Il mito è il nulla che è tutto.
Lo stesso sole che apre i cieli
è un mito brillante e muto –
il corpo morto di Dio,
vivente e nudo.
Questi, che qui approdò,
fu nel suo non esistere.
Senza esistere ci bastò.
Per non essere venuto venne
e ci creò.
Così la leggenda scorre
penetrando nella realtà,
e a fecondarla trascorre.
Più giù, lsa vita, metà
di nulla, muore.
FERNANDO ANTONIO NOGUEYRA PESSOA, TR. FRANCESCO ZAMBON
sabato 14 agosto 2010
venerdì 13 agosto 2010
ULISSE
Troppi combattimenti ho visto,
troppi mugolii di innamorati ho sentito,
ho sempre viaggiato troppo lontano.
Una scatola ottica ha sostituito il mio occhio,
una scatola sonora ha sostituito il mio orecchio.
Troppo fango,
troppe carogne là dentro.
Troppa gioia.
Mi nascondo ora tra gli amanti,
questi mendicanti.
HUGO CLAUS, TR. FRANCO PARIS
troppi mugolii di innamorati ho sentito,
ho sempre viaggiato troppo lontano.
Una scatola ottica ha sostituito il mio occhio,
una scatola sonora ha sostituito il mio orecchio.
Troppo fango,
troppe carogne là dentro.
Troppa gioia.
Mi nascondo ora tra gli amanti,
questi mendicanti.
HUGO CLAUS, TR. FRANCO PARIS
giovedì 12 agosto 2010
NEL SERENO
Si squarcia il velo greve dell'autunno,
nel sereno
si alza il fumo di chisà cosa.
SHIKI, TR. GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
nel sereno
si alza il fumo di chisà cosa.
SHIKI, TR. GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
mercoledì 11 agosto 2010
ADORAZIONE DELL'AMORE
Continuate il dono e l’offerta d’amore,
non vogliamo sguardi assenti;
dovunque si levi lo sguardo
vogliamo le ampie vie dell’amore!
È la festa sacra della vita.
Se la vita s’è riempita d’un tal attimo,
e quell’uomo va fiero di questo,
quest’orgoglio non è certo un difetto!
Si trova ad avere smarrito se stesso.
Vivere ed aver smarrito la coscienza di sé
È gran cosa,
è un dono supremo.
Anche una piccola goccia ha pervaso l’immensa distesa
del mare;
tale amnesia di se stesso
è la vera coscienza di sé;
chi ha potuto conoscer se stesso,
anche legato, ha la Libertà assoluta;
è l’uccello ed è anche il suo nido,
è l’azzurro del cielo,
è il cielo, è il volo.
BHAWANI PRASAD MISHRA, TR. GABRIELLA BRUNI
non vogliamo sguardi assenti;
dovunque si levi lo sguardo
vogliamo le ampie vie dell’amore!
È la festa sacra della vita.
Se la vita s’è riempita d’un tal attimo,
e quell’uomo va fiero di questo,
quest’orgoglio non è certo un difetto!
Si trova ad avere smarrito se stesso.
Vivere ed aver smarrito la coscienza di sé
È gran cosa,
è un dono supremo.
Anche una piccola goccia ha pervaso l’immensa distesa
del mare;
tale amnesia di se stesso
è la vera coscienza di sé;
chi ha potuto conoscer se stesso,
anche legato, ha la Libertà assoluta;
è l’uccello ed è anche il suo nido,
è l’azzurro del cielo,
è il cielo, è il volo.
BHAWANI PRASAD MISHRA, TR. GABRIELLA BRUNI
martedì 10 agosto 2010
METAMORFOSI DI UNA NOTTE D'ESTATE
I tuoi fianchi son fuoco.
La tua bocca è una stella bruciante.
Io sono un lembo sottile di nebbia in lontananza.
Io sono una tempesta,
una muta buia tempesta sulla riva del buio e del silenzio.
Incorporea vampata che brucia sul tuo petto.
...... Zitta zitta -
e tu sei la notte chiara e il vino selvaggio,
lo spazio e la tenda leggera alla finestra,
un chiaro fondo di sabbia
sotto l'acqua che verde scintilla come il giorno che sorge.
Una mano leggermente posata sulla mia - e un respiro.
MORTEN NIELSEN, TR. MARIA GIACOBBE
La tua bocca è una stella bruciante.
Io sono un lembo sottile di nebbia in lontananza.
Io sono una tempesta,
una muta buia tempesta sulla riva del buio e del silenzio.
Incorporea vampata che brucia sul tuo petto.
...... Zitta zitta -
e tu sei la notte chiara e il vino selvaggio,
lo spazio e la tenda leggera alla finestra,
un chiaro fondo di sabbia
sotto l'acqua che verde scintilla come il giorno che sorge.
Una mano leggermente posata sulla mia - e un respiro.
MORTEN NIELSEN, TR. MARIA GIACOBBE
AMPIE SILLABE
Che il mio piede ti svegli, di ombra in ombra
sono sceso fino al fondo della patria.
Di foglia in foglia, fino a urtare nella radice
amara della mia patria.
Che la mia fede t’innalzi, d’abisso in abisso
sono uscito alla luce della speranza.
Di spalla in spalla, fino a vedere un popolo sul piede
di pace, issando un’alba.
Che la mia voce brilli libera, di lettera in lettera
Ho strofinato contro l’aria le parole.
Ah, le parole. Qualcuno – sotto il sole –
ha fatto di ghiaccio le labbra di Spagna.
BLAS DE OTERO, TR. ELENA CLEMENTELLI
sono sceso fino al fondo della patria.
Di foglia in foglia, fino a urtare nella radice
amara della mia patria.
Che la mia fede t’innalzi, d’abisso in abisso
sono uscito alla luce della speranza.
Di spalla in spalla, fino a vedere un popolo sul piede
di pace, issando un’alba.
Che la mia voce brilli libera, di lettera in lettera
Ho strofinato contro l’aria le parole.
Ah, le parole. Qualcuno – sotto il sole –
ha fatto di ghiaccio le labbra di Spagna.
BLAS DE OTERO, TR. ELENA CLEMENTELLI
vi assicuro che è nato un fiore.
Il suo colore non si vede.
I suoi petali non si aprono.
Il suo nome non si trova nei trattati.
E' brutto. Ma è un fiore vero.
Mi siedo sul selciato della capitale alle cinque del pomeriggio
e lentamente sfioro con a mano la mia forma malsicura.
Dalla parte delle montagne nubi massicce si addensano.
Piccoli punti bianchi si muovono in mare, galline in pànico.
E' brutto. Ma è un fiore. E' riuscito a sfondare
l'asfalto, il tedio, lo schifo e l'odio.
CARLOS DRUMMOND DE ANDRADE, TR. RUGGERO JACOBBI
Il suo colore non si vede.
I suoi petali non si aprono.
Il suo nome non si trova nei trattati.
E' brutto. Ma è un fiore vero.
Mi siedo sul selciato della capitale alle cinque del pomeriggio
e lentamente sfioro con a mano la mia forma malsicura.
Dalla parte delle montagne nubi massicce si addensano.
Piccoli punti bianchi si muovono in mare, galline in pànico.
E' brutto. Ma è un fiore. E' riuscito a sfondare
l'asfalto, il tedio, lo schifo e l'odio.
CARLOS DRUMMOND DE ANDRADE, TR. RUGGERO JACOBBI
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