sabato 9 ottobre 2010

CENTURIA D'AMORE, 90

Quando il diletto suo, che sa bene fare l'amore
sfiora con mano trepidante emozionata
ilnodo della veste, lei,corpo incantevole,
distoglie come per rabbia il viso,
chiude gli occhi in un sonno certo bugiardo
e quasi stringendo a sé le membra
rende ancor più snello il suo vitino
stringendolo forte.

AMARUKA, TR. DANIELA SAGRAMOSO ROSSELLA

venerdì 8 ottobre 2010

L'acqua e il silenzio selvaggio
chiamanio e chiamano perché è tardi
i volti sepolti dalle voci
rivolgono la loro preghiera al cosmo
tutto passa attraverso un filo d'orizzonte
che prende fuoco.

GEZIM HAJDARI, TR. DELLO STESSO

giovedì 7 ottobre 2010

A MIA MOGLIE

Come all’aria mi son abituato a te,
dovunque io volga lo sguardo, tu sei là,
in fondo al mio armadio, nei cassetti,
nel mio cervello, ma di te non m’avvedo.
Eppure l’altrasera, quando entrata nella stanza
m’hai detto qualcosa dopo molti anni
mi sono all’improvviso reso conto della tua presenza,
e senza badare alle tue parole t’ho guardato stupito.
Allora ho socchiuso gli occhi ripetendo silenzioso
Dentro me: “Come all’aria mi son abituato a leu
è lei che dona a me il respiro”.

DESZŐ KOSZTOLÁNYI, TR. ROBERTO RUSPANTII

mercoledì 6 ottobre 2010

TRADUZIONE DELFIUME

Siedo a tradurre il fiume.
Difficile traduzione
quella delle acque.
Parole rare,
espressioni pietrificate,
un ritmo fuori del tempo.
Un centinaio di sorgenti in una sola voce
narrano l'antico mito.
L'intera notte ho tradotto il fiume.
Al mattino
latraduzione era scomparsa.

XHEVAR SPAHIU, TR. ROSANGELA SPORTELLI

martedì 5 ottobre 2010

LIBER, LXXXVII

Nulla potest mulier tantum se dicere amatam
vere, quantum a me Lesbia amata meast.
nulla fide sullo fuit umquam foedere tanta,
quanta in amore tuo ex parte reperta meast.

CATULLO

lunedì 4 ottobre 2010

Amami adesso, effimera
Manola dei vent’anni.
Amami, balla, brezza
Della morte, amore, convulsa
Primavera, danza, oh,
Calpesta le aiuole dell’anima,
canta – domani muoio.

Un grofano, e saremo diversi,
Un garofano o un clavicembalo.
Si fa giorno. Un garofano, e morremo.
Di felicità morremo.

DARCY DAMASCENO, TR. RUGGERO JACOBBI

domenica 3 ottobre 2010

Mando il mio cuore, quest’antica arca dell’alleanza
e vi auguro un giorno buono e battagliero.
Voi, del mio sangue, folle scroscianti,
invano mi ripudiate; malgrado ogni cosa,
son vostro.

Il nostro legame fu voluto dalla Sorte;
merito non è, né virtù né colpa;
non è necessità né furbizia:
Gente ilota, poeta ilota,
ci siamo già visti, voi ed io.

Dormono in noi forze immense
per destarsi allsa vita.
In noi si nasconde un popolo bello,
come il cervo nel folto del bosco;
e i mastini sono all’erta.

Se voi non mi volete come fratello,
si faranno più aspre le rughe
sulla mia cupa fronte e nell’anima mia.
Ma sempre ancora, io sto giovane
dinanzi ai miei Giuda irosi.

Non volli mai l’alone del martire,
ma solo quanto disponeva la Sorte:
Dare tranquillamente me stesso,
questo nulla non chiesto, deriso,
l’anima mia ribelle.

Son vostro: Ormai non importa
Se voi mi volete o no:
Uno è il nostro sole sul cielo lucente.
Ahi, ch>è talvolta la nube della malvagità
mi nasconde il sole.

ENDRE ADY, TR. UMBERTO ALBINI

SENZA RISPOSTA

Chi sto ingannando
Per chi sto costruendo questi castelli d'illusioni
Nemmeno un'ombra hanno
come le altre costruzioni.

JOZEFINA DAUTBEGOVIC, TR. NEVAL BERBER