Come ben sai, con tubinìo di gemiti
è primavera ancora:
brindiamo con quel vino che ben sai,
brindiamo a quel suo volto,
ed io m’immolerò,
tra fiamme alte d’incendio,
a evitar che sia danno
agli angeli, ben sai.
Sì, lontano da te
non ha pace l’anima, lo sai,
ma un cenno tuo l’accheta.
Mi trafiggi e nel cuore,
per questa morte mia,
non t’aspetti condanna, eppure sai
che giustizia vorrebbe sua misura.
Sul volto tuo remoto
ecco Rohi s’affigge:
ben lo sai, ma ai rivali
graziosa dai convegno.
KHUSHHAL KHAN, TR. LUCIA SERENA LOI
mercoledì 7 luglio 2010
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