Chi entra nella morte non parla più di lei.
E chi vive la vita se la scorda per sempre.
Prendi dunque la matita del Nulla
Disegna i veri paesaggi
Chiama il tuo io “nessuno”
E i mondo “arido giardino”
Sdraiati tra le piante della fantasia
Rosicchia il tuo odiato corpo.
ANTONIS FOSTIERIS, TR. NICOLA CROCETTI
sabato 24 gennaio 2009
venerdì 23 gennaio 2009
Dopo tutti questi anni scopro di essere credente
credo a quel che il tuono e il lampo hanno da dire;
credo che i sogni siano veri,
e due siano le rappresaglie della morte;
credo che le foglie secche e l’acqua nera riempiano il mio cuore.
Morirò come una nuvola, bella, bianca, piena di nulla.
Il cielo notturno è un ideogramma,
una carta in codice perforata.
Pensa d’essere il verbo di quel-che-verrà.
Lo pensa ma non è che la Biblioteca dell’Ultima Spiaggia
la luce riflessa del Grande Equivoco.
Dio è il fuoco che trattiene i miei piedi.
CHARLES WRIGHT.
credo a quel che il tuono e il lampo hanno da dire;
credo che i sogni siano veri,
e due siano le rappresaglie della morte;
credo che le foglie secche e l’acqua nera riempiano il mio cuore.
Morirò come una nuvola, bella, bianca, piena di nulla.
Il cielo notturno è un ideogramma,
una carta in codice perforata.
Pensa d’essere il verbo di quel-che-verrà.
Lo pensa ma non è che la Biblioteca dell’Ultima Spiaggia
la luce riflessa del Grande Equivoco.
Dio è il fuoco che trattiene i miei piedi.
CHARLES WRIGHT.
giovedì 22 gennaio 2009
Il racconto della sua bellezza,
Che tocca le stelle, questa pagina
Nera, feconda di segni
Cosa insegna, o piccola quercia,
O erbe sotto le cascate?
Aspetto che questa forma,
Animata ai rami
Dei vecchi libri,
Si disveli dolcemente
Come la pioggia del cielo.
E’ amaro il soggetto
Della sua conoscenza , ed è un gesto
Inquieto scrivere
Contro i fantasmi forti fauni
Del suo desiderio.
MICHEL ORCEL, TR. PASQUALE DI PALMA
Che tocca le stelle, questa pagina
Nera, feconda di segni
Cosa insegna, o piccola quercia,
O erbe sotto le cascate?
Aspetto che questa forma,
Animata ai rami
Dei vecchi libri,
Si disveli dolcemente
Come la pioggia del cielo.
E’ amaro il soggetto
Della sua conoscenza , ed è un gesto
Inquieto scrivere
Contro i fantasmi forti fauni
Del suo desiderio.
MICHEL ORCEL, TR. PASQUALE DI PALMA
mercoledì 21 gennaio 2009
POESIE IN FORMA HAIKU, III°
Presenza di Dio
Nel canto degli uccelli
si apre una porta.
TOMAS TRANSTRÖMER, TR. MARIA CRISTINA LOMBARDI
Nel canto degli uccelli
si apre una porta.
TOMAS TRANSTRÖMER, TR. MARIA CRISTINA LOMBARDI
martedì 20 gennaio 2009
lunedì 19 gennaio 2009
domenica 18 gennaio 2009
Parlo alla terra oggi e le dico:
buona terra, con gli uccelli della notte
silenziosi con le ali nere
e i ciarlieri uccelli del giorno
con acque dolci e salate
che vivono la loro vita
schiamazzando, carezzevole
e naturalmente indifferente,
terra sei tutto ciò che conosco sulla materia
− e persino il cielo ti appartiene −
e un giorno mi coprirai
come una soffice coperta
con qualche vecchia foto infilata nei cassetti,
parlami, consigliami e dimmi
che finché gli esseri umani sono vivi
non dobbiamo addolorarcene
anche se ci mancano come l’acqua alla lingua
finché esistono tra le altre bellezze naturali
dormono, sognano, assaggiano la frutta ed i pesci
vanno a lavorare, si occupano dei loro bambini.
Terra, che da piccola mi placavi
− quando venivo sgridata
mi affacciavo sul mare
e si sollevava il mio cuore −
versa il balsamo una volta in più, per sostenermi
per pensare all’amore
come se me lo avessero narrato,
come se mi fosse stato spiegato
il dolore, l’assenza
e dentro il tuo battistero
immaginare di nuovo i nostri corpi
unirsi senza dolore
io e lui
come creature alate
versate nella natura
perdiamo in importanza
guadagnando in amore.
KATERINA ANGHELAKI-ROOKE
buona terra, con gli uccelli della notte
silenziosi con le ali nere
e i ciarlieri uccelli del giorno
con acque dolci e salate
che vivono la loro vita
schiamazzando, carezzevole
e naturalmente indifferente,
terra sei tutto ciò che conosco sulla materia
− e persino il cielo ti appartiene −
e un giorno mi coprirai
come una soffice coperta
con qualche vecchia foto infilata nei cassetti,
parlami, consigliami e dimmi
che finché gli esseri umani sono vivi
non dobbiamo addolorarcene
anche se ci mancano come l’acqua alla lingua
finché esistono tra le altre bellezze naturali
dormono, sognano, assaggiano la frutta ed i pesci
vanno a lavorare, si occupano dei loro bambini.
Terra, che da piccola mi placavi
− quando venivo sgridata
mi affacciavo sul mare
e si sollevava il mio cuore −
versa il balsamo una volta in più, per sostenermi
per pensare all’amore
come se me lo avessero narrato,
come se mi fosse stato spiegato
il dolore, l’assenza
e dentro il tuo battistero
immaginare di nuovo i nostri corpi
unirsi senza dolore
io e lui
come creature alate
versate nella natura
perdiamo in importanza
guadagnando in amore.
KATERINA ANGHELAKI-ROOKE
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