Sulle rotaie un ubriaco giace.
Nella mano sinistra ha un fiasco. Russa:
dorme un sonno beato. Ormai la notte
si allontana trottando sulla strada.
Dolce il vento notturno gli ha adornato
di festuche, di polvere i capeli.
Versa divine gocce di rugiada
il cielo ed egli è immoto. Ansima il petto.
Come le traversine ha duro il pugno.
Dorme quasi sul seno della madre.
Ha rotte vesti: è giovane. Si è fatto
il cielo grigio: non è sorto il sole.
Sulle rotaie un ubriaco giace.
Trema la terra, adagio, da lontano.
ATTILA JOZSEF, TR. UMBERTO ALBINI
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