sabato 13 dicembre 2008

mia vita, a te non chiedo lineamenti
fissi, volti plausibili o possessi
Nel tuo giro ormai inquieto ormai lo stesso
sapore han miele e assenzio

Il cuore che ogni moto tiene a vili
raro è squassato da trasalimenti.
Così suona talvolta nel silenzio
Della campagna un colpo di fucile.
EUGENIO MONTALE

venerdì 12 dicembre 2008

Anche è dolce la giornata invernale,
avere il sonno, m’aspetto fioriture…
riposa con le viole a te d’accanto,
abbi pace, dammene a tua volta,
ché siamo nello stesso
crogiolo di materia che si muta.
ERCOLE UGO D’ANDREA

giovedì 11 dicembre 2008

Sono così tanto la vita
che sono diventata la morte

Dovunque vada
mi porto dietro il mio cadavere.
ANISE KOLTZ, TR. ELIO PECORA

mercoledì 10 dicembre 2008

L'EDIFICIO UMANO

C’è silenzio nell’essere umano
La luce che cade
cade come la luce
cade sugli ampi pavimenti tra le ombre
e fa brillare le innervature delle finestre.

Non ci sono raffiche di vento
nell’edificio umano.
Nel mondo esterno soffia il vento,
toccando gli alberi e creature di ogni genere.

Dall’interno dell’edificio umano il mondo è silenzioso
e silenzioso è lo sguardo
che nasce e muore una volta al confine della finestra
contro vento luce e pioggia.

Mentre i giorni e le notti
attraversano le stanze una volta
con canto significato e oblio
che appartengono a quanto è stato visto
toccato e messo in ombra.
ULF ERIKSSON, tr. EDOARDO ZUCCATO

martedì 9 dicembre 2008

Quale schiodare costante
l’anima mia da ogni cosa,
quale raccogliere sangue
e affinare il sangue tutto,
quale andare al diverso, sorridendo
d’inestinguibile pena
− ogni secondo, un abisso
di tristezza immateriale −
col cuore vuoto di sangue!
JUAN RAMÓN JIMÉNEZ, TR. FRANCESCO TENTORI MONTALTO

lunedì 8 dicembre 2008

Nel mio prato che miscuglio di Natura!
Le mie sorelle le piante
Le compagne delle fonti le sante
Che nessuno prega…

E le tagliamo e vengono alla nostra tavola
E negli alberghi gli ospiti rumorosi,
Che arrivano con coperte legate con cinghie
Chiedono “Insalata”, sbadati…
Senza pensare che esigono alla Terra-Madre
La sua freschezza e i suoi primi figli,
Le prime verdi parole ch’essa pronuncia,
Che Noè vide
Quando le acque calarono e la cima dei monti
Verde e inondata sorse
E nell’aria dove la colomba apparve
L’arcobaleno sfioriva…
FERNANDO PESSOA/ALBERTO CAEIRO, TR. LIBERO CORSI

domenica 7 dicembre 2008

Viaggio nei paesi della vita
e gioventù calpesta il fuoco
d’una triste verità
Di giorni spesi il conto è breve,
ombre sommano ombre,
un totale di gocce d’acqua.
E’ notte nei luoghi miei,
amori e amici fanno fuochi fatui
intorno alla luna del passato,
d’ogni volto scocca la fionda
contro un muro di sale che non rompe.
Amati nomi, ore bruciate,
sabbia andata dall’una all’altra riva.
E tutta la grazia di quel tempo
resta nella spiga di grano
che i morti pensieri saluta.
LIBRO DE LIBERO