sabato 12 dicembre 2009

MAKINCONIA

A Domingo Bolìvar

Fratello, tu che hai la luce, dimmi la mia.
Sono come un cieco. Vado senza rotta e cammino a tentoni.
Vado sotto tempeste e tormenti,
cieco di sogno e pazzo d'armonia.

Questo è il mio male. Sognare. La poesia
è la camicia ferrea dalle mille punte cruente
che porto sopra l'anima. Le spine sanguinanti
lasciano cader le gocce della mia malinconia.

E così vado, cieco e folle, per questo mondo amaro;
a volte mi pare che il cammino sia molto lungo,
a volte che sia molto breve...

E in questa esitazione di respiro e agonia,
carico colmo di pene quel che appena sopporto.
Non odi cader le gocce della mia malinconia?

RUBEN DARIO, TR. ENZA MINNELLA

ANISE

Mi dissimulo
rovesciando il mio nome
il vento nella sua buca
ripete: ESINA

Estranea a chi ero
ogni paesaggio
mi volta la schiena

ANISE KOLTZ, TR. ELIO PECORA

giovedì 10 dicembre 2009

CHIUDO GLI OCCHI

Chiudo gli occhi e dall'ombra apprendo accorte
Che ombre non sono e accendono arboscelli
Di scintille, ch'io sappia che son quelli
Il fondo nel subbuglio della sorte,

Incognita notturna tanto forte
Che a me dinanzi infrange i suoi suggelli
Ed escava dal baratro i più belli
Fra i chiarori nemici della morte.

Chiudo gli occhi. Ed ancora esiste un mondo
Immenso che così m'abbaglia, inane
Dalla sua cavità tumultuosa.

Su tenebre la mia certezza io fondo,
Il tenebroso lampo mio rimane,
sulla nerezza s'erge anche una rosa.

JORGE GUILLEN, TR. ORESTE MACRI'

mercoledì 9 dicembre 2009

BELLEZZA

La bellezza che mi asseta
è di eterno
e di vita.
Come fossero acqua e fuoco
forse mai staranno insieme...
La bellezza dell'eterno
intrigante di colori,
imperturbata però
e impietosa.
La bellezza della vita,
che trasmuta e si rinnova,
nella cenere però
chiude i suoi giorni.

GU CHENG, TR. STEFANIA STAFUTTI

martedì 8 dicembre 2009

I VINTI

Hai rimandato sempre all'ultimo giorno la tua fuga
Tutt'e due sentivamo profondamente lo sgomento della separazione.

Avevamo tanta nostalgia di regalare al sogno le nostre incerte illusioni
Ma chi non ha tenuto in conto le bianche estati che hanno ferito i nostri anni?
Chi non ha creduto che il nostro debito non l'avessimo saldato?
E in questo momento rduo ritroviamo giuramenti soggiogati alla nostra
gioventù, sentimenti più ricchi dell'accensione della carne
Tu sai che abbiamo ormai dimenticato i ragazzi spensierati che sprecavano
il loro sorriso
Tu sai che verrà un giorno in cui tutti nudi ci vestiremo sconsideratamente
di noi stessi
In compagnia delle nostre preziose incertezze, abbiamo vegliato infinite notti
senza nessuno accanto ad ascoltare la nostra voce angosciata
Abbiamo amato una nuova tempesta, ma allora perché rimandiamo sempre
la data ormai compiuta?

E così restiamo due vinti, con vani contegni di poca fede.

MANOLIS ANAGHNOSTAKIS, TR. VINCENZO ORSINA

lunedì 7 dicembre 2009

SONO MALATO

La malinconia
mi macera

Il corpo dissanguato
mi dissangua
la poesia

GIUSEPPE UNGARETTI

domenica 6 dicembre 2009

INDIVISIBILE

contro tutto ciò che ha valore di lebbra
contro il cattivo sortilegio
la nostra arma non può essere
che il palo fiammeggiante di mezzogiorno
da sfondare
per tutta area
la spessa pupilla del crimine

contrabbando
tu tieni male un dio il quale sfugge
al tuo funo, alla mia fame, alla tua festa
Libertà

AIME' CESAIRE, TR. MARIA LUISA MAZZINI