mercoledì 15 dicembre 2010

A MIA MADRE

Forse, infranto il mistero nel chiarore
del mio ricordo un'ombra apparirai,
un nonnulla vestito di dolore.
Tu, non diversa, tu come non mai:

solo il paesaggio muterà colore.
In un nembo di cenere e di sole
identica, ma prossima al candore
del cielo passerai senza parole.

Io ti vedrò sussistere nel vago
degli sguardi serali, nel ritardo
dei fuochi che si spengono in un ago
di luce rossa a cui trema losguardo.

MARIO LUZI

1 commento:

farfalla ha detto...

la poesia che hai scelto oggi è malinconica ma profondamente vera e bella