Urlano di dolore gli alberi, d'autunno!
Spaventosamente grandi, nudi, neri
sembrano angelli ribelli che bestemmiano il cielo.
Hai sentito come urlano, d'autunno, tutti gli alberi?
Quale buon arcangelo,
assordante e invisibile,
mandato da Dio,
ha strappato dai rami le fragili creature?
Gli alberi urlano, lebraccia tese, vigorosi,
verso il cielo che non possono afferrare,
infrangere, distruggere...
Gli alberi, d'autunno, sono angeli ribelli...
EUGENE IONESCU, TR. DAVIDE ASTORI
sabato 7 novembre 2009
CANNIBALE
Questo desiderio selvaggio, certi giorni,
Di mischiare del sangue e delle ferite
Ai gesti contratti dell'Amore
E di percepire sotto i morsi
Che prolungano il gusto dei baci,
I singhiozzi dell'amante e i suoi rantoli...
Ah! rudi desideri inappagati
Dei miei neri antenati cannibali...
LEON LALEAU, TR. MARIA GRAZIA LEOPIZZI
Di mischiare del sangue e delle ferite
Ai gesti contratti dell'Amore
E di percepire sotto i morsi
Che prolungano il gusto dei baci,
I singhiozzi dell'amante e i suoi rantoli...
Ah! rudi desideri inappagati
Dei miei neri antenati cannibali...
LEON LALEAU, TR. MARIA GRAZIA LEOPIZZI
AL MATTINO QUANDO INIZIA A NEVICARE
Questa notte, dal sogno,
ho preso una stella.
Ma dove nasconderla
quando si sfalda il sonno
e l'uccello del mattino
con becco d'acciaio
m'incide il volto?
Basso è il cielo,
cade neve sui campi,
nelle zolle si disfano i fiocchi
come i nostri pensieri
in disperse parole.
Il silenzio e l'assenza
di ogni rumore. Resta
il battito del cuore che oscilla
su sigillate fonti.
ERIKA BURKART, TR. ANNAROSA ZWEIFEL AZZONE
ho preso una stella.
Ma dove nasconderla
quando si sfalda il sonno
e l'uccello del mattino
con becco d'acciaio
m'incide il volto?
Basso è il cielo,
cade neve sui campi,
nelle zolle si disfano i fiocchi
come i nostri pensieri
in disperse parole.
Il silenzio e l'assenza
di ogni rumore. Resta
il battito del cuore che oscilla
su sigillate fonti.
ERIKA BURKART, TR. ANNAROSA ZWEIFEL AZZONE
mercoledì 4 novembre 2009
Ogni tua parola è come un seme.
Scava profondamente la sua radice.
Io mi sveglio per un misterioso dolore
e non trovo rimedio.
Allora mi consuma come un'amara sete
ogni movimento che hai fatto.
Ogni accento e ogni sguardi
si avvicina, chiaro egrande.
Il giorno è grigio e intorno a me
intorbida la figura.
Ma chiaro come specchio è il cuore della notte
dove tu sei tutto, tutto.
KARIN BOYE, DANIELA MARCHESCHI
Scava profondamente la sua radice.
Io mi sveglio per un misterioso dolore
e non trovo rimedio.
Allora mi consuma come un'amara sete
ogni movimento che hai fatto.
Ogni accento e ogni sguardi
si avvicina, chiaro egrande.
Il giorno è grigio e intorno a me
intorbida la figura.
Ma chiaro come specchio è il cuore della notte
dove tu sei tutto, tutto.
KARIN BOYE, DANIELA MARCHESCHI
martedì 3 novembre 2009
DALL'ESILIO
O mia città nella pioggia, o mia città nell'autunno,
è forse il tempo di tornare a te se l vento
torce il fumo sui tetti, verso i monti schiarisce
un istante, il giorno si lascia.
Questo era il luogo assegnatoci e la stagione,
questa l'ora che il marciapiede grigio
asciuga, l'occhio ringrazia smarrito
un riflesso del cielo che abbuiando s'illumina.
ATTILIO BERTOLUCCI
è forse il tempo di tornare a te se l vento
torce il fumo sui tetti, verso i monti schiarisce
un istante, il giorno si lascia.
Questo era il luogo assegnatoci e la stagione,
questa l'ora che il marciapiede grigio
asciuga, l'occhio ringrazia smarrito
un riflesso del cielo che abbuiando s'illumina.
ATTILIO BERTOLUCCI
lunedì 2 novembre 2009
TI SEPARI DA TE
Ti separi da te senza dolore
ogni giorno,ogni ora, ogni momento,
e nemmeno ti dici arrivederci, o
come forse sarebbe meglio, addio.
Hai fretta perché altr t'aspettano
e dimentichi in questa lunga fuga
che seguendo la tua linea diretta
mai più t'incontrerai con quel te stesso.
MIHAI BENIUC, TR. DRAGOS VRANCEANU E ELIO FILIPPO ACROCCA
ogni giorno,ogni ora, ogni momento,
e nemmeno ti dici arrivederci, o
come forse sarebbe meglio, addio.
Hai fretta perché altr t'aspettano
e dimentichi in questa lunga fuga
che seguendo la tua linea diretta
mai più t'incontrerai con quel te stesso.
MIHAI BENIUC, TR. DRAGOS VRANCEANU E ELIO FILIPPO ACROCCA
domenica 1 novembre 2009
E DEL RESTO POTREI ADDORMENTARMI
E del resto potrei addormentarmi
per non vederti mai più.
Ieri sera un evento funebre scuoteva tutte le radio:
eri tu che morivi.
Venne Sibelius con drappi neri,
venne l'Andalusia piena di riso,
ma eri sempre tu che morivi,
grande come un giaciglio d'amore.
Ho sentito il tuo silenzio che mi premeva il cuore.
Oh, volevi stravincere, Titano:
non avevi altro mezzo che la morte,
perdere la poesia, masticarla nel sonno,
sedurmi nel silenzio e vomitarmi nella gelosia
per poi scorrere via sull'acqua.
Perché non ti lascio morire fuori,
perché non ti lascio morire ora,
prima che mi ricaschino le braccia.
Eri assetato di vita,
finché eri mi hai detto tenebroso:
"Lei non avrebbe voglia di seguirmi?".
ALDA MERINI
per non vederti mai più.
Ieri sera un evento funebre scuoteva tutte le radio:
eri tu che morivi.
Venne Sibelius con drappi neri,
venne l'Andalusia piena di riso,
ma eri sempre tu che morivi,
grande come un giaciglio d'amore.
Ho sentito il tuo silenzio che mi premeva il cuore.
Oh, volevi stravincere, Titano:
non avevi altro mezzo che la morte,
perdere la poesia, masticarla nel sonno,
sedurmi nel silenzio e vomitarmi nella gelosia
per poi scorrere via sull'acqua.
Perché non ti lascio morire fuori,
perché non ti lascio morire ora,
prima che mi ricaschino le braccia.
Eri assetato di vita,
finché eri mi hai detto tenebroso:
"Lei non avrebbe voglia di seguirmi?".
ALDA MERINI
SENTIERI
Sentieri, fra la materia
Degli alberi. Dèi,
Nel folto del canto infaticabile d'uccelli.
E tutto il tuo sangue inarcato sotto una mano sognante,
Oh vicina, oh tutto il mio giorno.
Chi raccolse il ferro
Arrugginito, nell'erba alta, più non scorda
Che ai grumi del metallo può appendersi la luce
E consumare il sale del dubbio, della morte.
YVES BONNEFOY, TR. DIANA GRANGE FIORI
Degli alberi. Dèi,
Nel folto del canto infaticabile d'uccelli.
E tutto il tuo sangue inarcato sotto una mano sognante,
Oh vicina, oh tutto il mio giorno.
Chi raccolse il ferro
Arrugginito, nell'erba alta, più non scorda
Che ai grumi del metallo può appendersi la luce
E consumare il sale del dubbio, della morte.
YVES BONNEFOY, TR. DIANA GRANGE FIORI
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