perché essa almeno tu l’amavi come si canta
Elsa io ti amo o mia tenera o mia malvagia
Passano gli anni
al taglio obliquo dei baci troppo presto
i ricordi infranti
bisogna fuggirli
Eco di cristallo monotono sussurro
non invano l’aria canticchiata
macchinalmente dice parole come incanti
viene un giorno che le parole si modellano
[sui pianti
ah chiudiamo questa posta che sbatte inascoltata
[questo
ritornello cade fra noi come una goccia d’acqua
Bisogna fuggirli
i ricordi infranti
al taglio obliquo dei baci troppo presto
passano gli anni
LOUIS ARAGON, TR. GILBERTO FINZI
martedì 1 giugno 2010
RAGAZZA D'ACCIAIO
Ragazzo d’acciaio non amavo nessuno al mondo
Non amavo nessuno eccetto colui che amavo
Il mio innamorato il mio amante colui chemi attraeva
Ora tutto è cambiato è lui che ha cessato di
Amarmi
Il mio innamorato che ha cessato di attirarmi sono io?
Non lo so e poi cosa cambia?
Sono ora stesa sulla paglia umida
dell’amore
Tutta sola con tutti gli altri tutta sola disperata
Ragazza di latta ragazza arrugginita
O amore amore mio morto o vivo
Voglio che tu ti ricordi del passato
Amore che mi amavi da me ricambiato.
JACQUES PREVERT, TR. R. COPERTIANI, M. CUCCHI, G. RABONI
Non amavo nessuno eccetto colui che amavo
Il mio innamorato il mio amante colui chemi attraeva
Ora tutto è cambiato è lui che ha cessato di
Amarmi
Il mio innamorato che ha cessato di attirarmi sono io?
Non lo so e poi cosa cambia?
Sono ora stesa sulla paglia umida
dell’amore
Tutta sola con tutti gli altri tutta sola disperata
Ragazza di latta ragazza arrugginita
O amore amore mio morto o vivo
Voglio che tu ti ricordi del passato
Amore che mi amavi da me ricambiato.
JACQUES PREVERT, TR. R. COPERTIANI, M. CUCCHI, G. RABONI
lunedì 31 maggio 2010
L'AMORE CONTROVOGLIA
Io lo so bene, e motteggio spesso:
voi ragazze, siete assai volubili!
Amare come nel gioco delle carte
Il Davide e l’Alessandro;
questi son tutti carichi,
e vanno tbene tuttio.
Ma resto derelitto come prima,
con una facciA da misantropo,
schiavo d’amore, un povero folle!
Come vorrei liberarmi dal dolore!
Ma in cuore ha messo radici troppo profonde,
e il motteggio non scaccia l’amore.
J. W. GOETHE, TR. MARIA TERESA GIANNELLI
voi ragazze, siete assai volubili!
Amare come nel gioco delle carte
Il Davide e l’Alessandro;
questi son tutti carichi,
e vanno tbene tuttio.
Ma resto derelitto come prima,
con una facciA da misantropo,
schiavo d’amore, un povero folle!
Come vorrei liberarmi dal dolore!
Ma in cuore ha messo radici troppo profonde,
e il motteggio non scaccia l’amore.
J. W. GOETHE, TR. MARIA TERESA GIANNELLI
domenica 30 maggio 2010
RAGAZZINA
L‘amore ha fatto scoppiare il tuo ermetico cuore
come nei campi un’ape, nera e ambra,
rompe il bozzolo invernale, per arrampicarsi
sull’erba intiepidita dai novelli raggi di sole.
Di malizia albeggiano i suoi occhi ora
e sull’iride colorata è un luccichio
simile a quello sull’ali ripiegate
dell’ape, prima del volo.
Chi, con un soffio conturbante, preciso,
ha aperto le ali del giovane spirito timido?
Chi ha aperto l’anima a un inesperto volo
Nei suoi occhi di giovane ape incerta?
Grave rende l’amore la sua voce;
il ronzio delle sue ali esitanti, pesanti,
fa tremare di consapevolezza le cose comuni
che dice, e le sue parole rallegrano.
D. H. LAWRENCE, TR. PAOLO PETRONI
come nei campi un’ape, nera e ambra,
rompe il bozzolo invernale, per arrampicarsi
sull’erba intiepidita dai novelli raggi di sole.
Di malizia albeggiano i suoi occhi ora
e sull’iride colorata è un luccichio
simile a quello sull’ali ripiegate
dell’ape, prima del volo.
Chi, con un soffio conturbante, preciso,
ha aperto le ali del giovane spirito timido?
Chi ha aperto l’anima a un inesperto volo
Nei suoi occhi di giovane ape incerta?
Grave rende l’amore la sua voce;
il ronzio delle sue ali esitanti, pesanti,
fa tremare di consapevolezza le cose comuni
che dice, e le sue parole rallegrano.
D. H. LAWRENCE, TR. PAOLO PETRONI
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