Ècome il rinascere di un’onda impetuosa,
così bello e atteso e con l’allegria
di chi è stato sorpreso dall’acqua,
che sapeva che veniva, ma non vedeva.
I corpi che si muovono verso la chiara
constatazione del dolore che si voleva,
onda violenta come da altraonda
del tutto naturalmente rinata;
i corpi che soavemente si muovono
in soave ondeggiare di cosa fredda
e si muovono sempre verso dentro,
- la gioia dell’amore è un’agonia –
sempre più serrato e più intenso
quel che ci muove e che non vedevamo.
MARLY DE OLIVEIRA, TR. SILVIO CASTRO
sabato 3 aprile 2010
venerdì 2 aprile 2010
mercoledì 31 marzo 2010
PAURA
Un giorno mi svegliai sorgivamente
germinando parole di acqua e di
sangue
Ebbi paura, di me, del mio vuoto,
mi abbracciai al silenzio.
MARIA GUERRA, TR. GIANNI TOTI
germinando parole di acqua e di
sangue
Ebbi paura, di me, del mio vuoto,
mi abbracciai al silenzio.
MARIA GUERRA, TR. GIANNI TOTI
martedì 30 marzo 2010
lunedì 29 marzo 2010
Non di questo presente ora bisogna
Vivere – ma in essa sì: non c’è modo,
pare, d’averne un altro, non c’è chiodo
che schiacci questo chiodo. Né a chi sogna
va meglio, che le più volte s’infogna
a figurarlo, e fa più groppi al nodo
se cerca di disfarlo (sta nel todo
chi si crede nel nada, sempre) o agogna,
ma con che lama?, troncarlo. La mente
infortunata non ha altra fortuna,
dunque, che nel pensiero? Certo a niente
più la mente mia si consola che se in una
deposizione od offertorio gente
dispersa solennemente s’aduna.
GIOVANNI RABONI
Vivere – ma in essa sì: non c’è modo,
pare, d’averne un altro, non c’è chiodo
che schiacci questo chiodo. Né a chi sogna
va meglio, che le più volte s’infogna
a figurarlo, e fa più groppi al nodo
se cerca di disfarlo (sta nel todo
chi si crede nel nada, sempre) o agogna,
ma con che lama?, troncarlo. La mente
infortunata non ha altra fortuna,
dunque, che nel pensiero? Certo a niente
più la mente mia si consola che se in una
deposizione od offertorio gente
dispersa solennemente s’aduna.
GIOVANNI RABONI
domenica 28 marzo 2010
AMORE DA UN SOLO SGUARDO NASCE, VIVE, CRESCE E S'ETERNA
In fuga sorda e rapida ha rubato
dieci anni di mia vita il Sole ardente
dacché vidi negli occhi tuoi l’Oriente,
Livida, di bellezza raddoppiato.
Dieci anni nelle vene mie ho serbato
il dolce fuoco che alimento, assente,
col mio sangue. Dieci anni nella mente
tirannici i tuoi lumi han governato.
Chi contempla ogni volta una sì pura
bellezza, eternamente se ne accende
e nell’anima impressa eterna dura.
Fiamma che l’immortal vita trascende
non teme con il corpo sepoltura
né il tempo l’aèèassisce né l’offende.
FRANCISCO DE QUEVEDO, TR. VITTORIO BODINI
dieci anni di mia vita il Sole ardente
dacché vidi negli occhi tuoi l’Oriente,
Livida, di bellezza raddoppiato.
Dieci anni nelle vene mie ho serbato
il dolce fuoco che alimento, assente,
col mio sangue. Dieci anni nella mente
tirannici i tuoi lumi han governato.
Chi contempla ogni volta una sì pura
bellezza, eternamente se ne accende
e nell’anima impressa eterna dura.
Fiamma che l’immortal vita trascende
non teme con il corpo sepoltura
né il tempo l’aèèassisce né l’offende.
FRANCISCO DE QUEVEDO, TR. VITTORIO BODINI
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