lunedì 11 ottobre 2010

TI PIANGERO' SEMPRE, MI SENTI - DA SOLO - IN PARADISO?, III

Così parlo di te e di me

Perché ti amo e nell’amore so
Entrare come Plenilunio
Da ogni parte, per il tuo piccolo piede nelle lenzuola sconfinate
So sfogliare gelsomini – ed ho la forza,
Sopita, di soffiare, di portarti
Attraverso passaggi luminosi e segreti passaggi
Alberi ipnotizzati con ragnatele inargentate

Di te hanno sentito parlare le onde,
Come accarezzi, come baci,
Come sussurri il “cosa” e il “sì”
Tutt’intorno alla gola, alla baia
Sempre noi la luce e l’ombra

Sempre tu la piccola stella e sempre io l’oscuro natante
Sempre tu il porto ed io il faro di destra
Il molo bagnato e il bagliore sui remi

In alto nella casa con i rampicanti
Le rose intrecciate, l’acquache si fa fredda
Sempre tu la statua di pietra e sempre io l’ombra che
cresce

Tu l’imposta accostata, io il vento che la apre
Perché ti amo e ti amo
Sempre tu la moneta ed io l’adorazione che le dà valore

Tanto la notte, tanto l’urlo nel vento
Tanto la goccia nel cielo, tanto il silenzio
Tutt’intorno il mare despota
L’arcata del cielo con le stelle
Tanto il tuo piccolo respiro

Tra le quattro pareti, il soffito, il pavimento
Io non ho altro se non
L’urlo che è tuo e colpisce la mia voce
L’odore ch’è tuo e s’infuriano gli uomini
Perché non sopportano quel che non hanno
Provato ed è loro straniero
È presto ancora in questo mondo amore mio

Per parlare di te e di me.

ODISSEAS ELITIS, TR. PAOLA MARIA MINUCCI

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