sabato 25 dicembre 2010

FORMA DI PENSIERI, 4

Da un unico sassolino
è nato un cielo
e da quel cielo gli è nato un corpo di sabbia e sangue.
E nel frattempo è nat anche un continente
ed è nato tutto il superfluo.
E fra le cose passano vermi
ed il dolore è senza fine
compagno dell'uomo da un panorama all'altro
e sradica, isterilisce, ed è fra quelli che ti accompagnano
alla tua fine.

NATAN ZACH, TR. ARIEL RATHAUS

INCURSIONE AEREA ATTRAVERSO LA BAIA DI PLYMOUTH IV, III

Contro il muro tu sei già in parte un'ombra
esistenza graffiante e mormorante e graffiantte quasi perduta
alla nostera vita volgare e chiassosa che corrode le stanze
alla nostera vita volgare e chiassosa simile a un mucchio
[di fiori effimeri.

STEPHEN SPENDER, TR. ALòFREDO RIZZARDI

MORTE PER GELO

Morte per gelo o fame, pè la mia sorte.
L'inverno mi è salito sopra un piede.
Stecche sporgenti porto le mie costole,
e il mio intestino pende come stoppa.

ATTILA JOZSEF, TR. UMBERTO ALBINI

PAROLA IMPOSSIBILE

Mi hanno dato il silenzio per sembrare dentro di me
la vita che non si scambia con parole.
Me l'hanno dato per serbare dentro di me
le voci che solo in me sono vere.
Me l'hanno dato per serbare dentro di me
l'impossibile parola della verità.

Mi hanno dato il silenzio come una parola impossibile,
nuda e chiara come il fulgore di una lama invincibile,
per serbare dentro di me,
per ignorare dentro di me
l'unica parola senza travestimento -
la Parola che mai si profferisce.

ADOLFO CASAIS MONTEIRO, TR. GIUSEPPE TAVANI

LE MADRI

Dopo passati di là
ci si deve sentire
come convalescenti della vita.
Con incerto passo ci si leva
da un letto di lunghe pene,
vacillando tentiamo la nuova strada.

Ma dolci madri forse ci sorreggono
nell'altra nascita, ci aiutano a uscire
la prima volta dal funebre chiuso
per le vie della città celeste.

Sulle scale d'immense
cattedrali d'azzurro ci conducono
a prendere il nuovo sole
accanto al loro sorriso-

GIORGIO VIGOLO

CHIUDO GLI OCCHI

chiudi gli occhi
e più non ci sei
in un altrove m'affogano immagini
limpidi giardini
un tenero firmamento che su di loro cala
il bianco spirito di mio padre
le api nutrono l'eterno
nel fogliame dell'acero affonda il rigògolo
e dell'acero il denso verde
t'inghiotte per l'eternità
chiudi gli occhi
e con Dio comincerai a parlare del nulla
comprensibile diverrà anche l'idioma degli uccelli
quiete le dita
apriranno come un libro
il miracolo del non-essere
apri gli occhi
e più non ci sei

LIIUDVIKAS JAKIMAVICIUS, TR. PIETRO U. DINI