martedì 15 giugno 2010

LETTERA

Ero sull'ultimo autobus dalla piazza.
La sera era torbida e greve
come acqua vuota.

Avevo la continua sensazione
che sarei salpato dal finestrino
e mi sarei unito alle nubi in cielo.

Per confortarmi almeno un poco
decisi che prima di volar via
avrei tratto un sospiro profondo.

Ché di me rimanesse qualcosa ad alta voce.

JAN SKACEL, TR. ANNALISA COSENTINO

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