Sentiamo scendere attraverso la nostra ombra
una parola. Che rumore di speranza o di sconforto
viene a portarci? Lo ignoriamo... Lentamente, essa passa
come una lacrima, rotonda, senza ancora voce.
Uno accanto all'altro, chiediamo che amaro sale
l'abbia raccolta e resti a brillare sulle nostre labbra:
solo le mani che dentro una stella s'erano incontrate
potranno sostenere, alzate, il suo peso.
Saremo così puri e semplici come quel gesto
di fedeltà? In ogni movimento, persiste la stessa luce
- il contorno di una voce che ci chiama e che ci riunisce.
Apriremo poi in direzione di quella parola
i nostri corpi, le labbra, le viscere d'oro
perché nasca il silenzio, lento, come un fiore.
FERNANDO GUIMARAES, TR. MANUEL G. SIMOES
lunedì 23 maggio 2011
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