sabato 1 marzo 2008

MARZO

Marzo ventoso
Mese adolescente
Marzo luminoso
Marzo impenitente

Marzo che fai tuoi giochi
con le nuvole in alto
e con l’ombra e le luci
dài mutevol risalto
alla terra stupita

alla terra intorpidita,
mentre dal seno le strappi
le primule e le rose
e fresch’acque rigogliose
lieto fai rigogliare

Ed il passero riscuoti
con la tua folle ventata
nella sua grondaia secca
alla siepe denudata.

Spazzi i portici e le calli
e la nebbia nelle valli
e la polvere degli avi
e i propositi dei savi
rompi e l’ombra delle chiese

Ed il pavido borghese
che nell’ora porta il gelo
dell’inverno trapassato
e col corpo imbarazzato
geme il reuma ed il torpore
che nel volto porta il velo
della noia ed il pallore,
si rinchiude frettoloso
si rinvoltola accidioso
e incardina le porte.

Se lo scuoti e lo palesi,
marzo giovane pazzia,
la sua trista nostalgia
sogna il sonno di sei mesi

ei ti teme, dolce frate
marzo, terrore giocoso
ma tu passi vittorioso
sbatti gli usci e le impannate
con le tue belle ventate.

E la densa polve sveli
Nel tuo raggio popolato
e sul legno affumicato
i vetusti ragnateli.

Poich’il termine a riposo
Canti, marzo adolescenti,
t’odia questa buona gente,
marzo luminoso.

Ma se t’odiano addormiti
nelle coltri riscaldate
ed i passeri impauriti nelle siepi denudate
t’ama il falco su nell’aria
che più agile si libra
nella tua ventata varia
e le sente in ogni fibra
lieto della tua procella
ché per lui si fa più bella
ché per lui si fa più pura
ai suoi occhi la natura.
Marzo mese luminoso
Marzo adolescente
Marzo irriverente
Marzo luminoso.
CARLO MICHÆlSTADTER

venerdì 29 febbraio 2008

PIOGGIA NOTTURNA

Il grillo mattutino a tratti
Canta
L’esigua fiammella si spegne, poi
S’accende
Alla finestra remota conosco la
pioggia notturna
I breviari per la prima volta hanno
una voce.
PO CHŪ-I, TR. VILMA COSTANTINI

giovedì 28 febbraio 2008

come bacche di rovere
avremo mille anni
ma non smetteremo il silenzio.
Perché in silenzio viene la piena.
La terra ha un gusto acre;
in questa stagione di morti
ci spaventiamo prima ancora
di decidere cosa fare.
Riteniamo il sudore
stendendoci insoddisfatti sul tappeto,
i pianti sono insipidi.
Come le fragole che quest’anno
Sono spuntate d’inverno. MARIO MOLINARI
Notte di gelo
un caldo soffio investe.
In tutto il cielo
Stelle velate
Con socchiusi occhi sorridono.

Ti ho udita,
notte nevosa,
a stilla a stilla,
piangere di tenerezza.
LALLA ROMANO

mercoledì 27 febbraio 2008

TERRA DEL NORD

sempre contare i battiti, seguire con lo sguardo un fiume che
[scorre lontano
sempre star appoggiati a un tavolo di legno, desiderare forti
[nevicate
il suono di una scure e le locuste fori dalla legna spaccata
sempre, dopo averli appoggiati sulla terra gelata d'inverno, i
[piedi
confermano, io sono di qui
io sono di qui, io ricordo, io misuro, io nutro
strumenti con carne cruda, lo confermo: qui, di qui
sempre di qui...

esservi, prima che la neve lasci i recessi più profondi del cielo
cinquanta cattive nuvole passano sulle teste di raccoglitori di
[cotone
cento anziane donne sposate volano oltre il cielo
mille bambini in piedi sull'orizzonte pisciano
cento milioni di corpi celesti continuano ad esser desolati
già un secolo...

visi ancestarli profondi, ombreggiano file di statue di pietra
pietre sistemate a una cera distanza l'una dall'altra
nel bosco di betulle sono appesi cappotti di lana neri
in cima alle spighe sono legati fazzoletti rossi di raccoglitrici
stagini, stagioni
con una disciplina che non sparirà mai
ci piantano sulla strada che la storia vuole seguire...

sempre in questa stagione, in una stagione superflua
le letture invernali si fanno lente, le paginedei campi
non sono più voltate, la testa di ciascun lettore
sprofonda nel segreto... dopo l'eccitazione della rivelazione:
la tua desolazione riposa nei buchi che ti scavano
la tua memoria è già stat scavata via
la tua vastità, mancando di dolore
inaridisce, tu, sei il dolore di per sé...

là dove sei tu, là vi è dolore
dalla fronte di quel campo di grano sconfitto
settanta mu di campi di granturco han sconfitto il tuo
[cervello
campi di verdura ancora più grandi, silenziosi
quelle cose ancor più deboli dell'erba, tu non sei già più in
[grado di sentirle
quelle cose che vorresti dire a te syesso, continuano a scorrer
[via:

quello è il vostro vangelo..."
DUO DUO, TR. GIUSI TAMBURELLO

martedì 26 febbraio 2008

FIGLIO ALBERO

Si stampa l'albero invernale sopra
l'azzurro cielo, simile al profilo
di Erasmo, chiuso neklle linee dure
e secche di quel volto suo di rame.

Più nobile così che vivo in fronde
sensuali, con la forma sua severa
in attesa dell'ampia primavera
nel suo profilo di pensoso Erasmo.

Ma io lo poto con amara forza
per dargli gesto come a figlio mio
fin quando mi ritorni creatura.

E al cielo che sbadiglia per la noia
ed al paesaggio che non ha brivido
lo affido come norma di amarezza.

GABRIELA MISTRAL, TR. PIERO RAIMONDI

lunedì 25 febbraio 2008

I BOSCHI

Se vaghezza in animo vi vien d'intendere i pensieri
Cui non vi son né immagini né verbo,
Là, dove tenebra cupa tutt'intorno incombe,
Al silenzio dei boschi date ascolto;
Là nella quiete trascorron dei bisbigli,
Rombo indistinto di voci senza suono.

In quelle voci s'odono le melodie del deserto;
Ascoltandole, in esse mi perdevo;
Palpitavo, come al cospetto del divino,
Colmo ero d'echi, ma muti,
E dal petto, come dal carcere il recluso,
Indarno mi ferveva, urgeva indarno il verso.
PETR ANDREEVIC VJAZEMSKIJ, TR. ANASTASIA PASQUINELLI
Perché il tempo ora è venuto, viene,
tempo per me che vanto vuoti niente,
di dirti, e non parrà vero, Sta bene!
E di raschiarti via da cuore e mente,
di sviare il ricordo che mi tiene
la notte del volere nuovamente,
del Vieni fuori, dunque!se in un botto
mi assalisse la smania di star sotto!
PATRIZIA VALDUGA
Se vuoi così, smetterò di cantare.
Se fa sussultare il tuo cuore,
distoglierò i miei occhi dal tuo volto.
Se ti fa trasalire all’improvviso
Mentre passeggi, mi trarrò in disparte
E prenderò un’altra strada.
Se ti confondo mentre intrecci i fiori,
eviterò il tuo giardino solitario.
Se troppo agita ‘acqua,
non vogherò vicino alla tua spiaggia.
RABINDRANATH TAGORE Il Giardiniere, TR. ALESSANDRO BAUSANI
Il tremito d’un tocco fugace
Mi sfiorò e svanì in un momento,
come petalo d’un fiore reciso
trasportato sull’ali della brezza.
Si posò sul mio cuore come un sospiro
Del suo corpo e un sussurro del cuore. (RABINDRANATH TAGORE Il Giardiniere, tr. ALESSANDRO BAUSANI
Dal mio cuore esce a danza
L’immagine del mio desiderio.
La fulgida visione fugge via.
Cerco di afferarla saldamente,
ma essa mi elude e disvia.
Cerco ciò che non posso ottenere
E ottengo quello che non cerco.
RABINDRANATH TAGORE Il Giardiniere, TR. ALESSANDRO BAUSANI
Servo: Abbi mercé del tuo servo,mia regina!
Regina La riunione è finita e tutti i miei servi sono andati via.Perché tu vieni a questa taeda ora?
Servo Quando hai finito con gli altri, allora viene la mia ora
Vengo a chiederti cosa rimane per il tuo ultimo
Servo.
Regina Che speri di ottenere quando è ormai troppo
tardi?
Servo Fammi giardiniere del tuo giardino di fiori.
Regina Che follia è questa?
Servo Rinuncerò a ogni altro mio lavoro.
Getterò nella polvere le mie lance e le mie spade.
Regina Quali saranno i tuoi doveri?
Servo Servirti nei tuoi giorni d’ ozio.
Manterrò frescc il sentiero erboso dove tu cammini al mattino, dove a ogni passo i tuoi piedi saranno salutati con lodi dai fiori anelanti di morire.
Ti dondolerò su un’altalena tra i rami del saptaparna, dove la prima luna della sera lotterà tra le foglie per baciarti l’ orlo della gonna.
Riempirò di olio la lampada che arde accanto al tuo letto, e ornerò lo sgabello dove poggi i piedi con meravigliosi disegni, fatti con impasto di sandalo e zafferano.
Regina E cosa chiedi come ricompensa?
Servo Di poter stringere i tuoipiccoli pugni, simili a teneri bocciuoli di loto e di intrecciare ai tuoi polsi ghirlande di fiori; di tingere le piante dei tuoi piedi col rosso succo dei petali di ashoka e togliere coi miei baci i granelli di polvere che potranno posarvisi.
Regina Le tue preghiere sono esaudite, mio servo, sarai il giardiniere del mio giardino di fiori.
RABINDRANATH TAGORE Il Giardiniere, tr. ALESSANDRO BAUSANI
Altre note congiunsi
Sonanti per sillabe diverse;
tu nuda mi vieni e per vestirti
d’ogni cielo mi spoglio
che in me s’ apre e d’ogni fronda,
così tutta ne godi illuminata
di verde e d’aria.

Ed io mi cheto; e rido anzi
Che fui già chiuso e triste
E questa gioia che ha sapore dentro
Fuori m’allaccia appena che non scenda
A mischiarmi nel gioco coi fanciulli.
SALVATORE QUASIMODO
Vorresti che ti si ami?E tu fa’ che il tuo cuore
Non si discosti dal sentiero di ora!
Essendo ogni cosa che ora tu sei ,
Così i tuoi cortesi modi di vita,
la tua grazia, la tua più che bellezza
saranno un tema d’elogio senza fine,
e l’amore - non altro che un puro dovere.
EDGAR ALLAN POE, TR. TOMMASO PISANTI
Qualcuno entra nel silenzio e mi abbandona.
Ora la solitudine non è sola.
Tu parli come notte.
Ti annunci come la sete.
ALEJANDRA PIZARNIK, TR. CLAUDIO CINTI
Qualche volta mi colmo nei sogni
La vogia che gò de ti…
Ah, sognarme ‘sti sogni, ‘na volta,
E averte nel dì!
GIACOMO NOVENTA
Hai gettato un’ombra bella e dura
Sui miei giorni inquieti.Intorno a essa

La luce si è fatta incredibilmente forte.
Mille strade d’un tratto sono andate verso il mare
HENRIK NORDBRANDT, TR. BRUNO BERNI
Lascia che sia la sera a riflettere al posto tuo
Ti suggerirà così tanti dei tuoi pensieri
Che alla fine sarai più saggio del libro
Sul quqle ti stavi lambiccando il cervello
Prima che ti venisse in mente di sollevarlo in direzione
Dei giardini
O dell’aratro che ha appena concluso il suo lavoro
E così alla fine sarai mille volte più felice di un giocatore
Fortunato
Cui sia piovuta tra le braccia la ricchezza dell’ intera
Isfahan
VĺTĚZSLAV NEZVAL, TR.GIUSEPPE DIERNA
Ho fame della tua bocca, della tua voce, dei tuoi capelli
E vado per le strade senza nutrirmi, silenzioso,
non mi sostiene il pane, l’alba mi sconvolge,
cerco il suono liquido dei tuoi piedi nel giorno.

Sono affamato del tuo riso che scorre,
delle tue mani color di furioso granaio ,
ho fame della pallida pietra delle tue unghie,
voglio mangiare la tua pelle come mandorla intatta.

Voglio mangiare il fulmine bruciato della tua bellezza,
il naso sovrano dell’aitante volto,
voglio baciare l’ombra fugace delle tue ciglia

e affamato vado e vengo annusando il crepuscolo,
cercandoti, cercando il tuo cuore caldo
come un puma nella solitudine del QuitatÚe.
PABLO NERUDA, TR. GIUSEPPE BELLINI
Bella
i tuoi seni sono come due pani fatti
di terra cereale e luna d’oro,
bella.
PABLO NERUDA, da Versi del capitano, Il tuo sorriso, vv.1-9, tr. Giuseppe Bellini
Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l’ aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.

Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l’acqua che d’improvviso
scoppia nelle tua gioia,
la repentina onda
d’argento che ti nasce.
PABLO NERUDA, da Versi del capitano, Il tuo sorriso, vv.1-9, tr. Giuseppe Bellini
E’ in te l’ illusione di ogni giorno
Giungi come rugiada sulle corolle.
Scavi l’ orizzonte con la tua assenza
Eternamente in fuga come l’ onda.
PABLO NERUDA, da Venti poesie d’aore e una canzone disperata XII, vv.5-8, tr. Roberta Bovaia
“ «La moglie di quegli è la regina Athaliah, cammella leggera e vagabonda (Gr2.23) sulle cui labbra è la fiamma della spada turbinante (Gn 3.24); e laccio e prigione è il suo cuore (Qh 7.26)»; e disser6 che la mia donna ama misericordia e nella purezza cammina (Mi6.8)” (IMMANUEL ROMANO הּפּשּׁדּהּ הּרּפּתּטּ, ed. it. MAHBERETH PRIMA- IL DESTINO A.c. di Francesco Fumagalli e Tiziana M. Mayer)
Lei è in piedi sulle mie palpebre
E i suoi capelli sono nei miei
Lei ha la forma delle mie mani
E il colore dei miei occhi
Lei ha sempre gli occhi aperti
E non mi lascia dormire.
I suoi sogni pieni di luce
Fanno evaporare i soli
Mi fanno ridere piangere e ridere
Parlare senza avere nulla da dire.
ANDRE’ BRETON, TR.PASQUALE DI PALMO
Dovrei rivolgere il mio sguardo altrove,
o dovrei baciare le orme dei tuoi piedi,
ma tu, come una ladra, lenta incedi
alle notti focose delle alcove.

Qual è il destino che ti spinge e muove?
O cosa sai? Quale segreto vedi?
Ma con più foga le tue vesti cedi,
e il dubitare ben poco ti smuove.

E già presento il finto tentennare,
il tuo primo lamento ed il guizzare
della tua lingua ignara eppure ardente,

quando vedrò tra le tue ciglia nere
ombre coprire il volto tuo splendente,
le tue ginocchia aprirsi per godere.
ABRAM EFROS, TR. FRANCO D’AGOSTINO
Il mio primo pensiero sia per te,
quando ci scalda e illumina il mattino-
e il mio primo timore, che un ignoto
pericolo t’immerga nella notte!(EMILY DICKINSON, tr. Maria Guidacci)

Davanti all’ultimo giorno della nostra vita
Ci ringrazieremo per la presenza domestica e costante,
e per la mano nella mano che si tiene a pochi chilometri di
distanza
ALBA DONATI
Oh i tuoi passi nella sera
E il mio bacio sulle tue labbra di porpora
Repentino intenso
come un temporale d’ estate su terra abbruciata.
Scalpita senza posa là dove
Un tempo rigogliosa era l’erba
Lo stalone in attesa di preda
.RODOLFO DI BIASIO
Non credo alla bellezza terrena
E non voglio la verità di quaggiù.
A colei che io bacio
Non insegno una gioia comune.

Sulla tenera cane umana
La ma lama incide un rosso trecciolo:
che spuntino ali di nuovo
alle spalle che ho appena baciate!
VLADISLAV F. CHODASEVIĆ, TR. CATERINA GRAZIADEI
Oggi ancora, no, non si volge lontano il mio cuore,
fermo al labbro di lei dagli sguardi scintillanti:
fissando io stesso quella pienezza di sapore, rara
in tutt’e tre i mondi, non posso certo rinunziarvi.
BILHANA CAURĪSURATAPAÑCẤŚIKẤ, stanze dell’amore furtivo III,13 ;TR.DANIELA ROSSELLA SAGRAMOROSO
Oggi ancora, lei, l’ape che si lancia verso la sua bocca
Per la cupidigia del profumo soave irresistibile
Rivedo scacciare con il loto tenuto per gioco,
i begli occhi inquieti stretti per l’apprensione.
BILHANA CAURĪSURATAPAÑCẤŚIKẤ, stanze dell’amore furtivo; TR.DANIELA ROSSELLA SAGRAMOROSO
Oggi ancora, lei, tolta la veste dai fianchi,
rivedo, il corpo tremante confuso dal sapore
dell’apprensione,
mentre con una mano copre il suo segreto,
allontanando on l’altra la mia mano dal cavo
del suo ombelico.
BILHANA CAURĪSURATAPAÑCẤŚIKẤ, stanze dell’amore furtivo II,16 ;tr.TR.DANIELA ROSSELLA SAGRAMOROSO
Oggi ancora, i denti eguali a gelsomini radiosi,
gli angoli mobili degli occhi che si volgono furtivi,
il viso di lei certo non mi scordo,
come chi riconosce nella memoria, ecco, il dono
ricevuto un giorno.
BILHANA CAURĪSURATAPAÑCẤŚIKẤ, stanze dell’amore furtivo II,8 ;TR.DANIELA ROSSELLA SAGRAMOROSO
Oggi ancora… «In un mondo ricolmo di segni di bellezza
Che ogni altro avanza nelle più alte per perfezione,
la sua forma non so paragonare con altre»…
questa l’immaginazione del mio cuore.
BILHANA CAURĪSURATAPAÑCẤŚIKẤ, stanze dell’amore furtivo I,44 ;TR.DANIELA ROSSELLA SAGRAMOROSO
Oggi ancora, lei, sulla distesa della terra fra scelte
Donne amanti
Per completa bellezza primo unico punto di riferimento,
coppa ineguagliabile di gemme da cui provare
l’essenza della commedia d’amore,
la mia amata ricordo, sfinita dalle frecce di colui
che ha per armi i fiori.
BILHANA CAURĪSURATAPAÑCẤŚIKẤ, stanze dell’amore furtivon; TR.DANIELA ROSSELLA SAGRAMOROSO
Oggi ancora, lei, profumo effuso che nasce dall’ aroma
di muschio mescolato a unguento di soffice sandalo
gli occhi allettanti dalle ciglia coppia di uccelli che l’un l’altro si sbeccuzzano, sul letto ricordo
BILHANA CAURĪSURATAPAÑCẤŚIKẤ, stanze dell’amore furtivon I,8 ; TR.DANIELA ROSSELLA SAGRAMOROSO
A quest’età la vita che rallenta
Si riveste d’una grossa corteccia
Entro la quale l’anima è non meno
Tenera,ma soltanto più solitaria.
Ivi la vita sente e ripensa se stessa
Con i medesimi palpiti; ma la dolce
Fruizione dei sensi per lei va perdendosi
Come in un torbido specchio le immagini.
CARLO BETOCCHI
E’ una bella donna, dal collo fiero,
che lascia la chioma folta fluir nel vino.
Gli artigli dell’amore, della biscia i veleni,
tutto scivola, s’ottunde sulla granitica pelle.
Deride la Morte e si fa beffe del Vizio,
mostri la cui mano, che sempre falcia e raschia,
nel gioco a distruggere ha tuttavia rispettato
la rude maestà di quel corpo fermo e slanciato
Cammina da dea e s’ abbandona come una sultana;
esprime nel piacere una fede maomettana,
e a venirle tra le braccia, colmate dai seni,
chiama con gli occhi la razza degli umani,
credendo, ben sapendo, questa vergine infeconda
e pertanto necessaria al cammino del mondo,
che la bellezza del corpo è un sublime dono,
che di ogni infamia si conquista il perdono.
Inferno e Paradiso le sono parimenti ignoti,
e quando verrà l’ ora d’ entrar nella nera Notte,
punterà gli occhi fermi in faccia alla Morte,
come un neonato, senza odio e senza rimorsi
CHARLES BAUDELAIRE, TR. ANGELO CERINOTTI
In così brevi giorni quante cose
Tu sei riuscita a vivere e sentire,
come sei arsa tutta, crudelmente,
nel fuoco tempestoso di passioni!
Schiava dell’ illusione che ti estenua,
in un’ansia deserta dello spirito,
cosa domandi alla tua anima?
Come una Maddalena tu singhiozzi,
e fremi e ridi come una rusalka
EVGENIJ BARATYNSKIJ, tr. MICHELE COLUCCI
Lingua, parli e non dici,
meglio ruvidamente in basso
- vexata questio, vexata et ornata-
nell’afona luce meridiana
meglio l’inguine, il sesso.
MARIA ATTANASIO
Al taglio obliquo dei baci troppo presto
Passano gli anni
I ricordi infranti
Bisogna fuggirli.(LOUIS ARAGON, TR. GILBERTO FINZI
C’è silenzio, e tepore,
in questa romita stanza ov’io ti attendo,
e una purpurea rosa,
già stanca, sul ciglio di languire,
anch’essa ansiosa del tuo bruno sguardo,
così tenera è l’ ora
ch’io mi trasmuto in taciturna grazia,
mite rosa,
tepore sulle tue palpebre,carezza d’ ombra.
SIBILLA ALERAMO
Lo credo?Tu sei qui?
E il mio braccio circonda la tua vita?
No…sei ancora nel tuo palazzo
E tutto questo non è realtà!

Lo credo?Tu sei luce
Che s’avvolge alla collina?
E più volte mi dice:
“Son divenuta il mare…un’onda..bruma…una nuvola…
O vela, impazzisci ed abbattiti!”

Lo credo?Tu sei promessa
Nel passaggio del mondo sotto una buona stella?
L’aria è un vaso di profumo…
E perdermi…
Perdermi nel bacio oltre cui non v’è nulla!...
SAID AKL, TR. ELIE KALLAS e ANNA MONTANARI
Quel fiore non è per questo mondo
Ma per altro da te,o mondo,
per una stagione che non fa parte dell’ anno,
per un universo ancora nelle promesse.

Che un innamorato si strugga e lo vagheggi nel sogno…
È una parola…ed è dolce pensare all’ incontro;
l’uomo seguiterà ad inseguirlo
fino a sfiorare, con il pensiero, la stella.

Chi direbbe che poco più in alto della cintura
Sta quello per cui si logorò il braccio del mondo?
Di questo esistere quale stato, dimmi,
è più soave dell’ assopirsi nel rifugio di quel seno?
SAID AKL, tr. ELIE KALLAS e ANNA MONTANARI

Spogliati…
E in ogni rosa che sorride specchiati
Scopri la tua vita
Che pare stia per spezzarsi…
Scopri una colonna di marmo che cantò in un castello
Tacitamente, udibilmente…

Scopri quelle due albe dolcissime che hai sul petto…
E al sole di’:”Solo noi,la nostra tenerezza
Accrescerà la bellezza
Di tanto incanto e ricchezza,
solo noi,
solo noi, senza vezzo di perle né orecchini,
così come ci ha creato Iddio…
solo noi,tu e io,
o sole, senza gonna, né spilla, né scialle… ” (SAID AKL, tr. Elie KALLAS e ANNA MONTANARI)


“Le mie guance?”,diceva”Forse.I miei occhi?Non ancora…”
Le chiedevo: “E la tua bocca?...”Diceva: “Anche quella
Può conoscerla chi è nato sotto buona stella…”
Parlava…e il tempo si disponeva all’ ascolto…
E sotto di lei, si librava il mondo
SAID AKL, TR. ELIE KALLAS E ANNA MONTANARI
Han detto che il mondo è un esilio
E tu il fiore che ne profuma l’ aria…
Ma non crederlo…non sei tu per lui…
È il mondo un gioco per te.(SAID AKL, tr. Elie Kallas e Anna Montanari)

“Le mie guance?”,diceva”Forse.I miei occhi?Non ancora…”
Le chiedevo: “E la tua bocca?...”Diceva: “Anche quella
Può conoscerla chi è nato sotto buona stella…”
Parlava…e il tempo si disponeva all’ ascolto…
E sotto di lei, si librava il mondo SAID AKL, TR. ELIE KALLAS e ANNA MONTANARI
La tua schiena è un emisfero
e sotto i tuoi seni sono i miei quattro punti cardinali
Attorno a te metto radici come albero
e tra me e te mi getto come aquila dalle mille ali.
Sento le tue membra delirare,
sento il singhiozzo della vita e il saluto dei fianchi
vinto dalla situazione
e col cuore ti aggredisco
e dico alla tentazione di farmi girare in ogni tua cellula.(ADONIS, TR. FAWZI AL-DELMI
T’invoco, o fine della notte,
prolungati e inèbriati
sul mio letto sii
magia,
t’esorto a dire
che cosa dice l’ amore all’amante
alla fine delle stagioni
ADONIS, TR. FAWZI AL-DELMI
Mi confrontai con la donna che avevo raffigurato,
cominciai a cercarla ma
non trovai una figura a lei somigliante,
Non trovai alcun ponte
Tra il mio corpo e il sogno
Così rimasi a quel che immaginavo,
frequentando una mia illusione
ADONIS, TR. FAWZI AL-DELMI

domenica 24 febbraio 2008

POZZE PRIMAVERILI

Queste pozze che, sia pur in foreste, riflettono
Il cielo intero quasi senza difetto
E, come i vicini fiori, gelano e tremano,
Presto, come i vicini fiori, scompariranno
Non discendendo per ruscelloo fiume
Ma su dalle radici a nutrire scure foglie.

Gli alberi che con le gemme dischiuse si dispongono
Ad adombrare la terra e a divenire boschi estivi
Ci pensino due volte a usare la loro forza
Per cancellare e bere e far svanire
Queste acque di fiori e questi fiori d'acqua
Da nevi che si sciolsero appena ieri.

ROBERT FROST, TR. GIOVANNI GIUDICI