In me il tuo corpo fa nascere fiori
un intero tappeto nel mio corpo
sarò la tua musica
tu sarai la mia
e se in sogno griderò aiuto
dormendo col cuore desto
sarai tu il luogo
in cui mi sveglierò
abbracciata, vicina, serena
rammentando giorni lontani:
una madre che sfiora appena
un padre dalle orfane parole
solo allora so
che tutto f solo un sogno
i sogni raccontano fole
ma non mente la luce del giorno.
NATAN ZACH, TR. ARIEL RATHAUS
sabato 19 giugno 2010
venerdì 18 giugno 2010
POESIA DI COMPLEANNOPERANGHARAD
Nulla trapela dalla finestra.
Fuori, il sole potrebbew essere
di un'altra stagione, solo che
per il sole non riesci a vedere; le crepe
che si diramano nel cielo sono tese
a sostenerlo. Le estremità delle cose si fissano
in luce. Questo giorno arbitrario
lo riempirai di te, mentre
dal vetro mobile vedrai gli alberi
radicati nell'aria tersa.
PATRICK MC GUINNESS, TR. GIORGIO SENSI
Fuori, il sole potrebbew essere
di un'altra stagione, solo che
per il sole non riesci a vedere; le crepe
che si diramano nel cielo sono tese
a sostenerlo. Le estremità delle cose si fissano
in luce. Questo giorno arbitrario
lo riempirai di te, mentre
dal vetro mobile vedrai gli alberi
radicati nell'aria tersa.
PATRICK MC GUINNESS, TR. GIORGIO SENSI
giovedì 17 giugno 2010
mercoledì 16 giugno 2010
martedì 15 giugno 2010
LETTERA
Ero sull'ultimo autobus dalla piazza.
La sera era torbida e greve
come acqua vuota.
Avevo la continua sensazione
che sarei salpato dal finestrino
e mi sarei unito alle nubi in cielo.
Per confortarmi almeno un poco
decisi che prima di volar via
avrei tratto un sospiro profondo.
Ché di me rimanesse qualcosa ad alta voce.
JAN SKACEL, TR. ANNALISA COSENTINO
La sera era torbida e greve
come acqua vuota.
Avevo la continua sensazione
che sarei salpato dal finestrino
e mi sarei unito alle nubi in cielo.
Per confortarmi almeno un poco
decisi che prima di volar via
avrei tratto un sospiro profondo.
Ché di me rimanesse qualcosa ad alta voce.
JAN SKACEL, TR. ANNALISA COSENTINO
lunedì 14 giugno 2010
domenica 13 giugno 2010
SEXTO EPITALAMIO
VEO
los espacios vacíos
de este mundo,
lo que hay
entre árbol y árbol,
cristalino,
entre el cielo y el mar,
lo que rodea y separa
a cada cosa
y las une:
los blancos
vivos
de la página
- con qué reverencia
CINTIO VITIER
los espacios vacíos
de este mundo,
lo que hay
entre árbol y árbol,
cristalino,
entre el cielo y el mar,
lo que rodea y separa
a cada cosa
y las une:
los blancos
vivos
de la página
- con qué reverencia
CINTIO VITIER
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