Vuole la nostra morte la natura infinita
la chiedono le bocche purpuree dei fiori.
Se torna primavera, torna per poi lasciarci,
e dopo non saremo più neppure ombre d'ombre.
La nostra morte aspettano il ole e la sua luce.
Vedremo un'altra volta un simile tramonto
trionfale, e uggiremo dalle sere d'aprile,
dirigendoci ai regni oscuri di laggiù.
Forse, dietro di noi i regniresteranno,
dieci versi soltanto resteranno, un po' come
i piccioni che i naufragi mandano alla ventura,
e recano nil messaggio quando non è più tempo.
KOSTAS G. KARIOTAKIS, TR. FILIPPOMARIA PONTANI
martedì 22 settembre 2009
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