Al taglio obliquo dei baci troppo presto
passano gli anni
i ricordi infranti
bisogna fuggirli
Oh un’intera stagione come fu dolce vivere
quell’estate troppo bella come nei libri
pazzo se potei credere di farti felice
quando era invece la foresta della Grande Chartreuse
o l’incanto d’una sera al porto di Tolone
breve come la gioia che non resiste all’ombra
Al taglio obliquo dei baci troppo presto
passano gli anni
i ricordi infranti
bisogna fuggirli
Quando le foglie ingialliscono cantavo l’anno scorso
chi dice addio crede ancora di tornare
sembra achi muore che un mondo ricominci
non resta niente delle parole della canzone
guarda in questi occhi che così bella ti vedono
non senti più il mio cuore, me, la mia follia
Al taglio obliquo dei baci troppo presto
passano gli anni
i ricordi infranti
bisogna fuggirli
Il sole è come il pallido pianista che
poche parole, le sole, sempre le stesse cantava
cara Ricordi quei giorni sicuri quando
entrambi abitavamo a Montparnasse
senza badarci la vita sarà andata
torna il freddo Già freddo Il cuore va più piano
Al taglio obliquo dei baci troppo presto
passano gli anni
i ricordi infranti
bisogna fuggirli
Questa quartina che per la triste musica ti piacque
[quando
come un trifoglio appassito te la diedi
sterile stava in fondo alla memoria
oggi la tolgo dall’armadio dell’oblio
perché essa almeno tu l’amavi come si canta
Elsa io ti amo o mia tenera o mia malvagia
Passano gli anni
al taglio obliquo dei baci troppo presto
i ricordi infranti
bisogna fuggirli
Eco di cristallo monotono sussurro
non invano l’aria canticchiata
macchinalmente dice parole come incanti
viene un giorno che le parole si modellano
[sui pianti
ah chiudiamo questa posta che sbatte inascoltata
[questo
ritornello cade fra noi come una goccia d’acqua
Bisogna fuggirli
i ricordi infranti
al taglio obliquo dei baci troppo presto
passano gli anni
LOUIS ARAGON, TR. GILBERTO FINZI
mercoledì 2 giugno 2010
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