domenica 31 ottobre 2010

EGCLOGA III, II

In autunno era il tempo
del grande guadagno,
molto anelata vendemmia, quando
esistevi, poesia: pura.
Un moto, un modo, ultimo, dell’azzurro.
che di sé si contenta e fa contenti
anche i vinti, i divisi.
Eri, non eri: mutila
In ciò, più che colpevole;
tu come luna sempre oltre la selva,
sempre col vano raggio
pur tra la selva a spanderti. Ma ora
in altre sere vai, fonte imbarbarita,
in altri alvei, difetto e perdizione.
Interferenze s’aprono, s’appuntano
ove decadde l’inarticolato
cuore tuo, il tuo ritmo
che la tempia fedele – lei sola – auscultava.
Qui. Ma io sono immune
e incolpevole: tanto oso dire.
E io posso all’azzurro serbarti
- solo talvolta
(come all’autunno, padre, giaciglio, cibo) –
all’azzurro di ierofania
che ogni passione avalla, ogni informità soffoca.
Madore, fumo, lume
D’immagini, d’incontri, di conati
…………..
…………..
Parole d’ordine
d’altri milioni d’anni, d’altri defunti eoni
triviale slogan. Noi
…………..

ANDREA ZANZOTTO

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