sabato 11 luglio 2009

PAROLA

Tu ridi che per sillabe mi scarno
e curvo colli e cieli, azzurra siepe
a me d'intorno, e stormir d'olmi
e voci d'acque trepide;
che giovinezza inganno
con nuvole e colori
che la luce sprofonda.

Ti so. In te tutta smarrita
alza bellezza i seni,
s'incava ai lombi e in soave moto
s'allarga per il pube timoroso,
e ridiscende in armonia di forme
ai piedi belli con dieci conchiglie.

Ma se ti prendo, ecco:
parola tu pure mi sei e tristezza.

SALVATORE QUASIMODO

venerdì 10 luglio 2009

NOTTE DEL DESTINO, QUANDO LA STELLA RIPOSA

Notte del destino, quando la stella riposa
in una mano ignota.
Quando la tua mano corre verso l'abisso
o la terra del miracolo.

Spenta giace l'eternità,
solo un raggio di luce
palpita attraverso il vuoto profondo,
attraverso la dimora della morte.

PAR LAGERKVIST, TR. GIACOMO OREGLIA

giovedì 9 luglio 2009

Ci sono milioni di volti tra il mondo e noi
è girato il vento e non me ne sono accorto
l'universo è forse troppo grande
la poesia è forse trppo chiara
non ci sono esempi da dare, è vero
stiamo per scomparire senza saperlo

FRANCOIS CHARRON, TR. TITTI FOLLIERI

mercoledì 8 luglio 2009

OMBRA

Uomo che speri senza pace,
Stanca ombranella luce polverosa,
L'ultimo caldo se ne andrà a momenti
E vagherai indistinyo...
GIUSEPPE UNGARETTI

martedì 7 luglio 2009

Trent'anni, va bene: ma trentasette portano
i segni di un fiore ormai sciupato:
sono tutto canuto, mia Santippe,
già avanza l'età dell'inutile saggezza.
Eppure m'incantano i suoni delle feste.
Dentro la cenere trovo un fuoco mai spento.
O Muse, che reggete i miei fili:
volge alla fine la follia di vivere.

FILODEMO DI GADARA, TR. RENATO MINORE

lunedì 6 luglio 2009

VOGLIO SPARIRE E NON MORIRE

Voglio sparire e non morire
Voglio non essere e continuare
E sapere che continuo
Busso alle porte della morte
E mi ritiro
Busso alla vita e fuggo vergognoso
Voglio essere tutta la mia vita e non posso
Voglio tutto il mio corpo e non l'ottengo

VINCENTE HUIDOBRO, TR. GABRIELE MORELLI

domenica 5 luglio 2009

CANDELE

I giorni del futuro si ergono davanti a noi
come una fila di piccole candele accese -
delle piccole candele dorate, calde e piene di vita.

I giorni trascorsi restano indietro,
una triste fila di candele appena spente;
le più vicine ancora fumanti,
candele fredde, fuse e piegate.

Io non voglio vederle; il loro aspetto mi affligge,
come mi affligge ricordare i loro primi bagliori.
Io guardo, in avanti, le mie candele accese.

Io non voglio rigirarmi per constatare con orrore
come si allunmga veloce l'oscura fila,
come aumentano veloci le candele spente.

COSTANTINO KAVAFIS, TR. GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO.