martedì 15 febbraio 2011

GUARDAMI: SONO NUDA

Guardami: sono nuda. Dall'inquieto
languore della mia capigliatura
alla tensione snella del mio piede,
io sono tutta una magrezza acerba
inguainata in un color d'avorio.
Guarda: pallida è la carne mia.
Si direbbe che il sangue non vi scorra.
Rosso non ne traspare. Solo un languido
palpito azzurro sfuma in mezzo al petto.
Vedi come incavato ho il ventre. Incerta
è la curva dei fianchi, ma i ginocchi
e le caviglie, e tutte le giuntute,
ho scarne e salde come un puro sangue.
Oggi, m'incarno nuda, nel nitore
del bagno bianco e m'inarcherò nuda nuda
domani swopra un letto, se qualcuno
mi prenderà. E un giorno nuda, sola,
stesa supina sotto troppa terra,
starò, quando la morte avrà chiamato.

ANTONIA POZZI

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