sabato 19 aprile 2008

La mia anima anche oggi
girovaga in cielo,
come un aquilone che ha rotto la sua corda,
cavalca tempestiva il freddo vento
e scompare in un dove
che neanche io conosco.

KU SANG, TR. VINCENZA D'URSO
Spazio e spazio ancora mi confonde
l’antipodo intendo della vita
nel nitore profondo
sul liberato colle
mondo e quiete erbe
colori atomi assenze.
Giaccio nella mia vera
voce, m’inoltro nella stasi
prima, nella luce mai saziata.
Presso un uomo scivola il sole,
uomo l’azzurro
già velato dei boschi.
Trovo il mio vero corpo,
le mie ossa e le lacrime,
trovo l’amore che sottrassi
alla violenta terra,
ortiche occhi aliti invetriati

Tu stolta eternità, mai vinta
adorante bestemmia,
polvere che si ribella, cielo
a me strappato tu,
viscere sempre gemebonde, terra.
ANDREA ZANZOTTO

venerdì 18 aprile 2008

Angelo vuoto della somiglianza,
spingi le nostre mani nella terra
come qualcosa pieno di qualcosa:
e noi su questa labile regione
nell’ombra di remota parentela
che le tue piume gettano qui intorno,
dedicheremo all’immaginazione
le rose aperte al chiuso di pensieri.
Noi siamo i soli a poter gioire
Del segno che ci lascia una mancanza −
La somiglianza è tutto il nostro regno.
SILVIA BRE
Svanisce l’incanto
Con la fine della notte;
dopo, altre arie
perseguitano…
e sempre rivedo
quella luna, quelle ombre
ancora risento
quella notte, perdo
il mio aroma nello starsene
severo delle sponde.
DUBRAVKO PUŠEK

giovedì 17 aprile 2008

ADDIO A UN POETA

Partir. Mon cœur bruissait de générosités emphatiques.
Partir…j’arriverais lisse et jeune dans ce paysdont le limon entre la composition de ma chair : « J’ai longtemps erré et je reviens vers la hideur désertée de vos plaies».
Je viendrais à ce pays mien et je lui dirais : « embras
sez-moi sans crainte… Et si je ne sais que parler, c’est pour vous que je parlerais ».
Et je lui dirais encore :
« Ma bouche sera la bouche des malheures qui non point de bouche, ma voix, laliberté de celles qui s’affaissent au cachot du desespoir ».
Et venant je dirais à moi-même :
«Et surtout mon corps aussi bien que mon âme, gardez-
vous de vous croiser les bras en l’attitude stérile du spec-
tateur, car la vie n’est pas un spectacle, car une mer de
douleurs n’est pas un proscenium, car un homme qui crie
n’est pas un ours qui danse… ».
AIME' CESAIRE

TENDAGGIO

Sprofonda un tendaggio di sera.
La sera di una sera,
di una sera mancante alle sere,
che tira più forte della mia ultima ora
una sera sotto la carne,
è questa dunque la sera
che io divento me stessa
con il sangue di ognuno, di ogni essere
che discende sotto la lampada e sa
cambiare il giorno.
Salute ai morti.
Ogni essere mi è madre.
BÉATRICE DU JURQUET, TR. FABIO PUSTERLA

mercoledì 16 aprile 2008

Continuiamo a parlare
di vita e non di morte;
ma che cosa è la via
senza la morte?
Che cosa sappiamo
della vita stessa
se abbiamo da tempo
smesso di capire l’uomo,
se abbiamo confuso
alcuni uomini con l’uomo?

L’illusione della conoscenza,
la presunzione della superiorità,
dove ci porteranno?

Siamo sprovvisti di rispetto e di lungimiranza,
impegnati in una corsa
tanto nevrotica quanto inutile
verso il nulla;

cerchiamo di consegnare
alla posterità,
per renderla capace
di operare scelte ragionevoli,
almeno la sua vera storia,
ceneri di questa capanna
che illumineranno
un mondo che affonda
nella cecità.

NDJOCK NGANA YOGO
La scrittura delle nuvole,
il dolore dentro le ossa,
del tempo fine membrana
che mi rende arguto il tatto.

Nello spazio torno del silenzio,
al lume d’amore incerto,
a desideri indefiniti,
al riposo tra le ombre delle nuvole
che vagano tra i campi.

Affondo le radici nel cuore della terra,
m’urgono le parole alla restituzione.
CARLES DUARTE, TR. GIUSEPPE E. SANSONE

martedì 15 aprile 2008

Vedere più vicino di quanto
non sembri necessario il cielo
è l’occhio che lo rende possente
interinato volume di tanto azzurro.

Vedere il cielo e scorrerlo
Girare l’infinito pensandolo
Nella stessa luce dell’occhio
nel cristallo
e svelarne i segreti.
LEONARDO MANCINO
CHI BATTE su porte e finestre?
Cosa dice e ridice − ora vicino ora lontano − il ven-
to ventriloquo?

Albeggia o scende la notte?
ODISSEAS ELITIS, TR. PAOLA MARIA MINUCCI

lunedì 14 aprile 2008

Un cielo inquietante
dall’assurdo colore di pervinca
cosa non càpita in simili momenti
chi non fa la sua parte
entro di me
chi non s’afaccia alla ribalta
nella rete di esili eventi
dal cervo volante
dal grillotalpa al pesce tinca
a quella creatura senza nome
cangiante forma, ferocia, colore.
BARTOLO CATTAFI

domenica 13 aprile 2008

Mai nell’Essere, ma sempre sull’orlo dell’Essere,
la mia testa − Maschera di Ferro − è portata nel sole.
Con l’ombra che punta il dito alla guancia,
muovo le labbra per gustare, muovo le mani per toccare,
ma non giungo mai più vicina del tutto
sebbene lo Spirito si sporga per vedere.
Nell’osservare rosa, oro, occhi o un paesaggio ammirato,
desiderano essere
rosa, oro, paesaggio o altro
Reclamano la gioia nel fatto d’amare.
STEPHEN SPENDER, TR. ALFREDO RIZZARDI