sabato 9 aprile 2011

LENTEZZA

M'accorgo che non è eterna la vita, che finirà.
Ma come non sentire cher non si deve
aver fretta, che ancora non è giunto il momento,
che è tempo per indugiare?

E ce n'era prima? Ho paura e premura:
oggi cisono, ma ci sarò domani?
E uccidevo una candela
per il vano senso della notte.

Come sono intelligente, più di tutti
pensavo. Ma la neve cadeva.
E di quei tempi mi rimase una gobba
sul dito medi affaticato.

Leggo il frutto delle sue fatiche,
solo noia, ma senza compassione,
e mi domando: chi è giovane e amato?
io ero giovane allora.

Ho finito di vivere, di avere fretta.
All'anima affluiscono semplici veritò.
La coscienza ha già scelto la sua via
e non dipende più da me.

Verrà quest'istante, quest'anno:
imprevisto senso, voluttà, vertice...
Manca solo la vecchiaia.
Il resto è già compiuto.

ANNA ACHMADULINA, TR. DANIELA GATTI

1 commento:

farfalla ha detto...

...chissà se può servire un tenero abbraccio...?