Aria spezzata
del focolare in disparte
con poca cenere,
i vetri anche tacciono
le cose che si muovono fuori,
dove screziato un muro s'erge
e gli embrici rabbuiati
hanno l'estrema cura
d'una parola,
farebbero canti ancor gli uccelli
o nell'ebrezza d'un sole d'estate
riportato un albero,
intonerebbe lievi le mosse
dei rami frondosi e... oh... ma
io mi sento l'autunno
infiltrato nelle case basse
e già scende su dai poggi
come la tela di fine atto
con un brivido
sull'attonito spettatore
ROCCO SCOTELLARO
mercoledì 3 novembre 2010
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