La mia pelle porta ancora un respiro,
la mia mano tiene ancora il suo sesso
la mia bocca s'incurva ancora sotto la mezzanotte
sei ancora tu il mio desiderio
Cos'è il mio desiderio, se non tu!
Ah, com'è bello che nessuno sappia,
se vuoi rendermi infelice,
ricomincia daccapo,
INGEBORG BACHMANN, TR. SILVIA BORTOLI
sabato 28 novembre 2009
giovedì 26 novembre 2009
NEGLETTI
Ci lasciano alla strada che abbiamo preso così,
Come due sul cui conto si fossero sbagliati,
Che nell'angolo a volte ce ne stiamo acquattati,
Coi nostri ostili, erratici e serafici sguardi,
Tentiamo di non sentirci dimenticati.
ROBERT FROST, TR. MASSIMO BACIGALUPA
Come due sul cui conto si fossero sbagliati,
Che nell'angolo a volte ce ne stiamo acquattati,
Coi nostri ostili, erratici e serafici sguardi,
Tentiamo di non sentirci dimenticati.
ROBERT FROST, TR. MASSIMO BACIGALUPA
mercoledì 25 novembre 2009
DICO VIVERE
Perché la vita è diventata rossa.
(Sempre il sangue, mio Dio, ebbe colore.)
Dico vivere, come se restare
nulla dovesse di quello che scrivo.
Perché scrivere è un vento frettoloso,
e pubblicare, ammonticchiare roba.
Dico vivere a nervi tesi; aspra-
mente morire, incitando col piede.
Torno alla vita, carico di morte,
ripudiando quanto ho scritto: rottame
di quel che fui quando tacevo ancora.
Adesso torno a me, alla mia opera
più immortale: all'orgia coraggiosa
del vivere e morire. Il resto è in più.
BLAS DE OTERO, TR. ELENA CLEMENTELLI
(Sempre il sangue, mio Dio, ebbe colore.)
Dico vivere, come se restare
nulla dovesse di quello che scrivo.
Perché scrivere è un vento frettoloso,
e pubblicare, ammonticchiare roba.
Dico vivere a nervi tesi; aspra-
mente morire, incitando col piede.
Torno alla vita, carico di morte,
ripudiando quanto ho scritto: rottame
di quel che fui quando tacevo ancora.
Adesso torno a me, alla mia opera
più immortale: all'orgia coraggiosa
del vivere e morire. Il resto è in più.
BLAS DE OTERO, TR. ELENA CLEMENTELLI
martedì 24 novembre 2009
PASSAGGI
Le voglie trattenute
mi stemprano in languide inedie.
E i riso spunta sulle fissità.
Amri senza connubio
passano
come frutti sul ramo.
Il più frettoloso figliolo
del Tempo, il Disinganno,
che si nutre di sottigliezze
acerrime e conclusive,
ancora intatti li uccide
i sogni della mia indecisione.
VINCENZO CARDARELLI
mi stemprano in languide inedie.
E i riso spunta sulle fissità.
Amri senza connubio
passano
come frutti sul ramo.
Il più frettoloso figliolo
del Tempo, il Disinganno,
che si nutre di sottigliezze
acerrime e conclusive,
ancora intatti li uccide
i sogni della mia indecisione.
VINCENZO CARDARELLI
lunedì 23 novembre 2009
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