venerdì 1 maggio 2009

LA VOCE DEGLI ALBERI

Gli alberi, mi domando.
Perché vorremmo sentire
Il loro fruscìo per sempre
Più d'ogni altro rumore
Vicino a dove abitiamo?
Nel giorno noi li subiamo
Finché ogni misura di moto
E di fissità nella gioia
Perdiamo, e ascoltiamo assorti.
Son essi quel che di andare
Parla e mai non si muove;
E tuttavia ne parla benché sappia,
Crescendo nel senno e negli anni,
Che adeso intende restare.
Punto i piedi sul pavimento,
sulla spalla reclino la testa,
Se a volte li vedo ondeggiare
Dall'uscio o dalla finestra.
Per qualche dove io partirò,
L'inquieta scelta farò
Un giorno che stormiranno
Agitati da far trasalire
Le bianche nubi su loro.
Io avrò meno da dire,
Ma me ne andrò-

ROBERT FROST, TR. MASSIMO BACIGALUPO

giovedì 30 aprile 2009

NON AGIRE ANZITEMPO,
non inviare fuori,
tienti
verso il dentro:

tutto penetrato dal Nulla,
affrancato da ogni
preghiera,
aderendo mite, secondo
la Pre-scrittura,
ineludibile,
io accolgo te,
in luogo di ogni
pace.

PAUL CELAN, TR. GIUSEPPE BEVILACQUA
Terra, fatta di ei
fermi in eterno in rocce antiche e piante,
vaga parola, senso
ai nostri sensi in una vorma parlante,
rugiada immaginosa
scesa dal cielo su una foglia, arcano
specchio di giovinezza,
vento marino, sospiro lontano
d'una voce perduta,
a questa solitaria vita muta
ridate la carezza
del mondo, la presenza della sposa,
concedete all'errante
d'angoscia, ch'alla fonte si ricrei,
mutate il vuoto immenso
in voce, in forma, in senso, in specchio, in dei.

CARLO LEVI

LA SCRITTURA E' IL CORPO

Mi scrivo nella terra, perché lì tutto
si restaura.
I venti si curvano come un'orazione,
Gli alberi sono un grappolo d'osso che matura
la loro luce nel mistero.
I fiumi e i mari non scorrono e celebrano la loro gloria
nel sangue.
Nellì'amare e nel soffrire sentiamo scintille di folgore.

Dico e scrivo con terra.
E' la scrittura del mio corpo che non cessa.
Non ebbi questa pagina bianca né la solitudine della separazione
Scrivo nella terra con me stesso, protratto.
Chi guida il mio dito in questo compito?
Forse mi lega il tratto di un'altra mano invisibile?

La parola interrata rinasce sempre in cielo, respira.

SANTOS LOPEZ

CIMITERO EBRAICO

Bosco di pietre, niente tombe eccellenti, niente per mettersi in
ginocchio
e per i fiori niente. Sono così serrate lì le pietre, come
abbracciata l'una all'altra, nessuna si può pensare senza l'altra,
e concedendo ai vivi un palmo per passare,
senza lutto. Chi raggiunge l'uscita non ha la morte,
ma il giorno nel cuore.
INGEBORG BACHMANN, TR. SILVIA BORTOLI

NEBBIA

Il cielo, d'un colore quasi astratto,
Ideale, confina col boschetto.
Oh massa di figure oltre il ricordo,
Oh greve caos. Tutto è ormai remoto.
Il grigio sfuma l'albero, inesatto.

JORGE GUILLEN, TR. ORESTE MACRI'