lunedì 8 giugno 2009

GUARDANDO I MARMI DI ELGIN

Troppo debole è il mio spirito - la morte
Mi pesa addosso come un sonno indesiderato,
E ogni vertice immaginato , ogni vetta
D'asprezza inumana mi ricorda che guardando il cielo,
Come un'aquila malata, devo morire.
Ma è un dolore dolce piangere di non avere
Venti gonfi di nubi per rinfrescare
L'aprirsi dell'occhio del mattino: tali glorie della mente
Suscitano lotte indicibili nel cuore, se pur
Confusamente dire. Nasce
Da queste meraviglie un dolore che dà vertigini,
Che unisce la grandezza greca con la violenta
Desolazione del tempo - con la spinta delle onde -
Un sole - un'ombra di passato splendore.

JOHN KEATS, TR. SILVANO SABBADINI

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