sabato 4 dicembre 2010

PAROLA XXIII, A

Signore Dio di tutto, possente in tutto,
Luogo incircoscritto e non localizzabile di tutte le cose,
a tutti vicino con l'intero tuo essere;
Tu senza il dove dei luoghi, eppure non vi è limite senza
di Te;
mai apparso a qualcuno, eppure non vi è visione di luce
senza che spunti il tuo lume.
Gloria terrificante, nome irraggiungibile,
appellaxzione di maestà, voce incontenibile,
essere imperscrutabile,
lontano inaccessibile e vicino immediabile.
Tu vedi il gemito, a Te non sfugge la miseria, stai vicino
alla mestizia,
sei rimedio, che tutto risana, per ogni cosa irrimediabile,
o Padre delle tenerezze,
che fai sorgere la misericordia, Dio della consolazione.

GREGORIO DI NAREK, TR. BOGHOS LEVON ZEKIYAN
E' facile inventare un'esistenza -
Dio lo fa tutti i giorni
La creazione non è che lo sgambetto
della sua autorità -

E' facile annientarla -
un Dio parsimonioso
non potrebbe l'eterno garantire+
alla spontaneità -

Le forme eliminate si lamentano -
ma nel suo imperturbabile disegno
egli procede - inserendo qua un sole -
annullando là un uomo -

EMILY DICKINSON, TR. SILVIO RAFFO

giovedì 2 dicembre 2010

UOMO CHE SI FA STRANIERO

Un uomo a un tratto si fa straniero a sé
ai suoi oggetti, alla sua casa, alla donna in cui riposa
e l'aria di ogni giorno su lui posa
come terra strato sopra strato.
Un uomo a un tratto si fa straniero
al suo corpo dissociato, alle molte membra delle quali
si abusa in monvimenti infiniti.
E solo la sua testa è un serraglio di animali ammansiti.
E con le dita, nel linguaggio di chji non parla e chi non sente,
cerca di raccontare a se stesso brevemente
le cose che non disse mai a parola,
ma il suo sangue lentamente
lo soffoca come una cravatta e la rètina distende
una mappa di macchie alle pareti
con terre popolate dalla sola solitudine.

ORI BERNSTEIN, TR. ARIEL RATHAUS

mercoledì 1 dicembre 2010

NEVICATA

La neve cominciò a cadere
e ancor prima che facesse buio
trasformò Peredèlkino
nell'anonimo incanto dell'inverno.

Rinnegò e cancellò da una una targa
l'assurdo nome "Casa dedll'arte"
e innalzò il trenino nei campi
a eco dell'angoscia universale.

Ingannando i giardini, gli orti,
trionfando sul loro insulso spazio,
uno sparuto groppo di alberi
usurpò il nome dell'intera natura.

Sulla montagna, nel silenzio assoluto,
si levò la voce d'un antico canto.
Dell'universo ormai, non del villaggio,
eri partecipe e meschino debitore.

In lontananza, fra le stelle e a strada,
stupito anch'egli d'esser lì, così,
passò volando, raggiante di salute,
un esultante sciatore delle nevi.

L'onnipresente forza del moto,
lo sciatore, la luna e la terra
non sono che pretesti pèer scrivere versi -
effimero successo dell'ingegno.

Finché però nell'austera nevicata
chiara è la mente e la volontà è forte,
nell'intervallo tra il suono e la parola
l'anima indugia prudente.

BELLA ACHMADULINA, TR. DANIELA GATTI

martedì 30 novembre 2010

POEMA IN DIECI VERSI

Il mio cuore era un'ala viva e torbida+
e paurosa ala di anelito.

Era Primavera opra i campi verdi.
Azzurra era l'altezza e smeraldo il suolo.

Lei - quella che m'amava - morì in Primavera.
Ricordo anche i suoi occhi di colomba in veglia.

Lei - quella che m'amava - chiuse gli occhi. Sera.
Sera di campagna, azzurra. Sera d'ali e di voli.

Lei - quella che m'amava - morì in Primavera.
E si portò la Primavera al cielo.

PABLO NERUDA, TR. GIUSEPPE BELLINI

lunedì 29 novembre 2010

LA LUCE CHE VIENE

Persino così tardi avviene:
l'amore che arriva, la luce che viene.
Ti svegli e le candele si sono accese forse vda sé,
le stelle accorrono, i sogni entrano a fiotti nel cuscino,
sprigionano caldi bouquet d'aria.
Persino così tardi le ossa del corpo splendono
e la polvere del domani s'incendiaq in respiro.

MARK STRAND, TR. DAMIANO ABENI

domenica 28 novembre 2010

Si staccò da se stessa
(non vagando)
in nubi lontano dispersa
e non protetta,
con lo stesso sentire
delle rigide fronde.

ALFRED KOLLERITSCH, TR. BEATRICE DONIN