Pioggia, ora, che sente
tra sonno e insonnia. Pioggia
con dentro alberi fiumi
case. Pioggia dentro la pioggia. Ascolta
quel profondo compiovere di tutto
in una sola
mutevole sostanza
genitrice moribonda.
Ed ecco le si affina
in una luminosa plaga
la memoria del viaggio.
E' sera,
s'inciela,
si tramuta in bianco etra
l'interna
montuosità di quella
frastagliatissima costiera.
Rivede un chiaro nuvoloso caos
e in esso una radura
nuda solo fiorita
dal virgulto dei cavalli
e sé perduta
senza scudiero né scorta.
Non è più la regina del supo regno,
vi entra, vi si insedia
essa, ne fugge, non diversa
dai nomadi, dai barbari...
Ed è bene,
pensa, perché viva, perché libera
lei, anima del mondo.
Angelica.
MARIO LUZI
domenica 24 ottobre 2010
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