sabato 15 marzo 2008

L’aria di primavera
invade la città.
Ai fanciulli la sera
cresce un poco l’età.
SANDRO PENNA

venerdì 14 marzo 2008

Come m’intono all’azzurro!
Come sento gli armonici del sole,
e nelle mie parole
una preghiera luminosa formo!
Un ritmo d’universo
Una forza divina
dalla luce del giorno alla mia voce
penetra e mi fa esente
dalla scoria mortale
per un puro momento.
GIORGIO VIGOLO

giovedì 13 marzo 2008

Sovrastano sguaiate cornacchie
Su fumi dei comignoli in marzo
Accendiamo per le nostre zitelle
le foglie delle palme d’olivo:
morte, sobbalzano, anime penanti,
dicono di sì e di no
alle nostre turbate domande.
ROCCO SCOTELLARO
Quadro e libro rimangono
Un campo d’erba verde
per prendere un po’ d’aria,
Ora che le forze del corpo se ne vanno;
Mezzanotte, una vecchia casa
In cui solo un topo si muove.

La mia tentazione è la quiete.
Qui al termine della vita
Né la sbrigliata immaginazione,
Né la macina della mente
Che ne consuma cenci e ossa,
Riescon a render muta la verità.

Mi sia concessa la frenesia d’un vecchio,
Devo rifare me stesso
Fino ad essere Timone o Lear
O quel William Blake
Che bussò sul muro
Tanto che la verità rispose al suo richiamo;

Una mente quale la conobbe Michelangelo
Tale da penetrare le nuvole,
O ispirata dalla frenesia
Da scuotere i morti nei sudari
Del resto dimenticata dal genere umano
La mente d’aquila d’un vecchio.
WILLIAM BLAKE

mercoledì 12 marzo 2008

IL MIO PAESE

Lo illumina la luna e spazza il vento;
ma più di lui nessuno a primavera
ha ranuncoli e nuvole d’argento:
nei cieli neve che non fa paura,
oro e d’oro lungo gli argini
nella sua terra screpolata e oscura.
CORRADO GOVONI

martedì 11 marzo 2008

ALBERO VECCHIO

Fitto tremore insidiava il suo braccio
nella manica scura,
la stretta delle dita intorno al calice
non impediva al vino di oscillare.
(Ah, come antico olivo che si spacca
- la frattura del ramo
- la segreta secchezza delle vene).
Proseguimmo i discorsi, fingevamo
di non vedere.
Ma in sé l’albero vecchio riceveva
l’alito muto delle nostre pene:
e grigie foglioline nei suoi occhi
- intrepide -
si rialzano a stormire
tutte le primavere perdute.
FERNANDA ROMAGNOLI

INVERNO

L’inverno
di lumi grandi e piccoli giorni
è sopra di noi.Un tempo
ero bambino e nevicava molto,
molto.Lo ricordo
vedendo la nera terra che riposa,
appena illuminata
dal gelo d’una pozza.
E’ incredibile: ma tutto ciò
che oggi è terra addormentata nel gelo
sarà domani, sotto il vento,
grano.
E rocce
papaveri. Sarmento…

Senza speranza:
la terra di Pastiglia sta aspettando
- crescono i fiumi -
con convinzione.
ÁNGEL GONZALES

Fitto tremore insidiava il suo braccio
nella manica scura,
la stretta delle dita intorno al calice
non impediva al vino di oscillare.
(Ah, come antico olivo che si spacca
- la frattura del ramo
- la segreta secchezza delle vene).
Proseguimmo i discorsi, fingevamo
di non vedere.
Ma in sé l’albero vecchio riceveva
l’alito muto delle nostre pene:
e grigie foglioline nei suoi occhi
- intrepide -
si rialzano a stormire
tutte le primavere perdute.
FERNANDA ROMAGNOLIL’inverno
di lumi grandi e piccoli giorni
è sopra di noi.Un tempo
ero bambino e nevicava molto,
molto.Lo ricordo
vedendo la nera terra che riposa,
appena illuminata
dal gelo d’una pozza.
E’ incredibile: ma tutto ciò
che oggi è terra addormentata nel gelo
sarà domani, sotto il vento,
grano.
E rocce
papaveri. Sarmento…

Senza speranza:
la terra di Pastiglia sta aspettando
- crescono i fiumi -
con convinzione.
ÁNGEL GONZALES, TR. FRANCESCO LUTI

lunedì 10 marzo 2008

LA TERRA DEL SILENZIO

La terra del silenzio è di cristallo,
cristallo azzurro, quasi di ghiaccio.
Lì tutto danza senza far rumore
e ogni immagine si rifrange all'infinito.
Le lacrime e i lamenti dei bambini
lasciano il suono dolce della cetra.
Delle creature tacite i sorrisi
levano al cielo un riflesso rosato
e gli sguardi profondi dell'amore
azzurre fiamme d'un incendio attizzano.
In questa terra del silezio il vero
risuolla come una campana a festa
che apre volte chiassose in mezzo al cielo.
Nella terar del silenzio spesso ho sentito
gli scampanii d'argento
che leva uno stormo di gru.
A nozze mistiche, a processioni,
a cerimonie celesti ho presenziato,
nella terra del silenzio che è di cristallo,
cristallo azzurro, quasi di ghiaccio.

MELISSANTHI, TR. FILIPPOMARIA PONTANI

domenica 9 marzo 2008

Che aumenti la nostalgia nel colore qualsiasi
che gonfi la mia nuvola maestra
e che mi lasci perdere a qualche nuova noia carica
di sangue e di vita sconosciuta.

Bisogna credere alla sua promessa
e portarle doni e preghiere, lasciare poi
che risuoni nella baia e nell’eco
disordinata dei nostri corpi.
CLAUDIO SANFILIPPO

L'ALBERO OSCILLA

L’albero a tocchi nel silenzio. Una tenue luce bianca e verde
cade dall’albero. Il cielo limpido carico all’orizzonte verde e dorato,
dopo la burrasca. In un cerchio di schiuma il quadro bianco della
lanterna in alto illumina il segreto notturno della finestra.
Da un nodo in alto le corde del triangolo d’oro e un globo bianco di fumo
Che non esiste, che non esiste sopra del cerchio coi tocchi
Dell’acqua in sordina.
DINO CAMPANA