sabato 5 aprile 2008

Picco di stagno
Irrorato di latte di luna,
cuspide di selenite
radiante chiarori innaturali
come la cometa natalizia.

Picco alabastrino
albeggiante nella notte
specchio di sale della tua compagna
che, con aspersorio d’argento,
per tutto il plenilunio ti soffonde
della sua tenerezza vagabonda.

Seni così saldi
candidi picchi aureolati di rosa
albeggianti nel buio
al chiarore rossastro della stufa

seni di neve, timidi e superbi,
cuspidi dalle punte inturgidite
stillante in una notte la dolcezza
da assaporare, fissando il soffitto,
per tutte le altri notti senza sogni.

Sei sempre bella, ma più circospetta:
solo una lieve asimmetria dà segno
del lavoro sottile della lima
che smussa la tua altera padronanza.

Sotto sotto il tuo incedere svagato
Tremo di vedere in controluce
con la scopìa segreta dell’amore
nel tuo splendore appena ridondante
Una sporgenza che volge a levante.
CORRADO CALABRO’

venerdì 4 aprile 2008

Se cadi
Mi sorreggerò a te,
fiore dell’universo.
ERCOLE UGO D’ANDREA

SERA

Or che biancheggia in ciel sulla pianura,
la solitaria falce della luna,
e abbandonano i monti ad una ad una,
le mandre ch’eran sparse alla pastura,

così buona la Terra, così pia
sembra in questa devota ora dell’Ave
che un inganno soave
mi fa vivere quando − nell’aurora
dei popoli − erano pochi uomini al mondo.
Parmi del mio petto,
col raggio della sera,
discenda la severa
tranquillità del vechio patriarca
Sull’uscio assiso della pia dimora
Egli mirava la nascente stella,
la campagna di fiori e di frutti carca.
Or sento in me quel sovrumano amore,
quell’estatica calma;
chino anch’io la testa sulla palma
e quasi attendo i messi del Signore.
UMBERTO SABA

giovedì 3 aprile 2008

APRILE

Lo stile di aprile non cambia:fiori freschi più rigore glaciale più ali liriche

gli occhi di schiuma sulle onde del mare
vedono le forbici
nascoste nella tasca della tempesta

i miei piedi gelano, si fermano sui campi
davanti a quella pelle di tigre conciata dal sole

ma la testa medita tra i lampi estivi
due cerchi che d’inverno si assordano
guardano in tutte le direzioni −

Stelle quei minuscoli pugni
Si ammassano in una grande manifestazione.
BEI DAO, TR. CLAUDIA POZZANA

mercoledì 2 aprile 2008

…teso verso altri voli, allora perché questo ritorno bianco di eco,
questa rauca cupola?
E tuttavia lungo il varco − in quale stoffa? Nel vento che si stende e
Dorme presso giorni dilapidati.
BERNARD SIMEONE, TR. FRANCO BUFFONI

martedì 1 aprile 2008

SONETTO XXI

Tra le miriadi di voci della primavera quale
fu quella della passione mia suprema
quale il mio pianto nel primaverile coro
o il mio lamento degli dei al cospetto?

O amore tardivo, su ferite ali volo
speranza infinita non dovrebbero sospirare le labbra
o la sapienza mia motteggi, a fatica acquistata?
Benché sia muto, gli uccelli di sui rami
Rimuoveranno come ogni aprile il canto,
benché io muoia, l’incenso del mio amoroso voto
come quando giovane fui salirà al cielo.
Ma voi Bellezze che a contemplare mai sarò tenuto,
quale grande amante avrete in me perduto.
GEORGES SANTAYANA, TR. MARIA TIZIANA MAYER

lunedì 31 marzo 2008

E’ il bene, il bene d’un giorno
questo sole lontano e leggero
e non farà più ritorno
non lo vedremo più.

Già per la città azzurre
Ombre scendono incontro a te
Dal cielo primaverile e non sai perché
Il familiare saluto ti rattrista

all’angolo di una strada delle viole
stinte d’un vagabondo fiorista.
ATTILIO BERTOLUCCI

domenica 30 marzo 2008

L'ISTANTE

Amerò questo istante per se stesso, nella sua freddezza
Improvvisa dopo un lungo giro e la pendenza
Della strada che sfiora in lontananza l’acqua poco profonda del cielo
Dopo l’albero che sfiora dietro le case il cerchio
Invisibile dove ho creduto di posare la mano in questo istante.
JACQUES RÉDA, TR. ALBERTO ROSSI PRECERUTTI