mercoledì 20 ottobre 2010

VERSI A DINA, 5

Càpita all’uomo che d’autunno spoglia
La vite, sulla scala che ne fruscia

- vecchio è l’uomo ed autunno gli colora
l’anima dentro di malinconia;
ché con l’hanno gli pare la sua vita
anche finisca;
il poco che da essa ebbe gli mette
in strizza come un secchezza e inghiotte –

tra i pampini arrossati di scoprire
un superstite grappolo.
Ne colma
la mano, preso d’infantile gioia;
soppesa quasi non credesse agli occhi.

Alla sua sete riserbò l’annata
quel frutto; glielo maturò l’estate,
glielo dirò il sole dell’autunno,
la pianta vi spremè l’ultimo succo.

Cola zucchero l’acino che sguscia
in bocca per non perdere una goccia;
ogni acino lo riga di delizia
silenziosa…

Guardan gli occhi felici e rassegnati
col grappolo scemare
la sua prima, fors’ultima, dolcezza.

CAMILLO SBARBARO

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