E‘ venuto giugno a coprire il cielo
Sull’ali del soave profumo della pioggia.
Questo mio vecchio cuore, ancora una volta,
s’è lanciato vibrante di vita,
verso l’addensarsi delle nubi.
E’ venuto giugno a coprire il cielo.
Sopra i vasti campi, sopra la nuova erba,
cade l’ombra del giorno piovoso
“E’ venuto, è venuto!” dice l’animo,
“E’ vento, è venuto!”, dice il canto;
è venuto dentro gli occhi, è venuto dentro il cuore.
E’ venuto giugno a coprire il cielo.
RABINDRANATH TAGORE, TR. P. MARINO RIGON S.X.
sabato 31 maggio 2008
venerdì 30 maggio 2008
Divampano simboli arcani
sul muro cieco profondo.
Dorati e rossi papaveri
gravano sopra il mio anno.
Mi riparo negli antri notturni
non rammento i miracoli oscuri
All’alba le azzurre chimere
si specchiano in vividi cieli.
Fuggo negli attimi passati,
chiudo gli occhi dalla paura,
sui fogli d’un libro che gelo −
l’aurea treccia d’una fanciulla.
Su me il firmamento è ormai basso,
nero sonno mi grava nel petto.
La fine predestinata si approssima,
e guerra e incendio mi stanno davanti.
ALEKSANDR BLOK, TR. ANGELO MARIA RIPELLINO
sul muro cieco profondo.
Dorati e rossi papaveri
gravano sopra il mio anno.
Mi riparo negli antri notturni
non rammento i miracoli oscuri
All’alba le azzurre chimere
si specchiano in vividi cieli.
Fuggo negli attimi passati,
chiudo gli occhi dalla paura,
sui fogli d’un libro che gelo −
l’aurea treccia d’una fanciulla.
Su me il firmamento è ormai basso,
nero sonno mi grava nel petto.
La fine predestinata si approssima,
e guerra e incendio mi stanno davanti.
ALEKSANDR BLOK, TR. ANGELO MARIA RIPELLINO
giovedì 29 maggio 2008
mercoledì 28 maggio 2008
Per un momento
è la luce vertiginosa del tempo
di piena, umida ancora come
quando la primavera
porta odori randagi
e grandine.
Ma viene la sera che intorno si sfanno
le rose, l’intonaco è nero, bisbiglia già tutto
di passeri il melo, qua e là sui cipressi scrollate
le bacche, rimangono impresse le braccia del vento.
ALESSANDRO PARRONCHI
è la luce vertiginosa del tempo
di piena, umida ancora come
quando la primavera
porta odori randagi
e grandine.
Ma viene la sera che intorno si sfanno
le rose, l’intonaco è nero, bisbiglia già tutto
di passeri il melo, qua e là sui cipressi scrollate
le bacche, rimangono impresse le braccia del vento.
ALESSANDRO PARRONCHI
martedì 27 maggio 2008
lunedì 26 maggio 2008
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