Nulla è più lieto
d’un giorno grigio
che a un tratto s’apre
a una speranza di sole
che incendia la sera
e poi tramonta
ma prima d’un ultimo
fulgore illumina
la notte per te.
ALESSANDRO PARRONCHI
sabato 20 dicembre 2008
venerdì 19 dicembre 2008
AUTUNNO
Respiro. La verità
della vita mi bagna di silenzio.
Filtra il sole dalle persiane
e ricordo la luce come altra volta
che solo ho intravisto.
Forse ricorderò questo minuto
anche nella lontananza silenziosa
dove il tempo e lo spazio si confondono,
come il sommo e l’illusione
nella parola. Che silenzio,
che parola e che luce mai goduta
brilla nel corso di questo fiume
della mia vita più dolce dell’autunno
che indora nella penombra la memoria?
Oh, tesoro di pace, vita divina,
trasparenza d’amore, in cui perduro!
CINTIO VITIER, TR. GIUSEPPE G. BELLINI
della vita mi bagna di silenzio.
Filtra il sole dalle persiane
e ricordo la luce come altra volta
che solo ho intravisto.
Forse ricorderò questo minuto
anche nella lontananza silenziosa
dove il tempo e lo spazio si confondono,
come il sommo e l’illusione
nella parola. Che silenzio,
che parola e che luce mai goduta
brilla nel corso di questo fiume
della mia vita più dolce dell’autunno
che indora nella penombra la memoria?
Oh, tesoro di pace, vita divina,
trasparenza d’amore, in cui perduro!
CINTIO VITIER, TR. GIUSEPPE G. BELLINI
giovedì 18 dicembre 2008
dietro un muro bianco l’arcobaleno screziato. La
bambola in gabbia sta creando l’autunno. E’ il destarsi delle
offerte. Un giardino appena creato, un pianto dietro la
musica. Che suoni sempre e nessuno assisterà
al movimento della nascita, alla mimica delle offerte,
al movimento di quella sono annodata a questo silenzio
che amo. E che di me non resti se non l’allegria
di chi chiese di entrare e gli fu concesso. E’ la musica,
è la morte, è ciò che volli dire in motti screziati
come i colori del bosco.
ALEJANDRA PIZARNIK, TR. CLAUDIO CINTI
bambola in gabbia sta creando l’autunno. E’ il destarsi delle
offerte. Un giardino appena creato, un pianto dietro la
musica. Che suoni sempre e nessuno assisterà
al movimento della nascita, alla mimica delle offerte,
al movimento di quella sono annodata a questo silenzio
che amo. E che di me non resti se non l’allegria
di chi chiese di entrare e gli fu concesso. E’ la musica,
è la morte, è ciò che volli dire in motti screziati
come i colori del bosco.
ALEJANDRA PIZARNIK, TR. CLAUDIO CINTI
dietro un muro bianco l’arcobaleno screziato. La
bambola in gabbia sta creando l’autunno. E’ il destarsi delle
offerte. Un giardino appena creato, un pianto dietro la
musica. Che suoni sempre e nessuno assisterà
al movimento della nascita, alla mimica delle offerte,
al movimento di quella sono annodata a questo silenzio
che amo. E che di me non resti se non l’allegria
di chi chiese di entrare e gli fu concesso. E’ la musica,
è la morte, è ciò che volli dire in motti screziati
come i colori del bosco.
ALEJANDRA PIZARNIK
bambola in gabbia sta creando l’autunno. E’ il destarsi delle
offerte. Un giardino appena creato, un pianto dietro la
musica. Che suoni sempre e nessuno assisterà
al movimento della nascita, alla mimica delle offerte,
al movimento di quella sono annodata a questo silenzio
che amo. E che di me non resti se non l’allegria
di chi chiese di entrare e gli fu concesso. E’ la musica,
è la morte, è ciò che volli dire in motti screziati
come i colori del bosco.
ALEJANDRA PIZARNIK
mercoledì 17 dicembre 2008
Nel mattino piovigginoso
Di questi viali a squadre
in una città non mia
dove il freddo gonfia i passeri
in cerca di cibo tra lucide
castagne d’India e foglie morte,
m’invento senza nessuna impazienza
e molta cura un’estate personale.
Fino a che il fruscio degli alberi
è respiro del mare
che rompe lungo sulla spiaggia.
E tu che nel sole ridi contenta.
GIORGIO DEVOTO
Di questi viali a squadre
in una città non mia
dove il freddo gonfia i passeri
in cerca di cibo tra lucide
castagne d’India e foglie morte,
m’invento senza nessuna impazienza
e molta cura un’estate personale.
Fino a che il fruscio degli alberi
è respiro del mare
che rompe lungo sulla spiaggia.
E tu che nel sole ridi contenta.
GIORGIO DEVOTO
martedì 16 dicembre 2008
lunedì 15 dicembre 2008
domenica 14 dicembre 2008
Se i segni antichi, arcaici,
cerchi tra monte e valle,
mutazione delle forma,
principio di pena umana,
volgendo i tratti del senso,
di quiete già sofferta
di fine e cominciamento
verso l’inappagabile,
ahi, solo nei distruttori
vedi animarsi i segni:
facce pallide, fredde e il consummatum est.
GOTTFRIED BENN, TR. GIULIANO BAIONI
.
cerchi tra monte e valle,
mutazione delle forma,
principio di pena umana,
volgendo i tratti del senso,
di quiete già sofferta
di fine e cominciamento
verso l’inappagabile,
ahi, solo nei distruttori
vedi animarsi i segni:
facce pallide, fredde e il consummatum est.
GOTTFRIED BENN, TR. GIULIANO BAIONI
.
Iscriviti a:
Post (Atom)